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La
Cattiva
di Tammy Cohen
pagine 400
prezzo 18€
Astoria Edizioni
già disponibile
voto:
★★★☆☆
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Rachel Masters, una manager abituata a ottenere ciò che vuole, viene chiamata a riorganizzare l’unico settore in crisi di un’azienda inglese. Per Rachel il successo è molto più importante dell’amicizia e questo significa che la vita di Paula, Chloe, Sarah, Amira, Ewan e Charlie si annuncia complicata. Convinti di non essere solo colleghi, ma anche amici, sotto il nuovo regime dominato dalla competizione e dallo stress i sei devono ammettere che quasi non si conoscono. Mentre Rachel li gioca l’uno contro l’altro, ognuno di loro scopre di avere qualcosa da difendere e anche qualcosa da nascondere.
Negli Stati Uniti la notizia di un orrendo omicidio diffusa dai media britannici ricorda alla dottoressa Anne Cater, psichiatra infantile, uno dei suoi primi casi. Aveva fatto parte dell’équipe incaricata di aiutare due fratellini orribilmente maltrattati dai genitori. Sono passati moltissimi anni e ora Anne si domanda se ai tempi fosse stato fatto abbastanza.
È chiaro che queste due storie sono correlate, ma come?
Un thriller di altissima tensione ambientato nella vita quotidiana di un ufficio: una situazione banale, comune per la gran parte di noi, viene trasformata dall’abile penna di Tammy Cohen in uno scenario inquietante, che ci obbligherà a guardare i nostri colleghi con occhi diversi.
Considerazioni.
In questa calda estate una delle mie letture tinte di "giallo" è stata quella di Tammy Cohen, arrivata in Italia grazie alla Astoria Edizioni. Devo dirvi che non bene cosa mi abbia avvicinato a questo libro, tra i tanti, forse il fatto che adoro da tempo praticamente tutte le pubblicazioni della Astoria, o forse la trama, di cui non riusci ad intuire i possibili sviluppi.
Fatto sta che ho iniziato a leggere il romanzo della Cohen ed in poco tempo mi sono trovata immersa in una storia che coinvolge cinque persone estremamente normali (Paula, Chloe, Sarah, Amira, Ewan e Charlie), con problemi molto comuni (dal mutuo, ai bambini fino alle relazioni con i mariti, attuali o ex) che lavorano in un ufficio, a Londra. I protagonisti, che con lo scorrere dei capitoli ci permettono di entrare nelle loro vite, i loro problemi e le difficoltà dell'ufficio dal loro punto di vista personale (grazie al quale conosciamo anche i pensieri più intimi) da gruppo ben affiatato e solidale, vede crescere ostilità, competizione e rabbia l'uno nei confronti dell'altro. Perché? Perché l'ufficio non funziona, il fatturato non cresce e le cose devono cambiare ... cosa che dovrebbe avvenire grazie ad un nuovo capo di nome Rachel Masters (alias La Cattiva del titolo del libro).
Se in un primo momento Rachel (l'unica di cui mai vediamo il punto di vista soggettivo) viene accolta molto bene dai nuovi sottoposti, pronti a far "gruppo" con il nuovo capo (come avevano fatto per il vecchio) ma, successivamente, il clima cambia drasticamente e drammaticamente. Perché Rachel è un vero squalo e vuole risultati, personale che non arriva in ritardo, che esegue i suoi ordini velocemente e senza obiettare nulla di quanto imposto. Quindi gli equilibri cambiano, soprattutto quando Rachel, la quale serba un animo che rasenta il sadico e il malefico, li mette gli uni contro gli alti per aver il posto di "vice"e così facendo "denunciando" chi è "il ramo secco" da sostituire al vecchio incaricato o addirittura licenziare se non apporta risultati degni nota per l'azienda. Inizia un periodo terribile per Paula, Chloe, Sarah, Amira, Ewan e Charlie, perchè la cattiveria di Rachel corroderà pian piano anche il loro animo più dolce e comprensivo, portando non solo al lavoro, ma anche a casa, un clima di stress, tormento, paura e rabbia che deve essere sfogata.
Tutto quanto, nel nuovo team, è votato al profitto, al risultato e all'azienda. I bambini a casa, i problemi con gli ex mariti e la spada di Damocle del mutuo non interessano a Rachel, la quale va dritta come un treno e non solo porta frizione, gelosie e tradimenti in un ufficio prima vivibile e gradevole, ma indurrà uno membro in particolare del team a rivelare la sua faccia più oscura e terribile...
Proprio quest'ultima identità, questo personaggio che rimane nell'ombra fino alla fine, è al centro del mistero che avvolge il romanzo e che porta il filone "dell'ufficio" ad intrecciarsi con la storia di una psicologa americana di nome Anne, la quale intervalla alla storia cardine il suo punto di vista e la storia di una famiglia che ha seguito all'inizio della sua carriera, in particolare di due bambini, che hanno cambiato per sempre la sua vita sia in campo lavorativo che in campo professionale, portandola a legare il suo destino a quello dei sottoposti della perfida e cattiva Rachel.
"La Cattiva" è un romanzo che inizia lentamente, cercando di farci entrare in un normale ufficio di Londra, con la sua gerarchia e i suoi meccanismi ben oleati, e che ci spiega come ad un certo punto tutto venga stravolto da un capo decisamente perfido che da avvio ad una serie di venti che avrà un risvolti tragici. Non solo, perché questa storia ci dice anche dell'altro. Ci dice che a volte fare pressione su menti fragili, a causa di un passato tremendo e cruento, può essere fondi gravi danni. Dalla metà circa in poi il romanzo provoca un sentimento di necessità, di conoscenza dei fatti, degli accadimenti e soprattutto della scoperta dell'identità di quei bambini oggetto di violenze e abusi che necessariamente sono collegati ai membri dell'ufficio in cui Rachel troneggia ignara di quello a cui condurrà la sua crudeltà.
Tutto quanto, nel nuovo team, è votato al profitto, al risultato e all'azienda. I bambini a casa, i problemi con gli ex mariti e la spada di Damocle del mutuo non interessano a Rachel, la quale va dritta come un treno e non solo porta frizione, gelosie e tradimenti in un ufficio prima vivibile e gradevole, ma indurrà uno membro in particolare del team a rivelare la sua faccia più oscura e terribile...
Proprio quest'ultima identità, questo personaggio che rimane nell'ombra fino alla fine, è al centro del mistero che avvolge il romanzo e che porta il filone "dell'ufficio" ad intrecciarsi con la storia di una psicologa americana di nome Anne, la quale intervalla alla storia cardine il suo punto di vista e la storia di una famiglia che ha seguito all'inizio della sua carriera, in particolare di due bambini, che hanno cambiato per sempre la sua vita sia in campo lavorativo che in campo professionale, portandola a legare il suo destino a quello dei sottoposti della perfida e cattiva Rachel.
"La Cattiva" è un romanzo che inizia lentamente, cercando di farci entrare in un normale ufficio di Londra, con la sua gerarchia e i suoi meccanismi ben oleati, e che ci spiega come ad un certo punto tutto venga stravolto da un capo decisamente perfido che da avvio ad una serie di venti che avrà un risvolti tragici. Non solo, perché questa storia ci dice anche dell'altro. Ci dice che a volte fare pressione su menti fragili, a causa di un passato tremendo e cruento, può essere fondi gravi danni. Dalla metà circa in poi il romanzo provoca un sentimento di necessità, di conoscenza dei fatti, degli accadimenti e soprattutto della scoperta dell'identità di quei bambini oggetto di violenze e abusi che necessariamente sono collegati ai membri dell'ufficio in cui Rachel troneggia ignara di quello a cui condurrà la sua crudeltà.
E' un romanzo che vi rimarrà impresso per la trama ed i personaggi, ma anche perché non è un romanzo che cerca di stupire per forza con mille colpi di scena e avvincenti corse contro il tempo. E' piuttosto una storia che si premette di raccontare come a volte le persone possano cambiare a causa di quanto è capitato loro nel passato, che indaga la natura umana oppressa e repressa e di come questa possa essere tanto piena di speranza e bontà la gente, ma anche molto crudele e violenta se sottoposta alle pressioni negative.
Consiglio "La Cattiva" a tutti coloro che amano i gialli, ma anche coloro che non sono avvezzi alla lettura di questi ultimi, in quanto è una bella scoperta che fa riflettere e pensare sulla complessità (anche in negativo) dell'essere umano.
Tammy Cohen
Nata nel 1963 in Nigeria, dove ai tempi lavorava il padre antropologo, Tammy Cohen ha studiato in Sierra Leone e in California. Ha trascorso l’adolescenza a Londra e, dopo essersi laureata in American Studies, ha insegnato inglese a Madrid. Tornata a Londra, ha cominciato a scrivere articoli – attività che ha svolto per vent’anni, pubblicando per “Marie Claire”, “The Times”, “The Telegraph” – e alcuni saggi. Pochi anni fa è riuscita a realizzare il suo sogno di scrivere narrativa, e il suo primo libro – The Mistress’s Revenge – è stato seguito da altri sette romanzi, sempre più caratterizzati come thriller psicologici. È membro di Killer Women, un club di scrittrici britanniche di gialli con sede a Londra.
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