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Pura
di Andrew Miller
pagine 374
prezzo 19.50€
Bompiani
già disponibile
ebook/cartaceo
voto:
IMPERDIBILE!!!
IMPERDIBILE!!!
--o--
La copertina di questo romanzo richiama moltissimo un'incisione del Goya che si intitola "Il sonnodella ragione genera mostri". E devo dire che è azzeccatissima, sia perchè siamo di fronte ad una storia ambientata nel periodo (ed un luogo) per eccellenza "della ragione", sia perchè parla in un certo senso di mostri (ovvero anche incubi), essendo ambientato in un cimitero (che li ingenera nel protagonista).
Ma ancor più giusto è il titolo: Pura, come l'ambizione di Jean-Baptiste Baratte. Pura la sua intenzione di diventare un grande ingegnere, un qualcuno che si senta realizzato in quello che fa, per quello che è, quello che ha studiato, e per far questo ha necessità di allontarsi dalla piccola e provinciale Normandia, al quale appartiene, dove è cresciuto, ma che non può dargli quello che veramente cerca. E quindi Jean-Baptiste Baratte si dirige a Parigi, dove lo incontriamo in apertura di romanzo, dove, in cerca dell'occasione della vita, forse per caso, viene incaricato da un importante ministro di Luigi XVI di bonificare un cimitero, quello de "Les Innocents", nel quartieri poverissimo di Les Halles, il quale è insalubre, pericoloso e pericolante. A seguito delle più di 50.000 anime che ha accolto nel suo ventre a causa della peste, infatti, sta inquinando il terreno e avvelenando l'aria e l'acqua con gli effluvi della decomposizione.
Jean-Baptiste Baratte (di seguito JBB) non conosce bene le implicazioni e le proporzioni "della grande demolizione", per questo affitta una camera che si affaccia proprio su Les Innocents, dalla famiglia Monnard, la quale, estremamente particolare, è composta da moglie, marito e la figlia Ziguette piuttosto strana, oscura, introversa e assolutamente contraria a che JBB distrugga il cimitero.
Visionando Les Innocents JBB incontrerà un prete piuttosto fumantino; Armand, lo strano musicista che diventerà il suo migliore amico (il quale tenterà anche di cambiarlo, inducendolo alla modernità, sospingendolo verso il fututo personale e sociale) e una strana coppia composta da nonno e nipote (la piccola Jeanne), che conoscono benissimo il cimitero, la chiesa di San Michele all'interno di quest'ultimo, le sue fosse comuni da bonificare, le tombe, ecc...
JBB facendosi guidare da Jeanne esplora il cimitero, comprende l'impresa che gli è richesta ed informato il ministro, incomincia la maestosa opera chiamando 30 minatori fiamminghi tramite l'amico di sempre, Lecoeur.
Il lavoro non sarà affatto facile. JBB ha paura de Les Innocents, delle ossa che deve riesumare, benedire, spostare, ed ha paura soprattutto dei fantasmi che questi corpi serbano nelle loro ossa, della scaramanzia che reca tra la popolazione vivente riesumare dei cadaveri, bonificare un cimitero intero che da anni si trova al centro di Parigi (che ricordo essere episodio veramente accaduto).
In aggiunta a ciò c'è anche la figura di una certa Austriaca, una prostituta del quartiere il cui vero nome è Héloïse, da cui JBB si sente fortemente attratto pur non scambiando neppure una parola con lei fino a metà del romanzo.
Tra problemi fisici, metafisici, movimenti politici, sociali e situazioni pericolose personali e lavorative JBB, in un anno e per ragioni attinenti un cimitero, vedrà la sua vita e i suoi ideali ambiziosi e di gloria, profondamente mutare e spostarsi verso altri obiettivi, proprio alle porte di una della delle Rivoluzioni più importanti della storia passata: quella Francese.
Cari lettori, gentili lettrici, sappiate che il romanzo che mi sento di consigliarvi alle porte di questo questo week end è uno dei romanzi più belli e profondi che ho avuto l'onore di leggere in questo ultimo anno. Miller, di cui non avevo ancora letto nulla fino a questo momento, mi ha profondamente colpito, coinvolto e intrigato con la sua storia e con le riflessioni a cui mi ha condotto e nel mondo in cui l'ha fatto.
Innanzitutto mi è piaciuto lo stile, molto francese, il modo di raccontare la storia, di porgerla al lettore e poi mi sono piaciute tutte una serie di incredibili tematiche che non solo sono state ben inserite e pianificate nel romanzo (tanto che giungono come natuarale conseguenza dei fatti che accadono) ma sono anche piacevole spunto di riflessione. Miller parla di JBB e della sua ambizione, che non è spropositata, ma ingenua. Ingenua in quanto non sa che occorre concedere la famosa "libbra di carne" in cambio della gloria, libbra che consiste nella perdita della propria ingenuità, della propria innocente (e giusta, nel senso di corretta) visione del mondo. JBB quando arriva dalla Normandia pensa, agisce, e si veste in modo tradizionale, da persona corretta. JBB è una persona fondamentalmente buona, dedita al lavoro, che vuole fare bene le cose che si propine e per cui si impegna; egli è una persona integra, priva di scaltrezza, di prontezza a qualsiasi cosa per arrivare laddove si è prefissato. Ma ha una coscienza e questo, in qualche modo, lo salva sempre e comunque e non gli permette di snaturarsi. Mai.
Questo mi è piaciuto moltissimo di questa figura bonacciona, questa sorta di Candido, alle prese con la vita e la morte. Già, la morte, forse proprio perchè vede morte ovunque (per un ingegnere è una cosa insolita) se da una parte ne è profondamente scosso, dall'altro è anche motivo, per parte sua, di riflettere su quello a cui veramente ambisce che vuole realizzare prima di morire.
E JBB è una persona estremamente intelligente da questo punto di vista, ma soprattutto coerente con quello che è. Certo, cerca - con Armand - di essere la persona moderna e avanguardista che vuole dai suoi abitanti una Parigi eclettita, umorale ed ebbra di vita, sempre più sospinta verso qualcosa di diverso, di nuovo, di migliore. E JBB in un certo senso lo fa, lasciandosi tirare a comprare un vestito nuovo verde pistacchio (per questo ho aprezzato di più il colore verde della copertina originale), frequentando gli amici (pre rivoluzionari) di Armand, avvicinandosi alla vita (dissoluta e decadente) di quest'ultimo ... ma tenendo le giuste distanze, comprendendo che in fondo non è quel tipo di persona.
E la storia a cui assistiamo, il percorso di JBB in un anno, è dimostrazione di quanto in realtà JBB sia diventato tanto "futurista" e moderno, nella sua provincialità, da comprendere il tipo di amore che vuole (che la sua tradizionale impostazione mentale e sociale non avrebbe mai preso in considerazione), da accettare che il tipo di lavoro che prima disprezzava, quasi vergognandosene, è forse quello maggiormente adatto a lui (costruire semplici ponti su laghi, per esempio).
Miller, attraverso JBB ci permette di vedere come storie che ci portano indietro nel tempo in realtà siano molto attuali sotto diversi punti di vista:
- la riflessione sulla concezione del passato, dei suoi insegnamenti, della sua utilità;
- la voglia di emergere, l'ambizione che ognuno di noi serba nei cuore che si scontra con la nostra vera volontà ed il destino;
- la natura umana, le sue pulsioni e le conseguenze che questa si porta dietro;
- l'amore con le sue forme, le sue mille sfumature e il suo ruolo nell'esistenza;
- la perdita dell'innocenza;
- la ricerca della propria identità,
e la storia, che sempre ritorna...
Riprendendo il titolo dell'opera del Goya, penso che questo straordinario (e un pò lugubre) autore avesse ragione, e questa storia ne è la riprova: il sonno di un pensatore "illuminato", proprio perchè razionale, ragionevole e pensato, porta alla consapevolezza e questa genera pensiero, riflessione e quindi paure, ma come ci insegna JBB, si sopravvive a tutto...
Ho letto questa storia di circa 400 pagine in tre giorni. Non ruscivo a smettere tanto mi ha coinvolto e tanto mi è piaciuta per la sua umanità, il suo spaventato e compassionevole protagonista e per il ritratto perfetto di un'epoca e di una società, sul finire del '700, di cui ad oggi poco si legge. Leggetelo. Davvero non ve ne pentirete!!!
Andrew Miller è nato a Bristol nel 1960. Ha vissuto in Spagna, Giappone,
Irlanda e Francia, e ora vive nel Somerset. Il suo primo romanzo, Il talento del dolore,
è stato pubblicato nel 1997 e ha vinto il James Tate Black Memorial
Prize per la narrativa, l’International IMPAC Dublin Literary Award e il
Premio Grinzane Cavour. Sono poi seguiti altri cinque romanzi, tra cui Pura, che ha vinto nel 2011 il Costa Book of the Year Award. Tra gli altri riconoscimenti: Ossigeno è stato finalista al Booker Prize 2001 e al Whitbread Novel Award 2001. Pura è stato finalista al Walter Scott Prize 2012, al South Bank Sky Arts Award e all’Independent Booksellers Week Book Award.
Woah, Endi, l'incontro con questo libro deve essere stato proprio sfolgorante per te!
RispondiEliminaUn paio di anni fa nel Regno Unito andava tantissimo. Ricordo, tuttavia, di non averlo mai davvero considerato, soprattutto perché tendevo a basarmi solo sulla sinossi riportata sul retro del volume e non andavo mai oltre, non cercavo ulteriori informazioni.
Stunning review for you....
Si mi è davvero piaciuto. Poi Miller ha una prosa grandiosa, è proprio bravo a scrivere, prova a leggere qualche pagina di un suo libro qualsiasi, anche se non ti piace la trama non puoi non notare la sua bravura. Davvero notevole!!
RispondiEliminaTerrific!!!!
Wow! Adoro i romanzi gotici e questo sembra fare al caso mio !!! Ci farò un pensierino!! La cover è stupenda! Ciao maria
RispondiEliminaAllora ti piacerà senz'altro ;)
RispondiEliminaFammi poi sapere, qualora lo leggessi !!
xo
Endi
Che fascino questa tua recensione mia carissima Endimione, come resistere ?!?
RispondiEliminaAncora grazie, trascorri un bellissimo weekend mia dolce amica
Con affetto e gratitudine
Dany
Ciao Daniela!!!
RispondiEliminama grazie infinite!! ^ ^
Passa anche tu un bellissimo week end mi raccomando!! Dai che le vacanze di Natale sono quasi arrivate!!!!
XOXOX
Endi
Mi hai convinto! *__*
RispondiElimina@Miss Claire,
RispondiElimina;) grasssie per la fuducia!
Spero sia ripagata con una bella lettura :)
Xo
Endi