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Miseria e
Nobiltà
di Candace Camp
pagine 350 circa
prezzo 8.90€
Harlequin Mondadori
già disponibile
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Inghilterra, 1812 - Benedict Wincross compare nella vita di Camilla Ferrand tanto inaspettatamente quanto la pistola che lui le punta contro.
Chi è davvero?
cover originale |
Un ladro?
O peggio?
Di certo non sembra un gentiluomo, nonostante sia appena diventato il nuovo Lord Rawdon.
Eppure, dopo averla salvata in una rocambolesca avventura, lui decide di aiutarla a coprire la menzogna che Camilla, incautamente, ha detto al nonno malato, il Conte di Chevington. Ansiosa di rassicurarlo, gli ha fatto credere di essere fidanzata e Benedict acconsente a portare avanti la finzione.
In fondo anche lui avrà il suo tornaconto, potendo accedere a Chevington Park dove sembra che si celi il sabotatore dell'organizzazione segreta creata dallo stesso Rawdon con lo scopo di far arrivare in Inghilterra notizie riguardanti l'esercito napoleonico.
Il rischioso inganno procede, ma cosa succederà quando l'attrazione tra di loro crescerà fino a diventare impossibile da dominare?
Combattuta. Non mi ha entusiasmato come invece credevo, visto il molto parlare di questo romanzo, ma non posso dire di essere stata totalmente insoddisfatta di questa opera un pò datata della Camp.
La storia parla di Camilla, la quale nel 1812, in Inghilterra, e di Benedict, un soldato con compiti di spionaggio (!). Durante un viaggio Camilla, nipote del Conte di Chevington, si trova coinvolta in un agguato ai danni di Benedict, il quale si vede tratto in salvo proprio grazie a lei.
Camilla, vi lasci almeno scoprire come, decide, a seguito di quanto successo, di portare a casa Benedict, il quale viene promosso a suo fidanzato e presentato alla sua famiglia.
La storia si svolge seguendo poi i fraintendimenti, i battibecchi e il conteggiamento un pò particolare di Benedict nei confronti di Camilla, la quale si trova a innamorarsi piano piano del giovane Lord.
Posta l'innegabile scioltezza narrativa della Camp, oserei dire ormai collaudata, il pregio maggiore di questa storia, che non emerge nè per trama, che ho trovato piuttosto scontata e arrendevole a una mano energica come quella dell'autrice, nè per personaggi, è il dialogo.
Carini i personaggi, certo ma nulla più, sono invece apprezzabili più di tutto, i loro scontri verbali che sono il pezzo forte della storia, che altrimenti si piegherebbe su se stessa senza particolare attrattiva.
I personaggi, infatti incarnano i classici stereotipi del tempo:
- Camilla non vuole sposarsi per paura di perdere la sua preziosa libertà ed indipendenza;
- Benedict da parte sua ha ricevuto una batosta talmente grossa, in campo amoroso, che non ne vuole proprio sapere di stare con qualcuno per sempre.
Ecco dunque il ripensamento di entrambi posti davanti alla persona giusta, che può cambiare la vita per sempre, che può riportare un cambiamento, o la fede in un'altra persona a seguito di delusioni immani e persistenti.
- Camilla non vuole sposarsi per paura di perdere la sua preziosa libertà ed indipendenza;
- Benedict da parte sua ha ricevuto una batosta talmente grossa, in campo amoroso, che non ne vuole proprio sapere di stare con qualcuno per sempre.
Ecco dunque il ripensamento di entrambi posti davanti alla persona giusta, che può cambiare la vita per sempre, che può riportare un cambiamento, o la fede in un'altra persona a seguito di delusioni immani e persistenti.
Davvero, i dialoghi sono proprio la parte migliore.
Arguzie, scintille, punzecchiature, portano all'approfondimento e all'avvicinamento caratteriale che altrimenti non avrebbe unito due persone totalmente differenti, lontane anni luce, ma ugualmente compatibili (e anche un pò statiche e noiose).
Arguzie, scintille, punzecchiature, portano all'approfondimento e all'avvicinamento caratteriale che altrimenti non avrebbe unito due persone totalmente differenti, lontane anni luce, ma ugualmente compatibili (e anche un pò statiche e noiose).
Purtroppo il romanzo, a mio parere non è complessivamente il più brillante che io abbia letto della Camp e devo ammettere che in certi punto l'ho trovato noiosetto e lunghetto per certe situazioni reiterate e riproposte più volte.
Interessanti e promossi, almeno il più delle volte, i personaggi secondari, che sono molti e ben caratterizzati e sono piacevoli per le loro intromissioni e battute. Non mi hanno fatto impazzire invece i protagonisti principali, che non posso dire mi abbiano coinvolto e che rimarrano con me nel tempo.
Che amiate o non amiate la Camp, questo romanzo non vi farà impazzire, lo troverete molto godibile e leggibilissimo, ma a parte la sua lettura godibile, purtroppo, non particolare fascino di sorta.
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