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domenica 28 ottobre 2012

Recensione: "Quando l'Usignolo" di Annarita Verzola.

Oggi ho pensato di riportarvi indietro nel tempo, ad uno stile ed una trama che non si usano più molto, ma credo molte/i appassionati di libri, lo gradiranno moltissimo.

Quando l'usignolo 





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Quando l'usignolo
di Annarita Verzola
pagine 209
prezzo 12€
Edizioni Fili d'Acquilone
già disponibile
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Un peccato di gioventù che avvelena l'esistenza di chi l'ha commesso. Un amore fraterno più forte di ogni altro legame e che gli adulti vogliono contrastare in nome di un vecchio segreto. Le vite di tre ragazzini s'incontrano e s'intrecciano negli anni delle Crociate, tra gli insegnamenti di un saggio tutore e di un abile maestro d'armi, tra slanci di generosità e meschine ripicche, fra i tormenti della gelosia e le lusinghe dell'amore.

Il primo capitolo:



La storia vista da me.
La storia si sviluppa nel periodo che va dalla metà del 1200 alla metà del 1300 circa ed è la storia di 3 ragazzi, 2 ragazzi e una ragazza: Jacopo, Vieri e Viviana.
La storia di per sè è una storia semplice, che segue la vita dei tre protagonisti - che ho menzionato prima - per buona parte della loro vita, in particolare quella dall' adolescenza all'età adulta. 
Ora, non è tanto un libro per adolescenti, quanto piuttosto sull'adolescenza e quello che ha comportato viverla in un certo periodo storico in particolare, quello del Medioevo, che diventa ancora più affascinante per la storia personale dei protagonisti che viene intrecciata all'ambito storico dalla Verzola. 

Il romanzo, che è bilanciatissimo - sia come lunghezza di pagine che di avvenimenti, rivelazione di segreti, caratterizzazione dei personaggi, utilizzo dei dialoghi - svela una mano a mano una storia classica, dove troviamo un fratellastro adottivo - Jacopo - che fin dall'infanzia non vede nella sorellastra una compagna di giochi, quanto piuttosto una meravigliosa creatura, suo unico e solo oggetto amoroso destinato a perdurare per sempre, anche se non esattamente ricambiato nel modo che lui vorrebbe. A questo rapporto ambivalente, s'incardina poi quello altresì complicato e destinato a creare inquietudini e pene d'amore di Vieri e Viviana, destinati dai rispetivi genitori a sposarsi e creare un solido collegamento tra le famiglie, oltre che vantaggioso. 
Tutte queste pianificazioni e sentimenti devono però venire a patti con qualcosa più grande di loro e delle loro volontà: la guerra, in particolare delle Crociate.
E mentre Vieri e Jacopo diventeranno cavalieri difensori della patria e della religione Viviana dovrà essere educata in convento e preparata a quello che ci si aspetta da una ragazza in quell'epoca: fare un buon matrimonio (quello imposto dal padre preferibilmente!).
Così mentre attende il suo inesorabile e predefinito destino, pensa a quello che vorrebbe, a quello che è stato, a quello che vorrebbe e quello che invece otterrà.
La storia parte quasi in sordina, scandita dal trascorrere degli anni, e dagli accadimenti. Così vediamo l'istruzione dei due ragazzi e della partenza di Viviana per il collegio/convento e proseguiamo la storia in un climax di avvenimenti sempre più importanti e fondamentali, con  decisioni, confessioni, scoperte, segreti e amori confessati e scoperti e condannati.


Le Considerazioni.
Mi è piaciuto? Si. Non ho tentennamento nel confessarlo. La credibilità della storia, dei personaggi e della ricostruzione storica mi hanno veramaente molto colpito e avvolto in una storia dolcemente intensa e profonda. Due principalmente le cose che mi hanno colpito maggiormente di questo romanzo:

a) il linguaggio dell'epoca - anche solamene tra padre e figlio in un dialogo intimo unicamente tra loro - perfettamente riprodotto. Ciò mi ha permesso di calarmi ancor più ed ancor meglio nel periodo storico di riferimento, mi ha riportato comprendere gli usi, ma anche la distanza, nonchè - di conseguenza - le difficoltà e l'integrità delle persone del tempo; ma anche l'estrema diversità tra i personaggi positivi - e quelli decisamente meno - che si incontrano nel romanzo mano a mano che il racconto procede spedito.
b) il perfetto mix che la Verzola ha saputo creare tra interessantissimi momenti storici (senza che questi prevalessero oscurando i personaggi), i personaggi (tutti estremamente curarti e ben delineati) nonchè i dialoghi, sempre funzionali e mai banali o sopra le righe.
Promuovo dunque personalmente questo romanzo e lo consiglio con molto entusiasmo, soprattutto perchè il risultato finale a cui mi ha condotto l'ho trovato ... personalmente edificante
Mi ha portato a riflettere su un momento storico importante, ma lontanissimo - quasi quanto un pallido pensiero - su un'epoca dura, difficile e schiacciante per fatica, guerre e mancanza fondamentalmente di libertà, soprattutto personale e in particolare se si occupava una certa posizione.
La Verzola ha dipinto tutto questo molto capacemente, in modo convincente, pulito,con una narrazione semplice e sempre coerente al periodo e non snaturando mai quest'ultimo in relazione ai personaggi, forzando e piegando la storia ad essi e lo ha fatto riportandomi a quel tempo in diversi, intelligenti e capaci modi.
Inoltre, in special modo rispetto alle trama, mi ha fatto pensare anche a ciò che le scelte ci conducono e al fatto che agli errori può essere posto rimedio, ma solo se si ha il coraggio di mettere da parte per un momento l'orgoglio e il proprio Io.

Consigliato? Si, se amate le stoie in costume, le buonissime ricostruzioni d'epoca, una storia delicata, semplice e raccontata benissimo!


Annarita Verzola (1959) è nata a Vigevano, la città di Eleonora Duse e di Lucio Mastronardi, ma vive a Roma. Lasciata la cattedra da precaria, da alcuni anni lavora di nuovo nella scuola, però dietro una scrivania. Ha pubblicato due testi di narrativa per la scuola secondaria di primo grado: Fiammetta dei dipinti (Liguori, 1993) e Il mistero dell'altopiano (Edizioni Raffaello, 2003). Collabora con brevi storie per bambini alla rivista Fili d'aquilone, cura un blog sulla letteratura per ragazzi, L'angolo di Annarita, e un sito di traduzioni dedicato alla raccolta di fiabe del folklorista scozzese Andrew Lang, Le favole di Lang.

2 commenti :

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