Tutti i racconti
(1921-1934) vol. I
di Irène Némirovsky
pagine350 circa
prezzo 17.50€
Editori Internazionali Riuniti
già disponibile
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Per la prima volta escono in lingua italiana Tutti i racconti di Irène Némirovsky, di cui questo primo volume contiene le prose di esordio e dei primi anni della maturità (1921-1934). Si tratta di testi che nella loro intelaiatura rivelano la ricchezza e la complessità della scrittura di un’artista che non ha esitato a ricorrere a originali contaminazioni di codici tra il genere letterario propriamente detto, il diario, il cinema, il teatro ecc.
Sotto l’apparente leggerezza dello stile narrativo prendono corpo le vicende di uomini e donne che si succedono nelle generazioni, incastonando, ciascuno a modo proprio, uno squarcio di verità, ora tenera e ironica,ora drammatica, così com’è la vita.
La delicatezza del tratto e la minuzia dell’osservazione con cui pagina dopo pagina si snodano le storie dei vari protagonisti non devono farci dimenticare la lucidità di osservazione e la singolare forza espressiva di una possente scrittrice che viene meritatamente oggi annoverata fra i grandi interpreti del Novecento.
La crudezza e il nichilismo che abitano i suoi anti-eroi diventano icona della disfatta e della morte che investono gli anni fra le due guerre.
Eppure Némirovsky riesce a insinuare in questo male di vivere il soffio della vita.
Come scrive Roberto Deidier nell’Introduzione, «sotto il velo della Storia la vita continua a battere. E pulsa proprio di quel mistero, di quell’élan per cui è ancora capace di trasformare la sofferenza in amore».
Considerazioni.
A volte devi tornare alle origini, e non è tanto una cosa che ti imponi, quanto una scelta implicita che ti trovi a fare, quasi per necessità recondita, per bisogno di quella linfa a cui eri avvezza e che ti ritrova immutabilmente affascianata.
In tema di libri, tornare alle origini, almeno per me, coincide quasi sempre con la lettura di un classico, di un autore (o un'autrice) che è quasi sicuramente già nelle nelle braccia del sonno eterno e che questa volta mi ha condotto all'evoluzione letteraria e umana di Irène Némirovsky (anche se il vero nome era Irma Irina, non Irene).
In tema di libri, tornare alle origini, almeno per me, coincide quasi sempre con la lettura di un classico, di un autore (o un'autrice) che è quasi sicuramente già nelle nelle braccia del sonno eterno e che questa volta mi ha condotto all'evoluzione letteraria e umana di Irène Némirovsky (anche se il vero nome era Irma Irina, non Irene).
Finalmente, grazie agli Editori Internazionali Riuniti, ho potuto incominciare a leggere tutti i suoi racconti in un sereno ordine - ben saprà infatti, chi ha incominciato a districarsi nella selva delle varie sue pubblicazioni, che sono comparsi in libreria, recentemente, da diverse case editrici, moltissime sue novelle in raccolte che pubblicano e ripubblicano i medesimi titoli, ma senza un precisato ordine, confondendo a tal punto chi li vuole comprare (come la sottoscritta) che si trova ad avere gli stessi racconti in raccolte diverse (grrrr). Ho risolto il problema con questi tre volumi (fino ad ora sono stati pubblicati il primo e il terzo volume, il secondo arrriverà intorno all'11 dicembre, credo).
Detto ciò, posso dirvi che ho letto con piacere tutti e 14 i racconti contenuti in questa prima e preziosissima raccolta:
e che mostrano una Irène Némirovsky ancora agli albori, quando ancora era una giovane che scriveva principalmente racconti che pubblicava (a volte sotto pseudonimo) sui giornali e che, rispetto alle pubblicazioni potenti e affascinanti (nonchè particolarmente appassionanti) successive, si nota la loro acerbità, ma che non mascherano mai lo stile che già si nota tra le righe della Irène Némirovsky adulta.
- Nonoche dalla chiaroveggente
- Nonoche al Louvre
- Nonoche in vacanza
- Nonoche al cinema
- La Njanja
- Un pranzo in settembre
- Natività
- Domenica
- Eco
- Rive Felici
- I fiumi del vino
- Film Parlato
- Ida
- La commedia borghese
e che mostrano una Irène Némirovsky ancora agli albori, quando ancora era una giovane che scriveva principalmente racconti che pubblicava (a volte sotto pseudonimo) sui giornali e che, rispetto alle pubblicazioni potenti e affascinanti (nonchè particolarmente appassionanti) successive, si nota la loro acerbità, ma che non mascherano mai lo stile che già si nota tra le righe della Irène Némirovsky adulta.
La raccolta parte con le novelle che trattano di Nonoche, una ragazza giovane, con tante idee, ironia a volontà ed un senso di libertà che la porta ad "avventure" in cui viene avvinta tra Parigi, il cinematografo o viaggi in cui si imbarca, tra molta ironia - in assoluto ciò che caratterizza maggiormente i romanzi - buffonaggine e satira del tempo, ecco che la Némirovsky ci immerge in un mondo di luci, di sfarzo narrativo, ma anche di semplicità (ma assolutamente elegante) stilistica che fa amare tutto ciò che scrive, sempre e comunque.
Mi è piaciuto molto che man mano si veda costruirsi, narrativamente parlando, proprio mediante le sperimentazioni date dai racconti, che sono immediati, ma sicuramente meditati la scrittrice ucraina (la Némirovsky prendeva appunti su ogni cosa, poi rifletteva, ponderava e creava meraviglie - semi autobiografiche - con i personaggi che entravano ed uscivano dalla sua vita): dall'allegoria, dall'ironia e la buffonaggine che riprendono i primi romanzi ecco che si approda a una scrittura influenzata man mano sempre più dalla storia, che irrompe protagonista nei suoi romanzi sin già da Njanja per arrivare a Ida.
Mi è piaciuto molto che man mano si veda costruirsi, narrativamente parlando, proprio mediante le sperimentazioni date dai racconti, che sono immediati, ma sicuramente meditati la scrittrice ucraina (la Némirovsky prendeva appunti su ogni cosa, poi rifletteva, ponderava e creava meraviglie - semi autobiografiche - con i personaggi che entravano ed uscivano dalla sua vita): dall'allegoria, dall'ironia e la buffonaggine che riprendono i primi romanzi ecco che si approda a una scrittura influenzata man mano sempre più dalla storia, che irrompe protagonista nei suoi romanzi sin già da Njanja per arrivare a Ida.
La Némirovsky filtra tutto quello che vede, che percepisce e con una lucidità incredibile e una sincera crudeltà pone in essere quasi pantomime di personaggi per tratterggiare una realtà che ci sbatte in faccia l'uomo e la donna, il bene e il male, l'odio e soprattutto l'amore - che sempre ritroviamo invitto nelle intenzioni della Némirovsky - per come sono, ma anche come vorrebbero essere percepiti e vissuti dai protagonisti.
Tuttavia, e nonostante ciò, quello che più mi piace e intriga di quanto racconta la Némirovsky, è come si mascherano bene le intenzioni, i sentimenti e le realtà, dietro fulgide bugie, amari rimpianti, troppe riflessioni e menti esaltate, come luci sovraccariche o troppa ricchezza e lusso (che pare diano alla testa).
Una perla dopo l'altra questa raccolta inanella un quadro variopinto e completo delle potenzialità della scrittrice che affascino per tematiche, per scrittura e per genio rispetto all'esposizione di quello che racconta e propone, storie che ho amato per una voce, un protagonista, la tematica, la vicenda, o per il complesso in generale. Bellissimo. Davvero.
Consigliatissimo!!!!
Irène Némirovsky. Nata in Ucraina, di religione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939, ha vissuto e lavorato in Francia. Arrestata dai nazisti, in quanto ebrea, Irène Némirovsky fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi di tifo. Anche il marito, Michel Epstein, che aveva cercato di farla liberare, verrà mandato a morte nelle camere a gas nel novembre dello stesso anno ad Auschwitz. Dal 2005 la casa editrice Adelphi ha iniziato a pubblicare le sue opere.
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