La vita luminosa
di Lilly Afrodite
di Beatrice Colin
Pagine 448
Prezzo 9,90 €
Pagine 448
Prezzo 9,90 €
Beat
già disponibile
voto:
4/5
4/5
--o--
Considerazioni.
La vita di ciascuno di noi è notoriamente un complesso di elementi difficilmente definibili, quasi impalpabili ma di sicuro impatto. Luci ed ombre, peccati e segreti, amori e rimpianti, gioie e dolori, ecc...
Anche quella narrata in questa storia non è esente da queste componenti essenziali, direi quasi imprescindibili, dell'esistenza.
Conosciamo Lilly Nelly Afrodite quando è ancora un bambinetta che fatica a tenersi in piedi, che piange e non conosce ancora nulla della vita, delle sue regole e della sua (in)giustizia. Ma lo apprende presto. Quando il padre e la madre assente, poco materna e poco interessata alla maternità le vengono portati via da un proiettile che portava inciso il pegno richiesto per un tradimento, ecco che Lilly, a sei anni, viene gettata nell'ampio ventre della miseria e della solitudine, che porta il nome di Orfanotrofio.
La bimba cresce in quel di Berlino, diviene una donna, cresce in mezzo all'arido affetto di alcune suore, con la povertà come compagna e la guerra che le impone il ritmo sul quale ballare una sorda disperazione, che cupamente tinge tutto di tristezza.
E tutte queste sensazioni di vuoto e solitudine, miste alla povertà, la conducono a un'amicizia sbagliata, con una certa Hanne, che arriva come un tornato, portando una personalità dominante, trascinante per un anima leggera e bisognosa di storidimento come quella di Lilly.
Ma come tutto, nella vita di quest'ultima, nulla rimane mai abbastanza da scaldarle il cuore e riempirle l'animo. E anche Hanne sta con lei, la trascina nella sua vita ma non le concede mai veramente l'abbandono per farne parte e quindi riparte lasciando Lilly al destino irto di pericoli e affanni.
E proprio qui, tra atmosfere jazz in salsa berlinese, con tanto di lustrini, di luccicanti promesse date dall'epoca e della giovinezza, Lilly vivrà esperieze più o meno memorabili per giungere a comprendere se stessa, a crescere, maturare e affacciarsi ad un nuovo mondo.
Anche quella narrata in questa storia non è esente da queste componenti essenziali, direi quasi imprescindibili, dell'esistenza.
Conosciamo Lilly Nelly Afrodite quando è ancora un bambinetta che fatica a tenersi in piedi, che piange e non conosce ancora nulla della vita, delle sue regole e della sua (in)giustizia. Ma lo apprende presto. Quando il padre e la madre assente, poco materna e poco interessata alla maternità le vengono portati via da un proiettile che portava inciso il pegno richiesto per un tradimento, ecco che Lilly, a sei anni, viene gettata nell'ampio ventre della miseria e della solitudine, che porta il nome di Orfanotrofio.
La bimba cresce in quel di Berlino, diviene una donna, cresce in mezzo all'arido affetto di alcune suore, con la povertà come compagna e la guerra che le impone il ritmo sul quale ballare una sorda disperazione, che cupamente tinge tutto di tristezza.
E tutte queste sensazioni di vuoto e solitudine, miste alla povertà, la conducono a un'amicizia sbagliata, con una certa Hanne, che arriva come un tornato, portando una personalità dominante, trascinante per un anima leggera e bisognosa di storidimento come quella di Lilly.
Ma come tutto, nella vita di quest'ultima, nulla rimane mai abbastanza da scaldarle il cuore e riempirle l'animo. E anche Hanne sta con lei, la trascina nella sua vita ma non le concede mai veramente l'abbandono per farne parte e quindi riparte lasciando Lilly al destino irto di pericoli e affanni.
E proprio qui, tra atmosfere jazz in salsa berlinese, con tanto di lustrini, di luccicanti promesse date dall'epoca e della giovinezza, Lilly vivrà esperieze più o meno memorabili per giungere a comprendere se stessa, a crescere, maturare e affacciarsi ad un nuovo mondo.
Leggere di Lilly Afrodite mi è piaciuto soprattuto perchè la protagonista, oltre a passarne davvero delle tante, rimane sempre se stessa, matura, cresce e vive con degli ideali importanti che riesce, anche se con dolore e difficoltà, a mantenere intatti, anche se un pò ammaccati. Nonostante il romanzo parli di un periodo storico non solo importante per la Germania, ma importantissimo e quasi definitivo per le vite che ne vengono coinvolte, in particolare a Berlino, Lilly riesce a non mortificare i suoi sogni, vivere la sua esistenza e trovare la sua strada (di attrice).
Ma tra le pieghe di un'esistenza che tenta di rimanere intatta, pulita e cerca un pò di felicità, la Colin ci fa scoprire una storia parallela estremamente reale, quella di un'epoca durissima, che emerge in modo crudo nei dettagli, è ricca di descrizioni e di situazioni feroci, difficili da dimenticare (come, per la fame, l'assalto a un cavallo), che rimangono estremamente impresse, che portano indietro nel tempo, ad un tempo in cui occorreva sopravvivere in ogni modo, ad ogni costo, in cui era imperativo pensare al proprio; inoltre è una scrittura, quella della Colin, che non lesina nulla, dalle ambientazioni vividissime che emergono, sino agli aspetti caratteriali dei personaggi.
Certo, proprio per una certa impostazione scelta (quella della fedeltà alla storia e di coerenza della protagonista) il romanzo rimane volutamente più freddo e distante di quanto si vorrebbe, ma è stata una scelta necessaria per raggiungere quanto si proponeva la Colin, per cui ho compreso e accettato la decisione.
Con questo romanzo non solo vedrete scorrere davanti a voi una storia, la vita di una donna, la sua ascesa, ma vedrete anche rivivere un passato che a volte non vogliamo rivedere perchè troppo difficile da rivivire, di cui ancora oggi è difficile accettare l'immensa bruttura, l'estrema crudeltà. Anche se è difficile da leggere, ostico per quello che si vede, inaccettabile per certe cose accadute, proprio leggendo storie come questa comprendo perchè è bene ogni tanto affrontare ugualmente questi racconti. Perchè non voglio che ricapitino, perchè mi rendono più vulnerabile a certe situazioni, da cui a volte mi allontano volutamente per non soffrire, ma questo non vuol dire che non siano esistite e da qualche parte ancora esistano.
E' un romanzo che rimane impresso, che incide la memoria, che non vuole e non può rimanere dimenticato, relegato in un angolo della mente, e che in questo riesce benissimo. Non lo dimenticherete e non scorderete neppure Lilly. Storia straordinaria.
Ma tra le pieghe di un'esistenza che tenta di rimanere intatta, pulita e cerca un pò di felicità, la Colin ci fa scoprire una storia parallela estremamente reale, quella di un'epoca durissima, che emerge in modo crudo nei dettagli, è ricca di descrizioni e di situazioni feroci, difficili da dimenticare (come, per la fame, l'assalto a un cavallo), che rimangono estremamente impresse, che portano indietro nel tempo, ad un tempo in cui occorreva sopravvivere in ogni modo, ad ogni costo, in cui era imperativo pensare al proprio; inoltre è una scrittura, quella della Colin, che non lesina nulla, dalle ambientazioni vividissime che emergono, sino agli aspetti caratteriali dei personaggi.
Certo, proprio per una certa impostazione scelta (quella della fedeltà alla storia e di coerenza della protagonista) il romanzo rimane volutamente più freddo e distante di quanto si vorrebbe, ma è stata una scelta necessaria per raggiungere quanto si proponeva la Colin, per cui ho compreso e accettato la decisione.
Con questo romanzo non solo vedrete scorrere davanti a voi una storia, la vita di una donna, la sua ascesa, ma vedrete anche rivivere un passato che a volte non vogliamo rivedere perchè troppo difficile da rivivire, di cui ancora oggi è difficile accettare l'immensa bruttura, l'estrema crudeltà. Anche se è difficile da leggere, ostico per quello che si vede, inaccettabile per certe cose accadute, proprio leggendo storie come questa comprendo perchè è bene ogni tanto affrontare ugualmente questi racconti. Perchè non voglio che ricapitino, perchè mi rendono più vulnerabile a certe situazioni, da cui a volte mi allontano volutamente per non soffrire, ma questo non vuol dire che non siano esistite e da qualche parte ancora esistano.
E' un romanzo che rimane impresso, che incide la memoria, che non vuole e non può rimanere dimenticato, relegato in un angolo della mente, e che in questo riesce benissimo. Non lo dimenticherete e non scorderete neppure Lilly. Storia straordinaria.
Beatrice Colin, nata a Londra e cresciuta in Scozia, ha vissuto per anni a New York lavorando come giornalista freelance per il Guardian e numerose altre testate. Autrice di testi teatrali e radiofonici per la BBC, ha pubblicato il romanzo La vita luminosa di Lilly Afrodite, tradotto in molti paesi e pubblicato in Italia da Neri Pozza. Vive a Glasgow.
Ho entrambi i libri della Colin editi dalla Neri Pozza ma devo ancora leggerli, la nuova copertina della Beat è favolosa!Non vedo l'ora di leggerlo!!!*-*
RispondiEliminaCome sempre splendida recensione!
Grassssie !!!
RispondiEliminaDai dai Pila, che poi voglio avere anche un tuo parere :) :)
me curiosisssssssima!!!!
xoxox
Endi
*-* Ah...se ti interessa sul mio blog ieri ho pubblicato la mia recensione su "Il palazzo d'inverno"!! Mi farebbe piacere se tu passassi ogni tanto...ti lascio il link http://geekybookers.blogspot.co.uk/2014/12/recensione-il-palazzo-dinverno-di-eva.html
RispondiEliminaUn bacio
Grazie Pila per avermi indicato il tuo blog (sono molto curiosa)!!
RispondiEliminaCI passo molto volentieri, così leggo qualche tua opinione su quello che leggi!!!
Corro a vedere cosa pensi de "Il palazzo d'inverno"!!!!
xoxxo
Endi