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Innamorarsi
ai tempi
della crisi
di M.B.
Pagine 154
Pagine 154
solo ebook 0.99€
Autopubblicato
già disponibile
voto:
3/5
3/5
--o--
Considerazioni.
Nato come romanzo che non si prende troppo sul serio e che si propone di alleggerire con entusiasmo e piacevolezza la giornata (vedasi la premessa che dice "Storia senza pretese, se non quella di riuscire a far trascorrere del tempo con un sorriso e un po’ di curiosità"), nonchè cogliendo il tempo e le meccaniche del mondo di oggi, posso dire di essere soddisfatta di questa breve lettura.
Dico breve perchè in totale, il romanzo, stenta a raggiungere le duecento pagine, ma riesce a essere una lettura genuina, fresca, divertente e stilisticamente tanto fluida quanto basta per essere scartata e letta in un lampo. Partendo dalla situazione odierna di crisi economica (ma non solo) M.B. narra la storia di Dafne, una ragazza o meglio donna quasi trentenne, che si barcamena tra lavoro e sentimenti pur presentandosi entrambi precari e fugaci.
Il fatto che Dafne sia una insicura patologica non aiuta poi a concederle giusta grinta per arginare e i suoi difetti e tramutarli in punto di forza, dal quale partire per costruire quello che desidera veramente. Per fortuna ci sono gli amici, che la adorano e farebbero di tutto per vederla felice e l'aiutano ad affrontare la vita con un pochino in più di spirito!
Ovviamente a movimentare la sua vita sarà, nemmeno a dirlo, un ragazzo di nome Alessio, il quale è l'opposto di Dafne e che causerà un bel trambusto di incertezze e dubbi non solo nel suo animo ma anche soprattutto nella sua esistenza.
E' una lettura sfacciata, allegra e molto piacevole. Certo presenta dei limiti, che a mio parere sono la troppo brevità delle frasi, che interrompono troppo e troppo spesso la lettura, le spiegazioni sempre troppo presenti che costituiscono giustificazone a tutti e tutto in ogni momento; inoltre l'autrice non ha un linguaggio estremamente variegato, per cui sono presenti spesso ripetizioni di termini e frasi, ed ciò, in quanto romanzo breve, si fa notare maggiormente. Ma, pregi e difetti inclusi, mi sento di consigliarvi la lettura di questa storia se amate il romanzo gioviale, con una storia breve ma con il nobile intento di farvi divertire ironizzando sul periodaccio che stiamo passando e la prospettive non troppo prolifiche che si prospettano all'orizzonte, perchè ne nasce una bella e simpatica novella.
M.B. è un nome che l'autrice ha scelto di utilizzare per questioni lavorative. Ha deciso di autopubblicare il suo romanzo, mettendosi completamente in gioco.
Considerazioni.
Una favola che parla di un drago, Fiammifero, con sette fratelli maggiori, tutti immensamente più bravi, grossi almeno il triplo del piccolo drago, ma tutti con un cuore meno grande del suo. La storia di questo piccolo ma grande (di cuore) draghetto prenderà una rotta decisamente diversa nel momento in cui incontrerà un personaggio particolare, che lo cambierà ed in un certo senso lo farà crescere in modo inaspettatamente coraggioso e forte.
Non vi concedo molto sulla trama, in quanto non credo sia cosa buona e giusta rovinarvi la lettura di questa dolcissima avventura, ma sappiace che quella creata dalla penna di Diletta Tinti è una storia che tocca il cuore e che viene narrata in modo spiritoso, piacevole, e coinvolgente, soprattutto se pensate di coinvolgere anche dei bambini nella lettura.
E' una favola che non potrà non piacere in quanto ci sono difficoltà, problemi, avventure che presentano una risoluzione a volte goffa e un pò impacciata ma decisamente divertente e sempre e comunque al fine di rilevare tematiche importanti, come l'amicizia, il sacrificio, l'amore per il prossimo, lo spirito indomito con cui approdare alla risoluzione delle difficoltà.
La storia non è corredata da immagini che narrano visivamente il racconto, cosa che mi è dispiaciuta un pochettino, in quanto in questa tipologia di storie amo particolarmente le immagini, ma non è una favola che risente della qual cosa, solo sarebbe stato un elemento in più, ecco. Ora, invece di tediarvi oltremodo con altre parole, vorrei farvi saggiare la storia con un piccolo pezzettino iniziale ...
--o--
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Fiammifero
un piccolo
grande drago
di Diletta Tinti
Pagine 62
Pagine 62
solo ebook 0.99€
Autopubblicato
già disponibile
voto:
3/5
3/5
--o--
Considerazioni.
Una favola che parla di un drago, Fiammifero, con sette fratelli maggiori, tutti immensamente più bravi, grossi almeno il triplo del piccolo drago, ma tutti con un cuore meno grande del suo. La storia di questo piccolo ma grande (di cuore) draghetto prenderà una rotta decisamente diversa nel momento in cui incontrerà un personaggio particolare, che lo cambierà ed in un certo senso lo farà crescere in modo inaspettatamente coraggioso e forte.
Non vi concedo molto sulla trama, in quanto non credo sia cosa buona e giusta rovinarvi la lettura di questa dolcissima avventura, ma sappiace che quella creata dalla penna di Diletta Tinti è una storia che tocca il cuore e che viene narrata in modo spiritoso, piacevole, e coinvolgente, soprattutto se pensate di coinvolgere anche dei bambini nella lettura.
E' una favola che non potrà non piacere in quanto ci sono difficoltà, problemi, avventure che presentano una risoluzione a volte goffa e un pò impacciata ma decisamente divertente e sempre e comunque al fine di rilevare tematiche importanti, come l'amicizia, il sacrificio, l'amore per il prossimo, lo spirito indomito con cui approdare alla risoluzione delle difficoltà.
La storia non è corredata da immagini che narrano visivamente il racconto, cosa che mi è dispiaciuta un pochettino, in quanto in questa tipologia di storie amo particolarmente le immagini, ma non è una favola che risente della qual cosa, solo sarebbe stato un elemento in più, ecco. Ora, invece di tediarvi oltremodo con altre parole, vorrei farvi saggiare la storia con un piccolo pezzettino iniziale ...
Fiammifero non era un drago come gli altri...
Ultimo di sette fratelli, tutti molto più grandi e grossi, che non gli rivolgevano quasi mai la parola se non per prenderlo in giro, Fiammifero si sentiva diverso... Forse perché era alto appena nove Krunt e mezzo (e qualunque cosa significhi per voi la parola “Krunt” sappiate che era un’altezza veramente ridicola), o forse perché il suo corpo non era verde scuro e ruvido come quello dei suoi fratelli ma liscio e di un pallido verde acqua... e poi c’era il fatto che portava gli occhiali, e come se non bastasse non sapeva sputare fuoco! Questa probabilmente era la cosa che lo faceva stare più male: che razza di drago sono se non so nemmeno accendere una candela, si chiedeva triste!
La famiglia di Fiammifero viveva ormai da generazioni in un grande castello, da quando il suo bis bis-bisnonno paterno aveva fatto fuggire a gambe levate l’ultimo principe azzurro che aveva osato sfidarlo per liberare la bella principessa, rinchiusa nella torre più alta (sì, avete ragione, sempre la solita storia... la povera principessa imprigionata, il principe azzurro che deve salvarla, un castello... Eh, che ci volete fare, nel mondo delle favole usa così). Della povera ragazza non si ebbero più notizie certe, e nel villaggio cominciarono a circolare diverse voci: alcuni sostenevano che il drago l’avesse sgranocchiata a colazione, altri addirittura erano pronti a giurare di aver visto la principessa trasformarsi in un grosso pipistrello e volare via durante la notte, ma alcuni beninformati raccontarono che il drago le aveva risparmiato la vita, e lei in cambio aveva dovuto abbandonare in tutta fretta il suo castello e rifugiarsi in una capanna vicino al fiume: lì pare che in preda alla follia, avrebbe cominciato ad acchiappare i ranocchi che saltellavano da una foglia all’altra lungo la riva, per baciarli e sperare che uno di loro si trasformasse in principe.
Non ci è dato sapere se sia riuscita nel suo intento, ma ci piace pensare che un bel giorno, sollevando le labbra dal corpo rugoso dell’ennesimo ranocchio di turno che stringeva tra le mani, si sia ritrovata davanti un bellissimo giovane dal sorriso smagliante... Certo, quel sorriso non sarà durato molto... giusto il tempo di rendersi conto di essere finito per terra a contare le ossa rotte, ma la povera principessa che colpa ne aveva? Un attimo prima stringeva tra le mani una bestiolina di qualche etto, e un istante dopo aveva in braccio un baldo giovane di ottanta chili! Non se lo aspettava, poverina!
da "Fiammifero un piccolo grande drago" di Diletta Tinti
Diletta Tinti nasce in un freddissimo giorno (cominciamo bene!) di gennaio del 1979. Essendo appassionata di giochi di costruzioni decide di intraprendere la carriera di geometra fino a quando, intorno al 24° anno, il suo cervello le fa credere di essere una brava scrittrice.
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