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martedì 19 febbraio 2013

Intervista "La Cappella dei penitenti grigi" di Lanteri e Luini

Ieri vi ho lasciato la recensione da leggere mentre oggi ecco vi propongo le domande che ho prontamente fatto ai due autori che mi hanno tanto appassionato in questo romanzo...
Siete curiosi? Fate bene perchè Lanteri e Luini si sono gentilmente prestati ad una intervista molto divertente e molto piacevole che mi ha permesso di conoscere un pochino meglio il loro romanzo e le loro personalità!!

Venite...







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La Cappella
dei 
penitenti grigi
di Lanteri e Luini
Pagine 448
Prezzo 16.90
Nord
dal 24 gennaio
--o-- 






Al tenue chiarore della luna, le paludi che circondano la cittadella medievale di Aigues-Mortes restituiscono alle autorità il cadavere di una donna: si tratta di Deanne Bréchet, una giornalista parigina. 
La polizia concentra subito i sospetti su Fabienne Lacati, una giovane ricercatrice della Sorbona che si trova nel sud della Francia per un convegno sulle crociate. Le due donne, infatti, si conoscevano bene e la sera dell’omicidio molti testimoni le hanno viste litigare furiosamente nella hall dell’albergo. 
Determinata a provare la propria innocenza, Fabienne scopre che, nelle settimane precedenti, la giornalista era andata spesso in quella enigmatica e affascinante città-fortezza per documentarsi sui Penitenti Grigi, un antico ordine caritatevole che esiste ancora oggi. 
Ma l’aspetto più inquietante della vicenda è che pure Fabienne è interessata a quella confraternita, e forse non è una coincidenza se, da mesi, le negano il permesso di visitare il luogo dove sono raccolti i registri della congregazione: la Cappella dei Penitenti Grigi. È possibile che Deanne avesse scoperto un segreto scottante, custodito proprio in quella chiesa inaccessibile? 
La drammatica conferma arriva quando, l’uno dopo l’altro, tutti coloro che Deanne aveva contattato muoiono in circostanze misteriose. 
Fabienne intuisce quindi di essere in pericolo e, con l’aiuto di Daniele Ferrara, un collega italiano, si convince che l’unico modo per salvarsi la vita è andare a caccia della verità: una verità che, sorprendentemente, si nasconde tra le pieghe di un tragico evento del passato, eppure ancora molto attuale…

L'intervista:


-Vorreste gentilmente presentare il libro - e i personaggi che possiamo incontrare in esso - ai lettori del Bostonian Library?
La Cappella dei Penitenti Grigi è un thriller storico, in cui i lettori troveranno due storie: una ambientata nel 1730 ad Aigues Mortes, i cui personaggi principali sono Jullian de Montfort, nipote del governatore e vice-priore dei Penitenti Grigi, e la sua innamorata Isabeau. Intorno a loro non solo intrighi di potere ma anche le persecuzioni religiose che hanno insanguinato la Francia per secoli.
A questa vicenda è in qualche modo collegata la storia che si svolge ai nostri giorni, che vede una catena di delitti misteriosamente legati alla Cappella dei Penitenti Grigi di Aigues Mortes. I protagonisti sono due storici: Fabienne che lavora alla Sorbona, e Daniele che invece è professore di storia a Savona, e due giornalisti il genovese Al Squazzoni e il parigino Patrick Delamotte.  La legge è rappresentata dal giudice Maurice Mariau. Insieme, si troveranno a scoprire verità molto scomode.

- La prima cosa che mi piacerebbe molto sapere sul vostro libro è: perché avete scritto un libro proprio che ruota intorno alla figura dei Penitenti Grigi - antico ordine caritatevole? E' stata una scelta casuale o assolutamente cercata?
La loro Cappella di Aigues Mortes ha scatenato la nostra curiosità.  Quando la vedemmo per la prima volta era chiusa,  un po’ cadente, pareva abbandonata. Non riuscivamo a visitarla in nessun modo, a differenza di ogni altro monumento della città. Sembrava che attorno a quella piccola chiesa  qualcuno avesse steso un cordone di protezione. Allora cercammo la sua storia, la storia quasi millenaria della confraternita, e quel che leggemmo ci affascinò. Uno dei nostri personaggi dice: – Perché parlare di Penitenti, in un mondo che non si pente più di nulla? – Ecco, a noi sembrava giusto farlo.
- Com'è nata la storia che ci raccontate in "La cappella dei penitenti grigi"?
La prima “visione” è stata l’elezione del Priore nel 1730. Da Jullian e dalla sua innamorata Isabeau abbiamo preso le mosse. Abbiamo capito che dovevamo fare un’indagine storica, e così ci siamo figurati il congresso di storia medievale ad Arles , collocandoci i nostri personaggi principali.  E siamo partiti, un passo alla volta, senza scalette. La storia è nata a poco a poco, in lunghe conversazioni al telefono a cui seguiva la scrittura. Di Maurizio al mattino, di Lilli alla sera.
- Qual è il personaggio, nel cui scrivere la storia, vi siete trovati più coinvolti e perché?
Lilli: man mano che procedevo nella scrittura mi sono sempre più legata al giudice Mariau. Tra i personaggi è quello che mi somiglia di più, ha un forte senso della giustizia, ha bisogno di emozioni, ed è romantico.
Maurizio: Io considero La Cappella dei Penitenti Grigi un romanzo corale, tanto che avrei difficoltà a indicare quale sia/siano i protagonisti. Emotivamente mi sento legato a Isabeau, per la sua dolcezza, il suo coraggio, la capacità di rischiare tutto per chi ama.



- Ci potete dire due aggettivi - per ognuno dei personaggi - e descrivere in particolar modo Fabienne Lacati?
Squaz:  cinico e guascone 
Daniele: introverso e insicuro
Fabienne: ambiziosa e determinata
Mariau: forte  romantico e sciupafemmine

- E' complicato scrivere un romanzo thriller-giallo-storico e qual è la parte più difficile da gestire e da far funzionare a livello di narrazione?
Oltre alle difficoltà di tutti i thriller/gialli eccetera –  verosimiglianza, coerenza di fatti e personaggi, non lasciare fili in sospeso – qui si tratta anche di far compenetrare le due vicende, che devono diventare una. In altre parole, la storia del passato deve essere davvero alla base della storia attuale,  in modo che questa non ci sarebbe senza quella,  o quanto meno non sarebbe andata così.

- Vorrei che mi toglieste una curiosità, se potete e volete. Probabilmente ve lo avranno già domandato, ma non resisto e vorrei davvero saperlo ... Normalmente scrivere un romanzo da soli è abbastanza complicato per ovvie ragioni organizzative, di narrazione ma anche solo tempistiche. In due, a quattro mani, è ancora più complicato, paradossalmente più semplice o entrambe le cose?
Entrambe le cose. Più complicato perché naturalmente ognuno di noi ha la sua visione delle cose, della storia, e occorre del lavoro perché questa visione diventi una sola. Più semplice perché parlandone e riparlandone riusciamo a vedere cosa funziona e cosa no, evitando di innamorarci delle nostre frasi. In altre parole, l’ego dello scrittore essendo in due deve farsi da parte e così la storia è sempre al centro del nostro lavoro.

- Una domanda che mi piace fare è: Tutti i romanzi, in modo differente, inviano un messaggio con uno scopo. Perché - oltre alla storia in se stessa - avete scritto questo libro? Quale messaggio che vorreste inviare - implicitamente - ai lettori, se c'è?
il nostro intento è semplicemente quello di raccontare delle storie, che facciano passare ore piacevoli a chi le legge. Poi, se siamo stati bravi, i nostri personaggi porteranno in quelle pagine il loro mondo, che è il nostro, e il loro modo di fare i conti con quello che sono e con quello che li circonda, esattamente come ciascuno di noi. E a quel punto chi legge magari rifletterà su determinati temi, o ritroverà qualcosa di sé. È questo che fa sì che un romanzo non venga dimenticato, e ogni scrittore spera di riuscirci.

- Sono davvero curiosa di sapere  una cosa ... Se domani incontraste un appartenente ai Penitenti Grigi, cosa gli domandereste, potendo fargli una sola domanda?
Gli chiederemmo se finalmente può aprici  quella piccola porta della cappella in cui non siamo riusciti a entrare.  Oppure, più semplicemente, lo saluteremmo con un : “Scusi per il disturbo...”

- Avreste voglia di completare le frasi seguenti?
  

Scrivere - per voi - è 
..divertimento
Quale genere letterario prediligete leggere quando non scrivete?
Siamo lettori onnivori. 
Per scrivere, è meglio essere immersi nei suoni o è meglio  il silenzio?
Lilli: indifferente, quando scrivo non sento più niente.
Maurizio: non disdegno il sottofondo musicale, molto soft.
La gioia arriva con l'ispirazione letteraria o la notizia della pubblicazione del romanzo che avete scritto? 
Quando l’editore dice sì è un sicuramente bel momento, ma quando ti accorgi che la storia c’è e tu hai trovato la voce per raccontarla… quello è l'estasi.
Il libro preferito di sempre è ....  
Lilli Anna Karenina.
Maurizio: non mi piacciono le classifiche.
Perché - se posso chiedere? 
Lilli: Affresca un mondo e il mio sogno è scrivere l’Anna Karenina del terzo millennio.
Maurizio: il giudizio cambia con il passare degli anni e a seconda del momento interiore.
Il libro che vorreste aver scritto è ...
Lilli: Un giorno perfetto di Melania Mazzucco.
Maurizio: Il nome della rosa.
Esiste un genere letterario in cui proprio non riuscireste a produrre un romanzo, anche separatamente? 
Lilli: Ognuno ha le sue corde, io non saprei  scrivere fantascienza e horror. 
Maurizio: a priori, non mi pongo limiti.
Il prossimo libro vi vedrà ancora collaborare insieme o vi vedremo divisi?   
Siamo nati come coppia, più o meno dieci anni fa. Così continueremo. Stiamo già lavorando a un progetto che riprende alcuni dei personaggi di questo romanzo.


Il book trailer:
 



I link:

Maurizio Lanteri è nato ad Albenga, in provincia di Savona. Medico Chirurgo specializzato in Pediatria, vive a Garlenda, in Liguria. Ama il mare e la natura, mentre detesta cordialmente la città. Nella coppia, lui è l’allodola che scrive al mattino.

Lilli Luini è nata a Varese. Si è laureata alla Statale di Milano con una tesi in Sociologia sulla Scuola di Palo Alto. Vive sul Lago Maggiore, a Taino, e lavora in campo finanziario. Ama il caos delle metropoli e il mare. Nella coppia, lei è la civetta che crea dopo il tramonto.
 

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