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giovedì 17 settembre 2020

Recensione: “I ricordi non fanno rumore” di Carmen Laterza

 

I ricordi non fanno rumore 
Di Carmen Laterza
Pagine 276 - Prezzo 9.99€- eBook 4.99€
Già disponibile
Libroza
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Quando la signora Colombo decide di organizzare una cena dall’oggi al domani, tutti sono presi da una febbrile agitazione: la padrona di casa, che vuole fare bella figura con i propri ospiti; la cuoca, che deve organizzare la spesa e imbastire un menu; la cameriera, che deve preparare e servire in tavola; ma soprattutto Bianca perché, ancora una volta, potrà spiare i vestiti eleganti, i gioielli, i gesti raffinati e sognare di diventare anche lei, un giorno, una vera signora.

Bianca è una bambina allegra e vivace e vive con sua madre Giovanna in casa dei signori Colombo, presso i quali la madre fa la cameriera. La vita di Bianca è fatta di cose semplici: le torte della cuoca Ida, le confidenze con l’amica Maria, le fantasticherie sul padre mai conosciuto e morto da eroe nella Guerra d’Africa, e soprattutto la presenza rassicurante e affettuosa della madre. Lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, però, travolge gli equilibri familiari: Milano è colpita da bombardamenti devastanti e l’elegante palazzo di città non sembra più essere un luogo sicuro. 

Bianca lascia dunque Milano e se ne va con la madre nelle campagne del Pavese, dalla zia Augusta, dove pensa di poter cominciare una nuova vita. E invece Bianca scopre ben presto che per sfuggire alla guerra non basta tenersi lontano dalla violenza, scappare un po’ più in là, salire su un carro e poi su un altro, superare le colline, accettare la miseria infame: la guerra è ovunque intorno a lei, acuta e incombente, fuori e ancora di più dentro casa. 

Sullo sfondo di un’Italia divisa tra due guerre, quella ufficiale degli eserciti e quella clandestina dei partigiani, Carmen Laterza mette in scena una straordinaria parabola di formazione e resilienza, una storia in cui l’innocenza e la spensieratezza dell’infanzia lasciano il posto alla consapevolezza dell’età adulta e in cui, ancora una volta, il messaggio di rinascita e speranza è affidato a figure femminili profonde e indimenticabili.

Per Bianca l’unica possibilità di sopravvivere è rendersi autonoma, imparare a contare solo su se stessa, anche quando lasciarsi andare alle cure altrui potrebbe sembrare più facile e rassicurante. Ma per riuscirci Bianca è costretta a mettere in discussione le proprie convinzioni sui rapporti familiari, sulle regole sociali e sulla verità della propria memoria.

Perché i ricordi, che si tratti di quelli privati di una famiglia o di quelli collettivi di una società, sembrano vecchi abiti appesi in un armadio che nessuno apre più, cimeli di un passato lontano, da rievocare solo in momenti di nostalgia. E invece, quando poi emergono richiamati dalle svolte impreviste della vita, si rivelano per quello che sono: compagni silenziosi e discreti del nostro cammino, che determinano – in modo per noi inconsapevole ma inevitabile – la rotta delle nostre scelte. 

E così, nel gioco di rimandi continuo tra la nostra memoria e l’interpretazione che di volta in volta ne diamo, di fronte agli snodi cruciali della vita i ricordi del passato segnano la via del nostro futuro e, come una bussola interiore, ci guidano così: senza fare rumore.



Considerazioni.
Siamo in una Milano agli inizi della Prima Guerra Mondiale, in fermento per gli avvenimenti che si stanno preparando e in un clima tutt’altro che confortevole. In questo contesto storico conosciamo Giovanna e seguiamo la sua storia e quella della figlia Bianca. Giovanna lavora a servizio presso dei ricchi signori di Milano che di cognome fanno Colombo, i quali purtroppo non hanno figli e sono davvero deliziosi nei confronti delle due protagoniste. La loro vita procede con i suoi momenti di conforto e di sconforto, momenti felici e momenti duri, momenti in cui ci viene mostrato uno spaccato importante della vita femminile dell’epoca con le sue luci e le sue ombre. 

Presto la monotonia dei giorni e della quotidianità viene rotta da un momento fatidico, tragico ed incontrovertibile: la guerra. Quest’ultima è infatti destinata a cambiare per sempre i destini di Giovanna e di Bianca.

Bianca e Giovanni sapevano già che la guerra è qualcosa di terribile, perché aveva strappato loro un padre ed un marito nella campagna in Africa (o forse è solo una bugia?), ma non pensavano che potesse diventare un evento così grande e crudele, tanto crudele da uccidere e abbruttire le persone, da rovinare tutto, da distruggere il mondo che conoscevano sin quasi alle fondamenta.

Con Giovanna e Bianca partiamo dal 1938 per arriva al 1942, quando Milano viene colpita dai bombardamenti e diventa un luogo pericoloso e da abbandonare in fretta ... ma dove andranno le nostre protagoniste? Dove troveranno rifugio e conforto? Vi anticipo che la fuga porterà a nuovi dolori, ma anche la gioia di nuoci incontri e nuove prospettive, anche se non con meno fatica.

Posso dirvi senz’altro che questo è  complessivamente un bel romanzo, che regala uno spaccato di luoghi e di persone durante la Prima Grande Guerra che risultano essere davvero molto credibili, in cui è facile immergervi. In particolare è molto interessante leggere delle varie tipologie di figure femminili dell’epoca, dalle più empatiche alle più ... antipatiche. 
In particolare ho molto apprezzato come queste siano state “utilizzate” per far riflettere su importanti e interessanti tematiche come la forza, il dolore, la solitudine, l’amore, la resilienza, la crescita, lo sviluppo di una propria identità, il valore delle lacrime e del passato, la speranza e l’importante della storia.
Tutto il romanzo verte sul passato e la storia. Qui tutto, dall’atmosfera ai personaggi è un richiamo al patimento e la durezza del contesto storico, per questo mi sento di dire che potrebbe piacere a molti, ma non a tutti.

Penso sia una lettura davvero molto interessante per tutti coloro che amano le storie di donne, di famiglia, di forza e di coraggio, di passione, di errori, di passato e di persone. Credo sia una storia ben narrata, intrisa di buoni propositi, con molti dettagli, magari che poteva approfondire meglio i personaggi nella loro interezza e complessità, ma che ha anche molto entusiasmo, tatto, emozione e coscienza di quello di cui si sta parlando.


Carmen Laterza
è nata a Pordenone nel 1974. Scrittrice indipendente, ghostwriter ed editor, formatrice e divulgatrice, è nota sui social con il nome di Libroza. Da anni gestisce l’omonimo blog, dedicato alla scrittura creativa e al self publishing. I ricordi non fanno rumore è il suo nuovo romanzo.

2 commenti :

  1. Non conoscevo questa autrice, ma il suo profilo di ghostwriter e gestore di blog dedicato alla scrittura e al self publishing mi intriga parecchio.

    Interessante che una delle tematiche del romanzo, sia il riesame dei ricordi alla luce di un evento sconvolgente come la Seconda guerra mondiale.

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    Risposte
    1. Decisamente ! Ogni tanto il ricordo è sempre una bella tematica a cui tornare, anche se può essere difficile ed impegnativa.

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