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giovedì 10 maggio 2012

Recensione "La vita eterna" di Marie Corelli



Premessa:

Ci sono delle volte in cui sento il bisogno, la necessità di mettere da parte per un attimo i libri di evasione e di leggere dei romanzi che mi facciano in qualche modo riflettere. Sapete, del tipo, chi siamo, dove andiamo, ecc... 
Non necessariamente questa tipologia di letture deve essere un saggio o filosofia pura, ma esistono dei romanzi intelligenti, scritti con sagacia, che mascherano la sostanza in dialoghi brillanti, in intagini intuitive dell'ovvio, e soprattutto non impartiscono lezioni ma sollevano dubbi. Magari pur propendendo evidentemente per un concetto o una filodofia di vita o di religione, lasciano spazio a chi la pensa diversamente di continuare a farlo, ma nediscutono.


La vita eterna
Marie Corelli
Gargoyle 
pp. 357, 
18 € 
 dal 29 marzo 2012

Dopo questa premessa, oggi vorrei consigliarvi un libro scritto da un'autrice veramente ma veramente molto capace, di cui non avevo ancora letto nulla fino ad ora e che si colloca proprio in questa categoria di scrittori.

La Scrittrice:

Il suo nome è Marie Corelli, figlia illegittima di Charles Mackay, poeta e autore di canzoni scozzese, poco più che trentenne Mary Mackay (Londra 1855 - Stratford-on-Avon 1924) si creò una nuova identità trasformandosi in “Marie Corelli” e iniziando una strepitosa avventura letteraria ed editoriale.  Tra i suoi romanzi troviamo "Vendetta - The Story of One Forgotten" (1886) tradotto con "Vendetta!" e pubblicato n Italia dalla casa editrice Gargoyle nel 2011, Thelma (1887), Wormwood (1890), Temporal Power (1902), God’s Good Man (1904), Holy Orders (1908), Innocent (1914), The young Diana (1914) – tutti, a partire dal 1915, più volte adattati per il grande schermo - e  "Ziska. La strega delle piramidi" (1897) edito dalla Castelvecchi editore sempre nel 2011 e il popolarissimo "The Sorrows of Satana" (1895) che ha ispirato l’omonimo film di David W. Griffith.
La Corelli arrivò a vendere anche 100.000 copie l’anno, diventando la regina dei bestseller d’epoca tardo-vittoriana ed edoardiana, nonché l’autrice prediletta di personaggi illustri tra cui la Regina Vittoria, Margherita di Savoia, l’Imperatrice Elisabetta d’Austria, il poeta Alfred Tennyson e il Primo Ministro britannico Gladstone.

Ma vediamo grossomodo la trama del romanzo:
In un’estate eccezionalmente calda la protagonista – voce narrante della storia – riceve un curioso invito; Morton Harland, un milionario americano, vedovo e con velleità letterarie, conosciuto per caso anni prima a Londra, vuole che lo raggiunga per una crociera a bordo del suo yacht. Destinazione le isole Ebridi. Al seguito di Harland vi sono la sua giovane e fragile figlia Catherine, il segretario, Mr Swinton, e un medico, il Dottor Brayle. Durante la navigazione, la compagnia s’imbatte nello yacht di un vecchio compagno di studi di Harland, Rafel Santoris. Ricco, intelligente e di mezza età, l'uomo sembra essere l'anima gemella della narratrice; tra loro scoppia subito un particolare idillio, rivelatore di un lunghissimo rapporto misteriosamente sopravvissuto ai secoli grazie a continue reincarnazioni e senza che i due siano riusciti mai, davvero, a incontrarsi. Così, per evitare il rischio di un’altra separazione, Santoris chiede alla donna di seguirlo ma lei, intuendo che la loro evoluzione spirituale è ancora lontana dal concludersi, decide di raggiungere un monastero sino ad allora interdetto alle donne, dove intraprendere un cammino di crescita interiore. Rafel Santoris, però, non si arrende: adesso che lo ha trovato, non vuole rinunciare all’amore eterno.


 nizio con il comunicarvi che nel libro la Corelli non conferisce alla protagonista un nome. Questo in quanto l’autrice, tramite l’espediente del romanzo, la utilizza come suo alterego per comunicare con il lettore, rivolgendosi a noi, esprimendo il proprio pensiero circa un numero rilevantissimo di argomenti che spaziano dalla cultura, alla felicità, all’accettazione di noi stessi, alla condanna della società maschilistica ottocentesca, alla comprensione profonda delle cose nel suo complesso, alla comunicazione tra gli individui, ecc … Pur mantenendo  quello che è il suo argomento-cardine, comune alle sue opere più importanti, come fulcro per il romanzo, e cioè quello religioso, attinente a Dio, la sua esistenza, la sua influenza e la sua percezione negli uomini. Metto le mani avanti precisando che non è un libro che cerca di convincere o imporsi in un senso piuttosto che in un altro. E’ piuttosto un’occasione per ragionarci su. In che senso? Immaginate di partecipare ad uno di quei salotti ove discorreva l’intellighenzia - nel suo periodo d’oro - e contestualizzatala nella trama appena letta. Voilà! Non lo trovate allettante?

E vi assicuro che lo stimolo in tal senso nel lettore non manca:

[…] Forse  ci sarà almeno uno tra coloro che sfogliano questo libro, che sarà interessato a sufficienza al paranormale – ovvero al lato immortale della vita e, quindi, l’unico reale – da dedicare un po’ di attenzione esclusiva all’argomento. A quella persona mi rivolgo e dico: per cominciare, lascerai il fardello di opinioni e i tuoi pregiudizi preconcetti qualsiasi essi siano? Metterai da parte le piccole  pene e le banalità che influenzano la tua personalità materiale? Ti distaccherai da ciò che ti circonda per farti spazio e accetterai di pensare assieme a me? Il pensiero lo so è l’attività più dura bellamente moderna. Ma se derideri imparare dovrai affrontare questo problema. […]

E come si può vedere da questo paragrafo il suo intento è chiaro:


[…] Penserai insieme a me? Penserai, per esempio, alla vita? Che cos’è? Alla morte? Che cos’è? Qual è l’obiettivo principale del vivere?Qual è il problema risolto del morire? Tutte queste domande devono avere una risposta, perché niente è privo di significato e niente è mai stato, o sarà mai privo di scopo. […]

Libri così non ne fanno più!
In questo romanzo in particolare si toccano i così definibili “temi alti” in quanto la Corelli porta il lettore a misurasi con il suo Io più interiore, con il sovrannaturale, ai cardini intorno ai quali ognuno si trova a dover ruotare e alle risposte che prima o poi un individuo si pone a confronto.
L’autrice utilizza come “scusa” per le sue discussioni una crociera, ove le persone che si ritrovano, grazie ai padroni di casa – il Sig. Harland e figlia - sono per molto tempo a contatto tra loro e costrette al confronto forzoso; sono riunite allo scopo precipuo della discussione e per crearla sono state riunite persone molto diverse tra loro e molto determinate nelle loro convinzioni, che sono diametralmente opposte al pensiero della protagonista. Insieme incominceranno una delle avventure più strane e straordinarie della loro vita.
Vi è da dire che sin da subito emerge la posizione della Corelli/alterego nel libro, che è indubbiamente squilibrata, in quanto si ritrova con cinque persone che la giocano palesemente per le sue opinioni, secondo loro obsolete, improbabili e non scientificamente comprovate o potenzialmente tali. Proprio in questi confronti verbali, mediante i dialoghi molto profondi, chiari e ben elaborati, emerge tutta la potenza delle convinzioni che l’autrice porterà avanti per tutto l’arco del romanzo. Lei appare sin da subito molto risoluta, indipendente, una persona equilibrata, sicura di se, di quello in cui crede, nei suoi principi - che sono in assoluto il cardine della vita. Da sottolineare, nella prima parte del romanzo, il bisogno dell’autrice di evidenziare – sottilmente - le convinzioni maschiliste degli uomini e della derisione della loro interlocutrice non tanto per gli argomenti affrontati, almeno inizialmente, quanto proprio per l’essere inferiore di chi li enuncia, della Corelli/alterego in quanto  donna. Per il Sig. Harland e soci le opinioni diverse della donna sono dovute al fatto che lei è una donna, non perché ha una mente e delle idee proprie. Ed è rimarchevole la frase, nella prefazione del libro, che risponde implicitamente alle accuse del suo tempo:


 […] “Nessuno può escludermi da quell’universo glorioso e indistruttibile, in cui ovunque io vada, ci sono il sole, la luna, le stelle e visioni di comunione con gli dei”. […]

Quella sicurezza ulteriore, quella quasi “spocchia” di cercare di provocare gli altri quasi a saperne già la risposta è data  dal fatto che lei ha già trovato una sua risposta a queste domande (o quanto meno sa dove  cercarle), le ha elaborate, dandone una risposta logica, ragionata ed individuata nella presenza di un deus ex machina – che implica e richiede il riconoscimento di una fiducia incondizionata, ma non cieca alla scienza, con cui la si sorregge empiricamente (per quanto ei possa) – e si risolve nell’esistenza di qualcosa di supremo, che l’ha  - per qualche ragione – prevista.
Il romanzo non è una storia pedante e noiosa, improntata sullo spiritualismo, una ripetuta rivisitazione di quanto conosciamo, ma un’ironica e pretestuosa occasione per comprendere il tempo in cui la Corelli vive, per sollevare le problematiche che esistono e, da un punto  di vista spirituale ed anche fisico – matematico,  parlare del mistero, dell’anima, capire quello che ci anima, quello in cui crediamo e le loro ragioni, il fondamento di quello che siamo.

Mirabile questo passaggio in riferimento all’anima:


[…] E’ stato scoperto che il radio continua a produrre calore ex novo,mantenendosi sempre una frazione di grado sopra la temperatura ambiente; anche in quel caso si tratta di elettricità prodotta spontaneamente. Tutto ciò ci insegna niente della resurrezione dei morti? Sulla “parte distrutta” che decade in pochi giorni o settimane? Sulla “radiazione” o “splendore” dell’anima, che si rafforza alla stessa velocità con cui l’altra parte, il corpo, o “parte dell’intensità accresciuta”, decade? Sulla “nuova forma della materia” e la “radioattività come concomitanza del cambiamento di forma”? Non niente di impossibile o miracoloso in un tale completamento , anche secondo la moderna scelta dei materiali; non è atro che l’azione naturale della radioattività pura o in quella composizione eterica per cui non abbiamo un nome, ma che abbiamo confusamente chiamato per secoli “anima”. […]

Quest’indagine del sovrannaturale non termina o ruota solo intorno a questo tipo di spiritualità, ma si confronta anche l’ amore ritrovato ed eterno, l’immortalità. La scrittrice, nel libro, trova infatti la sua anima gemella, un connubio di anime inscindibile e destinato a incontrarsi sempiternamente. L’anima della protagonista della Corelli e quella di un misterioso viaggiatore di origini greche si incontreranno fisicamente per la prima volta, casualmente, in questa crociera e scopriranno che lui è un amico del proprietario dell’imbarcazione, ma a differenza di quest’ultimo, che è invecchiato e malato, Santoris è rimasto incredibilmente giovane e naviga con l’imbarcazione più strana in cui i nostri avventori si siano mai imbattuti. Santoris le proporrà di continuare insieme il cammino di conoscenza (reciproca e spirituale) che la Corelli sta intraprendendo, ma non sentendosi pronta alle nuove rivelazioni, lei prende tempo, cercando risposte alle nuove incertezze e introducendosi in un luogo spirituale, un convento, proibito alle donne, sulle coste della Biscaglia a tre giorni circa da Parigi,


[…] Si fanno cose terribili […] A volte di notte è illuminata come se andasse a fuoco ein ogni finestra passa qualcosa che brilla come il sole! Lassù vive una confraternita. No, non della Chiesa!Si tratta di uomini ricchi e potenti che si dice che studino qualche strana scienza! […]

Qui incontra il Maestro Aselzion che le impone la clausura in quanto la loro congrega non ammette le donne, in quanto anime a metà.
Nascerà una bellissima parentesi in cui lei sentirà delle voci, che saranno a  loro volta oggetto di discussione circa la loro spiegazione:  sono la suddivisione all’interno del nostro io di una molteplicità di pensiero? Entità separate di noi stesse? La moltitudine del nostro io? Un mezzo per trovare e capire Dio? Passaggio di cui consiglio moltissimo la lettura è veramente molto interessante! Come anche gli estratti riportati del pensiero di Paracelso!
Il libro, nella parte successiva assume, secondo me, i tratti più gotici, ma anche forse più maturi della Corelli che inanella tutta una serie di argomenti utili alla comprensione della conclusione e alla riunione con l’amato Santoris.
La conclusione, a fine lettura,  è molto positiva e molto coerente con tutte le tematiche e le argomentazioni svolte durante l’intero romanzo, una cosa a volte difficile in questa tipologia di romanzi, quindi ancor più apprezzata.

 uesto romanzo non è un romanzo che probabilmente smuove le grandi masse al giorno d’oggi, ma  invece dovrebbe e se anche siete solo indecisi io vi consiglio di leggerlo perché è veramente una buona occasione per sondare il nostro animo: in cosa crediamo? Lo sappiamo? Che cosa vogliamo veramente? In cosa vogliamo credere, d’accordo o meno con l’autrice, non importa, l’importante è capire noi stessi.  

I libri che danno risposte non posso scavare tanto nell’animo umano quanto quelli che sollevano domande.
Ed è dal dibattito con gli altri e dalla riflessione che compiamo con noi stessi che comprendiamo chi siamo, cosa vogliamo, che cogliamo cosa può dare significato alla vita. Sono le considerazione e le scoperte che facciamo ogni giorno che danno la giustificazione ai giorni che abbiamo innanzi e che ci fanno comprendere quelli che abbiamo trascorso ed è solo in confronto che può darcelo.




Hanno detto del romanzo:

Cancellata dalle storie della letteratura, Marie Corelli è stata riscoperta dai cultural studies, e ricollocata tra gli autori del gotico post-romantico, tra i popolari romanzieri tardo-vittoriani Haggard e Conan Doyle, tra gli inventori della fantascienza e del “sovrannaturale”. Qualcuno oggi la paragona a J. K. Rowling e a Stephanie Meyer: cent’anni dopo gli effimeri trionfi di Marie Corelli, sono ancora le donne a intercettare i sogni segreti dei lettori e ad appagarli. Nessuno le considera vere scrittrici. Eppure.
Melania Mazzucco - La Repubblica

Anche se è abitudine deriderla, trovo i suoi libri affascinanti e assolutamente coinvolgenti.
Henry Miller

Una fata che scuote il mondo, con una bacchetta magica intrisa d’inchiostro.
Robert Hitchens

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