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sabato 14 maggio 2016

Recensione "Aspettando Bojangles" di Olivier Bordeaut










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 Aspettando
 Bojangles
di Olivier Bordeaut
pagine 140 circa
prezzo 15€
ebook 9.99€
Neri Pozza 
già disponibile
voto:
★★★★
--o-- 










Immaginate di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre, col naso dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou...
Se immaginate tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo familiare descritto dal bambino in queste pagine. Un universo in cui a reggere le sorti di tutto e tutti è Renée, Joséphine, Marylou… la madre. 
Di lei, suo marito dice che dà del tu alle stelle, ma in realtà dà del voi a tutti, a suo marito, al bambino e alla damigella di Numidia che vive nel loro appartamento, un grosso uccello strambo ed elegante che passeggia oscillando il lungo collo nero, le piume bianche e gli occhi di un rosso violento. 
Renée, Joséphine, Marylou, o anche, ogni 15 febbraio, Georgette, ama ballare con suo marito sempre e ovunque, di giorno e di notte, da soli e in compagnia degli amici, al suono soprattutto di Mister Bojangles di Nina Simone, una canzone gaia e triste allo stesso tempo. 
Per il resto del tempo si entusiasma e si estasia per ogni cosa, trovando incredibilmente divertente l’andare avanti del mondo. E non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma come un personaggio da romanzo. Un romanzo che lei ama molto e nel quale s’immerge in ogni momento. 
Di una sola cosa non vuole sentire parlare: delle tristezze e degli inganni della vita; perciò ripete come un mantra ai suoi: «Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene».
La realtà, però, è a volte molto banale e triste, così scioccamente triste che occorre più di una prodigiosa arte del mentire per continuare a gioire del mondo.

 birdie print:

Considerazioni.
E' un mondo particolare, quasi surreale, incredibile e  pieno di sfaccettature quello che ci propone Bordeaut in questo suo romanzo di esordio.

Tutto comincia in una grande casa, piuttosto sopra le righe, arredata secondo quanto le personalità dei protagonisti impongono loro (ergo pittorescamente) e con un bambino, ovvero il protagonista, che in camera non ha un letto, ma ben tre (uno diverso dall'altro), che vede alternarsi nella sua vita "ospiti" - reali o surreali - che vanno e che vengono in continuazione, che deve vedere una madre che ogni giorno si sveglia e si fa chiamare in modo diverso (Renée, Marylou, Joséphine, e, ogni 15 febbraio, Georgette) e un padre che non lavora pur di starle accanto e assecondare questa sua follia.

Ed è proprio il rapporto - strano, ma dolcissimo - tra i due genitori del piccolo protagonista (grazie al quale percepiamo quanto vortica attorno alla folle famiglia che osserviamo) quello che più rimane impresso per particolarità, follia, amore e sacrificio.

Penserete che il bimbo protagonista sia un bambino lasciato a se stesso, con una madre divisa tra due realtà e un padre che si preoccopa di salvaguardarla in ogni modo. E sebbe in parte il bambino si senta parte di quella solitudine che accompagna la sua infanzia è altrettanto vero che si sente comunque amato, moltissimo e profondamente.

Più il romanzo procede verso l'amarezza che ci aspettiamo sgorgare dalle parole del suo autore, che con la prima parte della storia stempera introducendo le particolarità e l'umorismo dei protagonisti, vediamo questa famiglia disfunzionale arrabattarsi a vivere, con le complicazioni quotidiane, tra le piccole e grandi imprese che la vita impone loro, con il pregio di essere uniti, forti e compatti di fronte alle fatiche e i problemi in cui inciampana ogni giorno.

E tra i vari momenti memorabili del libro (che conclude brevemente) ci sono momenti particolarmente toccanti, di quelli che ti ricordi sempre, che ogni tanto ti saltano vividi nella mente per come possano significare qualcosa come l'affetto spontaneo e incondizionato. Ecco che momenti come questi in "Aspettando Bojangles" sono rappresentati ad esempio da Nina Simone che con il suo Mr. Bojangles irrompe in scena, con le sue note dolci e suadenti, creando momenti di intramontabile bellezza tra i due sposi adoranti, che ballano a qualsiasi ora della notte abbracciandosi e concedendosi dolci e piacevoli momenti.

Ecco di cosa vive questo piccolo protagonista: di sogno, di follia, di attesa che qualcosa accada, di amore che riceve e amore che dona, per esempio al suo animaletto domestico, un pazzo pennuto.
Ed è tutto così profondamente empatico, triste, emozionante, toccante, fuggevole, coloratissimo e piacevole che non si può, almeno a parole, racchiudere tutto a una definizione stringente, a un'impressione, a un voto, a un giudizio singolo.

Vorrei consigliare questo romanzo a chi vuole provare un'avventura concedendosi il lusso di leggere un romanzo senza sapere a cosa sta andando incontro, lasciandosi prendere dalla storia man mano che visi propone.

"Aspettando Bojangles" è un romanzo che con tonalità colorate, umoristiche, dolci, particolari (e a tratti surreali), racconta un storia struggente e molto romantica, ma non solo, trova anche modo di narrare l'amore in una famiglia che funziona in modo molto diverso da quello che conosciamo, vista anche dal punto di vista di un bambino che si sta creando una visione altrettando falsata e peculiare di quanto sta vivendo (quale famigli, d'altronde chiamerebbe un pennuto Damigella Superflua?). Provate a leggerlo, ve ne innamorerete!


birds:


Olivier Bourdeaut è nato nel 1980 in una casa affacciata sull’Oceano atlantico, rigorosamente priva di televisore. Ha potuto così leggere e fantasticare molto. Prima di scrivere Aspettando Bojangles è stato un disastroso agente immobiliare, factotum in una casa editrice di libri scolastici, raccoglitore di fior di sale di Guérande a Croisic.

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