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martedì 25 febbraio 2014

Recensione: “Lithium” di Marika Cavaletto e Chiara Bianca D'Oria.





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Lithium
di Marika Cavaletto
e Chiara Bianca D'Oria
Pagine 474
Prezzo 1,99 euro
Self-Publishing
già disponibile

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Il destino regola inevitabilmente le nostre vite, intrecciandole, sovrapponendole e poi strappandole senza pietà. 
Questa è la storia di Mya e Chrissie, due ragazze che lasciano l'Italia per studiare all'estero, due ragazze che scappano da un passato impossibile da dimenticare. 
Fuggono, si nascondono, ma il Destino le travolge ancora, rinchiudendole in una realtà da incubo, una realtà dove i mostri sono reali e non solo ricordi insistenti. 
Un Dark Fantasy che lega le vite di diverse persone alla ricerca della loro strada, in un mondo irreale, governato da un'entità incurante. 
Perché il destino ci ama e ci odia con la stessa intensità, ma a noi, povere pedine del suo folle piano, l'odio sembra prevalere.
 
Considerazioni.
Quando ho letto che Lithium sarebbe stata una lettura Dark Fantasy, onestamente non avevo ben capito come avrebbe potuto evolversi il romanzo che avevo davanti.

Il romanzo, nelle prime battute, ha invece un inizio alquanto normale, parlando di due ragazze adolescenti, che di nome fanno Chrissie e Mya, e seguiamo trasferirsi dall'Italia alla Scozia, pecisamente e St. Jillian, per frequentare l'università.
Dal momento in cui mettono radice nella città scozzese tutto cambia per il peggio, in quanto incominciano a verificarsi strani avvenimenti con i quali le due ragazze dovranni districarsi trovando il loro posto: una, Chrissie, cercando di combattere (in stile che ricorda Buffy, L'ammazzavampiri di Sunnydale) le creature malvagie che albergano nella cittadina scozzese, come vampiri e licantropi; e l'altra, Mya, che tenta di stare al passo della prima, ma sperando di uscirne il prima possibile.
Chrissie e Mya infatti si trovano in mezzo ad una vera e propria guerra tra specie, dalla quale devono cercare di uscire, preferibilmente vive.
Black, feathers, texture, pattern, layer, exotic, detailDiciamo che il romanzo, nella sua globalità, sebbene mi sia piaciuto per la nota di originalità, data dal Litium, che oltre a dare il titolo al romanzo è anche il terzo protagonista della storia, essendo il metodo, basato sui colori, per individuare vampiri e licantropi (idea davvero molto, ma molto originale), e per il "muro di St. Jillian" destinato a dividere vampiri e licantropi dalla razza umana, non mi ha colpito per molto altro. 

I personaggi, innanzitutto, non sono particolarmente complessi, ma (lasciando per un attimo i dialoghi, di cui parlerò più avanti) il loro difetto maggiore è quello di non incuriosire (se non forse ad eccezione di  Dorian e William), non hanno abbastanza carattere per carpire l'interesse e ammaliare chi legge questa storia, come un romanzo dovrebbe fare; senza parlare della maturazione, che non c'è, non si vede e nemmeno viene accennata. Ecco dunque che la scrittura, non apportando tridimensionalità ai personaggi, li relega all'anonimato, rimanendo accennati e, talvolta, caricature di se stesse.
A mio parere, infatti, il punto più debole della storia risiede proprio nello stile delle due scrittrici, che fondamentalmente non riescono a venire a patti con una omogenea fluidità e naturalezza. I dialoghi sono troppo forzati (quando non sono resi con un linguaggio fin troppo moderno, che li banalizzano un pò, quando non sfocia nel torpiloquio, e sono buttati li, quasi scioccamente) interrompendo così molto spesso il flusso della lettura (già molto complicata - ed a tratti faticosa - per la mole di cose che accadono, e che le due protagoniste devono fornteggiare).

Ho trova il romanzo, che ha quasi 500 pagine, complesso (anche per i salti tra passato e presente che non aiutano a schiarire la confusione), spesso e volentieri ripetitivo, raffazzonato nei dialoghi e complesso nel modo in cui sono state scritte le frasi, accostate le parole; la stessa trama è paragonabile ad un gomitolo di intrecci che talvolta ci si affanna a seguire, purtroppo ed ammetto, ho fatto davvero fatica.
Come vi dicevo prima le idee ci sono e non sono davvero niente male, ma lo stile della Cavaletto e della D'Oria ha penalizzato decisamente lo sviluppo narrativa di Lithium; non so se queste problematiche siano divute al fatto che le scrittrici non abbiano saputo gestire un romanzo a 4 mani, ovvero sia sfuggita di mano loro una storia che, magari, se più breve, avrebbe giovato sia alla narrazione che alla prova delle due scrittrici.

Chiara Bianca D’Oria, nata il 07 dicembre del 1991 a Cento (FE), e Marika Cavaletto, nata il 07 giugno del 1991 a Bentivoglio (BO). Chiara e Marika si conoscono alle scuole elementari e da allora hanno frequentato, un po’ per scelta e un po’ per destino, le stesse scuole (medie e liceo linguistico) fino al giorno d’oggi: entrambe laureande in Lingue e Culture per l’Editoria a Verona.Vivono entrambe a Crevalcore in provincia di Bologna.Cresciute con l’amore per la lettura e per i viaggi, hanno passato un anno di studio a Edimburgo e diversi mesi in Germania. La loro solida amicizia si salda ulteriormente quando in terza superiore decidono di iniziare a scrivere un libro a quattro mani. La scrittura, passione di Chiara sin dalle elementari, è una nuova esperienza per Marika, la quale si lancia volentieri nella nuova sfida. Dovuta a continui cambiamenti e a periodi in cui scrivere non era la priorità, la scrittura del romanzo si protrae per sei anni, finché a luglio del 2013, le due autrici non lo terminano e decidono di pubblicarlo online come e-book, su una piattaforma self-publishing.
Potete trovare Lithium in vendita online in tutte le librerie più importanti: da Amazon, alla Feltrinelli, dalla Mondadori alla Rizzoli.

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