Spero che leggendo questa rubrica proviare la voglia ed il bisogno di leggere i romanzi di Ornella Albanese come è accaduto a me. Non mi resta che lasciare la parola a Emma... buona lettura!
Di amori e misteri
Care amiche, sono lieta di darvi il bentornato nel nostro caffè letterario dove oggi desidero intrattenervi parlandovi di due libri che quasi certamente molte di voi avranno letto.
Invito le distratte a cui potrebbero essere sfuggiti di precipitarsi ad acquistarli perché, vi assicuro, rientrano nella schiera di quelli da non perdere.
L’autrice, collega di penna nonché amica, è Ornella Albanese, un nome fra i più conosciuti e amati nel lungo elenco di scrittrici italiane di talento, e per me è un grande piacere, oltre che un onore, presentarvi i suoi due bellissimi romanzi: “L’Anello di Ferro” e “L’Oscuro Mosaico”.
Ambedue narrano vicende intriganti, dove s’intrecciano sentimenti profondi, conflitti e passioni, odi e sottili giochi di potere. Dove il realismo storico e la finzione narrativa si fondono abilmente e ci spalancano le porte di un’epoca lontana, risonante di cavalli al galoppo e cozzare di spade. Prodi cavalieri e dame affascinanti che si muovono in uno scenario di castelli sospesi fra cielo e mare, rocche inaccessibili, paesaggi fiabeschi e misteri celati nei tasselli di un prezioso mosaico.
--o- “L’Anello di Ferro” -o--
-- La trama --
Italia, 1135. Giselda attende il suo promesso, il valoroso Manlius. Da diversi anni la guerra lo tiene lontano dal feudo di Tarsia, dove potrebbe non far più ritorno. Giselda è giovane, impavida, intraprendente, e quando durante un torneo cavalleresco riceve un invito dal figlio del barone di Rosetum, antico avversario della sua famiglia, accetta senza esitare. L’appuntamento è nel bosco vicino, al tramonto.
Purtroppo, però, il suo nome diverrà un’eco spenta, perché di lei non si troverà più traccia. Proprio adesso che Manlius è tornato…
Risorge così l’ombra di intrighi e misfatti arginati per lungo tempo.
Le due famiglie metteranno in campo tutte le loro armi per ridisegnare i confini di un odio che non dà tregua. Ma forse solo il sorriso di una donna e la magia tutta femminile riposta in un anello di ferro riusciranno a riportare la pace laddove dimoravano rabbia e morte.
la cover del romanzo |
Italia, XII° secolo.
Chi se non una bella donna può rinfocolare l’odio e innescare il desiderio di vendetta fra due uomini che sono rivali da tempo?
Specie se uno di questi tenta di rapirla con l’inganno e una buona dose d’impudenza. Non c’è affronto più intollerabile per un uomo orgoglioso come il conte di Tarsia che rischiare di perdere, a causa del detestato rivale, la promessa sposa. Il rapimento è sventato e il mascalzone messo in fuga, ma la guerra è appena iniziata…
La noia di un’attesa interminabile è nemica dell’amore. Non tutte le donne sono pazienti e fedeli come Penelope. Non tutte si accontentano di tessere e ascoltare i racconti dei trovatori disdegnando le attenzioni degli altri uomini, e Giselda, nipote del conte di Tarsia, è stanca di aspettare il ritorno di Manlius, il suo promesso sposo che la guerra tiene lontano da lei da ormai tre anni.
Giselda sogna di evadere dal mondo dorato in cui si sente prigioniera, perciò quando il suo sguardo s’intreccia con quello di un giovane e aitante cavaliere nel corso di un torneo, quel desiderio diventa insopprimibile. Poco le importa che sia Aureliano di Rosetum, figlio del nemico giurato della sua famiglia. Quel giovane ha acceso in lei una fiamma oscura a cui non può e non vuole resistere.
Complice Amelina, una servetta sfrontata, si reca all’incontro segreto col suo spasimante, ignara del dramma che ciò scatenerà e delle terribili conseguenze.
Giselda scompare. Unica testimone dell’accaduto è la servetta, che racconta una storia agghiacciante di violenza e di morte, accusando Aureliano di Rosetum del misfatto. Il tragico evento precipita il conte di Tarsia e il figlio Goffredo in un vortice di furia e smania di vendetta. Come dirlo a Manlius, il cui ritorno è ormai imminente? L’eco di un’altra tragedia, avvenuta anni prima, stravolge gli animi esacerbati.
E quando Manlius arriva, impaziente di riabbracciare i suoi cari e l’amata, l’atmosfera nel castello non è gioiosa come sarebbe lecito aspettarsi, bensì tetra e satura di tensione. Goffredo è sfuggente. Tenta di eludere le domande sempre più pressanti del fratello… Ma la verità emerge attraverso la bocca del fratellino di Amelina, un bambino storpio e solitario. Il colpo per Manlius è ancora più doloroso, perché inferto con la malignità di chi si sente emarginato.
Lo strazio è immenso, ma ancora più grande è il desiderio di annientare il nemico che ha commesso l’orribile delitto.
La spedizione punitiva è pronta in breve tempo.
Ma l’incontro con Silia, una donna misteriosa e affascinante, dà una svolta inaspettata ai piani di Manlius. Lei lo attrae e lo respinge. Gli si offre e poi si nega, ingaggiando una schermaglia in cui il giovane si smarrisce. E’ irretito dalla sua magia e dalla minaccia di un anello avvelenato. E la rete si chiude su di lui, imprigionandolo. Avvinto da catene che non ha alcuna intenzione di spezzare e tuttavia determinato a scoprire quelle verità che sembrano annidarsi nei recessi del passato. Segreti sepolti e spettri che emergono dalle acque scure, che fanno sospettare l’insospettabile, che spiegano l’inesplicabile e che, alla fine, lacerano il velo delle menzogne e riportano concordia laddove regnavano collera e rancore.
--o- Le parole dell'autrice sul romanzo -o--
Dopo tanti romance storici, desideravo scrivere un romanzo. Cioè desideravo misurarmi con una vicenda che, accanto a una storia d'amore forte e appassionata, prevedesse anche altre componenti di uguale peso: l'intrigo, il mistero, l'avventura e un'ambientazione storica attendibile.Così è nato L'anello di ferro. Il titolo si riferisce a un anello che è un po' un'arma di seduzione e di difesa. Lo possiede la protagonista della storia, una schiava misteriosa che si serve di questo cerchietto per essere una donna libera, nonostante sia alla catena.La vicenda si svolge nel 1135, in terra di Calabria, e parte di essa in un castello tuttora esistente, anche se ampliato rispetto al periodo Normanno, Castrum Petrae Roseti. A me piace molto far svolgere storie in edifici tuttora esistenti, come avevo fatto per Castel del Monte ne Il volo del falco.La vicenda parte da un delitto: lo stupro e l'assassinio della promessa sposa di Manlius di Tarsia. Manlius è un uomo valoroso, ha combattuto al seguito del normanno Ruggiero per espiare una colpa che si attribuisce. Tornato a casa, decide di vendicare il delitto, allontanando da sé qualsiasi pensiero che possa distrarlo dalla vendetta. Ma nella sua vita appare Silia, una schiava bellissima ed enigmatica, che forse possiede oscuri poteri...Nella stesura di questo romanzo ho cercato di alleggerire la cupezza dell'ambientazione medievale, alternando paesaggi foschi a paesaggi assolati, passione guerresca a passione d'amore, toni forti, che esprimono la violenza dei sentimenti e delle ambizioni, a toni più leggeri e ironici.
Un romanzo che avvince dalla prima all’ultima pagina.
Parola di Emma.
--o- “L’oscuro Mosaico” -o--
--o- La trama -o--
La trama e le recensioni di L'oscuro mosaico, romanzo di Ornella Albanese pubblicato da Leggereditore. Dodicesimo secolo. Una cattedrale in Terra d’Otranto. Un mosaico che nasconde la soluzione di efferati delitti. Un guerriero impavido e un investigatore saraceno di nome Yusuf...Il fiero Livio si innamora della fanciulla sbagliata, la bellissima e nobile Mirta, promessa fin da quando aveva tre anni al cugino. Deciso a sfidare tutti pur di conoscerla, il ragazzo viene catturato e punito con ferocia. Anni dopo Livio è divenuto un cavaliere invincibile, la cui fama lo precede, ma non ha dimenticato né i suoi nemici né Mirta. Quando i loro destini tornano a incrociarsi Livio viene però coinvolto nei misteriosi assassinii di due giovani donne.Sarà il saraceno Yusuf Hanifa a intuire che la soluzione dei delitti si nasconde tra gli inquietanti mosaici della Cattedrale di Otranto. Livio e Mirta si incontrano dunque ancora una volta per perdersi di nuovo... ma tra efferati delitti, separazioni e vendette, riusciranno forse a superare tutti gli ostacoliche si frappongono alla realizzazione del loro amore.
Livio non teme di lasciarsi alle spalle il passato per andare incontro a un futuro pieno d’incognite. Se ne va senza rimpianti, impavido e fiero, sicuro di sé e della propria capacità di foggiare il destino.
Viaggia con una carovana di nomadi e poi trova sistemazione presso un anziano studioso, un bizzarro alchimista di nome Rubino, che vive col nipote chiamato il Grifo. E’ l’inizio della sua nuova vita, anche se non è esattamente come l’aveva sognata. Ma c’è tempo e modo di realizzare i suoi sogni.
Ma il giorno in cui vede per la prima volta Mirta di Torrechiara, Livio rimane folgorato. Mirta è bellissima, nobile e già promessa a un cugino, benché sia ancora una bambina, e per lui è irraggiungibile come le stelle del firmamento. Livio non dovrebbe neppure levare gli occhi su di lei, invece osa molto di più e riesce a conoscerla, introducendosi di nascosto all’interno del castello, eludendo la sorveglianza delle guardie.
Un incontro che costa a Livio una crudele punizione e condanna Mirta alla segregazione in convento.
Ma, benché divisi, i due ragazzi non dimenticano quel furtivo incontro.
Anni dopo, Livio è un uomo e un valoroso cavaliere. Conosciuto e temuto col nome di Nero, si è guadagnato la stima e la fiducia del sovrano al cui seguito combatte.
Nel suo cuore, però, arde ancora la fiamma che Mirta ha acceso e l’amore per lei si fonde col desiderio di vendicare il sopruso di cui è stato vittima. Le ferite che sono state inferte al suo corpo sono guarite, ma le ferite dell’anima sono ancora aperte e sanguinanti. Non basta che il re, per compensarlo dei servigi resi, gli assegni un feudo e faccia di lui un signore. Se volesse, ora Livio potrebbe aspirare a buon diritto alla mano di Mirta, ma… la rifiuta sdegnosamente quando gli viene offerta, perché la rabbia di cui si è nutrito in tutti quegli anni non si è ancora placata e non si fida. Non si fida di altri che di se stesso e della propria spada. Si sente, e con ragione, circondato da nemici scaltri e pronti a colpire a tradimento.
Anche Mirta è diventata una donna. Anche lei è indomita e fiera. Aborrisce con tutto il cuore il matrimonio a cui è costretta, ma non è in condizioni di ribellarsi. E ora il cugino a cui è stata promessa esige che il patto sia rispettato. Le continue dilazioni lo irritano e lui, ormai, è pronto a prendere con la forza ciò che considera suo di diritto.
Col rapimento, se necessario.
Ma Livio interviene a sventare l’infame piano del ribaldo e rapisce Mirta per portarla al sicuro. Tuttavia non sa che su di lui grava il terribile sospetto che sia l’autore di due efferati delitti. Le vittime sono giovani donne: una contadina e una prostituta. Ci sono testimoni pronti a giurare d’averlo visto sui luoghi in cui sono avvenuti i crimini. E ci sono uomini pronti a credere alla sua colpevolezza. Pronti a osare qualsiasi cosa pur di toglierlo di mezzo.
Fra tanti nemici, però, Livio può fare assegnamento su alcuni amici fedeli. Sono questi che l’aiuteranno nel momento del bisogno, proprio quando il suo destino sembra segnato, a dirimere l’enigma che si cela nel disegno complesso di un mosaico all’interno della cattedrale di Otranto. Soprattutto uno: il Saraceno Ysuf Hanifa, guerriero, sapiente e abile cerusico, che ha conosciuto Livio quando era un ragazzino e sa, al di là di ogni dubbio, che Livio è innocente. E lì, nella composizione del mosaico, il mistero dei delitti sarà svelato.
E l’amore di Mirta e Livio ne uscirà vittorioso.
Devo dire, onestamente, che il romanzo è assai più complesso della trama che vi ho raccontato. Per non dilungarmi troppo e privarvi del piacere della scoperta mi sono limitata all’essenziale. Ho tralasciato di nominare personaggi che giocano un ruolo importante, di raccontare altre storie che si intrecciano nella vicenda principale e fanno da contorno, ma con uno spessore e una profondità d’introspezione psicologica di cui è capace solo una scrittrice di grande talento. Rubino, l’alchimista, è uno di questi. Così come l’ambiguo nipote Grifo. Oppure Rufina, amica d’infanzia di Livio, e Aurelio il locandiere. Poi ci sono il padre e la madre di Mirta (che proprio uno specchio di rettitudine non sono) e, infine, il promesso sposo Boemondo, la cui perversione, il carattere violento, l’ottusa superbia, sono resi con straordinaria abilità.
Ma ce ne sono altri che aspettano di essere scoperti attraverso la lettura di questo splendido romanzo. Senza dubbio uno dei più belli che mi sia capitato di leggere in quest’ultimo periodo.
Un abbraccio e a presto, care amiche.
La vostra Emma.
P. s. [n.d.r] Ornella Albanese ha sempre scritto, sin dalla tenera età di otto anni.
Da allora trascorre il suo tempo a immaginare storie complesse e ricche
di dettagli storici, in cui il pericolo, l’intrigo e il romanticismo
sono sempre presenti. I suoi romanzi hanno diverse ambientazioni e
spaziano dal Medioevo all’Ottocento. Come lei stessa ha affermato: «Mi
piace collocare i miei romanzi nel Medioevo perché ritengo sia un
periodo così tormentato della nostra storia da amplificare le pulsioni
degli uomini: si uccideva con più ferocia, si credeva in Dio con più
fanatismo, si coltivavano ambizioni ossessive, si perseguitava con più
crudeltà e si amava con più furore.» Con questo romanzo esordisce nella
collana Narrativa di Leggereditore.
Grazie Emma!!
Desidero ringraziarvi anche qui per questo bellissimo post, Emma per aver letto i miei romanzi con l'occhio profondo e attento dell'autrice, ed Endimione per avermi ospitata in un blog accogliente come un salotto di amiche!
RispondiEliminaCon affetto,
Ornella Albanese
Gent.ma Ornella,
RispondiEliminagrazie per essere passata, davvero, e granzie ancora ad Angela, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi scelto per comunicare con il pubblico che la ama tanto ;))
grazie mille!!!