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sabato 14 marzo 2020

Recensione: “Il figlio del lupo” di Romana Petri


Il figlio del lupo
Di Romana Petri
Pagine 384 - Prezzo 19.50 - eBook 9.99€
Mondadori Editore
Già disponibile 
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Avere una madre come Flora Wellman, stare accanto a una donna che parlava di spiritismo ed era attaccata alla terra, deve pur aver contato qualcosa per diventare “il migliore”. Per diventare Jack London.


Romana Petri ha raccolto una delle sfide più fascinose che una scrittrice poteva intravvedere: quella di raccontare la furia di vivere di un uomo che ha fatto il pugile, il cacciatore di foche, l’agente di assicurazioni, il cercatore d’oro, che ha amato l’ombra azzurra delle foreste e la smagliante solarità dei mari, che ha guardato, ceruleo d’occhi e di pensieri, l’anima dei popoli in lotta e il cuore delle donne. 



E qui le donne sono il vero motore del racconto: la fragranza piccolo-borghese di Mabel, la concretezza di Bessie, il fascino intellettuale di Anna Strunsky, la determinazione di Charmian (“essere molte donne in una”), l’insostituibilità della sorella Eliza. 


Eppure Romana Petri non ha scritto una biografia: Figlio del lupo è un romanzo che srotola il filo di una storia vera, così come è vera la storia dei personaggi che abbiamo amato. 

E allora ecco sciorinate le vicende di un uomo sospeso fra il rovello ispirato del grande narratore e la voce dispiegata del socialista che vuol parlare, da rivoluzionario, a sette milioni di lavoratori ma non rinuncia a farsi allacciare le scarpe perché non ha tempo da perdere, sospeso fra il gioco dell’amore promesso, vissuto, tradito sempre ad alte temperature e il tormento di un fallimento incombente, malgrado il clangore del mondo e il fuoco alto della fama.


🌟 LA CURIOSITÀ: L’INTERVISTA ALL’AUTRICE


Considerazioni.
Da un po' di tempo avrei voluto leggere un romanzo non tanto di, ma su Jack London, ed è dunque capitato a pennello il libro di Romana Petri, appena pubblicato da Mondadori.

"Figlio del lupo" è un libro davvero molto affascinante, che racconta e spiega, in modo romanzato, la vita e le vicende di questo straordinario scrittore che ha avuto un'esistenza molto variegata, avventurosa e molto poco monotona.

Leggendo questa storia ho scoperto davvero molti dettagli della vita di London che non conoscevo, né tanto meno immaginavo, come l'aver svolto diversi lavori - uno più distante dall'altro per concetto mansione - dal pescatore clandestino di ostriche al pugni, dal cercatore d'oro al cacciatore di foche, dal corrispondente di guerra allo strillone dei giornali,  e così via. London non si è mai fermato, era fondamentalmente un vagabondo nell'animo, non si è mai perso in troppe elucubrazioni inutili, partiva, si avventurava per percorsi difficili, meglio se impossibili, meglio ancora se le strade lo avessero portato lontano da ciò che conosceva, se lo conducessero verso pericoli ignoti e leggende, combattendo battaglie, inseguendo ideali, animando passioni che non poteva spegnere, non importa fossero fisiche, mentali o amorose.

Ed è proprio l'amore, ed in particolare le donne che sono l'altro motivo d'essere di questo autore, ci permette di comprendere la Petri con questo romanzo, non solo perché London amò appassionatamente, avendo relazioni con coinvolgenti ed intense, quanto difficili, complicate e travagliate, ma poiché il legame che più caratterizzò la sua esistenza fu quello con la madre, Fora Wellman. Fora era una donna che gli assomigliava moltissimo: appassionata, legata indissolubilmente ai propri ideali e alle proprie battaglie, si muoveva in continuazione perché era la sua mente ad essere sempre attiva, sempre vivace, attenta e curiosa. Era anche una donna che ad un certo punto della sua vita si appassionò allo spiritismo (tanto da sposare un povero astrologo che l'abbandonò presto con un figlio) e che amava moltissimo quel figlio che si sottostimava a causa del padre mai conosciuto (tanto che prese il nome dal patrigno) e alla condizione di povertà alla quale sembrava destinato.
London "mise la testa a posto" piuttosto tardi e solo per certe cose, nei primi anni della sua giovinezza fu sostanzialmente uno scapestrato che si era avvicinato a compagnie poco raccomandabili e che finì più volte in centri di rieducazione. Solo successivamente decise di studiare e poi di frequentare la Berkeley University, per pagare la quale dovette fare diversi lavoretti, ma che poi abbandonò definitivamente per problemi finanziari. Solo nella seconda parte della sua vita si dedicò unicamente e fedelmente alla scrittura e ai progetti, morendo poi in solitudine e malattia a solo 40 anni.

La figura di London emerge cristallina da questo scritto, assolutamente piacevole, ben scritto, attento e seriamente studiato ed approfondito. Ho apprezzato molto il lavoro fatto da Romana Petri in questo perché ci descrive London come un uomo affascinante, con un fuoco dentro che lo muove in direzioni differenti per cercare qualcosa che non può nemmeno definire a parole egli stesso, ma lo muove in ogni caso per necessità e bisogno primigenio dell'avventura. Non solo, ma è un uomo che ha sempre rispettato moltissimo e amato la madre per come l'ha sempre incoraggiato nella scrittura, chini un modo particolare e tutto loro gli è sempre stata accanto, mostrando intelligenza e comprensione delle sue inclinazioni e delle sue necessità, ovunque lo conducessero.

Romana Petri con "Il figlio del lupo" non si limita a raccontare la storia della vita di questo straordinario e prolifico scrittore, ma costruisce anche un romanzo appassionante intorno alla figura di Jack London, un uomo e uno scrittore straordinario e indimenticabile.


Romana Petri
Vive a Roma. Tra le sue opere, Ovunque io sia(2008), Ti spiego (2010), Le serenate del Ciclone (2015, premio Super Mondello e Mondello Giovani), Il mio cane del Klondike (2017), Pranzi di famiglia (2019, premio The Bridge). Traduttrice e critico, collabora con "Io Donna", "La Stampa", "Il Venerdì di Repubblica" e il "Corriere della Sera". È tradotta in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Spagna, Serbia, Olanda, Germania e Portogallo (dove ha lungamente vissuto).

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