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martedì 31 dicembre 2013

Recensione: "La sfida del cuore" di Jessica Bird/J.R. Ward





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La sfida
del cuore
di J.R. Ward
Pagine 352
Prezzo 12.00
Ebook 6.99
Leggereditore
già disponibile
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A.J. Sutherland ama le sfide: contro il parere di tutti ha speso una piccola fortuna per comprare Sabbath, uno stallone eccezionale ma indomabile. 
cover originale
Eppure se c’è qualcuno che può cavare qualcosa da quel tizzone d’inferno è proprio lei. Anche se non può farcela da sola. 
Dovrà rivolgersi a un estraneo, o meglio, a una leggenda: Devlin McCloud. 
Da quando la sua carriera è stata stroncata da un tragico incidente, Devlin non è più lo stesso. 
Sa riconoscere, però, chi ha la stoffa per vincere, e Sabbath e la sua affascinante padrona appartengono a quella categoria. 
Tra i due nasce subito una fortissima attrazione, ma sia Devlin che A.J. decidono di resistere alla passione in nome delle prossime qualificazioni. 
Non è affatto semplice, ma quando i sogni sono a portata di mano, bisogna saper tener duro, perché ne va del loro precario equilibrio…
 

Considerazioni.
Vorrei fare questa recensione in modo un pò diverso dal solito, un pò perchè è la mia ultimissima recensione del 2013, un pò perchè questo libro - il primo a vedere la luce della Ward con il nome Jessica Bird - mi è piaciuto moltissimo e vorrei davvero che trasparisse la gioia e la bellezza che mi è pervenuta da esso, in quanto è una storia romantica davvero piacevolissima, ben giocata e appassionante.

Le 5  ragioni 
per le quali vi consiglio la lettura di La sfida del cuore



1. La tenerissima lettera ai lettori della Ward a inizio lettura.
"Caro lettore,

  
La sfida del cuore è il mio primo romanzo ad essere stato pubblicato, e quindi non c’è da meravigliarsi se mi è molto caro; e lo sarà sempre. Tutto è cominciato quando ho ricevuto la ‘chiamata’ che mi annunciava che una casa editrice era interessata al mio manoscritto. Per la prima volta nella mia vita ho collaborato con un vero editor, ho tenuto tra le mani pagine rilegate con il mio nome scritto sopra, ho preso la macchina per andare in una libreria a Quincy, nel Massachussetts, per vedere il mio libro in vendita sugli scaffali. [...] Questo è quello che è successo: durante il periodo della scuola, del college e quando frequentavo la facoltà di legge all’università, ho sempre scritto storie. Alcune le finivo, altre le abbandonavo, ma tutto quello che mettevo su carta parlava di due persone che si innamoravano. Era quello che avevo nella testa. E non c’era da stupirsi, visti tutti gli Harlequin che avevo divorato. Quando la mia carriera scolastica terminò, ed entrai nel mondo del lavoro, continuai a tessere storie, scrivere e pensare... finché finalmente, dopo tanti anni di cose sbagliate e insoddisfacenti, non arrivai a un ‘The End’ che funzionava davvero.
    Ironia della sorte, da lì a poco con il mio fidanzato (che adesso è il mio adorato marito) partimmo per andare a trovare mia madre a Cape Cod per il fine settimana. La strada che percorrevamo dopo aver abbandonato la Route 6 fiancheggiava un campo recintato in cui c’erano dei cavalli. Per qualche ragione, quel giorno in particolare, guardai a destra e vidi un purosangue che galoppava e, bam!, la storia di La sfida del cuore si mise in moto nella mia testa.
    Essendo a quei tempi una sostenitrice dell’improvvisazione (adesso devo avere tutto chiaro prima di cominciare), buttai giù parte della trama, invece di partire dal primo capitolo, senza avere idea di quello che stessi facendo. Portai persino un bloc-notes (ce l’ho ancora) a un concorso ippico e presi appunti per rinfrescarmi la memoria sulle gare di salto a ostacoli. E poi si aprirono le danze.
O si saltarono gli oxer, nel caso specifico. Scrissi il romanzo piuttosto in fretta, e poi partii subito per New York dove incontrai la mia prima agente. [...] Il fatto era che alla mia agente La sfida del cuore era piaciuto molto di più dell’altro manoscritto ed era pronta a mandarlo agli editor delle grosse case editrici. Aveva già stampato delle copie, scritto la lettera di presentazione, contattato delle persone telefonicamente. [...] Per farla breve, i diritti del libro furono acquistati e il manoscritto raggiunse gli scaffali delle librerie, e mi chiesero di scrivere altri tre romanzi. E poi arrivò l’ira divina che cambiò tutto!
   Devlin McCloud è il classico eroe romantico con un passato oscuro, un infortunio, l’aspetto selvaggio. E A.J. Sutherland somiglia molto a me, concentrata sui suoi obiettivi a esclusione (quasi) di tutto il resto. E Sabbath... be’, è il cavallo che da ragazza avrei voluto avere e cavalcare... e in sella al quale avrei voluto vincere. Spero che li adoriate tutti e tre quanto li adoro io. Sotto tanti punti di vista, questo per me è stato l’inizio del viaggio, e, insieme a Il risveglio, una delle cose migliori che mi siano mai successe. Grazie, grazie, grazie per il vostro sostegno, e come sempre...
Buona lettura!"
    J.R. Ward
    Dicembre 2011
 2. La trama.

Sebbene la trama non sia particolarmente innovativa, devo dire che ho trovato delle meccaniche che mi hanno assolutamente preso e mi hanno fattto piacere questa storia oltremodo. Io l'ho davvero adorata!!!! Conosciamo sin da subito, infatti, la protagonista della storia, una ragazza ricca, che ha apparentemente tutto, certo, ma alla quale non dispiace assolutamente sporcarsi le mani nel lavoro di famiglia: i cavalli. A.J. Sutherland, così si chiama, pur avendo perso la madre molto presto e vedersi appiopata una nuova madre e un nuovo fratello, ha sublimato l'affetto che cerca nell'amore per i cavalli, il quale pone sopra ogni cosa.
Tuttavia non è facile avere progetti per il proprio allevamento e verdersi sempre e costantemente ostacolata dal fratellastro che tiene i cordoni della borsa. Quando poi qust'ultimo e il padre la estromettono del tutto dalla gestione dell'allevamento a causa dell'acquisto di un cavallo indomabile, per cui spende un fortuna (ma la sua personale) ecco che si trova a vagare con il cavallo in cerca di un allevamento che lo possa ospitare e qualcuno che possa preparare il cavallo per le qualificazioni di un prestigioso concorso, estremamente importante per A. J.
L'idea è immediata: Devlin, il grandissimo cavallerizzo che da quando si è infortunato è sparito dalla circolazione e che ha intravisto all'acquisto di Sabbath.
Da questo in momento in poi, l'ospitalità di Devlin sarà più di una volta motivo di una crescente ed irrestibile passione, destinata a cambiare il destino di entrambi.


3. La scrittura.


Come vi ho appena sopra accennato, anche che se la trama non è particolarmente innovativa, grazie alla scrittura della Ward essa risulta davvero molto fresca, avvolgente nei suoi toni caldi, nella sua spiccata ironica, è un romanzo scoppiettante, con tante cose da dire,  particolarmente fresca nella stesura dei dialoghi, nell'esposizione della trama, nella creazione di personaggi che si fanno amare immediatamente. Posso dire con assoluta certezza la scrittura della Ward, meno ponderata, ma più passionale, rende il tutto particolarmente entusiasmante, follemente appassionante e scivola via con tenerezza, dolcezza e una certa dose di avventura legata ai cavalli.

4. I personaggi.

Sia A.J. che Devlin sono da leggere, per viverne le passioni, i contrasti e le visioni di vita e lavoro. Lei è una testona che vuole dimostrare a tutto il mondo di essere brava in quello che fa, e che il merito è tutto suo e non del padre; A.J. ha un carattere passionale che prende subito fuoco, tremendamente dura con stessa e con chi le sta intorno, un pò per necessità, un pò per reggere i ritmi del suo lavoro e per ottenere il meglio.

Mi ha stupito per come si comporta con Devlin in certe situazioni, per come, nonostante tutto (ha perso molto in fin dei conti) riesca a venire sempre a patti con la ragionevolezza (per un carattere passiona non è facile) e dialogare per ottenere il meglio per la sua famiglia, con il fratello soprattuto e con la matrigna. L'ho trovata un personaggio molto interessante, forte, che si legge volentieri perchè non è un personaggio stereotipato o irraggiungibile, è fallace, questo è certo, ma è anche estremamente buona e coraggiosa non solo nel senso di spericolata con i cavalli, ma anche nell'abbandonare l'unica vita che conosce e imbarcarsi in quello che crede e lottare in ciò che ritiene giusto, anche con un pò di insensatezza.

D'altro canto è bellissmo Devlin, il quale non solo colpisce fisicamente, ma anche per il suo essere estremamente introverso, testardo, deciso, dimostrazione di quanto abbia potuto essere ponderato e puntuale negli allenamenti, ma allo stesso tempo è dolce, tenero e protettivo verso A.J., ne ha una paura folle, ma ciò rientra nel suo carattere, nel suo temere l'attacamento alle persone, agli affetti. Nonostante ciò, proprio tutto questo suo essere restio, rende i passi verso A.J. ancora più intrisi di significato, ancora più speciali.

5. Non mi sento di aggiungere molto altro, no, non crediate che così si apiù semplice, ma un pò  non vorrei rovinarvi la sorpresa dei personaggi, della bellezza dei contato con i cavalli, un pò perchè a volte dicendo troppo si dice veramente troppo rovinando un pò le cose, e non vorrei farlo assolutamente, perchè questo romanzo è uno di quei motivi per cui nonostante le curve e le sbandate della vita a volte credo ancora di un pallido sogno romantico.

Mi è piaciuto moltissimo, non so se ve ne eravate accorti, per cui ve lo consiglio. Assolutamente!

Consigliato!!

Jessica Rowley Pell Bird (Massachusetts, 1969) è una scrittrice statunitense. Con il nome Jessica Bird ha scritto romanzi d'amore, mentre, sotto lo pseudonimo di J.R. Ward ha scritto la serie della Confraternita del pugnale nero, serie che le ha fatto vincere un RITA Award per il miglior paranormal romance. Inoltre, la serie, è stata al primo posto della lista dei best seller di riviste come il New York Times e il USA Today.
lunedì 30 dicembre 2013

Sonzogno a gennaio ci regala la bellezza di luoghi esotici ...

Ed ecco che Sonzogno, dopo aver ritrovato una nuova veste grafica, averci regalato il piccolo gioiellino della nuova serie della Macomber (di cui trovate la mia recensione qui: http://bostonianlibrary.blogspot.it/2013/12/recensione-la-locanda-di-rose-harbor-di.html ) ecco che porta alla nostra attenzione due romanzo molto interessanti. 
La prima storia ci porta nel lontano oriente prima di passare a New York e Parigi introducendoci alla cucina e all'amore con (e per) i Soufflé. 
Il secondo romanzo, invece, vincitore nel 2013 dello "Stella Prize" e del "New South Wales Premier's Literary Awards" arriva dalla lontana Australia e ci parla di ornitologia e l'amore in età matura o, meglio, come da comunicato Sonzogno "Un uomo e una donna, immersi nel regno della natura australiana, scoprono il linguaggio della seduzione. Anche grazie a un raro trattato di ornitologia...". 
Curiosi? Andiamo a leggere le trame allora!! Buona lettura.







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Soufflé
di Asli Perker
pagine 304
prezzo
Sonzogno
15 gennaio 2014
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Da New York a Parigi a Istanbul, un meraviglioso libro di cucina unisce Lilia, Marc e Ferda, alla ricerca della ricetta magica in grado di fornire le istruzioni per ottenere un soufflé presentabile. 
cover originale
A New York, costretta all'improvviso a prendersi cura del marito colpito da un ictus, Lilia ritrova leggerezza e allegria in cucina, dove prepara per ore gustosi piatti esotici al suo nuovo inquilino. 
A Parigi, in lutto per la perdita della moglie, Marc è incapace di sostenere la vista di una cucina vuota e, quasi senza rendersene conto, per sfuggire al suo dolore si ritrova a imparare l'inafferrabile arte di cui sua moglie era regina. 
E a Istanbul, Ferda, madre e moglie affettuosa, nonché cuoca appassionata, si sbizzarrisce tra mille ricette cercando una via di fuga da una madre irrimediabilmente ipocondriaca.



"Un libro divertente, commevente, intelligente 
che coglie il vero significato di "famiglia"
 esplorando il potere reale del cibo. Delizioso, in tutti i sensi" 
DAILY MAIL

"La voce viene dalla cucina, terrirotiro delle donne,
 ma è così potente da occupare l'intera casa" 
SABAH NEWSPAPER

"Una storia che ricorda Chocolat di Joanne Harris molto da vicino" 
STYLIST

Asli Perkerè nata a Smirne, vive tra la Turchia e New York e scrive per diverse testate. Soufflé, venduto in diciassette paesi, è il suo terzo romanzo, il libro che ha segnato il suo succeso internazionale. Il suo sito: asliperker.com
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Rituali di 
corteggiamento
di Carrie Tiffany
pagine 30 circa
prezzo ---
Sonzogno
15 gennaio 2014
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Giratela come volete, ma noi umani siamo terribilmente simili agli animali, basta guardare gli uccelli in amore. 
cover originale
Questo è ciò che ha sempre pensato Harry, robusto agricoltore sulla cinquantina e ornitologo per diletto. 
Nel bush australianoi, Harry si dedica alla sua grande passione: lo studio degli uccelli selvatici. 
È appena arrivata una nidiata di kookaburra, che diventa per lui motivo di forte eccitazione. Puntando il binocolo sulle abitudini di queste creature affascinanti e bizzarre, Harry capisce di avere ancora molto da imparare sulla vita. E mentre osserva i pennuti e i loro rituali di seduzione, c'è chi ha puntato il proprio binocolo su di lui: è la vicina di casa, Betty. 
La donna si è da poco trasferita in campagna con i due figli ed è felice che il maggiore, Michael, trascorra molte ore in compagnia del contadino della porta accanto: certi non alla maniera dell'igene scolastica, bensì con poetica crudezza, inegnando a Micheal le astuzie del corpo femminile e dell'accoppiamento. E così, tra i riti della campagna, circondati dalla sensualità della natura si accumula tra i due una crescente elettricità erotica, come alla vigilia di un temporale estivo.
Questo romanzo celebra la lussuria acerba e l'amore maturo. E' un inno ai ritmi della natura: uccelli viziosi, mucche verginali, cani adorati, pecore usate in modo improprio. E, con i suoi spudorati fatti e misfatti, invita a scoprire la profondità, docle e vertiginosa, dei rapporti umani.

"Una storia garbata, bellissima, e improvvisamente sensuale" 
The Guardian

Carrie Tiffany, nata in Inghilterra e cresciuta in Australia Occidentale, dopo aver lavorato come ranger nei parchi naturali si è trasferita a melbourne dove fa la giornalista. Questo è il suo secondo romanzo. Vincitore nel 2013 dello Stella Prize e del New South Wales Premier's Litery Award, è stato finalista di altri prestigiosi premi come l?orange Prize, il commonwealth Writer's Prize, il Miles Franklin LiteraryAward, e il Guardian First book award. Il titolo originale del romanzo Mateship with birds è un omaggio al naturalista australiano Alec Chilshom e alla sua monografia sugli uccelli data alle stampe per la prima volta nel 1922.
domenica 29 dicembre 2013

Recensione Racconto "Regalo di Natale" di Jo Jo Moyes + Anteprima "Luna di miele a Parigi"


 







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Un regalo di 
Natale
di Jo Jo Moyes
pagine 4
prezzo 2€
Vanity Fair
27 dicembre 2013
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Considerazioni.
Ho per caso trovato in edicola un piccolo gioiellino dritto dritto dalla penna di Jo Jo Moyes, la quale per Natale mi ha fatto davvero emozionare e commuovere un pò con questo racconto che non raggiunge le 4 pagine e che trovate su Vanity Fair.

Di cosa parla? Presto detto (anche se non posso sbilanciarmi troppo, dato che il racconto è davvero molto breve!) ci troviamo per le vie luccicanti, colorate e festosissime di Londra dove ci imbattiamo in Chrissie, la quel sta cercando di soddisfare le richieste natalizie di suo marito (un despota che vuole che tutto, ma proprio tutto, sia perfetto, dando la colpa delle "sbavature" preparatorie a Chrissie) e tra la ricerca di un profumo costoso ed introvabile tra le strade trafficatissime di Londra (per la suocera che la odia), le telefonate del marito che la interrompono nello shopping per vedere "che tutto vada bene", la ricerca un formaggio ancor più costoso del profumo (sempre per la suocera che mangia solo quello a Natale, grrr!) e la voglia matta di fuggire dalla sua amica a Barcellona, ecco che Chrissie di imbatte in un taxista loquance che l'aiuterà a fare tutto in tempo (ed anche riflettere sulla sua situazione familiare, non poco infelice) dove e con chi è meglio vivere il Natale.

Racconto breve ma intenso. Come al solito la Moyes affronta il tema natalizio a modo suo, e questo equivale a dire che ci sarà un momeno di riflessione profondo con sfondo scintillante (per via del Natale) che permette in poche brevi pagine di carpire un momento fondamentale e di svolta per una protagonista alla quale ci si affeziona immediatamente e per la quale si prova un'epatia al primo accenno.
Ho trovato meraviglioso il dialogo intavolato (e vero protagonista della storia) con il taxista che porta Chrissie da una parte all'altra di Londra e che l'aiuta a comprendere, facendo un punto della situazione piuttosto dolce (anche se stempetato dall'amarezza), della sua vita e di quello che veramente vuole dalla vita oltre che un marito algido e anaffettivo (non vuole figli, non vuole problemi, nemmeno un'imperfezione nella sua vita, qualcosa che possa increspare la sua vita insipida e perfetta) e una suocera che verrà sempre prima di tutto e tutti per l'uomo che ha sposato, purtroppo ...

Insomma, in 4 pagine ho letto una vera e propria storia di Natale, di quelle classiche e canoniche, in una sorta di dejavu dickensiana e in un certo senso redentiva che mi è proprio piaciuta e che mi sento di consigliarvi se passate in edicola!!

Consigliato!!

 

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Al centro di questa narrazione due romantiche e tormentate storie d’amore – quella di Sophie e Edouard Lefevre in Francia durante la Prima guerra mondiale e, circa un secolo dopo, quella di Liv Halston e suo marito David.


 


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Una luna di miele
a Parigi
di Jo Jo Moyes
pagine 96
prezzo 3.90
Mondadori
2 gennaio 2014
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Luna di miele a Parigi è il prequel – uscito in Inghilterra solo in e-book – di La ragazza che hai lasciato che pubblicheremo in primavera e si svolge alcuni anni prima degli eventi narrati nel romanzo, quando le due coppie si sono appena sposate.
cover originale
Sophie, una ragazza di provincia, si ritrova immersa nell’affascinante mondo della Belle Epoque
parigina ma si rende conto ben presto che amare un artista apprezzato come Edouard implica qualche spiacevole complicazione.
Circa un secolo più tardi anche Liv, travolta da una storia d’amore appassionante, scopre però che la sua luna di miele parigina non è la fuga romantica che aveva sperato..
Una novella che in sole cento pagine racconta due intense storie d’amore, poetiche e delicate, che piaceranno moltissimo a tutte le lettrici di tutte le età.
Una buonissima scrittura, una lettura appassionante che non deluderà chi ha già letto Io prima di te, un autentico successo nato grazie al passaparola.

Jojo Moyes (1969) è nata e cresciuta a Londra. Scrittrice e giornalista, ha lavorato all'«Independent» per dieci anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Attualmente è una delle più affermate scrittrici in Inghilterra e i suoi romanzi sono sempre in testa alle classifiche. Grande successo di critica e di pubblico ha riscosso anche in Italia Io prima di te, che in Inghilterra è risultato il libro più votato nella storia del "Richard and Judy Book Club".
venerdì 27 dicembre 2013

Recensione: "La tredicesima storia" di Setterfield Diane.

La tredicesima storia






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La tredicesima storia
di Setterfield Diane
Prezzo 12€  
Pagine 440 circa
Oscar Mondadori
già disponibile
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Margaret Lea è una giovane libraia antiquaria che, negli anni trascorsi con il padre tra pagine immortali e volumi sepolti dall'oblio, ha coltivato una quieta passione per le biografie letterarie in cui di tanto in tanto si cimenta. 
cover originale
La sua prevedibile esistenza viene sconvolta il giorno in cui Vida Winter, sfuggente e carismatica scrittrice alla fine dei suoi giorni, la incarica di scrivere la sua biografia ufficiale. 
Margaret parte alla volta dell'isolata magione dell'anziana autrice, nelle campagne dello Yorkshire, e rimane immediatamente stregata dalle vicende della singolare famiglia Angelfield e dalla sorte di un misterioso racconto che Vida Winter non ha mai voluto pubblicare... 
La tredicesima storia dipana così davanti agli occhi del lettore non solo il tempestoso trascorrere di esistenze avvolte dal segreto, ma anche la complessa, intensissima amicizia tra due donne di differenti generazioni che, dietro la magica finzione del narrare, troveranno l'una nell'altra verità su se stesse a cui mai sarebbero potute arrivare da sole.

 
Considerazioni.

"Non ce l'ho con gli amanti della verità, ma con la Verità stessa. 
Quale sostegno, quale consolazione nella Verità, a paragone di una storia? A che giova la Verità a mezzanotte, al buio, quando il vento ruggisce nel comignolo come un orso?
Quando il lampo sprigiona ombre sulla parete della stanza e la pioggia bussa alla finestra con le sue lunghe unghie? No: quando paura e freddo ti immobilizzano a letto come una statua, non aspettarti che la scarna e ossuta Verità accora in tuo aiuto.
Quello che ci vuole è il pingue conforto di una storia: sentirti placare, cullare dalla sicurezza di una bugia".
Magia. Non trovate? La Setterfield ha qualcosa che trovo raramente nelle scrittrici moderne: il dono dell'aulica perdizione nei dettagli concreti, della vita quotidiana, che permettono di permeare nella coscienza e fare riflettere, ma senza angustiare il lettore.

Si, mi è piaciuto parecchio questo romanzo, un pò per come la Setterfield scrive, un pò anche per la trama che mi ha proposto con questa storia che parla di libri, di misteri, di libri, di scoperte (anche di se stessi) e di persone.

Tutto comincia con Margaret Lea, una libraria di Cambridge - la quale ha una vita semplice destreggaindosi tra la libreria del padre (dove vive tra volumi immortali sepolti dal tempi e polverosi per natura)  e la sua colta passione per le biografie dell'800 - riceve una lettera, ma non da una persona qualunque, bensì dalla più grande scrittrice inglese di tutti i tempi: Vida Winter. 
La Winter, infatti, oramai al congedo dai suoi giorni terreni, vuole che sia proprio la giovane Margaret a scrivere la sua biografia, in quanto vuole finalmente svelare tutti i segreti che serba del suo passato, senza lesinare nulla. La richiesta è molto strana, in quanto la Winter è sempre stata molto restia a concedere la sua vita privata al pubblico, tuttavia, seppur con una certa riserva, anche perchè serba un certo timore reverenziale per il quale non si sente in grado di farlo a dovere, Margaret accetta.
Prima di recarsi però dall'anziana donna trova, tra i volumi del padre, un'edizione de "Cambiamento e disperazione, tredici racconti" della Winter, edizione particolare in quanto oltre ad essere stranamente collocata tra i volumi rari del padre, costituisce anche un mistero letterario vero e proprio, in quanto i racconti, all'inteno del romanzo, sono solo 12 e non 13, come indicato anche nel titolo: infatti, dopo solo una prima edizione, il romanzo fu ritirato dal commercio per entrare nella leggenda orbitante intorno alla Winter.
Il libro conquista Margaret che lo trova affascinante e lo custodisce come se fosse un tesoro, a maggior ragione in vista del suo trasferimento nello Yorkshire per lavorare alla biogradia della Winter, che si rivela essere una donna dall'oscuro passato e dal magnetico fascino.
Man mano la Winter inanella a Margaret gli episodi della sua vita in un caledoscopio di amori, dolori, segreti e misteri che avvolgono la sua esisteza, quest'ultima ne rimane avvinta, più di quanto avesse potuto credere possibile.


E' un romanzo che anche se scritto nel nostro decennio sembra provenire dritto dritto da un altro secolo, e propio per il fatto che coglie così bene l'animo passato, con delicatezza, eleganza e stile, riesce a rievocare un'Inghiterra che non esiste più, se non nei romanzi d'appendice o  in quelli scritti in quell'epoca.

La Setterfield crea infatti un romanzo dove i principali protagonisti sono due donne (opposte l'una all'altra), a parte qualche altra persona che ogni tanto fa capolino (come le due coppie di fratelli) una brughiera silenziosa, i rumori della vecchia casa in cui albergano, le presenze ectoplasmatiche non proprio desiderate, gli eventi atmosferici che imperversano fuori dal caldo tepore della magione della Winter e i sentimenti che vengono rievocati dall'anziana signora e legati ad un passato che non riesce, almeno nella mente della Winter, a rimanere sepolto.

La prima cosa che mi viene in mente, per descrivervi questo romanzo è "suggestivo", in quanto con i suoi misteri, i suoi ricordi, la sua ambientazione e la creazione della suoi imperfetti ma giustissismi protagonisti trovano un modo poetico, antico e splendido per risploverare un genere di storie che non si raccontano più, molto evocative (di suoni, dettagli, ecc...) dove la trama gialla si mescola e sconfina nella perfezione di una vita consumata (in questo caso della Winter) dalla passione, dal ricordo, dal rimpianto che si trova legata ad altre vite (come quella di Margaret), altre esistenza che portano in primo piano, in ultimo, sempre i libri (fulcro del romanzo) in quanto, come confessa, per bocca dei suoi personaggi, la Setterfield “Leggere, in fondo, in un certo  senso, significa custodire” ed ecco la comprensione per la presenza di Margaret, la comprensione del perchè di una biografia “Quando ero piccola per me i libri erano tutto. Perciò dentro di me resta sempre una brama nostalgica per il piacere perduto dei libri”, anche se, come comprenderemo alla fine del romanzo, non costituiscono il solo scopo dell'anziana signora.

Bello, e dico bello per intendere veramente molto appassionante, come la Setterfield intersechi la vita di Margaret a quella di Vida, come leghi il passato delle due donne, il loro prossimo fututo, come immerga il tutto in un mistero appassionante, che si dipana con vera grazia, forbita e lucida passione che traspare ad ogni considerazioni, ad ogni passo, ad ogni frase.

Ho amato molto questa storia, per quanto mi rigurda ha toccato corde profonde del mio animo, ha strappato un velo al sotto del quale si celano frasi che mi hanno colpito profondamente, veramente molto intelligenti proprio perchè, come dice la Setterfield Le parole hanno un non so che, in mani esperte, adoperate con maestria, ti fanno prigioniero”. Mi arrendo dunque ad una  dolce resa.





Sono entusiasta!!

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Diane Setterfield (Reading 1964) è una studiosa di letteratura francese del ventesimo secolo. Vive nello Yorkshire con il marito. La tredicesima storia, il suo primo romanzo, ha ottenuto un clamoroso successo in tutto il mondo.

giovedì 26 dicembre 2013

Recensione: "Nord e Sud" di Elizabeth Gaskell.

 
 



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Nord e Sud
di Elizabeth Gaskell
pagine 560
prezzo 15€
Jo March agenzia letteraria
già disponibile
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Sono le due polarità geografiche e la maturazione della protagonista a fornire i temi cardine del romanzo:
Margaret, trasferitasi da Helstone, fiabesco villaggio del sud, a Milton-Northern, popolosa città manifatturiera del nord, si trova bruscamente immessa nel mondo nuovo, e per molti aspetti irriconoscibile, prodotto dall'industrializzazione.
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cover originale
La famiglia Hale, che coltiva valori tradizionali, è totalmente estranea alla frenetica vita del centro industriale in piena espansione, alla nascente lotta di classe fra padroni e operai, all'inquinamento e al degrado sociale.
Attraverso l'occhio di un'anima incorrotta, Elizabeth Gaskell rappresenta così la corruzione dei tempi nuovi, e non li condanna.
Anzi auspica soluzioni che sintetizzino i due opposti, la vita arcaica e quella moderna, in modo che la prima dia contenuto alla seconda.
Grazie al vissuto doloroso, suo e dell'ambiente soffocato che la circonda, la sua eroina acquisisce identità, supera i pregiudizi e apprende una nuova etica, incarnando la "congiunzione" fra passato e futuro, fra uomini e donne, fra padroni e operai. Fra nord e sud.

 

* Tutte le immagini sono tratte dallo sceneggiato "NORD e SUD" della BBC, trasmesso  nel mese di dicembre 2013, anche da LaEffe, per l'Italia, sul digitale terrestre.

Considerazioni.
Romanzo corposissimo - sia in quanto ad avvenimenti e argomentazioni sociali sollevate (modernissime, all'epoca in cui scrivere e tutt'ora) - che da qualche anno è approdato in Italia grazie ad una casa editrice che cerca di riportare alla luce piccoli capolavori sfuggiti fino ad ora alle grandi case editrici.

La Gaskell infatti, è purtroppo ancora una lettura "di nicchia", nel senso che se non si conosce la sua esistenza, difficilmente la si cerca e in libreria, ma che una volta scoperta crea dipendenza e ci si innamora della sua scrittura capace, della sua profonda cultura sia religiosa che letteraria e soprattutto la sua intelligenza sottile eil suo animo passionario per le tematiche che lestanno a cuore e con cui conquista anche involontariamente.

Nord e Sud è sicuramente il romanzo che preferisco della Gaskell (anche se Ruth, che trovate tradotto in italiano, non è affatto male e ve lo consiglio) che ha come tematiche portanti il contrasto tra il nord ed il sud dell'Inghilterra e i contrasti sociali tra padroni e operai, sullo sfondo di una storia d'amore che appassiona in particolar modo per un protagonista maschile, il Signor Thornton, particolarmente freddo e distante. 

Ma, giusto per darvi un quadro del romanzo di cui vi sto parlando, è bene parlare della trama, che vede come protagonista Margaret, giovane donna che vive a Helstone, nel sud dell'Inghilterra, con il padre, ministro della Chiesa locale e la madre (distrutta per il dolore per il figlio, che è costretto a vivere lontano dall'Inghilterra, vi lascio scoprire per quali motivi). Presto le cose volgono al peggio per Margaret, in quanto il padre, scosso da una profonda crisi mistica, abbandona la fede e decidendo di dedicarsi all'insegnamento (come nuova fonte di guadagno), trovando posto come insegnante a Milton, città del nord, presso cui tutta la famglia Hale si trasferisce in breve tempo. 
Margaret, inizialmente molto poco propensa a trovare piacevole la nuova cittadina industriale,  molto diversa dal suo paese natale, instaura man mano amicizie tra gli operai della cittadina, ed in particolare con la famiglia Higgins, che la portano a varie considerazioni sull'industria, sui sindacati, sulla situazione degli operai, sulle decisioni ed il comportamento dei padroni.

Proprio la giustizia profonda e il volere un trattamento equo e dignitoso per gli operai porta Margaret a parteggiare per questi ultimi e a scontrarsi con la mentalità dei padroni, soprattutto quando di trova in compagnia di uno di essi, allievo di suo padre e padrone di Bessy Higgins (la ragazzina molto malata a causa delle condizioni insalubri in cui  i bambini dovevano lavorare all'epoca), John Thornton
Margaret, molto presto, ed a causa di alcuni avvenimenti, si troverà a provare qualcosa di molto simili all'affetto (assolutamente ricambiato) per il gelido e scostante Thornton, ma fraintendimenti, lutti, ambiente sociale complicato rendereanno la storia veramente molto complicata.

Dicevo, dunque, contrasti. Questa secondo me è la chiave di lettura di questo romanzo, ciò che rende tutto chiaro, leggibile, iperscrutabile una volta inteso. 

Contrasto è fin dall'inizio quello che prova Margaret quando di trova in una nuova cittadina buia, opprimente, irrespirabile e cupa, assolutamente diversa dalla sua Helstone luminosa, immersa nel verde, dall'aria leggera, profumata e calda. Contrasto è quello che trova paragonando la gente di Helstone (cordiale, gentile, disponibile, allegra, anche se un pò grezzo) a quella di Milton (scontrosa, arrabiata, abbruttita). Contrasto ancora quello che vediamo tra operai (dalle condizioni misere, insalubri, inique) e i padroni (molto spesso avidi, sfruttatori, menefreghisti, attenti al profitto). Constrasto ancora quello che vediamo sussistere sin dal primo momento tra Margaret e Thornton: lei molto passionale all'esterno, combattiva, determinata, ma estremamente riservata nel sul intimo, ingenua quasi per molti aspetti, troppo buona, quasi; lui gelido al suo esterno, quasi impenetranbile, ma dolcissimo, ardente nel suo profondo, profondamente giusto, equo e onesto, a differenza di molti padroni (cosa che lo contraddistingue moltissimo dagli altri suoi simili).

Personalmente ho trovato particolarmente bello questo romanzo perchè bilancia benissimo la parte sociale, sulla lotta di classe, con la parte sentimentale, facendo dei due filoni uno inscidibile dall'altro, inestricabile quasi. Margaret è coinvolta e divisa tra i sentimenti per Bessy, la sua condizione e quella per Thornton, quest'ultimo, da parte sua è inscindibile dalla sua professione, che lo definisce e ne esalta tanto i pregi quanto i difetti e la sua passione totale e indiscutibile per Margaret, che gli è entrata sotto pelle, nell'animo.

Bellissimo è, e rimane, questo costrato, a mio parere, perchè incarna, nei personaggi e nei sentimenti, il sud, con l'evidente appassionante e comune Margaret, che rappresenta la solarità, l'immediatezza, la spontaneità e il nord, con Thornton l'incarnazione del gelido e scostante nord, ma non meno appassionante, se conosciuto a fondo. Bello che i contrasti emergano a livello personale per i sentimenti (che nascono e vengono covati nel proposito) e a livello sociale con dialoghi intensi e appassionati sull'uomo, la sua condizione, da un punto di vista letterario e colto e da un punto di vista umano ed effettivo.
Il tutto, confesso, è un pò stereotipato: ambienti, personaggi, situazioni, ma è un'impostazione stilistica tipica dei tempi, inoltre l'intellegente evoluzione della trama e i dialoghi profondamente sentiti ed equamente parteggianti, nell'animo, rendono la lettura una partecipazione convinta  alla lotta sociale del tempo e al sentimento vero e convinto tra i personaggi perincipali.

Vi consiglio caldamente la lettura di questo romanzo se amate i classici, quelli in cui la narrazione di una storia sentita, ben scritta e assoltamente impareggiabile nella caratterizzazioen dei personaggi, del periodo in cui sono statei scritti e soprattutto narrano una storia romantica di quelle che vengono tratteggiate con l'acquerello  e che bruciano nell'animo per un bel pò di tempo.


Elizabeth Gaskell. Figlia di un pastore e nipote di un celebre ceramista, rimase orfana di madre ad appena un anno di vita. All'età di quattro anni fu adottata dalla famiglia di una zia materna, presso la quale trascorse buona parte della sua infanzia, a Knutsford, Cheshire, una tranquilla cittadina di campagna non lontana da Manchester. Oggi la Gaskell è ricordata soprattutto per "Cranford" e "Norh & South".
mercoledì 25 dicembre 2013

Per questo Natale vi auguro ...


Di passarlo in compagnia delle persone che più amate 


 di non brancolare nel buio 


 per trovare quello che state cercando


 che siano sorprese


canditi, biscotti


doni  


 o calore


ovunque voi siate

 Vi auguro



Endimione

martedì 24 dicembre 2013

Recensione: "Downtown Abbey Stagione 1" di Julian Fellowes






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Downtown Abbey

Stagione 1
di Julian Fellowes
Prezzo €18,00
Pagine 500 circa
dal 21 novembre
Neri Pozza

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È il 15 aprile 1912 quando il Titanic affonda e più di 1500 persone perdono la vita. La notiziadella tragedia fa il giro del mondo.
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Quando arriva tra le verdi campagne dello Yorkshire, in Inghilterra, nella tenuta di Downton Abbey, il conte e la contessa di Grantham appaiono più sconvolti e turbati di chiunque altro.
Lo stesso destino che non ha concesso loro un figlio maschio, ma soltanto tre femmine Mary, Edith e Sybill, gli ha appena strappato anche il legittimo erede della loro proprietà, Patrick Crawley, morto a bordo del transatlantico.
Ora il nuovo beneficiario è Matthew, cugino di terzo grado della famiglia, un uomo «inopportuno», «scandaloso», che, in spregio a ogni nobile tradizione e costume, lavora per vivere.
Inizia così la serie più seguita e premiata della tv britannica, ideata e scritta da Julian Fellowes, già vincitore di un Oscar per la sceneggiatura del film Gosford Park, diretto da Robert Altman.
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cover orginale
In questo libro l’autore raccoglie non soltanto il copione della sceneggiatura originale, ma aggiunge svariati aneddoti sul processo di creazione dei personaggi; sulla scelta dei luoghi, in primo luogo Highclere Castle; sulla ricostruzione dettagliata degli ambienti, come le cucine d’epoca ricreate negli studi londinesi di Ealing.
Downton Abbey è un’opera «talmente ben fatta che non è necessario aggiungere nessuna battuta, ma soltanto leggerla a voce alta» per immergersi, grazie alla forza dei dialoghi e a una serie di perfetti colpi di scena, nella vita di una famiglia aristocratica di inizio Novecento, e scoprirne i crucci e le insoddisfazioni, la noia e le gelosie, i rapporti con i domestici e gli amori più inconfessabili, e godere dell’elegante ritratto di un’epoca che ha cambiato il nostro mondo per sempre.

 

Considerazioni.
Non sapete quanto aspettavo questo libro! Da appassionata di Downton Abbey (DA di seguto) sto collezionando davvero tutto quello che trovo in giro su questo bellissimo sceneggiato inglese che mi rapito il cuore.


Ultimo tassello, non per importanza (of course!), è proprio questa pubblicazione di Neri Pozza, che completa anche la mia libreria (oltre che la videoteca) con la stesura della sceneggiatura (il testo è una successione di battute come nei copioni degli attori) della prima stagione, andata in onda per noi in Italia su Rete4. 
Se avete seguito lo sceneggiato sarà facile dunque ritrovarvi nella lettura di battute, personaggi, luoghi, situazioni e piacevolmente rileggerli, con l'aggiunta di quelle scene e dialoghi inediti che per motivi di tempo - o per altro - poi sono stati tagliati nella traslazione alla pellicola (tutte spiegate dal creatore e sceneggiatore Fellowes, mitico!); oppure sarà una vera e propria scoperta assoluta per coloro che ancora non hanno nè visto, nè sentito nulla in merito a questo bellissimo capolavoro (a mio gusto) televisivo.

 

Non so dirvi di preciso perchè mi abbia preso tanto, credo un pò per tutto l'insieme, volto a  rappresentare la vita quotidiana e i drammi, tanto della nobiltà che dei sottoposti ai nobili signori che governano una magione come DA: i personaggi davvero ben tratteggiati, i dialoghi brillanti, ironici, forbiti, il tempo e la grazia che si porta dietro, con l'arte di prendersi tempo, di non avere fretta, i modi compiti, le regole di etichetta che riportano ad un eco lontano di tempi perduti (se penso alla nonbiltà e quindi ai piani alti); ma anche all'onestà, alla schiettezza, al duro lavoro, alla forza di volontà, alla durezza e a volte alle asperità della vita di un tempo (se penso ai piani bassi).
Non so, Fellowes mi ha affascinato man mano, mi ha fatto affezzionare così tanto alla famiglia Crawley, alle sue sventure, ai suo amori, alle sue cadute e alle sue rinascite, ai suoi lutti, ai suoi dolori, ma anche a quell'affetto costante, che come un alone invisibile attira, coinvolge e rapisce.


Sono tante le cose che mi hanno avvicinato a questa serie, soprattutto alla prima (in Inghilterra la serie è giunta alla quarta stagione ed è stata rinnovata per una quinta) che ci presenta tanto la famiglia Crawley, nobile, composta da:

 
Robert Crawley, Conte di Grantham
Cora, Contessa di Grantham
Lady Mary Crawley (primogenita di Robert e Cora)
Lady Edith Crawley (secondogenita di Robert e Cora)
Lady Sybil Crawley (ultimogenita di Robert e Cora)
Lady Violet, Contessa Madre di Grantham (madre di Robert)

che la borghesia, rappresentata da:

Matthew Crawley 
(futuro erede di Downton Abbey, essendo un maschio)
Isobel Crawley (madre di Matthew)

che i domestici della grande dimora, vera e propria protagonista:



Charles Carson (maggiordomo)
John Bates (valletto personale di Lord Robert)
Elsie Hughes (governante)
Sarah O'Brien (cameriera personale di Lady Cora)
Anna Smith (cameriera personale di Lady Mary)
Thomas Barrow (aiuto maggiordomo)
Tom Branson (autista)
Beryl Patmore (cuoca)
Daisy Robinson (aiutante della cuoca)
ecc... 

Non è affatto complicato come sembrerebbe gestire, rendendo protagonisti e partecipi tutti questi personaggi, che trovano un loro posto esatto sia nella storia che viene man mano inanellata - dalla capacissima mano di Fellowes - in modo perfetto e congeniale legando una storia pesonale dell'uno agli altri. Ma soprattuto è il sentimento, l'amore e il rispetto per questi ultimi che rende grande questa serie, che la eleva nella sua umanità lo sceneggiato, nella sua bellezza globale, e nell'affetto che si crea con chi guarda appassionato la storia.
Proprio la coralità delle storie rende DA quello che è, proprio i contrasti che sono presenti in tutta la storia (ricchi e poveri, fortunati e sventurati, giovani e meno giovani, scartri e sciocchi, buoni e cattivi) rende appassionante, vivace, indimenticabile questa serie, di cui si diviene dipendenti, di cui si vuole leggere ancora, di più, oltre.

Ho amato avere tra le mani lo sceneggiato, per vedere come lavora la mente di Fellowes, vedere come vedeva e vede i personaggi, come lavora per e nelle loro menti, quali sarebbero state le scene tagliate, che mi dicessero qualcosa di più dei pensieri di Lady Mary, di Lady Sybil, della mente di Lord Robert, di quanto Lady Cora serbi nel petto e soprattutto di quali altre battutte è capace la (mitica) Lady Violet (insime a Mary la mia preferita!) e le sue dissacranti battute ironiche che non mancano mai un colpo.

Insomma, io vi consiglio, qualora non lo aveste ancora fatto, ad entrare nel meraviglioso mondo di Dawton Abbey, che anche se non è un'impeccabile famiglia, attraversa le difficoltà, le penurie, le guerre, le paure, ma anche le gioie, insieme, sempre uniti per difendere e combattere per la loro famiglia, per la loro unità e per DA stessa, sempre in primo piano con le notevoli difficoltà di gestione e mantenimento che sempre comporta.

Consigliatissimo!!!

 

Julian Fellowes ha vinto l'Oscar per la sceneggiatura del film Gosford Park , per la regia di Robert Altman. Oltre a essere un celebre sceneggiatore, è anche uno dei più famosi attori britannici, coprotagonista, insieme con Jeremy Irons, di Il danno , al fianco di Pierce Brosnan in Tomorrow Never Dies e di Anthony Hopkins in Shadowlands. Vive in Inghilterra con la moglie Emma e il figlio Peregrine. Snob è il suo primo romanzo e ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico e di critica in Inghilterra.