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Il trono
ombra
di Django Wexler
pagine 580 circa
prezzo 17€
Fanucci Editore
già disponibile
voto:
4/5
4/5
--o--
Considerazioni.
Il primo romanzo di questa serie mi era molto piaciuto, quindi ho preso con assoluto entusiasmo la notizia della pubblicazione, a pochi mesi dall'uscita del primo, da parte della Fanucci di questo secondo volume (il terzo è atteso per l'estate del 2015 in America).
A distanza di poco tempo dal termine de "I mille nomi" (sono passate pochissime settimane) il generale Janus Bet Vhalnich, il capitano Marcus d'Ivoire e il luogotenente Winter Ihernglass - a seguito della scoperta delle tavolette dei Mille nomi - sono tornati nella capitale (Vordan City) a causa della morte del Re. La nuova erede al trono, che è la giovane fanciulla Raesinia Orboan, a seguito di un legame instaurato con i Sacerdoti nel Nero - che le avevano salvato la vita lasciandola "abitata" da un demone - è tenuta sotto scacco da parte del duca Orlanko, il quale conosce il suo segreto e lo sfrutta a suo vantaggio (= ricatto).
Raesinia ha però una forte personalità e una grande forza di volontà e, nonostante la sua situazione molto precaria, cerca di opporsi al ricatto di cui è vittima cercando di evitare che Orlanko possa realizzare il desiderio di divenire il nuovo Re.
Raesinia, infatti, scappa e da quel momento in poi il suo scopo sarà quello di creare una vera opposizione al potere di Orlanko, essendo disposta anche ad arrivare a compiere una vera e propria rivolizione, se necessaria.
In tutto questo Janus, Marcus e Winter, quando giungono in quel della capitale dopo aver lasciato le fila dei Coloniali, trovano una città che vive nell'estrema povertà, che è lacerata dalle lotte intestine dei potenti che la governano e che si strappano il potere senza pensare a chi è governato, ma si trucida per possedere qualcosa che abita solo nelle loro menti.
Il Re, però, in un ultimo atto disperato nomina Janus Ministro della Giustizia (per contrastare marginalmente il potere di Orlanko), Marcus Capo della guardia cittadina e Winter quale infiltrato nelle file di coloro che vogliono destabilizzare il governo. Ma le cose sono peggiori di quanto il Re potesse prevedere ...
Perchè la situazione tesa non deriva solo dalla una lotta interna, ma anche da azioni invasive esterne, perchè oltre alle truppe di Orlanko che marciano verso la capitale, anche grandi potenze cercano di destabilizzare politicamente Vordan, che deve affrontare intrighi di palazzo, lotte intestine e un'erede in pericolo. Questa è la situazione nella quale Wexler muove i suoi personaggi e gioca le sue carte per intrappolare il lettore in un'avventura ancora più coinvolgente.
Questa serie mi sta piacendo perchè riesce a essere molto varia, riuscendo a cambiare molto spesso vedute, componendo un grande quadro con pezzetti molto diversi e minuscoli, riesce a essere avventuroso, molto fisico, ma poi tira fuori anche quell'animo riflessivo e intenso che si coglie perfettamente in questo secondo capitolo.
"Il trono ombra" è un romanzo in un certo senso è piuttosto diverso da "I mille nomi" dove vi era più fisicità, con battaglie, intensi conflitti, duri scontri e lotte. Qui infatti Wexler predilige la riflessione, che è preponderante nelle quasi seicento pagine del romanzo e che emerge per acclarare non solo la bravura narrativa di Wexler, ma anche e soprattutto per chiarire i punti di maggior criticità che erano stati intessuti nel precedente romanzo.
In "Il trono ombra" Wexler ci introduce in intrighi di palazzo, al pensiero interiore dei vari personaggi, che pensano al loro passato, alle loro vite presenti e passati e cercano un punto di forza per affrontare il proprio futuro, che appare quanto mai incerto. Ma è un volo pindarico che conduce alla fisicità, allo scontro, alla lotta politica, alle lotte di palazzo e che a seguito di queste riflessioni diviene però più consapevole e maturo.
Maturo ed intenso anche lo stile adottato da Wexler, che migliora e cresce ad ogni romanzo. Certo non siamo ai livelli di Sanderson (ma diciamoci la verità, chi lo sarebbe??) ma mi è molto piaciuto, mi ha catturato. Wexler è efficie nella sua scrittura, va veloce, senza particolari approfondimenti descrittivi, senza appesantire la storia con troppi dettagli, andando semplicemente dritto al sodo del discorso, scorrendo fluido e veloce.
Complessivamente ho apprezzato davvero molto questo romanzo e lo consiglio (ovviamente previa letture del romanzo precedente) in quanto è un bell'intreccio narrativo commisto ad bel sottotesto importante di tematiche, che risulta importante ma non ridondante, profondo ma mai noioso e apprezzabile soprattutto per lo stile di un narratore capace.
Django Wexler si è laureato all’università Carnegie Mellon di Pittsburgh
in scrittura creativa ed informatica ed ha lavorato proprio per
l’università in un progetto di ricerca sull’intelligenza artificiale.
Successivamente è stato assunto dalla Microsoft ed ora vive a Seattle
insieme a due gatti ed una montagna di libri. Quando non è impegnato
nella stesura della sua serie, The Shadow Campaigns, litiga con i
computer, dipinge soldatini e si intrattiene con qualunque genere di
gioco.
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