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giovedì 12 dicembre 2013

Recensione: "La ballerina dello zar" di Adrienne Sharp

La ballerina dello zar





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La ballerina dello zar
di Adrienne Sharp
Pagine 411
Prezzo 9€
Beat
già disponibile
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La Storia narra che Mathilde Kschessinska, figlia del grande Felix Kschessinsky, ballerino che danzò per i Romanov per quasi quarant’anni, divenne, appena diciassettenne, l’amante dello zareviç Niki Romanov. 
cover originale
Basato sulle vicende reali dell’ultima grande danzatrice dei Teatri imperiali russi, La ballerina dello zar è uno di quei rari libri che, attraverso lo sguardo di una donna che si ritrova suo malgrado a vivere alcuni dei più tragici eventi della Storia – la rivoluzione d’Ottobre, l’abdicazione dello zar, la prigionia di Nicola II insieme con Aleksej, il figlio legittimo, la drammatica fuga dalla Russia – narra magnificamente di un mondo che si avvia ignaro verso la sua fine. 
Con la sua impeccabile scrittura, Adrienne Sharp riporta alla luce la vita dell’élite di San Pietroburgo – gli splendidi abiti bianchi delle donne, i ministri della corte in frac e tuba, le corse folli e selvaggi in troica dell’aristocrazia per le vie della città – un attimo prima in cui tutto si muta in polverosa reliquia.
 
 Considerazioni.
 “Mi chiamo Mathilde Kschessinska e sono stata la più grande ballerina russa nei teatri dell’impero”.
Inizia così il romanzo della Sharp, senza mascerare nulla, mostrando al lettore subito, con schietta onestà, quello che è la protagonista del romanzo,  Mathilde Kschessinska, e la sua storia.
La narrazione, che avviene in prima persone, è di una biografia che inizia dalla fine, dall'esilio di Mathilde, che a novantanove anni, nel 1971 circa, vive a Parigi, “circondata dai ricordi della mia vecchia vita a San Pietroburgo” ormai molto lontana dai fasti a cui in gioventù era avvezza, “Il mondo in cui sono nata, il mondo nel quale sono cresciuta è scomparso, così come sono scomparsi i suoi protagonisti…”. essendo divenuta l'amante di due graduchi e dello zar in persona (Nicola II).

 

Penserete a questo punto di essere di fronte a una vecchietta indifesa, arrivata con bravura e capacità ad essere una ballerina importante, famosa e bellissima, ed invece le pecche di Mathilde sono molte e si svelano mano a mano che si inoltre nel romanzo e si scoprono le vicende che senza inganno e senza vergogna Mathilde, narra senza amarezza o rimpianto. 

Il romanzo che ne complessivamente ne risulta è una storia amara, di una donna che ha vissuto pienamente, ma da onesta opportunista, da capace allieva affamata di potere di un padre ballerino e bramoso di potere quanto la figlia, avida, a tratti malvagia, materialista, sostanzialmente un'arrampicatrice sociale la cui ambizione spietata e assoluta (scopo della sua vita) non tiene ostaggi, macina solo vittime al suo passaggio e cerca di frapporsi ad essa in qualche modo, anche marginale. 

Questa propensione di Mathilde al successo, al potere, ad essere tutto (ad avere tutto ecco) si ripropone anche in campo sentimentale e quindi vediamo succedersi come suoi amanti non contadini, banali ballerini, scenografi, ma granduchi, fino ad una relazione con lo Zar in persona, iniiata durante un fastoso balletto, il  23 maggio del 1890 il giorno, appunto, del saggio del diploma di danza al Teatro Marinskij “ho ancora davanti agli occhi la famiglia imperiale dei Romanov della mia giovinezza: lo zar Alessandro III, sua moglie e i suoi figli…” relazione che però mai viene defininita dalla stessa Mathilde come amore o anche solo come passione, bensì come una relazione che mai sfuma o sfugge nella descrizione, in una declinazione amorevole ma sempre misteriosa, facilmente intuibile essere una relazione con uno scopo di autopromozione, successo, potere, denaro e lusso e soprattutto una luccicante visione di lei come zarina le offusca la vista, le serra il cuore bramoso che le fa compiere gesti orribili (come vendere un figlio). Ciò si percepisce soprattutto dal fatto che non vede mai Nicola come l'uomo, ma sempre e unicamente come Zar, con il ruolo che s'impone nella gerarchia istituzionale statale, mai il re del suo cuore piuttosto che il motore che la spinge  a vivere (o qualunque altra manifestazione amorosa, per dire).

 

Questo almeno nella prima parte del romanzo, in cui vediamo le vicende di Mathilde in relazione al balletto: il suo amore per esso, per i teatri russi, l'importanza delle rappresentazioni che attengono il balletto e la città di San Pietroburgo (città protagonista del romanzo e dal quale ne esce benissimo, davvero). La secondo parte del romanzo invece è più improntata sulla parte storica, sicuramente di declino sia della Russia, di San Pietroburgo, ma anche della vita di Mathilde che ne subisce i contraccolpi ed il declino.

Io ho molto apprezzato questo romanzo, sia per i contenuti che per la figura di Mathilde. Mi spiego, non è una storia felice, di una persona limpida, onesta, pulita, con nulla da nascondere, ma di una persona che è fondamentalmente un'arrivista, affamata di fama e denaro che non vuole nulla di meno per lei, per cui, nel momento che si comprende ciò, si comprende anche che non è persona dal quale aspettarsi cambiamenti importanti; Mathilde è fredda, decisa, per il raggiungimento dei suoi obiettivi, non ci sono ostacoli che non possa attraversa e eventi che non possa superare, magari con difficoltà, con patimento, ma mai soccombere ad esse.
Mathilde è forte, determinata, lucida, anche nel suo racconto, è, nella sua durezza, molto onesta, anche delle sue scelte più brutte, quasi ripugnanti se viste nel suo complesso per i fini che vuole raggiungere, e questo, a prescindere da quanto trovi belli o brutti o moralemente accettabili i suoi fini, lo accetto, pur non comprendendolo, in quanto non facente parte di una biografia non mia, che nella quale mi trovo avvinta per differenti ragioni.

Punti in assoluto, molto favorevoli, sono il ritratto dell'epoca e la magnifica rappresentazione del lusso ai tempi della grande Russia, che ormai non si conosce più. 
Meno favorevoli sono invece il balletto, che emerge poco dal contesto e che invece avrei voluto leggere volentieri.

Globalmente io promuovo il romanzo, anche se non è una storia facile da leggere, in quanto cruda e a tratti quasi senza cuore.

Consigliato!!



Adrienne Sharp ha studiato danza all’Harkness Ballet di New York. Insegna presso il Centro delle Arti Creative dell’Università della Virginia e vive in California con il marito e i due figli. Tra le sue opere si segnalano White Swan, Black Swan e Sleeping Beauty.

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