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sabato 19 luglio 2014

Recensione: "Fine dei giochi" + "Polvere Yndaco"






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Polvere 
di Yndaco
di Claudia Mazzullo
Prezzo € 2.49
Pagine 529
Lettere Animate
già disponibile
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Greta è una normalissima e introversa ragazza di vent'anni che, inaspettatamente e inconsapevolmente, viene catapultata in una nuova e inimmaginabile realtà, popolata da poteri magici, popoli provenienti da mondi lontani, presenze oscure, fenomeni inspiegabili. 
Con l'aiuto dei suoi amici e di alcuni misteriosi ragazzi si troverà costretta ad affrontare, in un brevissimo lasso di tempo, non solo il doloroso e difficile passaggio da adolescente a giovane donna, ma anche due delle più grandi prove che la vita possa riservarti: un amore tormentato e un inaspettato tradimento. 
Polvere di Yndaco è il romanzo d'esordio di Claudia Mazzullo.
Considerazioni.
Lo ammetto, quando si parla di magia, poteri, lotte aventi come oggetto fenomeni inspegabili & Co. generalmente, sono in prima fila a esultare.
La Mazzullo, in questo (intendo come proposta di trama) si è subito dimostrata in grado di attrarmi al suo romanzo, per comprenderne meglio la meccanica e gli accadimenti. Tuttavia...
Tuttavia ci sono delle cose non mi sono particolarmente piaciute. 

La trama è legata alla storia di Greta, che a colpi di sconvolgenti scoperte e rivelazioni verrà ben presto introdotta nell'ambiente della magia. Insieme alla sua amica Marika, la quale le è molto legata, dovrà comprendere meglio come convivere con queste scoperte, questi strani avvenimenti, apparentemente inspiegabili, ma con delle conseguenze dirompenti. Ci sono infatti cose che sebbene le due non riescano bene a comprendere, purtroppo non possono cancellare, come la presenza apparentemente umana che segue Marika, o chi sia il nuovo vicino di casa, o cosa nascondono i sogni di Greta, che la tormentano ogni notte, tutte le notti.
Le due amiche dovranno scoprirlo insieme, tenendosi per mano (anche metaforicamente) per immergersi nei meandri oscuri di quello che stanno affrontando.

"Polvere Yndaco" ha un grande pregio ed un grande difetto. Il primo (mi riferisco al pregio) è che la sua autrice ha avuto una buonissima idea: gli Yndacon. Queste creature sono affascinanti, interessanti e rendono il romanzo veramente molto originale. Quando compiano il romanzo prende spessore e bellezza.
La storia ha inoltre, proprio grazie a queste creature, una sorta di bellissima e affascinante aurea di mistero, intrigante mitologia, fresca volontà di scoperta che attrae inevitabilmente.

Mentire se però non dicessi che a mio gusto in questa opera risiede anche un grande difetto. L'autrice diluisce la trama della storia, rendendola a tratti molto lenta, molto lunga, in certi punti anche ridondante per poi condensare tutto quanto attiene a spiegazioni e piccoli colpi di scena all'ultima, breve parte, che rimane troppo "concentrata", satura di avvenimenti, satura di informazioni, eccessiva nelle ragioni di quanto accaduto che minano un pò il romanzo stesso. 
Inoltre i personaggi sono un pò poco curati nella loro introspezione psicologica, vista anche la mole delle pagine, essi potevano e dovevano essere più curati, a mio gusto, sia nei loro esseri che in relazione  a quanto capita man mano loro. Così è per Greta, che appare una ragazza giovane, ma non particolarmente complessa o approfondita nella sua evoluzione, che rimane piatta ai fatti e non alla maturazione vera e propria a cui invece avrei voluto assistere. Coì è per Marika, così per Zeno e i personaggi di "contorno" che non spiccano, non brillano e certo non si fanno ricordare per una loro ricercata complessità.
E' veramente un peccato, davvero, perchè mi piaceva veramente l'idea, e mi sono anche un pò stizzita perchè avrei voluto avere di più, perchè in alcuni tratti il romanzo prende, ha una sua forma, una propria identità, ma poi tanti piccole rughe corrono nel romanzo e lo crepano, purtroppo.

Buona dunque l'idea che promuovo volentieri, ma la narrazione e lo stile sono inficiati a tratti da un'acerbità stilistica che lo priva di una completa interezza, ma credo nel secondo capitolo, che non potrà che migliorare, vista anche le belle idee della Mazzullo.

Claudia Mazzullo Nata a Roma il 16/5/1983, laureanda in Fisica, ha collaborato per circa cinque anni con diverse agenzie in qualità di articolista. Accanita lettrice e grande appassionata di scrittura, scrive poesie sin da piccola e da due anni scrive romanzi. Ha partecipato a diversi concorsi letterari, tra i quali "365 Storie d’Amore" con il brano "Schegge di vita", indetto da Writers Magazine Italia, Delos Books, con la partecipazione di Franco Forte. Polvere di Yndaco è il suo romanzo d'esordio, un fantasy pubblicato da Lettere Animate, del quale è in stesura il secondo volume. 
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Fine 
dei giochi
di Alessio Gazzotti
pagine 128
prezzo 4.99€
0111 edizioni
già disponibile
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Le storie raccontate in “Fine dei Giochi” sono solo apparentemente slegate. L’antologia è un percorso, talvolta onirico, che ci accompagna dai sacrifici della Cultura celtica, sino all’agonia delle ultime ore di Vincent Van Gogh. Si rivive lo sbarco (in Normandia?) di un contingente miliare e si assiste al disastro provocato da scienziati schiavi delle proprie macchine.
Passando dallo scontro che segnò la fine della Cavalleria per mano dei primi archibugieri spagnoli, a episodi di vita riconducibili alla quotidianità di tutti noi, in ogni occasione sarà possibile riconoscersi nei dubbi e nelle debolezze dei protagonisti.
Tutti, alla fine, dovranno affrontare qualcosa che li soverchierà, arrivando alla… “Fine dei giochi”.
Terminato il libro, saremo obbligati, ancora una volta, a chiederci se siamo davvero artefici del nostro destino.

Considerazioni.
Anche in questo caso, ho notato un tanto un grande pregio quanto un grande difetto.
Il pregio di questo autore è sicuramente lo stile. Esso infatti, componendo un puzzle più grande, mediante singoli racconti, varia, muta, si dimostra sempre in grado di cambiare pelle e spaziare molto a secondo del personaggio di cui parla o della situazione in cui si trova, per perdere la pelle dell'autore e prendere la forma del personaggio che andava a descrivere, inserendosi bene, e rendendolo empatico nei confronti del lettore, che così facendo trova ogni volta un pò di sorpresa, un pò di bellezza e antinomia in ogni racconto.

E questo, mi è molto piaciuto. Raro è trovare uno scrittore che muti così tanto stile a ogni racconto, che metta in gioco così tanto, che si esponga in molti modi, indagando gli aspetti umani, anche i meno piacevoli o ironici o drammatici, ma anche torbidi, tragici.

  • Lo sbarco
  • Atlantide
  • Cambio letto
  • Campo di grano
  • Ascolta un amico
  • Il giorno in cui tornammo a rivedere le stelle
  • Giusto in tempo
  • Le linee del sole
  • Il messaggio
  • Tabulati
  • Punto d’impatto
  • Non è meraviglioso?
Però....
Però devo dire che proprio la variegata propensione all'autore di fare dei racconti un punto di forza nel loro spettro e varietà ne costituiscono il punto debole. I personaggi infatti, proprio quando andrebbero più approfonditi, più sondati, più scrutati, sfaniscono come anelli di fumo, inafferabili come pensieri che fuggono via dalla comprensione più approfondira del lettore che li guarda andare...

Peccato anche in questo caso, perchè le idee erano buone e rese in modo ondivagamente fluido e non sempre incisivo, davano però un sorta di intrigante atmosfera che alla dine, complessivamente non dispiacevano affatto. Anche in questo caso un pò di acerbità ha azzoppato un pò le evidenti capacità di Gazzotti.


Alessio Gazzotti nasce nell’estate che molti ricordano per la vittoria dell’Italia ai Mondiali di Calcio del 1982, in un paese in provincia di Modena, città nella quale più tardi si trasferisce. Frequenta un istituto tecnico con indirizzo elettronico e, in seguito, si laurea in Giurisprudenza. Fare l’avvocato non è però la sua strada e, attualmente, lavora come impiegato. A parte le vicissitudini professionali, nel tempo libero, tra le altre cose, soprattutto di notte, scrive. Per ora, “Fine dei Giochi” è la sua prima opera pubblicata. E, si spera, non l’ultima.

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