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lunedì 25 marzo 2013

Recensione: "Nel cuore del mare" di Charlotte Rogan

 
 
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Nel cuore
del mare
di Charlotte Rogan 
 Pagine 440 
 Prezzo 16,50 € 
Dalai editore 
dal 19 febbraio
  --o-- 


È l’estate del 1914. L’Europa sta correndo con sciagurata determinazione verso una guerra disastrosa, eppure per Grace Winter l’avvenire appare ricco di promesse. 
Insieme al suo ricco marito appena sposato si è imbarcata alla volta di New York, dove spera di farsi accettare dalla suocera, donna altera che si era dimostrata poco propensa a quel matrimonio.
The Lifeboat
cover originale
Ma in seguito a una misteriosa esplosione la nave su cui viaggia la coppia affonda.
All’ultimo momento, quando la fine sembra ormai inevitabile, un membro dell’equipaggio trova un posto a Grace su una scialuppa già sovraccarica.
Alla deriva in condizioni climatiche ostili, la giovane e i suoi compagni di sventura sono ben presto costretti a fare una scelta di campo tra John Hardie, un vecchio lupo di mare feroce che ha assunto il comando dell’imbarcazione, e Ursula Grant, enigmatica passeggera che contesta la sua autorità.
Le tre settimane che seguono il naufragio trascorreranno così fra paura, intrighi e rari momenti di conforto, rimettendo in dubbio le più intime convinzioni di ognuno riguardo alla giustizia, all’umanità… e a Dio.
Salvata, Grace finirà però sotto processo con accuse infamanti.
Non sapendo esattamente cosa pensare della loro cliente, i suoi avvocati le suggeriscono di stendere un memoriale in cui raccontare l’intera vicenda.
Il risultato è una narrazione che toglie il fiato e solleva domande inquietanti sui limiti della morale di fronte alla morte, restituendoci nel contempo il ritratto di una donna complessa e indimenticabile tanto quanto gli avvenimenti che descrive.


Considerazioni.
Allora, eccovi che vi presento un libro molto particolare a davvero molto differente da ciò che avete letto da un pò di tempo a questa parte. Sono assolutamente sicura.
Non tanto per l'ambientazione, che abbiamo visto essere utilizzata in questo ultimo anno, per ricordare la famosissima tragedia del Titanic su tutte, nè tanto meno per il periodo, perchè bene o male in questi ultimi anni abbiamo potuto vedere molti romanzi essere collocati nei primi anni del 1900. 
No. Il romanzo di Charlotte Rogan - candidato anche al Guardian First Book Prize - e da appena poco più di un mese approdato in Italia, prendendo spunto da un vecchio articolo su un caso realmente accaduto nel 1842 ci racconta una storia incredibilmente ben scritta. Datemene credito, vi prego.
 
 
 
La Rogan ci narra la storia della fittizia dell' Empress Alexandra al largo dell’Oceano Atlantico nel 1914 e ci racconta della storia e degli avvenimenti a cui assistiamo dal punto di vista di una donna accusata di un omicidio, commesso a bordo di una scialuppa nell’attesa estenuante dei soccorsi, arrivati molto tempo dopo.
Grace Winter, la protagonista in questione - che racconta la vicenda in prima persona - narra la vicenda che la coinvolge iniziando dal processo, di cui è resa protagonista, riportandoci con la memoria agli accadimenti passati.
 
Il romanzo infatti ci rende partecipi e si sofferma principalmente dei lunghissimi ed estenuanti giorni a bordo di quella scialuppa, capeggiata dal misterioso quanto ambiguo Mr. Hardie
Grace ci racconta della fame e della sete provata fino allo stremo dai disperati che abitano la scialuppa in tutti quei giorni prima che qualcuno venisse a salvarli. Grace ci narra della natura violenta che si scatena in mare con  le bufere, il vento e la pioggia, che ledono le loro già fragili speranze di sopravvivenza. E quella piccola imbarcazione col trascorrere del tempo diventerà sempre più una metafora dell'esistenza umana, dove solo i più forti riusciranno ad essere salvati e i più deboli dovranno lottare per sopravvivere o soccombere annientati ferocemente dalgi altri.  
Il romanco ci narra anche, come in un flashback lontano,  della vita di Grace, di quello che era prima dello sfortunato naufragio su una scialuppa piccola ed affollata, ci coinvolge nella storia del suo matrimonio per interesse con un uomo ricco - la sua famiglia era caduta in disgrazia - e del viaggio intrapreso verso l'America per essere inserita nella nuova famiglia del marito. 
Ma proprio quando ci avviciniamo alla verità, quando pensiamo di aver compreso Grace e i personaggi che abitano la scialuppa, capiamo altre e nuove cose, comprendiamo qualcosa di più e sconvolgente su quelle poche certezze che ci eravamo costruiti nelle pagine precedenti e che invece verranno scaraventate in fondo all'oceano.

Nel cuore del mare è un romanzo che saputo catturare in modo intelligente e con grazia il mio interesse, ha saputo farmi compendere l'umana natura, quella selvaggia e primitiva che sebbene ci sforziamo tanto di tenere a bada nei suoi istinti primari, in condizioni estreme, esposti alle condizioni che riducono tutto ai minimi termini, salta fuori, predomina e s'impone per quanto si possa contenere e definire. 
Il romanzo della Rogan utilizza l’ambientazione storica ed estrema - come lo può essere una scialuppa di salvataggio nello sperduto paesaggio dell'oceano trabordante di persone ammassatevi sopra -  per mettere in luce quello che può diventare l'uomo, la sua connaturata bestialità e - talvolta - la conseguente perdita dell’umanità. 
 
 
 
In pochi metri, quella che pareva essere la libertà, appiglio di salvezza costituito da pochi metri quadrati fluttuanti sull'acqua, diventano un territorio limitato, soffocante, di estenuanti attese, di lungi minuti e attese sconfinate che mai terminano e sempre si protraggono sulla nenia onnipresente, ed ondulatoria, del mare
 
Route of the ill-fated voyage (click to enlarge)
 
Non ci sono vie di scampo,  non ci sono scelte, non ci sono segreti, nè privacy alcuna. Non ci sono momenti di calma, non si può dormire tranquilli e con tutti e due gli occhi chiusi. Si scappa solo con la mente, con i ricordi passati e lontani. Si scappa solo rifuggenso dentro se stessi, scavando una stanza illusoria all'interno della proprio mente, nel quale creare un momento di solitudine che porti a rappacificarsi con se stessi e quindi cercare di isolarsi anche dalla pelle dei vicini che sfega con la propria ricordando la circostanza a cui si è costretti.
 
In tutto ciò assistiamo la Rogan portarci ad analizzare e scoprire la figura di una protagonista che non sembra quello che vuole far credere di essere: debole, probabilmente molto indifesa, da poco moglie,  da molto sola e disperata, più spettatrice che combattente, più pecora tra i lupi, che feroce fiera pronta a tutto. Ma la bravissima Rogan, piano a piano insinua il dubbio, scava nell'animo della sua persona, ci promette intrigo, e rispetta il patto mostrandoci l'altra faccia della apparente Grace che lei stessa ci lascia intendere di essere, o meglio di voler essere, e ci mostra la crudeltà a cui si possono spingere gli agnelli, ci mette nella condizione di porci dei dubbi nei suoi confronti, perchè nulla è come appare. 
 
 
La Rogan pone in essere un dramma arguto, che scava nell'animo umano con graffiante bravura, giocando sull'ingenuità della sua protagonista e tendendo con grazia e sottigliezza una trappola fine e intelligente una trama che sarà difficile da dimenticare e che vorremmo non finisse troppo in fretta in fondo alle profondità della memoria. Mi è immensamente piaciuto il garbo non solo della storia, così me ce l'ha proposta la Rogan, ma anche per il fatto che l'autrice mi abbia posto innanzi a dilemmi che ho trovato pertinenti e assolutamente ben inseriti nel tessuto della trama. Nessuno colpevole o innocente in assoluto, tutti portiamo - e dobbamo condividere - con il lato positivo, quanto negativo, di noi stessi. Tutti, nel percorso dato dalla nostra esistenza dobbiamo, cercando di conoscere noi stessi, individuare e comprendere quello di cui siamo o potremmo essere capaci in condizioni estreme. 
L'ambiguità dell’animo umano  cui ci pone di fronte la Rogan è assolutamente perfetto, geniale e reale quanto vero. 
 
Leggetelo, questo romanzo è un inno alle capacità umane poste di fronte all'estrema condizione a cui la natura ci può porre innanzi, ma anche un thriller coraggioso e un dramma ben costruito.

Charlotte Rogan si è laureata a Princeton nel 1975. Dopo aver lavorato per anni nel campo dell’architettura e dell’ingegneria, ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Nel cuore del mare è il suo primo romanzo. Lo spunto per la storia gliel’hanno fornito un vecchio articolo di diritto penale e i suoi ricordi di bambina cresciuta in una famiglia di marinai. Vive a Westport, nel Connecticut, con il marito e i tre figli gemelli. http://charlotterogan.com/

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