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martedì 8 ottobre 2019

Recensione: "Piovono mandorle" di Roberta Corradin


Piovono Mandorle 
di Roberta Corradin
Pagine 480 - Prezzo 18.50€ - eBook 9.99€
Piemme Editore
già disponibile
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Nell'estremo sud-est della Sicilia, in una Scicli cosmopolita, teatro di note serie tv e film internazionali, accadono delitti veri.

A occuparsene, tra il maschilismo dilagante e la fatica di districarsi tra le troupe che assediano la città, è la commissaria Maria Gelata, donna di grande intuito, una vita privata fallimentare, un segreto ben celato nel curriculum e una passione sconfinata per la mitologia greca, che per lei è in grado di risolvere qualunque crimine.

Il nuovo caso che si trova di fronte è più complicato di altri: il morto è un noto psicoterapeuta newyorkese tornato alle origini sciclitane, Salvo Diodato, deceduto in circostanze poco chiare. A piangerlo, o a provare sollievo, le sue pazienti: una pubblicitaria americana teorica degli amori infelici, una docente di lingua inglese che colleziona farabutti, una cuoca immolata sull'altare della figlia adolescente, una manager coach divisa tra Hong Kong e Marzarellì. E, naturalmente, tutti gli sciclitani, tra cui Guglielmo, chef del ristorante più in voga del momento, Ignazio, meccanico con salotto, e Nino, pescatore innamorato.

Sarà un'indagine dai continui colpi di scena, ree confesse e falsi indizi che porterà la commissaria Gelata a capire che a volte la verità è meglio che resti sepolta.


Considerazioni.
Il romanzo di cui vi sto per parlare oggi mi ha causato un pochino di conflitto interiore

Il conflitto interiore in questione non è dovuto tanto al fatto che siamo di fronte ad una storia misteriosa o che siamo nella splendida Sicilia (in particolare ci troviamo a Scicli) o ancora che abbiamo come protagonista una donna molto forte, che ricorda la piacevolissima personalità nata dalla penna di Mariolina Venezia con il suo sostituto procuratore Imma Tataranni (ora in onda su Rai1 ogni domenica, che vi consiglio caldamente) quanto piuttosto la struttura della storia e le scelte narrative dell’autrice, le quali non sempre mi hanno permesso di entrare in sintonia con i personaggi e con la storia stessa, se non dopo parecchio tempo. 

Ma andiamo per gradi e inquadriamo un po’ meglio la storia in questione.
Siamo a Scicli (luogo estremamente caro a chi ama il commissario Montalbano) e Maria Gelata, commissario di Scicli è alle prese con la risoluzione dell’omicidio di Salvatore Diodato, un professore e psicoterapeuta, arrivato in quel della Sicilia da New York e freddato subito dopo.
Non sarà facile per la Gelata scoprire l’assassino, poiché già dalle prime indagini le cose risultano davvero un po’ complicate giacché Diodato aveva moltissime (e sospettabilissime) pazienti ricche, annoiate e sole, ma con vite altrettanto complicate (che seguiamo e viviamo in prima persona) tali da nascondere piccoli dettagli importanti per la risoluzione del mistero, e del delitto. Ma sarà tutto semplice per Maria Gelata? Occorre leggere ...

Come vi dicevo poco sopra non vi posso negare il fatto che ho fatto davvero molta fatica a entrare nel romanzo. Le prime pagine, sebbene ricchissime di dettagli, informazioni e costumi della bellissima Sicilia, sono fondamentalmente fuorvianti, in quanto non presentano chiaramente la protagonista, mescolando diversi personaggi, entrando ed uscendo dalla mente di questi ultimi, costruendo un puzzle davvero difficile da riordinare se non dopo duecento pagine.
Superato lo scoglio di queste pagine la storia prende l’avvio dovuto e si incomincia a vedere non solo la personalità di Maria Gelata, ma anche il filone narrativo centrale, ovvero quello legato all’omicidio e le relative indagini.

I personaggi della vicenda sono particolari, quasi sempre persone sole, o se non sole tendenti all’isolamento, come la stessa protagonista, che pur vivendo con il marito Laccio n’è dorme, n’è divide una vita con quest’ultimo. Maria Gelata stessa è però un personaggio molto interessante, colta, forte e determinata, complicata e interessante, anche se non sempre comprensibile, conservando al contempo una mente svelta e la risposta pronta che la aiutano costantemente nel suo lavoro e nel meccanismo delle indagini.

Complessivamente la storia risulta molto piacevole e bella per le ambientazioni, grazie alle quali viene decisamente voglia di fare le valigie e partire immediatamente per la Sicilia, oltre a ciò non posso non apprezzare i riferimenti alla mitologia, che sono davvero molto belli, interessanti e una costante sorpresa per i suoi abbinamenti al caso come fatti dalla Gelata; a livello di stile non posso che apprezzare le descrizioni delle ambientazioni e di tutti i dettagli che attengono la cultura e le radici della Sicilia più vera e sentita; per quanto riguarda invece l’intreccio narrativo la storia (a mio personalissimo gusto) avrebbe giovato in leggerezza e fluidità con qualche snellimento e allineamento di struttura, che ho trovato un po’ macchinosa e a tratti, dispersiva. Il fatto stesso poi di avere tanti, tanti, tanti protagonisti da seguire in contemporanea, mi ha aiutato poco a immergermi nella storia.

Lo consiglio a coloro che amano le storie che non hanno fretta, che vogliono immergersi in una storia particolare, anche non facile e che amano e vogliono scoprire la Sicilia.



voto:
★★★/5

Roberta Corradin
Da bambina sognava di scrivere dei libri. Ha pubblicato, tra gli altri, Ho fatto un pan pepato (Zelig, 1995), Un attimo, sono nuda (Piemme, 1999), Le cuoche che volevo diventare (Einaudi, 2008), La repubblica del maiale (Chiarelettere, 2014). Insieme al marito Antonio gestisce, a Donnalucata, il ristorante che le ha ispirato quello in cui spesso pranzano e cenano i personaggi di Piovono mandorle.

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