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giovedì 21 giugno 2012

Recensione: "Una casa di petali rossi" di Kamala Nair

"…la verità è che non ho ancora sconfitto i miei demoni. 
Ho cercato di combatterli, di occultarli ma, come dovevo aspettarmi, si sono liberati. E non posso sposarti finché non me ne sarò liberata una volta per tutte. Per questo ho deciso di lasciare qui l’anello che mi hai dato e che non avrei dovuto accettare. L’ho fatto perché fra noi ci sono ancora tutti questi segreti. Finché non sarò tornata dove tutto è cominciato, e non ti avrò raccontato ogni cosa, non potrò mettere al dito il tuo anello, né considerarmi la tua promessa sposa”.
Una casa di petali rossi 






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Una casa di petali rossi
di Kamala Nair
pagine 378
prezzo 16,60€
Nord editore
già disponibile
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È mattina presto quando Rakhee esce di casa, diretta all'aeroporto. Dietro di sé, lascia un uomo addormentato, un anello di fidanzamento e una lunga lettera. Ma soprattutto lascia un segreto. Un segreto che lei e la sua famiglia hanno custodito per anni. Un segreto che sembrava ormai sepolto sotto la polvere del tempo. Il segreto di Rakhee ha radici lontane ed è legato all'estate del suo primo viaggio in India, a un mondo illuminato da un sole accecante oppure annerito da cortine di pioggia, a una vecchia casa quasi troppo grande da esplorare, a cibi intensamente saporiti e colorati, a zie vestite con sari sgargianti, a cugine chiassose e ficcanaso, e a un giardino lussureggiante, nascosto dietro un alto muro di cinta...  Allora Rakhee era troppo giovane per sopportare il peso della sua scoperta, ma non è mai riuscita a dimenticarla e adesso, proprio mentre la vita le regala promesse di gioia, comprende che è arrivato il momento di dire la verità, anche se ciò significa perdere tutto, compreso l'amore. Tocca a lei abbattere le mura di quel giardino che la sua famiglia ha così caparbiamente difeso. Tocca a lei trovare la chiave per aprire la casa di petali rossi...
Come un prisma che riflette i colori, gli odori e i sapori delle emozioni, questo sorprendente romanzo dispiega le infinite sfumature dei sentimenti umani e le ricompone nella storia di Rakhee, per rivelare come sia sempre possibile spezzare le catene del passato e aprirsi con slancio a ciò che il futuro può offrire. 
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La Storia.
Ve lo dico senza tanti preamboli, questo è un libro sulle radici, come quelle degli alberi, come quelle che ti tengono legata a vita - e saldamente - al posto in cui sei cresciuta e a cui appartieni. Le radici sono una gran bella cosa, perchè ti ricordano sempre chi sei, da dove vieni, a chi senti di appartenere veramente e ti ricordano - come una stella polare - dove si trova la strada di casa, che sarà sempre lì in quel posticino familiare e vicino al tuo cuore; ma al contempo possono essere anche un vincolo ineluttabile, dal quale non potrai mai affrancarti, perchè volente o nolente non potrai mai dimenticarlo. 
Il libroUna casa di petali rossi ci narra proprio di una storia dove le radici in questione sono un peso per la protagonista che solo al momento del matrimonio non si sentirà di voler confrontarsi e pacificarsi.
La stori di  Rakhee la apprendiamo man mano durante il romanzo, che scorre veloce, perchè vogliamo sapere, conoscere i dettagli che Rakhee ci narra in prima persona, sottoforma di diario - confessione, diretto al suo fidanzato, che ha lasciato alla vigilia del matrimonio. Lo ha lasciato volutamente e ponderatamente, perchè non sente di poter iniziare un nuovo capitolo importante della sua vita quando non ne ha mai completamente concluso un altro altrettanto fondamentale del passato. Soprattutto perchè quel capitolo riguarda sua madre Amma, che non ha mai dimenticato, nè smesso di amare più di ogni altra cosa, ma che odia per le confessioni e i segreti che ha scoperto un'estate in India con lei, all'età di 11 anni.

Rakhee nel sua confessione espone tutto, non dimentica nulla, parla - con un linguaggio semplice ma evocativo - di quel suo viaggio in India, della gente che incontra, così differente da quella americana, lontana anni luce dalla vita e dalle tradizioni indiane del Kerala, la regioni di provenienza di Amma. Rakhee ci narra dei meravigliosi posti che vede, delle persone che incontra, della famiglia di Amma (dai nonni, ai cugini/e ai conoscenti) ma è soprattutto di quello che scoprirà al di là di un muro, in un giardino proibito a tutti, vicino a casa sua, che scoprirà i segreti sepolti dalla sua famiglia, di quello che veramente alberga nel cuore di sua madre e anche qualcosa che la lega più di quanto pensa all'India, al Kerala e che dovrà alla fine decidere se restare e vivere con tutte le nuove scoperte o fuggire e tutto dimenticare e seppellire nel passato.
Le considerazioni.
La storia che viene narrata in questo libro non è una storia facile, nè scontata, tutt'altro. E' una storia di paura, di segreti, di bugie, di mezze verità, ma è anche un libro sull'amore e della possibilità di redenzione, anche se tardiva. E' una storia costituita, dall'inizio alla fine, da contrasti che bilanciano perfettamente il tessuto costituito dalla trama e dai personaggi e reso più evidente dalla visione occidentale della protagonista rispetto ai parenti e alle persone indiane che incontra - e reso, secondo me benissimo, ancor più vivido dai luoghi che ci vengono man mano descritti. 
Non esiste un momento in cui leggendolo non ci si senta rapiti nell'intreccio narattivo, dalla scoperta dei dettagli che la Nair concede inizialmente con moderazione, procedendo poi in un climax ascendente di emozioni e colpi di scena sicuramente efficaci - ed anche spiazzanti -  per via delle scelte che compiono i protagonisti della storia, che non vogliono e non possono accontentare il lettore, ma esclusivamente se stessi.
E' una storia che mi ha colpito per due particolarità. La prima è data dal rimpianto ed il tormento con cui essa viene narrata, costantemente permane quel senso di amaro fiele provato dalla protagonista per gli eventi di cui saremo informati e al contempo l'amore per tutti questi ricordi, per tutte quelle esperienze vissute, quelle memorie gelosamente conservate, come intatte, nella sua memoria congelata da tempo a quell'estate in India.
La seconda cosa che mi ha profondamente colpito è la scelta, come accade spesso nelle vicende umane e di vita, della Nair di - volutamente  - non raccontare, alla fine  del romanzo, alcune cose (secondo me anche abbastanza importanti) alla base delle scelte di vita di alcuni protagonisti, intuibili, ma soggettivamente interpretabili, forse troppo.
Vorrei inoltre soffermarmi suoi luoghi descritti dalla Nair, che sono il secondo grande protagonista della storia, sono descritti benissimo. Ci si sente immersi nell'umido e soffocante calore estivo, tipicamente indiano; si assaporano i cibi speziati, i profumi decisi e penetranti; si è sfiorati dai fiori colorati; si è avvolti sai sari leggeri; ci si siede come incantati ad ascoltare delle leggende di amanti tristi e di amori impossibili.
Ho amato particolarmente questa parte del romanzo, quella che si sofferma sul "contorno" in cui è immersa Rakhe, ed ho amato moltissimo la parte che coinvolge quest'ultima ed il giardino proibito, fulcro vero e assoluto di tutto il romanzo.  
E' coinvolgente, visivamente appagante, teneramente straziante in alcune sue parti, ma molto molto piacevole e soddisfacente, anche e soprattutto nel finale, che mi ha trovato assolutamente concorde.
  
Si, lo consiglio, soprattutto a chi ha amato "Il giardino segreto" che questo libro piacevolmente rievoca, ma con sfumature indiane. 

Voto 8/10
Kamala Nair 



Kamala Nair è nata a Londra, ma ha vissuto fin da piccolissima negli Stati Uniti. Dopo essersi laureata presso il prestigioso Wellsley College, è tornata in Europa per proseguire gli studi, prima a Oxford, poi al Trinity College di Dublino, dove ha conseguito un master in Scrittura creativa. Attualmente vive a New York.  






--o- Curiosità -o--

- I link -

- Se siete curiosi su come è nato il libro:

- Se invece volete conoscere qualcosa in più su dove è svolto:


La storia

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