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lunedì 14 ottobre 2013

Recensione: "Capitan Swing" di Nina Pennacchi






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Capitan Swing
di Nina Pennacchi
ebook
400 pagine circa
Editore Narcissus
già disponibile
--o--








Potete trovare la mia recensione del precente romanzo di Nina Pennacchi qui:

http://bostonianlibrary.blogspot.it/2012/04/recensione-di-lemonade-di-nina.html

Sinossi - Tisbury, 1830.
Chi è Capitan Swing, misterioso eroe che guida la rivolta dei contadini nelle campagne inglesi?
Chiamato a riportare l’ordine in Wiltshire, il comandante Adam Cartwright non ha dubbi: Swing è nemico della legge, e come tale suo nemico...

Capitan Swing mantiene sempre le sue promesse.
E quando giura a Rebecca Arlington che dopo la rivolta la porterà via con sé, ha tutte le intenzioni di farlo.
Rebecca aspetta da anni quel momento, e niente e nessuno potrà impedirle di fuggire con lui... niente e nessuno, tranne il comandante dei dragoni arrivato a Tisbury proprio per arrestare il suo capitano.
 
Considerazioni.
Mmmmm. Bene, dunque. Io odio davvero recensire alcuni romanzi, ma non per la ragione che potrebbe apparirvi la più ovvia.
A volte un romanzo è così bello, e per così tanti motivi, che risulta difficile parlarne, per far comprendere ad un'altra persona, che invece non l'ha ancora letto, quanto quel libro sia piaciuto, quanto abbia entusiasmato la lettura, quanto sia stata brava l'autrice o l'autore, quanto sia stato rispettoso della mia intelligenza nel non rendermi facile la lettura di un romanzo scontato o imprudentemente anticipabile in qualche modo, in qualche dialogo, con qualche personaggio, anche se di contorno.
No, non so se riuscirò nel compito, troppe le cose da dire, gli appigli che mi sono stati dati, di cui poter parlare, non so se sarò così capace e brava nel compito, ma almeno posso provare a descrivervi cosa mi sia piaciuto del romanzo, cosa mi abbia tanto preso e tanto appassionato.

Tre cose, almeno le principali, fondamentali a cui fare attenzione:
I personaggi. I dialoghi. La scrittura.

 

La trama, secondo me, non è propriamente il punto di forza del romanzo, ma onestamente, chissenefrega, scusate il francesismo, ma se la Pennacchi scrive, se la Pennacchi prende carta e penna e mi narra una storia, non è infatti la trama quella a cui guardo per prima cosa, quanto piuttosto come mi viene narrata, come viene resa ed esposta dai personaggi, come viene  interiorizzata dalla Pennacchi, filtrata dai personaggi e posta a me, quale lettrice, e soprattutto è mirabile l'evoluzione di una storia che parte bocciolo per divenire rosa, quale storia narrata con grazia, eleganza e una certa dose di brutalità connaturata nei personaggi maschili che da sempre la Pennacchi descrive con così tanta forza da piegarle il pennino.

Dunque, prima di perdermi di nuovo in digressioni, la storia ci narra le vicissitudini - sullo sfondo delle rivolte contadine inglesi del 1800/ 1830 circa - di una certa giovane ragazza, Rebecca, che pur essendo figlia di un Lord, non sopporta la corte, o meglio il ton, l'etichetta, i comportamenti rigidi imposti da una società di apparenza e che difetta di sostanza, e che ad un certo punto si troverà a fronteggiare un personaggio - nelle vesti del Comandante Cartwright - che riuscirà a tenerle testa, certo, ma anche e soprattutto rapirle l'animo e al contempo mantenere saldi i suoi ideali legati alla vita e al rigore militare che lo hanno forgiato e  a cui non si sente di rinunciare per nulla al mondo, nemmeno per amore.

Un'autrice meno brava, o meno capace di dirigere, veicolare e dipingere una realtà tanto banale per i tempi statici, ma cos' intrisa e devota agli ideali e all'etichetta che si imponeva, avrebbe reso il romanzo un vero pasticcio, pesante e difficile da digerire.
La Pennacchi, salda roccia per gli amori tormentati e complicati, ne esce ancor meglio, ancor più salda nella reputazione e nella prova. Perchè? 
Perchè era facile far si che Comandante Cartwright, stufo della vita militare, stufo di quanto la vita, fino a quel momento, gli abbia propinato fino a un certo punto, alla vista di una bella donna ricca e disponibile, avrebbe potutto facilmente capitolare e piegare i propri ideali, la propria vita difficle, complessa, di lotta, di violenza e brutalità, talvolta, divenisse più semplice, più comoda e meno insicura, precaria.

Invece no, la Pennacchi ci dipinge un uomo che non è un arrendevole fantoccio nelle braccia dell'arma, che pur lottando, sa per chi, cosa e come lottare, lotta per un motivo, si alza al mattino e si corica la sera con delle consapevolezze che non può e non vuole abbandonare per un bel faccino. Questo non è romantico, mi rendo conto, ma se si ama una persona la sia ama anche perchè ha degli ideali, una certa mentalità. No? Poi ovviamente il Comandante lotterà con i suoi sentimenti, con quello che è e che vuole per comprendere poi che Rebecca che è una parte di lui, che lo voglia o no, che lotti o meno lei ha una parte fondamentale nella sua vita, perchè lei è vitale, è forte, coraggiosa, testarda,  una vela lottatrice.
Ed è proprio così che vediamo Rebecca, meno succube delle proprie emozioni, meno arrabbiata se vogliamo, meno sola e taciturna della protagonista di Lemonde, Anna. Rebecca è un personaggio più combattivo, più forte e tiene veramente bene testa al Comandante Cartwright, e quindi al personaggio maschile, anche se non è così potente come Anna che da un nome così semplice faceva trasparire tutta la potenza dell'amore appassionato e rabbioso al contempo.

Tema ricorrente in questo romanzo, come in Lemonade, è infatti proprio il rapporto odio/amore, che la Pennacchi rende benissimo nei dialoghi, nelle situazioni, nelle descrizioni, nei silenzi, negli spazi. Lo si nota già dall'incipit:

Il cielo non ha collere paragonabili
all'amore trasformato in odio.
William Congreve


che diciamocelo, dice tutto. 

 
Come ho amato ed ho potuto apprezzare Lemonade ho goduto di ogni dialogo brillante, di ogni sguardo, letto in ogni silenzio e apprezzato ogni picco sia negativo, che positivo, che la trama e i personaggi della Pennacchi  mi hanno offerto in una veste a volte cruda, a volte brutale, a volte schiacciante del personaggio femminile a volte con delle situazioni opinabili, controverse, ma troppo appassionanti, troppo profonde, intense, troppo coinvolgenti per rimanere un attimo nel mio cuore, perchè in realtà ci rimarrano per lungo tempo e bene accetti.
Unica pecca? Ho odiato appassionatamente leggerlo al pc. Ho odiato profondamente il led del pc al posto della profumo della carta. Se non amassi la Pennacchi, non lo avrei fatto !! 
Quindi: comprate il cartaceo, è un libro troppo bello per essere letto (a mio gusto) nella sterilità di un pc.

Consigliato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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