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Storia d'inverno
di Mark Helprin
Pagine 848
Prezzo 18,00
Pagine 848
Prezzo 18,00
Neri Pozza
Peter Lake è un ladro. Un ladro nella Manhattan dei primi del Novecento in cui la guerra tra bande regala ogni mattina un mucchio di cadaveri a Five Points sul fronte del porto e in luoghi insoliti come campanili, collegi femminili e magazzini di spezie.
Peter lavora in proprio, e perciò non interessa più di tanto alle forze dell’ordine sguinzagliate contro il grande crimine. Sta particolarmente a cuore, invece, ai Coda Corta, una dozzina di sgherri guidati dal feroce Pearly Soames. Pearly ha occhi lucidi e argentei simili a lame di rasoio e una cicatrice che gli solca il viso dall’angolo della bocca all’orecchio. È un criminale e, come tutti i criminali, vuole oro e argento, ma non per amore della ricchezza alla maniera di volgari rubagalline. Li vuole perché brillano e sono puri. Affascinato dai colori, legge i giornali e i cataloghi delle aste, e capeggia i Coda Corta giusto per trafugare opere d’arte «degne di lui», importate dall’Europa a bordo di lussuosi panfili.
cover originale |
Il campo di manovra è troppo ristretto e la posta in gioco troppo alta perché Pearly Soames possa tollerare la presenza di Peter Lake a Manhattan.
Avvezzi come sono all’omicidio e alla corruzione, i suoi Coda Corta l’avrebbero eliminato da un pezzo, se il ladro non avesse un prezioso alleato: un cavallo che sembra una statua eroica, un enorme monumento bronzeo, capace di balzi strabilianti, voli di sei metri di lunghezza e due e mezzo di altezza. Si chiama Athansor e in un giorno d’inverno conduce Peter Lake incontro al suo destino: a West Side, nella lussuosa dimora dei Penn.
Peter si intrufola nella casa con l’intenzione di uscirne con l’argenteria, il contante e magari mezza dozzina di Rembrandt arrotolati. Ne esce col cuore trafitto da una ragazza intenta a suonare al pianoforte una struggente melodia; una giovane donna bella, radiosa, con i capelli scarmigliati raccolti in una treccia e il viso segnato da una spossatezza simile quasi all’ebbrezza o all’abbandono: Beverly Penn.
Romanzo animato da una galleria di personaggi indimenticabili – dal bizzarro reverendo Mootfowl, un artigiano folle, un genio degli attrezzi che accoglie Peter nella sua fucina, all’imponente, grassoccio Craig Binky, che se ne va in giro per New York con il suo «salsicciotto», un piccolo dirigibile floscio – e costellato di luoghi incantati – dalla Grand Central Station, nel cui soffitto Peter ha il suo rifugio, alle paludi, alle baie, ai laghi – Storia d’inverno viene considerata una delle opere più importanti della narrativa americana contemporanea.
Tra amore e destino, tra luce e oscurità, i miracoli possono accadere.
Da questo romanzo il film omonimo diretto da Akiva Goldsman con Colin Farrell, Jessica Brown Findlay e Russell Crowe nelle sale cinematografiche italiane il 13 febbraio 2014.
Considerazioni.
Esistono romanzi per cui non esistono particolari parole.
O li leggi, ti ci bagni, ti sporchi le mani con i personaggi, con le loro storie e ne esci in qualche modo cambiata, come se ti svegliassi da un sogno e ti trovassi ad essere circordanta da una luce che sicuramente non ti rende santa, ma altrettanto sicuramente ti illumina di consapevolezza nuova e buca quel velo opaco che ti separava dalla bellezza ...Quella che non si vede, ma si legge, s'immagina e con la quale, da quel momento in poi, tutto diventa paragonabile solo ad essa.
"Storia d'Inverno" utilizza una tavolozza di emozioni che è solo a lei peculiare, che trova le fondamenta nelle sensazioni, nelle emozioni, e più in generale nella vita.
E' una storia che mi è facile paragonare ad una brezza leggera, fresca, quelle che si assaporano in estate sotto un cielo stellato, ma che attraversano più spesso il clima invernale, con il loro gusto freddo e a volte amaro dell'inverno.
Essa attraversa il tempo, prescinde la fisicità dei personaggi, ma che li attraversa e li allontana o avvicina a seconda delle correnti, i gestisce più come anime (con loro passato e ricordo) e ne saggia la consistenza con mano sicura, affidabile e surreale, come d'altronde, non può non essere.
Ho amato così tanto questo romanzo, non so da dove partire di preciso a spiegarvi quanto mi abbia presa e toccata nel profondo, perchè mi trovo a dover condensare in poche frasi, una manciata di parole tra le quali non riesco a sciegliere, il percorso di due personaggi (Peter e Beverly), due vite (in particolare, ma molte altre ne sono avvinte ad esse) lontanissime tra loro, ma che s'incontrano e si legano indissolubilmente e cambiano il loro destino.
Vi posso però dire un paio di cose. E' un romanzo toccante, che parla di una storia che può apparire banale, quella di Peter Lake, un ladro che vive nella città di New York e che vive rubando nelle grande Mela in un periodo imprecisato (ma che può essere associato al 1800 circa) e che incontra l'amore della sua vita, Beverly, proprio in occasione di un furto in una grande villa, per farvi un'idea guardate i primi secondi di questo trailer, danno un'idea:
Tutto diviene come illuminato, per Peter, tutto trova uno scopo, dentro di se trova una pace che non sembrava conoscere, trova qualcosa di magico e potente a cui non sa dare un nome, e che non credeva poter esistere.
Ma le cose sono complicate, la vita è strana, il disegno grande, in quanto Beverly è molto malata e Peter è inseguito dal criminale Pearly Soames, che lo vuole morto e che farebbe di tutto per poterlo catturare (cosa resa più difficile da quando Peter ha trovato il magnifico cavallo bianco di nome Athansor, che lo aiuta a fuggire dopo i "colpi") e quando finalmente lo prende e crede di averlo ucciso, la storia muta e si ribalta nella New York del presente (il romanzo è comunque del 1983, quindi non immaginatevi tecnologia, ecc... come oggi 2014) con Peter vivo, e Beverly e Pearly più che mai presenti nella sua vita. Una seconda possibilità, una seconda vita si appalesa per Peter ... forse.
Non è tanto però la trama ad avermi colpito, è piuttosto il modo in cui Helprin la racconta, come una sorta di favola, come incantata, nella mente di Peter, pur consevando sempre la concretezza della realtà difficile, avversa talvolta e complicata nelle sue evoluzioni. Helprin snoda la sua storia sfruttando il semplice e sempre convincente tema della lotta tra bene e male, luce e buio, creando dei personaggi che non solo rappresentino entrambe le fazioni, ma trovino scopo nella loro stessa natura, buona o cattiva che sia, per vivere e lottare per quello che credono e vogliono.
E' però interessante notare come Helprin non abbia reso la semplice contrapposizione tra bene e male, ma la abbia arricchita con particolari ironici, interessanti e peculiari, creando in ogni personaggio qualcosa da amare ed odiare oltre la loro bontà e/o malvagità, come ad esempio il personaggio di Pearly, il quale oltre alla componente malvagia contiene un'innata devozione per i colori, per le sfumature, e risulta romantico nella sua passione, nella sua ossessione, lo si ammira quasi nel suo progetto di rubare lingotti d'oro per rivestire completamente una camera e renderla dorata per cattuare la luce e bearsene per tutto il tempo che vuole.
Ci sono poi diversi personaggi che impreziosiscono il romanzo di elementi e situazioni particolari, ma è stata comunque la storia tra Beverly e Peter a rendere questa storia, almeno per me, indimenticabile. C'è una sorta di alchimia stupenda tra i due, una sorta di musica che suona solo per loro, ma che si è felici di ascoltare e vedere di persona perchè si vorrebbe viverla di persona, che si vorrebbe poter creare per paura di non ascoltarla mai.
C'è una poesia così antica, profonda e leggera, una storia toccante, gentile e assolutamente non prevedibile che scioglie i cuori e li rende liberi di prevedere e/o intravedere, anche per se stessi, ogni finale possibile desiderato e desiderabile, poichè coincide con quelle che ci concede la vita se le si da atto della possibilità.
Perchè consigliarvi di leggere questo romanzo?
Perchè per me è stato come leggere uno di quei romanzi che avrei voluto che creassero solo per me, per come esso è scritto, per le descrizioni poetiche, per i dialoghi brillanti, per i personaggi profondi, assoluti nei loro sentimenti, sentiti come pochi autori di sesso maschile possono crearli e farli entrare nel cuore ... con quel sentimento totalizzante che ti costringe a credere ancor di più al sogno e perchè la storia immiginifica che lo letto, mi ha fatto brillare l'animo di bellezza e calore e completezza. Perchè anche se la vita è dura e grama c'è sempre bellezza e passione in essa, per controbilanciarne il peso e non è possibile non soffermarsi a guardarla, contemplarla e viverla se ne capita l'occasione, per Helprin. Non potevo davvero volere di più.
Oh mamma, sto invecchiando: più leggo di questo romanzo, meno mi ispira... mi passa persino qualsiasi voglia di darli una sbirciatina. E il film? Sensazioni anche più negative...
RispondiEliminaLieta che ti sia piaciuto. Ti piacciono i canditi nel panettone? Te lo chiedo perché Federica Frezza (Prismatic310 su youtube: http://www.youtube.com/user/prismatic310/videos) ha constatato che, tendenzialmente, solo le persone che 'stanno invecchiando' apprezzano ancora i canditi sul panettone.
Bando alla fuffa e buon proseguimento.
Ma Ludooooo!!!!
RispondiEliminaNon ci credo! Non puoi non dare un'occasione a questo romanzo! Sai come di dice, "30 righe non si negano a nessuno"! Secondo me potrebbe piacerti ;)
io vorrei sia leggere il libro che guardare il film ......... chissà quando accadrà ... :D
RispondiEliminaVisto l'uno e l'altra e sebbene il film ricrei bene le atmosfere e colga l'essenza dei personaggi, alla fine, purtroppo, non è libro, che è qualcosa di assolutamente magico ... se siete indecisi, io consiglio il libro!
RispondiEliminaSono arrivata qui mentre cercavo su google le recensioni di questo libro. ... ne ho trovate poche ma quasi tutte negative. Perché le cercavo? Semplice sono arrivata all'incirca alla trecentesima pagina di questo libro e non riesco più ad andare avanti. Cosa per ne assai difficile visto che diviro i libri e non li lascio mai a metà neanche quando non mi piacciono per nulla... ma questo al momento mi irrita... non capisco i voli pindarici che la storia compie... Dove vuole arrivare? È possibile che la storia d'amore su cui verte tutto il libro finisca, in un modo così poco chiaro, nelle prime 200 pagine? Non so se continuare o lasciarlo per cominciare una lettura più valida...
RispondiEliminaCiao Oriana!
RispondiEliminaHo pensato a quello che hai scritto, non so bene da dove partire ma spero di farti arrivare (anche se in modo un pò contorto) quello che penso.
Helprin non è un autore come gli altri, è uno scrittore visionario, un poeta e - in generale - un artista nello scrivere.
Quando Helprin scrive ti devi consegnare nelle sue mani, seguire il viaggio, disposta ad andare ove lui ti vorrà condurre, nei modi e nei tempi che lui detta (nel bene e nel male, ovviamente) con la fede nel cuore che ti arrichirà e la prospettiva che ti chiederà molto, perchè non ti consegna risposte, ma ti consegna delle riflessioni a cui solamente tu, puoi rispondere e a cui lui volutamente non risponde, perchè non può farlo per te.
Capisco quello intendi quando dici "È possibile che la storia d'amore su cui verte tutto il libro finisca, in un modo così poco chiaro, nelle prime 200 pagine?" io ti rispondo: si. Si, se è l'inizio di tutto, si, perchè è l'incipit del romanzo vero e proprio. Cosa c'è dopo aver conosciuto un amore assoluto, totalizzante e averlo perso? Lo si perde per sempre?
Quando chiudiamo gli occhi morendo, l'amore della nostra vita, dove va? Quali viaggi compie?
Peter Lake crede nell'amore, ma non crede che possa capitare a lui, e quando accade trova un scopo per vivere, per amare, con cui pacificarsi dalla vita, anche, e unirsi all'abbraccio della morte.
Ma inaspettatamente ritorna al mondo, in un mondo moderno (1983, in questo caso l'anno del romanzo) e cerca di comprendere il perchè, il per come e insieme al lettore e agli altri personaggi compone un puzzle più grande, intricato, complesso e non lo nego, lungo.
Helprin non può fare a meno delle digressioni, delle pennellate del mondo per come lo vede lui, con le riflessioni e le considerazioni a cui la vita lo conduce. E' il bisgono che lo conduce e la necessità che lo spinge.
E' un libro altamente complesso, ci si mette anche un mese (o forse più a seconda del tempo a disposizione) a leggerlo.
Secondo me dovresti lasciarlo li, allontanartene, capiterà un giorno tra un giorno, una settimana, tre anni, che sentirai il bisogno di leggerlo, sai, quale momento in cui troverai la "spinta" che ti ha condotto al romanzo, e quel giorno lo leggerai con una certa disposizione d'animo tale per cui lo troverai magari affine al tuo e quelle riflessioni ti saranno utili, quelle considerazioni saranno nuova cosa.
Io penso sia un libro come pochi, ho ritrovato un pezzettino del mio animo nelle digressioni, nelle metafore, nelle iperboli e mi sono innamorata della scrittura di Helprin, delle sue intenzioni, dei suoi propositi, con questo romanzo (che si comprendono chiaramente solo alla fine)perchè propone pensieri, mette in palio la tua stessa consapevolezza, e mi ha proposto la storia come qualcosa di surreale ma (ovviamente per certi versi)non cosìimpossibile se lo voglio davvero.
Capisco anche che non è così per tutti e che la lettura sia soggettiva e a volte semplicemente non rientrante nel nostro gusto, nelle nostre corde, ed in quel caso non c'è proprio modo o consiglio che possa dare...
Grazie per aver lasciato questo commento perchè penso che molti lettori abbiano avuto le tue stesse difficoltà e mi hai dato la possibilità di dire quanto più profondo e sfaccettato questo libro sia, non è una semplice storia d'amore fanstatica, ma è qualcosa di più e richiede un impegno maggiore del normale, quasi fisico oltre che mentale, ma non abbandonarlo, mettilo in pausa per un pò! Sarebbe un peccato ... :)
Un abbraccio grande!!!!
Endi
Seguirò il tuo consiglio e sono già un paii di giorni chene ho sospeso la lettura e altrettanti giorni che sento il desiderio di continuarlo dargli una nuova possibilità. . Resisto un'altro po' e poi penso di riprenderlo e farne uba recensione dettagliata sul mio blog...
RispondiEliminaUn abbraccio a te
A presto
Io ci ho messo 6 mesi per leggerlo. Con calma, ritornandoci più volte.
RispondiEliminaPenso sia il romanzo con il vocabolario più ricco e variegato che abbia mai letto. Le descrizioni degli eventi atmosferici sono immaginifiche. Complesso e bellissimo.
Ciao Cristina!!!
RispondiEliminaVero? E' una complessa opera d'arte letteraria, che vive di pennellate di sentimenti, colori, luci, chiaroscuri e notturni meravigliosi.
Sono felice che ti sia piaciuto!!!!
Davvero tanto tanto
Xo
Endi
Ciao, ho comprato da poco questo libro e sono super contenta della tua recensione così positiva! Non vedo l'ora di leggerlo! Poi ti farò sapere se mi è piaciuto! Ciao Maria
RispondiElimina@Blog Express
RispondiEliminaSpero davvero tanto che ti piaccia!!!!
L'ho amato moltissimo!!
Un abbraccio forte!
Endi