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martedì 30 settembre 2014

Recensione: “L’uomo che metteva in ordine il mondo” di Fredrik Backman

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L'uomo 
che metteva
in ordine 
il mondo
di Fredrik Backman
Pagine 321
Prezzo 18€
Mondadori
voto:
 5/5
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Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. 
cover originale
Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. 
Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. 
Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. 
In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. 
E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...
 

Considerazioni.
E' stato il titolo a piacermi molto, perchè nasconde una sorta di erosione della pacatezza di cui si sostanzia la vita. E si è infatti dimostrato un romanzo particolarmente e assurdamente piacevole.

Ironia, drammaticità e scorbutica commozione. Questo è quanto mi ha trasmesso questo piccolo, ma potentissimo romanzo, che maschera, sotto la facciata brusca e irritante, una fragilità che muove a commozione e drammatica situazione sentimentale del protagonista Ove, che è bello da leggere per vedere come muta enormente rispetto all'apparenza.
La brutalità caratteriale un pò brusca, un pò scorbutica, parla di (e per) un uomo che ha  una vita eccepibilmente scandita tra una routin collaudatissima e piccoli e grandi manie di controllo che non si estendono solamente alla sua casa, alla sua vita, ma anche ai vicini tutti, ai loro comportamenti, le piccole violazioni condominiali su cui Ove ama tanto accanirsi.
La noia, la perfezione di una vita che volge al termine sia per entusiasmo che per sorpresa spinge Ove a riconsiderare i termini della sua esistenza e spingerlo a sottrarsi prematuramente dalla vita. Ovviamente non sarà una cosa non programmata nei minimi particolari: Ove infatti pagherà tutte le bollette, metterà in ordine tutte le sue cose, e prevederà ogni momento del suo suicidio. Tranne l'avvenimento che più di tutti modificherà la sua esistenza, facendogli rimandare l'evento tanto programmato ...

 

Backman mi è piaciuto sia per la trama che ha elaborato che per l'interessantissimo personaggio che ha creato, Ove.

Quest'ultimo è infatti un uomo anziano (ma non troppo, in fin dei conti ha 59 anni) che ha subito un crollo non da poco a seguito della morte della moglie, la quale gli era non solo carissima, ma essenziale; un dolore che lo ha reso schiavo di abitudini maniacali che lo rendono un uomo capace di muoversi in un acquario conosciuto, privo di emozioni se non per il burbero modo di rivolgersi e comportarsi con gli altri che concede ai suoi concittadini e vicini svedesi.
Ove usa la sua rabbia, i suoi modi prepotenti e bruschi come valvola di sfogo, come se incolpare gli altri fosse l'unica spiegazione naturale possibile per quello che gli è capitato, per non morire di dolore e sconforto.

E' stato bello potersi avvicinare a Ove, come zummando dall'esterno all'interno del suo essere, vedendo come in realtà, il suo essere distante, un pò freddo e scostante mascheri come una difesa dal mondo che lo ha derubato del suo amore, della sua felicità, e per questo del suo amore.
Ove non è un uomo cattivo, in quanto anche se sbuffa, si imbufalisce e impreca se gli viene domandato qualcosa, poi la fa, perchè mosso da buon cuore, da gentilezza che non riesce a non concedere.

Ed è bello vedere quello che accade alla sua routine quando novità arrivano nel suo quartiene a stravolgere le sue abitudini consolidate e salde, a mescolare le carte che lui credeva di così ben conoscere. Questi eventi, le persone in essi coinvolti (non voglio rovinanrvi troppo il romanzo e togliervi il modo e il come del processo, perdonate) saranno fondamentali nel processo per portare Ove a scoprire un modo, magari una via di mezzo tra quella passata e quella attuale, di vivere in modo sereno, riscoprendo magari la bellezza delle piccole cose, dei piccoli avvenimenti, senza magari rinunciare del tutto ai suoi modi prepotenti e un pò bruschi che alla fine possono risultare anche teneri ... no?

Mi è tanto piaciuto il modo di Backman di scrivere, di porre al centro di una storia non troppo complessa un personaggio compostto da moltissimo strati, che si sveste (metaforicamente, of course!) con piacere, tatto, gentilezza e molta sensibilità della sua maschera di dolore composta da freddezza, scostante ruvidezza, per farci vedere un uomo fragile, gentile e toccante. Backman dipinge con gentilezza i suoi momenti di dolcezza e rende bene il cambiamento di Ove, che si lascia imprimere senza sforzo alcuno nella mente.


 

Fredrik Backman è giornalista e blogger di enorme successo. Il protagonista di questo romanzo nasce nelle pagine del suo blog dove migliaia di lettori l'hanno amato, al punto di chiedere al suo autore di trasformarlo in un personaggio di romanzo. Tradotto in più di trentadue paesi, L'uomo che metteva in ordine il mondo è il libro più amato di Svezia negli ultimi anni.

lunedì 29 settembre 2014

Recensione: "Gli innamorati di Sylvia" di Elizabeth Gaskell


 
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Gli   Innamorati 

di Sylvia
di Elizabeth Cleghorn Gaskell
Pagine 576
Prezzo 15
Jo March 
già disponibile
voto:
IMPERDIBILE!!!
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Nel novembre del 1859, senza rivelarne le ragioni, Elizabeth Gaskell trascorse una vacanza di quindici giorni nella nebbiosa Whitby, una cittadina sulle coste dello Yorkshire.
Qui fece lunghe ricerche sulla caccia alla balene, sull’arruolamento forzoso dei marinai nelle flotte britanniche durante le guerre contro la Francia e sulle ribellioni popolari che si opposero alla coscrizione. 
cover originale
Al suo ritorno a casa iniziò a scrivere un nuovo romanzo. 
Così Whitby diventò Monkshaven, conservandone tutto: l’abbazia, il porto, le fattorie, il respiro del mare e l’abbraccio delle brughiere. 
La sua penna si mise ancora una volta a narrare appassionatamente la storia degli umili; la storia più triste che avesse mai scritto, come la stessa Autrice definì il racconto di Sylvia Robson e dei suoi due innamorati, Charley Kinraid, l’impavido e virile ramponiere, e Philip Hepburn, il commesso che vive dietro il bancone di una bottega e passa le ore a misurare stoffe e a calcolarne il costo. 
Ma la realtà non è mai interpretabile in modo univoco, gli eventi si susseguono imprevedibili e mutano le persone. 
Solo il mare, che Sylvia contempla immobile sulla spiaggia, rimane sempre identico a se stesso, con il fragore dei suoi flutti impetuosi, con il suo linguaggio che parla di eternità.
 
Considerazioni.
Dopo "Nord e Sud" ecco che la Jo March pubblica un nuovo (per così' dire) romanzo della grande autrice inglese, non troppo conosciuta nel Bel Paese.
Questa volta la Gaskell non si occupa della Rivoluzione Industriale e della condizione della società di quel tempo, con relativo (e interessantissimo) divario tra ricchezza e povertà, ma ci porta ai tempi degli scontri tra Inghilterra e Francia al disgregarsi del 1700.

Siamo infatti nel 1796, ed è in corso una delle tante guerre che coinvolge due potenze europee che hanno da sempre mal celato la loro reciproca sopportazione, ed in quadro politico in un certo qual modo incerto e precario, a Monkshaven, un piccolo paesino inglese noto per la caccia alle balene (la Gaskell lo aveva appositamente scelto, nulla è per caso), dotata di paesani testardi, coraggiosi e combattenti, c'è parecchia tensione per via delle bande che all'epoca presero il nome di coscrizione, atte cioè a rapire o costruingere gli uomini a unirsi all'esercito, senza alcuna possibilità di addio ai propri cari. Monkshaven cerca di tenere lontano queste bande, che temono un'incursione nel paesino, ma la tensione si fa sempre più alta...
In questo contesto, ed in questo paesino, vive insieme ai suoi genitori Sylvia, una giovane allegra, felice per quanto possibile, e molto ingenua ragazza. Sylvia è una specie di splendida e brillante luce dalla quale non è difficile non rimanere invaghiti, ed infatti se ne innamorano perdutamente sia il mite e solingo cugino Philip, che soffre per lei di un amore quasi assoluto e morboso, che l'oscuro e affascinante ramponiere Charley.
Non sopportando quasi le attenzioni oppressive di Philip, Sylvia gli preferisce Charley, il quale la ricambia, lasciando il cugino con la sola possibilità della realizzazione lavorativa (Philip lavora in una bottega). Ma il romanzo è lungo e il destino mutevole, per cui gli accadimenti non porteranno a quanto potrebbe risultare apparente e la stessa volontà dei protagonisti muterà più volte, a seconda dei momenti, delle necessità e dei tempi, inclementi.

E' un romanzo che scava ti dentro, nel vero senso del termine, e che è riuscito a farlo come lo fanno bene solo i rivoli d'acqua, con constanza e imperturbabilmente: ogni situazione, personaggio, accadimneto mi ha scavato dentro, facendosi man mano largo nelle mie convinzioni, nel mio animo, e mettendomi di fronte alle scelte, al destino, alle decisioni umane del libero arbitrio, alle conseguenze a seguito di queste ultime, alla bontà e alla cattiveria delle persone. Ma è soprattutto un romanzo che parla del tempo e dell'indefesso mutamento che questi si porta appresso, in pariticole modo se si ha a che fare con un'amore insoddisfatto.
Tutto in "Gli Innamorati di Sylvia" è collegabile all'amore che non giunge del tutto a compimento o se si avvicina, è ormai insoddisfatto o irrealizzabile. Per un motivo o per l'altro, infatti, tutto diviene inesorabilmente fonte di insoddisfazione, disfatta e penuria per i personaggi che sono coinvolti nella storia. 

C'è dello struggimento doloroso nel vedere come gli eventi di questo romanzo si intavolano perfettamente per divenire un bellissimo castello, la cui grandezza è costruita sul suo sfascio e la sua distruzione.  
Ed è l'amore ciò conduce all'esplosione, alla distruzione delle possibilità che si palesavano all'inizio, quale preludio di felice esistenza. Come un castello di carte è Philip da inizio alle danze e che porta tutti i personaggi a compiere azioni e fare scelte che altrimenti non avrebbero fatto. E proprio Philip sarà vittima della sua stessa infelicità per certi versi, come un fendente che gli torna indietro come un boomerang per poi esplondergli fra le braccia. 
Fulcro del romanzo in questione non è però solamente l'amore, reso dalla Gaskell in tutte le sue sfumature (quello materno e soffocante da parte della madre di Sylvia, quello possessivo e quasi malato del codardo Philip, quello lontano e introverso del fascinoso Charley, quello non ricambiato da parte di più di una persona, senza dimenticare quello donato per non rimanere soli, e così via...)
Non è solamente un romanzo sull'amore, ma è anche un romanzo, come vi avevo anticipato prima, sulle azioni (o le omissioni) e le conseguenze di queste ultime nel futuro.

La Gaskell, interpellata sul questo romanzo, disse: "the saddest story I ever wrote" (la storia più triste che abbia scritto). Vero. E' una storia che prende il cuore e lo getta a terra per vederlo frantumarsi in mille pezzi. Ma non è un romanzo che leggi per vedere quanto male uno scrittore, o come in questo caso, una scrittrice possa fare ai suoi personaggi. 
Personalmente ho preso questa lettura come una chiave di lettura diversa e sfaccettata per comprendere la complessità dell'amore nelle sue così diverse declinazioni, delle sfaccettature dei caratteri di cui si compone l'umana natura, la difficoltà che implicano le scelte, il destino, l'amore materno, quello (complicato) paterno.
E vi dirò, certo ne sono uscita provata, perchè la Gaskell non perdona, scava, sonda, porta a far emerge certi pensieri, certi ricordi, ti porta a confrontare la tua persona con certi accadimenti, paragonarli, renderli possibili, vedere i personaggi in una certa qual luce (certamente non positiva) e pensare, pensare e pensare.
Non ho amato particolarmente i personaggi, a livello caratteriale, perchè alcuni sono troppo fragili, alcuni effimeri, altri fuggevoli, altri ancora affettati, ma non era comunque questo il punto, in quanto non mi dovevano piacere, in quanto è come se veicolassero un messaggio per il lettore, da leggere tra le righe o fossero un esempio che il lettore debba tenere presente per la propria esistenza, quale esperienza o monito o insegnamento.

Ho apprezzato davvero molto questo romanzo che mi sento di consigliarvi di tutto cuore. Leggetelo, vi colpirà in milioni di modi e ne uscirete in qualche modo più consapevoli e rafforzati, se non fisico nelle convinzioni.



Elizabeth Gaskell (1810-65) è autrice di raffinate opere letterarie come Mary Barton (1848), in cui ha rappresentato l’ambiente operaio di Manchester; Ruth (1853), che racconta la perdizione dell’eroina protagonista nella società perbenista di epoca vittoriana; North and South (1855), monumentale affresco che ritrae le trasformazioni sociali in atto in Inghilterra in seno alla rivoluzione industriale. Per commemorare l’amica Charlotte Brontë, la Gaskell scrisse la sua biografia, pubblicata nel ’57. Morì improvvisamente mentre si accingeva a comporre il penultimo capitolo dell’incompiuto Wives and Daughters.
domenica 28 settembre 2014

YouFeel: nuove uscite ...

Nell’universo c’è un libro che ti aspetta, perfetto da leggere dovunque tu sia - su smartphone e tablet - e qualunque sia il tuo stato d’animo:



Tornano le nuove uscite YouFeel, la nuova collana, solo Ebook, della Rizzoli. Come anche le altre uscite dovete scegliere il romanzo che corrisponde al vostro umore del momento e incominciare a leggere!!
Ora vi propongo parte delle uscite che troverete disponibili dal 26 settembre sulle principali piattaforme di vendita online. Curiosi? Bene, allora vediamo quali trame si scondono dietro queste copertine carinissime!!


Se vi sentite romantiche

 
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Un 
diamante
in cucina
di Vanessa Mori
pagine --
prezzo 2.49€
YouFeel
solo ebook
dal 26 settembre
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I diamanti sono i migliori amici delle donne... sempre. 
April Matthews ha un sogno nel cassetto della sua cucina: diventare una chef stellata. Quando il destino le offre l’opportunità di aprire lo Sky with diamonds, un ristorante di lusso nel centro di Londra, tutto sembra realizzarsi come nelle fiabe. 
Ma il mondo della ristorazione non è solo inventiva e creatività, è fatto di critici tirannici, fornitori astuti e clienti insoddisfatti. Come sopravvivere a tutto questo? 
Non le resta che affidarsi allo chef più dispotico e geniale del panorama gastronomico mondiale, Michael Maze, che, dopo un anno di traversie, è a sua volta in cerca del riscatto e della gloria perduta. Tra fuochi e fiamme, stelle e diamanti, un pizzico di travestimenti, inganni e colpi di scena qb., quale sarà la ricetta giusta per non lasciarsi sfuggire l’amore?
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Se  vi sentite ironiche





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Prova a
lasciarti 
andare
di Corinne Savarese
pagine --
prezzo 2.49€
YouFeel
solo ebook
dal 26 settembre
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Come nella più classica delle favole vissero per sempre profumati e contenti!  
Può un profumo scatenare reazioni erotiche incontrollate, rapire il cuore di un uomo e incatenarlo per sempre? La dottoressa Juliette Rocher, delusa dall'amore e in cerca di riscatto, si trasferisce da New York a Grasse dove una prestigiosa casa produttrice di profumi la mette a capo del progetto L'essenza dei sogni, il cui compito è proprio quello di verificare la possibilità che alcune essenze influenzino le relazioni amorose. 
Ben presto Juliette si accorge che, oltre alle sue abilità di ricercatrice scientifica, il nuovo incarico richiede anche una fase di test sul campo: è l’inizio di una serie di situazioni imbarazzanti e paradossali, assurde e sconvenienti. 
Che non aiutano a gestire la neonata relazione con Miguel, l’affascinante ragazzo spagnolo che Juliette non vuole proprio lasciarsi sfuggire. Che fare? Cercare di guidare il destino con la chimica o lasciarsi travolgere dall’amore, quello vero, quello scritto nel destino? Un romanzo divertentissimo, un bouquet irresistibile che miscela con sapienza l’ironia più graffiante all’essenza dell’amore più puro. 
Corinne Savarese, Milanese di origine, vive nelle Marche con suo marito, quattro bimbi , un chihuahua e un siamese. Una bella famiglia che la sostiene nella sua più grande passione: la scrittura. 
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Se vi sentite emozionate


 



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Mora 
Selvatica
di Elisabetta Motta
pagine --
prezzo 2.49€
YouFeel
solo ebook
dal 26 settembre
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Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare della Sardegna.
Marco Ravelli, affermato ingegnere romano e titolare di un’importante impresa di costruzioni, decide di mettere in vendita la sua villa di Porto Cervo, una casa che racchiude per lui ricordi di un passato doloroso. A rispondere all'annuncio è Giulia Boschi. Bellissima e affascinante, sguardo magnetico e sorriso incantatore, Giulia entra nella vita di Marco con l'intensità di un forte maestrale. L’attrazione immediata che scatta tra di loro fin dal primo istante si trasforma ben presto in una perfetta sintonia. Ma il triste passato di Marco, così come le ferite che hanno recentemente segnato la vita di Giulia, rischiano di compromettere anche il futuro. È vero che il tempo aiuta a lenire il dolore, ma sarà possibile per Marco e Giulia ritrovare la felicità?
Un’intensa storia d'amore e di sentimenti, dolce e aspra nello stesso tempro, come una mora selvatica.

Elisabetta Motta è nata a Catanzaro, ma vive a Roma. Subito dopo la laurea in Lingue e letterature straniere ha lavorato come traduttrice letteraria e successivamente ha iniziato a scrivere e pubblicare racconti per le principali riviste femminili. Da diversi anni traduce romanzi rosa. Sposata, ha due figli e ama viaggiare. Sono proprio i luoghi che visita e le persone che incontra a ispirare le storie che scrive.

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Se avete voglia di erotico


 
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Prova a
lasciarti 
andare

di Sissi Drake
pagine --
prezzo 2.49€
YouFeel
solo ebook
dal 26 settembre
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Vivere per il controllo, morire per il controllo. Solo nell’abbandono si trova il vero piacere, quello che nasce dall’anima, quello che brucia la pelle.  
Jason Winkel è un manager abituato ad avere tutto sotto controllo, dai dettagli nei contratti milionari con le holding straniere ai bottoni dorati della divisa degli uscieri.
Il suo è un bisogno, un'ossessione, una malattia che sta mettendo a repentaglio la sua stessa salute. L'unica soluzione è provare a lasciarsi andare... L'occasione arriva attraverso The taste of pleasure, un sito che promette incontri particolari ed esperienze mai vissute.
 
Così quando si ritrova immobilizzato su una sedia in una stanza chiusa e buia, con una sconosciuta a cui ha lasciato il comando completo, Jason scopre che perdere il controllo è un dolce veleno che lo tenta e lo spaventa allo stesso tempo. E di cui non può più fare a meno.  
Ma chi è la sconosciuta che ora Jason vuole nel suo letto e nella sua vita per sempre?
Dall'autrice di Solo una questione di prezzo un altro romanzo sensuale e seducente, una storia d'amore che vi coinvolgerà fino farvi perdere completamente il controllo.
Sissi Drake è lo pseudonimo di un’autrice che vive nella provincia bolognese. Lavora nel settore sanitario e nutre da sempre un’insana passione per i libri. Ha cominciato a scrivere seriamente solo da pochi anni ma, nonostante non abbia nulla contro la tecnologia, deve fare la prima stesura rigorosamente a mano perché, dice, il collegamento penna/cervello è più diretto. Ha pubblicato alcuni racconti su blog dedicati al romance e su antologie in formato elettronico e cartaceo.

Ricordo inoltre che la Rizzoli cerca scrittrici da pubblicare
ecco il comunicato:


Se hai una storia nel cassetto, sei la persona che stiamo cercando.
Ecco una serie di informazioni utili per entrare a far parte dell’universo 

Pensiamo alla lettura in mobilità e alle storie che le donne vogliono leggere.
Cerchiamo romanzi al femminile facilmente collocabili nei mood: Romantico, Ironico, Erotico, Emozionante della lunghezza massima di 200.000 battute. 
Cerchiamo autrici italiane che sappiano raccontare l’universo femminile. Cerchiamo manoscritti completi, accompagnati da una breve lettera di presentazione e una sinossi.

Inviaci il tuo manoscritto all’indirizzo

Serve aiuto?
Scarica le linee guida
F.A.Q. (pdf)

Per altre informazioni:
http://www.rcslibri.it/youfeel/


sabato 27 settembre 2014

Recensione: "Cacciatori di ombre" + "Sunrise Saga. Evoluzioni"


 
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The Dark Hunt II
- Cacciatori di Ombre
di Julia Sienna
pagine 608
prezzo 22.50€
ebook 3.99€
Gainsworth Publishing
già disponibile
voto:
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La trilogia "I Predatori Oscuri" è una serie composta da:
1. I Predatori Oscuri
2. Cacciatori di Ombre
3.  ancora inedito.

Una a una, le città dell'Uomo cadono sotto i colpi delle milizie Kaad. Una a una, le terre dell'Ovest soccombono alla minaccia nemica. 
Draug non è mai stato potente come in queste ore buie, ma l'Arma di Telassar è stata ritrovata e brama di incontrarlo per porre fine alla Caccia una volta per tutte. Oron Grimford è salvo e procede protetto dall'armata di Ghilen verso nord, seguito e aiutato dagli amici nella sua ultima impresa. 
La vita del Portatore sembra al sicuro, ma le insidie si nascondono sempre nei luoghi più impensabili. 
Mentre le giornate di Oron si popolano di paure e rimorsi, Hellenhor, Eyn Morgath di Moran-dum, intraprende un pericoloso viaggio in compagnia del giovane Mezzosangue Keleb, dritto nelle viscere di un mondo che non veniva disturbato da migliaia di anni: il Regno delle Ombre. 
Cosa si cela tra gli Inferi? 
Perché lo stregone più potente delle Nuove Terre mette in gioco la propria vita e quella di un ragazzo per affrontare le Tenebre?
Considerazioni.
Romanzo corposo, ma davvero molto carino, come il precedente. Avevo avuto infatti modo di leggere il primo libro di queste serie (che per il momento prevede tre titoli) che prendeva il nome di I Predatori Oscuri e che mi aveva piacevolmente colpito. 

La Sienna, con questo titolo, cerca di alzare la posta in palio per i personaggi, che già conosciamo ed abbiamo incominciato a comprendere nel primo capitolo e ampia il raggio dell'universo in cui si muovono, l'obiettivo da ricercare e cercando anche di approfondire meglio la psicologia e le tematiche già intavolate precedentemente.

"Cacciatori di Ombre" - che a mio parere dovrebbe essere letto dopo "I Predatori Oscuri" altrimenti si rischia qualche confusione - ha il pregio di riuscire nella maggior parte degli intenti di cui vi ho parlato poco sopra, e per questo, congiunto al fatto che la Sienna scrive in modo molto piacevole e narra una storia in cui è bello immegersi, ecco mi ha fatto davvero molto piacere leggerlo.
Proprio lo stile semplice, fluido e al contempo assennato nel narrare quello che ha in mente, rende piacevole, davvero molto, la lettura di romanzo che altrimenti sarebbe stato molto lungo e molto corposo.

Personaggi, ambientazioni e accadimenti mi sono dunque piaciuti sia per l'evoluzione intrapresa dal primo romanzo, che non li rende banali, piatti, privi di movimento esteriore ed interiore, ma interessanti da arguire, profondi da sondare, difficili da prevedere; sia per le tematiche che mano a mano vengono affrontate: amicizia, lotta, indipendenza, dolore, perdita, vittoria, penuria, ecc... sono ben inseriti rispetto alla crescita personale (tanto dei protagonisti quanto dei comprimari) che alla natura stessa dell'avventura stessa, che si accingono a compiere.

Menzione speciale poi alle descrizioni puntuali e davvero molto belle, alla cura e l'amore per la creazione di tanti dettagli, nomi, creature, lignaggi, alberi genealogici, linguaggi e quant'altro che accrescono la narrazione e la rendono originale e brillante.

Unica nota che mi ha impedito di dare un voto massimo alla storia è stata il fatto che - e in questo premetto che forse dipende da me - mi aspettavo una sorta di "picco" nel crescendo della storia, e che invece non ho trovato, o non ho colto. Sapete, quell'elemento o avvenimento che ti faccia giungere alla consapevolezza che sei di fronte a un romanzo che ti sta dando tutto perchè si è messo in gioco del tutto. Sebbene ci siano molte scene interessanti, ben rese, coinvolgenti e appassionanti è come se, una volta chiuso il romanzo, mi fosse mancato qualcosa che non riesco ben a definire. C'è tutto, ed anche di più, ma in ultimo, forse anche perchè mi aspettavo moltissimo essendomi abituata magnificamente con il primo titolo, mi aspettavo quel fattore che rende indimenticabile un'opera.

Non fraintendetemi, ho apprezzato moltissimo "Cacciatori di ombre" e ve lo consiglio anche non amate particolarmente i fantasy, perchè è una bella storia che ha di che narrare, e credo che in campo fantasy nostrano abbia davvero una marcia in più rispetto a molti altri autori, ma se proprio devo dire la mia, dalla Sienna voglio trovare l'impossibile, perchè può farcerla, può realizzarlo!

Julia Sienna nasce nel 1989, nella provincia milanese. Da sempre appassionata lettrice inizia a cimentarsi con la scrittura nell'adolescenza. E' autrice della saga fantasy "The Dark Hunt", di cui "I Predatori Oscuri" è il primo libro. Anche gli altri volumi della trilogia saranno editi sotto il marchio Gainsworth Publishing.

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SUNRISE_cover_smashwords
 
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  Sunrise Saga. 
Evoluzioni
 di Paolo Daolio
pagine 400 circa
prezzo 10.29€
0.99€
Autopubblicato
ebook
già disponibile
voto:
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L’umanità è relegata sottoterra da centinaia di anni in uno scenario post-apocalittico.
Due giovani amici decidono di abbandonare le loro case per intraprendere un viaggio alla ricerca della verità.
Iniziano così un’avventura piena di pericoli, che li porterà a fronteggiare mutanti, droidi e interfacce cibernetiche di ogni tipo, muniti solo della loro genialità e della loro astuzia.
Durante il loro viaggio, incontreranno validi amici e avranno modo di rinforzare il loro legame come mai si erano immaginati.
Considerazioni.
Evoluzioni, primo romanzo della Saga Sunrise, porta il lettore a vagare in livelli sotteranei al terreno dove il protagonista Jeremy, vive, insieme ad altri, in un luogo molto povero ed in una situazione di vero degrado. Jeremy è un ragazzo comune, semplice, quasi anonimo, che come gli altri abitanti si pone, ad un certo punto della sua esistenza, delle domande circa il mondo misterioso che lo circonda. Ad esempio? Jeremy infatti deve accompagnare al suo nome un codice alfanumerico misterioso, perchè?
Oltre a ciò la situazione politica è ancora più dura di quanto potreste immaginare, perchè il governo è una sorta di dittatura del terrore per mano della polizia che non rinuncia a utilizzare armi particolarmente odiose come la manipolazione mentale e quella fisica. Come mai?

Molte domande, un mondo da scoprire, regole da travalicare e rompere per farlo, un'avventura in un posto angusto, molto spesso ostile e un personaggio come Jeremy che è una specie di animo bianco in un mondo che annega nella pece.

Questo è quello che ci propone Daolio, che non è male nel complesso, confesso, in quanto la sua scrittura è sciolta e fluente, la volontà di far piacere la storia è percepibilmente costante, ma è una storia che non mi ha del tutto colpita per via del fatto che usa una terminolgia onomatopeica che, nel corso della narrazione, mi infastidiva e che rende la lettura pià adatta ad un pubblico giovane, perchè stonava nel contesto a meno che non fosse diretta a un certo tipo di lettori (YA, appunto), ed inoltre ho trovato che peccasse un pò di originalità per chi ha già letto storie di questo tipo.
Inoltre, scrivendo capitoli molto brevi, Daolio, pur rendendo efficace l'azione in corso mina il resto, lasciandoci scarne descrizioni, poco approfondimento psicologico dei personaggi, che quindi rimangono adolescenti in quanto a scelte e crescita evolutiva.




Detto ciò ho apprezzato il personaggio di Jeremy, la scelta di lasciar leggere la storia da più punti di vista, le tematiche che sono poste in essere come il gruppo, l'amicizia, il supporto, il coraggio, la libertà, ecc...

Daolio a mio parere ha ampio margine di crescita sia in ambito stilistico che di evoluzione di una solida trama, in quanto questa ricalca un pò "il già letto", "già scritto", "già sentito", ma può benissimo spiccare il volo con avventure che possono trovare una propria precisa identità.
Questo primo romanzo è troppo poco per dare una visione complessa dell'opera che l'autore ha in mente, che rimane un pò in una fase embrionale dell'intero in un quadro più ampio che spero sia più complesso.

 
Paolo Daolio nasce il 9 luglio del 1971, a Genova, dove attualmente vive e lavora. Ama la creatività in tutte le sue forme e già nel lontano 1996 inizia la carriera in quello che sarà poi uno dei suoi grandi amori: il mondo dei videogiochi. La passione per il fantascientifico emerge grazie ai giochi di ruolo, alle consolle e, ovviamente, all’immenso Asimov, di cui divora tutte le opere. Nel 2014, completa di scrivere il suo primo romanzo, chiamato “Evoluzioni”, e ne crea una saga, su cui lavorava e fantasticava da ben più di dieci anni. Gli piace l’attività fisica, il buon cibo e passare il suo tempo libero in serenità con la moglie e la figlia.


venerdì 26 settembre 2014

Recensione: "Il canto dei Maori" di Sarah Lark.


 

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Il canto 
dei
Maori
di Sarah Lark
pagine 580 circa
prezzo 19€ (econ.)
Sonzogno
ebook/cartaceo
già disponibile
voto:
3/5
--o--










 
La serie "Nella terra della nuvola bianca" è composta da:
--
1. In the Land of the White Cloud - Nella terra della nuvola bianca.
2.Song of the Spirits - Il canto dei maori.
3. Call of the Kiwi - Ritorno a Kiward-Station.
--
 
le cover del primo e del terzo romanzo

 Nuova Zelanda.
Queenstown, 1893.
L'arrivo del giovane forestiero alla locanda desta in Elaine un'insolita curiosità. Con quell'aria sgualcita, sporco e un paio di stivali robusti, William Martyn a prima vista sembra uno dei tanti cercatori d'oro decisi a far fortuna in quel luogo sperduto tra fiumi e montagne.
cover originale
Eppure la sua eleganza e lo sguardo che sbuca da sotto lo Stetson con finiture di 
L'uomo sembra ricambiare, almeno finché in città non arriverà Kura, la cugina maori di Elaine, il cui fascino esotico e libertà dei costumi metteranno in subbuglio l'anima e il corpo di William, ribelle irlandese in fuga.
Ma Kura detesta la vita dei magnati della lana che l'attende nella tenuta della nonna Gwyneira sulla Piana di Canterbury; lei vuole diventare una diva dell'opera nei teatri d'Europa. Il suo sogno finirà per rovesciare la scacchiera dei destini di ciascuno, in una terra vergine percorsa da antiche melodie capaci di risvegliare poteri misteriosi e sovrannaturali.
Che solo la saggezza maori sa donare. In un mondo in rapida trasformazione per l'arrivo delle prime ferrovie, del lavoro nelle miniere, della macchina da cucire, si snoda l'abile intreccio romanzesco che continua la fortunata saga "neozelandese" che ha conquistato i lettori di mezza Europa.

 

Considerazioni.
Eccomi a raccontarvi di questo secondo capitolo della serie della Lark, la quale, avendoci narrato, nel primo romanzo, le storie di Helen e Gwyneira (che costituiscono le capostipiti della saga) ora sposta il fuoco sui figli e le nipoti di queste ultime, anche se non le dimentica del tutto, continuando a inserirle nella trama in più in un'occasione.

Il destino (nella vesti della Lark) questa volta ci narra delle vicende di Elaine e Kura, le due nipoti  di Helen e Gwyneira. Elaine e Kura, profondamente diverse l'una dall'altra, vivono un rapporto di amore ed odio sin dall'adolescenza, in quanto pur provando, nel profondo, una sorta di affetto, c'è però una qual malcelata sopportazione che cova sotto le ceneri, vuoi per invidia, vuoi per la giovane età, che proviene da ambo le parti, e che non permette loro di essere proprio sulla stessa lunghezza d'onda. La cosa non migliora quanto entra in scena William Martyn (cercatore d'oro proveniente dall'isola di smeraldo: l'Irlanda), delle quali entrambe si innamoreranno e che scatenerà tutte le pessime intenzioni che hanno una nei confronti dell'altra.

Elaine e Kura, che covano da anni rispettive ragioni di odio, danno largo a tutto l'odio che possiedono in corpo proprio con l'arrivo di William, che darà loro modo di tirare fuori il peggio delle ragazze, consumandole entrambe. Purtroppo la prescelta del bel irlandese sarà Kura, dal fascino esotico e dalla voce suadente (è una cantante d'opera).

Ovviamente non saranno rose e fiori, visto che da un lato Kura, dopo aver messo su famiglia (con figli) ed essersi annoiata della vita domestica, decide di inseguire i suoi sogni di gloria abbandonando il nido e dall'altro Elain non se la passerà meglio in quanto a felicità. Dapprima molto afflitta per la scelta di William, rivolge poi le sue attenzioni a Thomas, un uomo molto affascinante che però si rivelerà essere un uomo crudele e tremendo. Elaine sarà addirittura costretta a fuggire dalle mani di Thomas per non morire e a cercare un posto sicuro dove fuggire.


Sarà un viaggio (fisico e mentale) per entrambe per capire cosa vogliono: Kura tornerà da William? William la perdonerà? Elain tornerà a casa o troverà una strada tutta sua lontano? Riusciranno le nonne, separate da quanto successo alle nipoti, a tornare alla vecchia amicizia che le ha legate per quarant'anni?

Confesso che le avventure di Elaine e Kura mi sono piaciute decisamente meno di quanto mi avevano appassionate quelle delle nonne. Mi hanno lasciato infatti un'amarezza nel cuore che dovuto compensare con varie tavolette di cioccolato e un numero considerevoli di ore con commedie di Meg Ryan. 

Gran parte dell'agrodolce di questa vicenda è dovuta al fatto che la Lark non ha proprio approfondito le personalità e i tormenti dei personaggi con la stessa intensità del primo capitolo, che ho trovato meno distante e freddo di questo secondo.

Elaine e Kura risultano un pò "meccaniche", quasi dissociate dalle loro azioni/intenzioni reali. Posto che sulla vicenda di Kura stenderei un velo pietoso -  non per lo stile della Lark, quanto per via degli accadimenti che non mi sono piaciuti, che non mi hanno trovato concorde e che mi hanno fatto odiare il suo personaggio e quello di William (come trattano la figlia Gloria è veramente ignobile) - ho trovato la storia di Elaine una storia che poteva essere dotata di più spessore, maggiore pathos, compartecipazione per i suoi drammi, per le sue sciagure. 

Ho apprezzato il "viaggio" che compie per far defluire l'amore per William dal proprio corpo e dalla propria mente e trovare l'affetto in uomo che veramente la meriti, la rispetti e soprattutto la ami, e ho apprezzato il fatto che la Lark riconduca il passato, i ricordi e le radici a questo personaggio, ma manca l'epatia per un dolore sordo, il coninvolgimento che ti spinge a legare il romanzo alla tua persona e rendertelo vivo, palpitante, indispensabile.

Complessivamente, dunque, è un romanzo che va letto per via degli avvenimenti che lo legano al primo e al terzo, per il fatto che sia semplice e fluido, che sia immediato e che sia il proseguo di una serie che ha l'assoluto pregio di dipingere una Nuova Zelanda bella da impazzire e maliconica da morire, ma che non mi ha fatto particolarmente impazzire, visto anche che gli eventi sono fatti procrastinare per ben 600 pagine (la metà sarebbero state sufficienti). Il terzo, sarà migliore, fidatevi.


Sarah Lark ha lavorato per molti anni come guida turistica e ben presto si è innamorata della Nuova Zelanda che l'ha stregata con i suoi passaggi dalla bellezza quasi irreale. Il suo romanzo d'esordio, Nella terra della nuvola bianca, ha messo d'accordo critica e pubblico e ha inaugurato la meravigliosa saga romantica che ha superato il milione di copie in Germania.
mercoledì 24 settembre 2014

Recensione "Lo strano caso dell’apprendista libraia" di Deborah Meyler


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Lo strano caso 
dell' apprendista
 libraia
di Deborah Meyler
pagine 400 circa
prezzo 14.90€
Garzanti
ebook/cartaceo
già disponibile
voto:
 4/5
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Esme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side.
Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway.
Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina della libreria vede appeso un cartello: cercasi libraia.
È l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino.
cover originale
Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l'attore. Poi c'è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei con le note della sua chitarra.
Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda.
E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio.
Il suo più grande desiderio sta per realizzarsi, ma non è più la ragazza spaventata di un tempo e non sa più se è quello che vuole davvero. Perché a volte basta la pagina di un libro, una melodia sussurrata, una chiacchierata a cuore aperto con un nuovo amico per capire chi si è veramente.
Perché Esme non è più un'apprendista libraia, ora è una libraia per scelta.
 

Considerazioni.
Non so se siete mai stati in quel di New York, preferibilmente in autunno o in primavera, quando il caldo non soffoca ancora l'aria e il freddo non riesce a sconfiggere la voglia di uscire.
New York ha infatti qualcosa di magico, che non si percepisce subitaneamente, sconvolti e persi nei suoi meandri di vetro e cemento, ma occorre viverci, comprendere il meccanismo del suo funzionamento, inspirarne l'aria, le abitudini.

New York è una città che vive, respira, esprime i suoi sentimenti in una maniera strana, peculiare ed è in grado sconvolgeti l'esistenza in milioni di modi. Con è stato per me è stato anche per Esme, la protagonista di questo romanzo davvero molto, ma molto interessante.
"I grattacieli di New York spiccano così netti contro la luce del sole che sembrano ritagliati da un bambino sul cartoncino nero. Il sole del mattino invade le vie trasversali e lascia in ombra il lato est delle avenue. Questa luce così limpida è una delle cose che mi piacciono di più. La luce limpida, la gente limpida." da  "Lo strano caso dell’apprendista libraia" di Deborah Meyler
Ho amato molto le atmosfere che la Meyler ricrea di New York, i dettagli che ricostruisce della vita in questa metropoli: calda, confortevole, intima quasi, se si conosce il quartiene in cui si vive. Plauso poi alla costruizione di un ambiente adorabile, confortevole, piacevole e pieno d'amore per i libri, la letteratura, come La Civetta, il luogo dove si svolge gran parte del romanzo, che risulta essere un posto in cui rifugiarsi nei giorni di pioggia o in cui entrare con un cappuccino/una cioccolata calda per poi appollaiarsi su una sedia con un libro e stare li, a dimenticare il tempo e vivere di lettura.
"Sull’altro lato della strada, schiacciata fra un negozio di Staples e uno di Gap, c’è la Civetta, la libreria dove ve vado sempre a farmi un giretto. Alcune copie del «National Geographic» traboccano sul marciapiede di fronte alla vetrina, come piccoli tesori gialli che promettono altre ricchezze all’interno. Forse perché sembra così insignificante, la Civetta riesce a rimanere una vecchia libreria sgangherata. Staples e Gap, accecati dal loro stesso splendore, non si accorgono quasi della sua esistenza, esattamente come gli altri giganti a caccia di una sede adatta. Ma in realtà brilla come un gioiello scuro in una strada luccicante. È molto facile non notarla, tuttavia ha radici profonde nella città, e mi piace pensare che condivida qualcosa delle imprese più grandi e più antiche. Un’epoca può ignorare ciò che un’altra aveva amato, e magari l’epoca successiva tornerà a innamorarsene. I musei e le biblioteche servono proprio a salvare dall’oblio, ma dispongono anche di una flotta di piccoli, insignificanti imbarcazioni altrettanto fondamentali. Le librerie dell’usato sono alcuni dei rimorchiatori che possono portare la nave sana e salva in porto. La Civetta è piccola, e di sicuro è molto malandata, ma è piena di nobili intenzioni.da  "Lo strano caso dell’apprendista libraia" di Deborah Meyler
 

Piacevolissimi poi i personaggi che "vivono" e abitano la libreria: George, Mary, David e Luke. Tutte persone che aiutano la dolce e giovane Esme, in un modo peculiare e tutto loro, che la conducono per mano in un momento di smarrimento, di assoluto bisogno di affetto, in quanto Esme, è fragile, è sola, è persa.
"E poi, è chiaro, c’è anche l’odore rassicurante di carta, nuova o vecchia, che ricorda a chiunque la prima volta che si è infilato il naso dentro un libro. Ma quello che mi piace di più è la compagnia: mi piace la gente che lavora lì e i clienti che arrivano a tarda sera per farsi un giretto e scambiare due chiacchiere. George è quasi sempre al suo posto, e un po’ meno spesso anche un ragazzo all’incirca della mia età di nome David. Di domenica la responsabile è Mary, che di solito arriva con il cane, Bridget, un enorme pastore tedesco. Ero convinta che la semplice presenza di quel bestione avrebbe scoraggiato i clienti a entrare, ma a quanto pare è l’esatto contrario. La gente entra apposta per vedere Bridget, e finisce per comprare un libro. Di sera il responsabile è Luke, un ragazzo che indossa spesso una bandana. Ha le spalle larghe e non ama parlare. Deve avere una trentina d’anni. Quando è al bancone, senza George nei paraggi, Luke ogni tanto si mette a suonare la chitarra. Mi fa un cenno di saluto quando entro, ma non mi viene mai in mente nulla da dirgli. Mi piace accovacciarmi sull’economica moquette marrone e curiosare nello scaffale di libri d’arte mentre Luke prova e riprova i suoi pezzi. Lui non mi vede perché in mezzo c’è il reparto Sudest asiatico, ma io lo sento." da  "Lo strano caso dell’apprendista libraia" di Deborah Meyler
 

George, Mary, David e Luke costituiscono anche il vero animo del romanzo, perchè grazie a loro, grazie alla loro passione, al loro amore viscerale per la carta stampata faranno comprendere a Esme cosa significhi condurre una libreria e quanto sia importante introdurre, grazia a un consiglio, un lettore verso ad un romanzo, quello giusto, quello che si sta cercando, quello che fa al caso suo. Non è infatti una cosa semplice arrivare in libreria e acquistare il romanzo giusto, quello che vorremmo essere perfetto per noi, da leggere in quel momento della nostra vita, se non si ha un'idea precisa. Chi di voi non lo ha provato? Ed un consiglio, una dritta, è qualcosa di assolutamente ben accetto, se non auspicato.

Certo, non ho particolarmente amato Mitchell, probabilmente il personggio definibile come l'essere più odioso, stupido, egocentrico e prepotente nel migliore dei casi. Mitchell utilizza infatti l'amore di Esme per farne un essere ossessionato, piegata ai suoi voleri. Ovviamente Esme, essendo incinta di quest'essere mette in discussione tante cose, come la famiglia, la vita stessa, il suo passato, ma grazie al suo nuovo lavoro e agli amici che quivi incontra tutto divverà meno cupo, meno tremendo, superabile.

Certo, probabilmente avrete letto, in questi, romanzi simili a questo, ma devo dire che la Meyler riesce a trovare uno stile narrativo tutto suo, ben identificabile, che riesce a essere meno soffocante e deprimente, rispetto ad altre opere che, a mio gusto almeno, sono davvero troppo cupe o drammatiche.

Mi è piaciuto immensamente lo stile narrativo della Meyler (vi ho inserito degli estratti propri per farvi "provare" la sua scrittura): fluido, semplice, confortevole al punto da scaldarti il cuore - come un caminetto acceso d'inverno o un maglione caldo quando fuori nevica - e mi è piaciuta anche l'evoluzione compiuta da Esme, che avrei scosso più volte, a causa della sua ingenuità e sudditanza rispetto a Mitchell, ma dovendomi immedesimare nella difficile posizione di Esme, ed essendo ella davvero molto giovane, incinta, sola, impaurita, nonchè cercando di compredere la situazione (non è così assurda come potrebbe sembrare di primo acchito), mi sento di comprendere ed accettare. Ho scommesso con la Meyler, e mi sento, ad oggi, felicemente vincente.

Cari lettori, mi è piaciuto davvero tanto.  
Tanto. 
Tanto.


Deborah Meyler è nata a Manchester, ha frequentato il Trinity College a Oxford e poi la St Andrews University. Qualche anno dopo si è trasferita a New York: qui ha aperto due librerie indipendenti, che sono sopravvissute nonostante la crisi. Il suo primo romanzo è Lo strano caso dell'apprendista libraia, con cui ha ottenuto grande successo in America.

Recensione: "Natura morta con briciole" di Anna Quindlen.

 
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Natura
 morta con 
briciole
di Anna Quindlen
pagine 300 circa
prezzo 18,00 €
Cavallo di Ferro
già disponibile
voto:
4/5
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Rebecca Winter è, o meglio era una famosa fotografa, considerata un tempo un’icona femminista.
cover originale
Ormai diventata una donna matura, la sua carriera subisce una pericolosa battuta d’arresto; così, in cerca di un luogo in cui ricominciare la propria vita dopo il doloroso divorzio dal marito che l’ha lasciata per una ragazza più giovane, Rebecca abbandona il suo appartamento di New York e si trasferisce in un cottage di campagna, nella speranza di ritrovare dentro di sé quel genio creativo che l’ha portata ad essere un’artista di successo. 
Ma come fa una celebrità di città ad adattarsi alla vita fra i boschi? Eccola allora alle prese con il suo nuovo mondo mentre si trascina dietro le macerie del vecchio. Tuttavia il destino ha ancora in serbo qualcosa per la fotografa che aspetta dentro di lei.
Scritto con una prosa brillante e potente, Natura morta con briciole è un romanzo che commuove, diverte e racconta di emozioni inattese.
Un viaggio al centro della vita di una donna, del suo cuore, dei suoi pensieri, alla scoperta delle sorprese che l’esistenza può riservare.

 

Considerazioni.
La Quindlen abbandona la politica e regala ai lettori una storia sulla natura, sulla felicità, sulla realizzazione personale anche in tarda età.

La Quindle, infatti, narrando la storia di Rebecca, sessantenne che lascia tutto il suo mondo conosciuto (e cittadino) per vivere un'avventura di cui non ha programma nulla (nel mezzo dei boschi,) ci parla di diverse argomentazioni interessanti e molto intriganti.

Rebecca ha infatti un'età insolita per mollare tutto e ricominciare da capo. Ed invece eccola a ricominciare daccapo sia in campo lavorativo, scegliendo nuovi soggetti per le sue foto (lei è una fotografa), che in campo sentimentale, dove intraprenderà una relazione, particolare, tra gli altri, con un uomo inaspettato e molto più giovane (lasciandosi alle spalle un ex marito traditore e inaffidabile) e un cane estremamente affettuoso.

Il bello di questo romanzo è stato che Rebecca all'inizio ci viene descritta come una donna che sebbene nel suo passato abbai conosciuto la fama, il successo, la realizzazione personale e lavoratitva, ora si trova alla deriva, non avendo più nulla da perdere. 
Questa protagonista sopra le righe non ha più amori, aspirazioni, ispirazioni, ma si lascia trascinare dai giorni, dall'apatia. 


Un giorno però abbandona tutto, e un colpo di testa estemporaneo le permetterà di ricominciare, proprio a sessantanni, una vita nuova, con nuove prospettiva. Non sarà un cambiamento facile, istantaneo, ma ci vorranno giorni, mesi, molti cambiamenti di opinioni, diverse esperienze, differenti punti di vista e incontri che aprono a nuovi orizzonti, che non  programmi e che invece possono farti comodo arrivata a un certo punto nella tua esistenza.

Ho apprezzato moltissimo l'evoluzione del personaggio di Rebecca, piena di confusione, ma scevra di orperlli che le impediscano il cambiamento di cui ha necessariamente ed evidentemente bisogno e mi è piaciuto molto anche perchè il rapporto che si instaura con il protagonista meschile, è fuori dagli schemi che ci potrebbe prefigurare e sebbene nasca in un certo modo, proprio per il cambiamento che avviene evidentemente in Rebecca, muta e si riflette anche nei confronti di quest'ultimo, in maniera del tutto non voluta, ma quasi inevitabile.

Bello inoltre che la Quindle utilizzi Rebecca come scusa per narrare un ritorno alle origini e alla natura, una boccata d'aria fresca tanto per lei quanto per me, leggere della natura, della ricerca, dei pensieri - quasi panteistici - che l'osservazione della natura evoca in lei e in generale in me. 

Ve lo consiglio perchè è una storia che ha assolutamente qualcosa da dire, e lo fa in modo semplice, intenso, evocativo e brillante. 
Inoltre la Quindle si domosta un'abile autrice in grado di narrare una storia che avrebbe potuto essere o troppo semplice o troppo ambiziosa, ed invece ne fa emergere un'esperienza che rimane facilmente nel cuore del lettore.


 Anna Quindlen ha collaborato negli ultimi trent’anni con i più importanti quotidiani e magazine americani, e i suoi libri hanno scalato le classifiche dei bestseller del «New York Times». Nel 1992 è stata insignita del Premio Pulitzer per la sua rubrica “Public and Private” proprio sul «New York Times».
Nel 1995 ha lasciato il mondo del giornalismo per dedicarsi unicamente alla carriera di scrittrice. Da uno dei suoi romanzi è stato tratto il film La voce dell’amore con Meryl Streep.
Nel 2000, con l’uscita di La vita è meravigliosa, Anna Quindlen è stata la prima autrice a comparire nella classifica del «New York Times» contemporaneamente nelle categorie fiction, non-fiction e self-help. I suoi libri sono tradotti in numerosi paesi stranieri.