(translation of the review is after the italian version)
Questa è una storia sull' amore.
Questa è una storia sull' amore.
Questa è una storia di vendetta.
Questa è la storia di una ragazza che sa chi è.
Questa è la storia di un uomo che ha perso se stesso.
Questa è la storia di una lemonade,
che ha cambiato tutto.
---oOo---
Nina Pennacchi
Neftasia EditorePagine: 402
Prezzo: 19,00 €
---oOo---
Premessa:
Ci
sono libri che per quanto possa cercare di costringere in qualche
definizione o recensione sfuggono, si perdono, perchè le parole non sono
abbastanza potenti o perchè le frasi non riescono a trasmettere il
significato ultimo delle situazioni, delle emozioni ed infine, quello
voluto. Questo romanzo, questa storia, è uno di quelli.
Non
vi parlerò strettamente della trama non perchè lo ritenga inutile o
superfluo, ma perchè ritengo che sia un viaggio che fondamentalmente
dovreste intraprendere singolarmente, trovando voi quello sfugge a me,
in modo tale che letto quello che cerco di trasmettervi vi avventurerete
in questo libro cercandone il vostro.
Ma eccovi prima di tutto la trama:
Kent, 1826.
Christopher Davenport prepara da anni la sua vendetta. E quando si trasferisce a Coxton, paesino della campagna inglese, sa esattamente cosa lo aspetta. Conosce i suoi nemici, e non li teme. Non teme il padre naturale, Leopold DeMercy. Non teme il fratellastro, Daniel. Non teme i fantasmi del suo passato. E di sicuro non teme la limonata. Dovrebbe, però. Oh, milioni di persone vi diranno che è una bevanda innocua e salutare. Non credeteci. Perché basta poco, un attimo di distrazione, per rovesciarne un bicchiere. E averne la vita sconvolta, come scopre anche la giovane Anna Champion. Caratteri diversi come il giorno e la notte, Anna e Christopher. Tra loro volano schiaffi, baci rubati, dialoghi al vetriolo e mortificanti scuse. Eppure prima di addormentarsi Anna non può fare a meno di ripensare a quell'uomo arrogante, e Christopher non riesce a dimenticare quell'odiosa strega. E quando a Coxton si comincia a vociferare di un fidanzamento tra Anna e Daniel, Christopher decide di strapparla al fratellastro con ogni mezzo...
anche il più infame.
Vendetta!
E’
una delle tre parole chiave del romanzo, insieme a Lemonade e Amore,
almeno dal mio punto di vista, ed è anche la parola che non si deve mai
dimenticare parlando del personaggio principale maschile di questo
libro, Chistropher, secondo me il vero protagonista del romanzo, più che
Anna.
Il romanzo inizia infatti dall’ episodio, profondamente drammatico, carico della tragedia a cui nessuno dovrebbe poter assistere, ove un bambino partecipa al ritrovamento del corpo tumefatto della madre morta, trattenuta da una collana di corda al collo. Proprio in quell’istante, in una casa di piaceri di Londra, la vita di Christopher si spezza incontrovertibilmente.
Ritroviamo quel bambino fatto uomo, dieci anni dopo, alla ricerca del mostro che ha firmato l’ultima lettera tenuta in mano dalla madre, da suo padre. Il padre che lo non ha mai voluto, mai riconosciuto, che l’ha cancellato dalla sua vita. Christopher, grazie anche ai consigli ponderati del cugino - con cui dopo un periodo triste va a vivere - decide di elaborare un piano a mente fredda, accantonare l’idea brutale e feroce di un omicidio, e rovinare il mostro finanziariamente, distruggergli la vita, a casa sua, sul suo terreno.
In realtà sin da quando Christopher mette piede a Coxton e vede suo padre, si percepisce, dal suo comportamento, dai suoi sentimenti, che la rabbia covata e domata per dieci anni non è sopita, ma , anzi, riaffiora, esplode.
Quando Christopher vede il genitore, Leopold, sereno, in pace con se stesso, accanto a Daniel, il figlio perfetto, voluto, cresciuto è come se sua madre morisse una seconda volta davanti ai suoi occhi, e lui con lei. E’ una visione che lo svuota e lo porta, pur attenendosi al piano elaborato, a concepire nuovamente l’omicidio, come vendetta perfetta, assoluta e conciliatrice con la sua coscienza e l’anima della genitrice.
Nella sua mente confusa e spossata Christopher, da questo momento in poi, si comporta ed agisce come una furia, un tornado, distruggendo tutto quello che incontra, perché non è importante nulla, tranne il fine per cui è giunto a Coxton. Per tutto l’arco del romanzo, almeno fino al confronto finale con Leopold, Christopher rimane quel ragazzino terrorizzato e paralizzato dall’orrore che rivive ogni giorno quella macabra scena. Perché l’unica persona che al mondo l’ha amato gli è stata strappata via da un orco che l’ha annullata, gettata via, rifiutata. Perché non si è mai fermato a pensare che forse sua madre era una donna fragile e vinta dalla vita stessa, che forse la persona più crudele ed egoista, che l’ha lasciato solo al mondo, che l’ha rifiutato, in fondo, è stata proprio lei. Ma non può farlo, perché lei lo amava e tutto diventa buio.
Ho amato moltissimo il personaggio di Christopher, non per quello che fa, che lo rende simile alla bestia che sta cercando di distruggere ad ogni costo. No, ho amato il personalità che la Pennacchi ne riproduce per tutta la storia. Un tassello dopo l’altro. Crudele più con se stesso che con gli altri, almeno fino alla resa dei conti finale. Fino a quando la rabbia si dissolve, disgregando ogni strato di quella corazza che si è costruito nel tempo, lasciandolo affranto e deluso, sconfitto ma cosciente, in una morsa di colpa, ma senza redenzione, che né cerca né vuole a tutto tondo in fondo, che non gli lascia rimorsi, se non per Anna. Christopher è di una coerenza spiazzante, anche alla fine, rimane lui, certo consapevole di quello che ha fatto, ma senza scappare, con tutte le colpe e tutti i rimorsi, ma rimane lui. La Pennacchi mi ha veramente colpito con questo personaggio perché più che lavorare per la storia, il personaggio di Christopher “lavora” sul lettore, scava nel suo animo, turba la sua coscienza, sconvolge i metri di giudizio che abbiamo, li mette in discussione, ci porta a pensare: quali limiti hanno – se ne hanno - le nostre azioni ottenebrate dall’astio?
La vendetta è l’unica cosà che lo tiene insieme, che non fa andare la sua mente in frantumi, ma anche quella che lo rende più cieco di tutti e che alla fine lo vince; è quasi come se Christopher fosse la lama ma anche la ferita, il punto è che si farà male solo lui, senza saperlo.
Il romanzo inizia infatti dall’ episodio, profondamente drammatico, carico della tragedia a cui nessuno dovrebbe poter assistere, ove un bambino partecipa al ritrovamento del corpo tumefatto della madre morta, trattenuta da una collana di corda al collo. Proprio in quell’istante, in una casa di piaceri di Londra, la vita di Christopher si spezza incontrovertibilmente.
Ritroviamo quel bambino fatto uomo, dieci anni dopo, alla ricerca del mostro che ha firmato l’ultima lettera tenuta in mano dalla madre, da suo padre. Il padre che lo non ha mai voluto, mai riconosciuto, che l’ha cancellato dalla sua vita. Christopher, grazie anche ai consigli ponderati del cugino - con cui dopo un periodo triste va a vivere - decide di elaborare un piano a mente fredda, accantonare l’idea brutale e feroce di un omicidio, e rovinare il mostro finanziariamente, distruggergli la vita, a casa sua, sul suo terreno.
In realtà sin da quando Christopher mette piede a Coxton e vede suo padre, si percepisce, dal suo comportamento, dai suoi sentimenti, che la rabbia covata e domata per dieci anni non è sopita, ma , anzi, riaffiora, esplode.
Quando Christopher vede il genitore, Leopold, sereno, in pace con se stesso, accanto a Daniel, il figlio perfetto, voluto, cresciuto è come se sua madre morisse una seconda volta davanti ai suoi occhi, e lui con lei. E’ una visione che lo svuota e lo porta, pur attenendosi al piano elaborato, a concepire nuovamente l’omicidio, come vendetta perfetta, assoluta e conciliatrice con la sua coscienza e l’anima della genitrice.
Nella sua mente confusa e spossata Christopher, da questo momento in poi, si comporta ed agisce come una furia, un tornado, distruggendo tutto quello che incontra, perché non è importante nulla, tranne il fine per cui è giunto a Coxton. Per tutto l’arco del romanzo, almeno fino al confronto finale con Leopold, Christopher rimane quel ragazzino terrorizzato e paralizzato dall’orrore che rivive ogni giorno quella macabra scena. Perché l’unica persona che al mondo l’ha amato gli è stata strappata via da un orco che l’ha annullata, gettata via, rifiutata. Perché non si è mai fermato a pensare che forse sua madre era una donna fragile e vinta dalla vita stessa, che forse la persona più crudele ed egoista, che l’ha lasciato solo al mondo, che l’ha rifiutato, in fondo, è stata proprio lei. Ma non può farlo, perché lei lo amava e tutto diventa buio.
Ho amato moltissimo il personaggio di Christopher, non per quello che fa, che lo rende simile alla bestia che sta cercando di distruggere ad ogni costo. No, ho amato il personalità che la Pennacchi ne riproduce per tutta la storia. Un tassello dopo l’altro. Crudele più con se stesso che con gli altri, almeno fino alla resa dei conti finale. Fino a quando la rabbia si dissolve, disgregando ogni strato di quella corazza che si è costruito nel tempo, lasciandolo affranto e deluso, sconfitto ma cosciente, in una morsa di colpa, ma senza redenzione, che né cerca né vuole a tutto tondo in fondo, che non gli lascia rimorsi, se non per Anna. Christopher è di una coerenza spiazzante, anche alla fine, rimane lui, certo consapevole di quello che ha fatto, ma senza scappare, con tutte le colpe e tutti i rimorsi, ma rimane lui. La Pennacchi mi ha veramente colpito con questo personaggio perché più che lavorare per la storia, il personaggio di Christopher “lavora” sul lettore, scava nel suo animo, turba la sua coscienza, sconvolge i metri di giudizio che abbiamo, li mette in discussione, ci porta a pensare: quali limiti hanno – se ne hanno - le nostre azioni ottenebrate dall’astio?
La vendetta è l’unica cosà che lo tiene insieme, che non fa andare la sua mente in frantumi, ma anche quella che lo rende più cieco di tutti e che alla fine lo vince; è quasi come se Christopher fosse la lama ma anche la ferita, il punto è che si farà male solo lui, senza saperlo.
Amore …
Come
Christopher è il buio, la notte, la cupezza e la tortura interiore,
Anna è l’allegria, la spensieratezza, la gioventù, la tranquillità, la
pace. Ha ovviamente le sue preoccupazioni ed i suoi timori: sa di non
piacere a Daniel, di cui crede di essere innamorata, sa di essere più
formosa delle sue amiche, più povera e di dover badare ai fratelli che
sono piccoli, senza una madre e con un padre malato e distaccata dalla
vita quotidiana. Anna vive di cose semplici, della comunità, della
spontaneità con un’amica - Lucy - con cui condivide tutto e su può fare
sempre affidamento.
Quando s'imbatte disgraziatamente in Christopher e lo sfida – con una semplice e ridicola lemonade
- inizia per lei il cammino inverso rispetto a quello di lui, dalla
luminosità e dalla chiarezza in cui vive precipita nel mistero, nelle
verità lasciate non dette, nel rancore e della rabbia ingiustificata e
per lei gratuita.
Sfidando
Christopher per dispetto, quasi per gioco, non sa di accendere una
miccia, non sa che lui, vedendo in lei il tenero su cui stringere il
pugno, sarà schiacciata – in ogni modo possibile – e non conoscendo il
passato di lui, vede i suoi gesti, le sue azioni, le sue violenze
crudeli, ingiustificate e brute. Ed è vero, lui è un mostro
all’inizio, Anna diventa il capro espiatorio per ogni cattiveria, la
valvola di sfogo per ogni passo mancato, per il padre che odia, per il
fratellastro che invidia, per la madre che non ha più.
Potrebbe
sembrare un personaggio debole e fragile Anna, ma non è solo questo,
dalla storia che ci narra la Pennacchi - all’inizio del romanzo - si
coglie un animo battagliero e indipendente in lei, abituata a dire ciò
che pensa e ad agire secondo coscienza, che per il periodo parrebbe
anacronistico, ma non lo è (essendo senza madre e con un padre la cui
presenza è per lo più fisica che di esempio).
Quando Chistopher la minaccia, la costringe, ne dirige (anche se
faticosamente) la volontà lei è persa, confusa, come se non avesse più
punti di riferimento. In pochi mesi si ritrova fidanzata e poi
sposata senza volerlo, si ritrova innamorata perdutamente di un uomo che
di notte è un persona dolce, premurosa e tenera e di giorno ghiaccio
che la frena e pietra che la opprime.
Anche in questo caso la
Pennacchi crea un personaggio molto complesso, che da una personalità
forte vede distruggere tutto quello che è senza poter combattere, per
poi ricostruire questa personalità pagina dopo pagine con supremo garbo.
… Lemonade
Mi direte: ma dov’è l’amore? L’avevo detto in principio che questo è un romanzo sull’amore; ma non temete c’è anche l’amore, quello difficile, quello conquistato, quello assoluto e che prescinde tutto.
Anna s’innamora
di Christopher e lo sa, quasi da subito, da quella lemonade rovesciata,
da quello sgarbo, dal primo sguardo. Ma è un’ amore che sa di
agro-dolce quando l’astio e la forza si interpongono tra di loro a causa
di lui. Ma che diventa dolce e arrendevole quando Anna incomincia a
capire e ad avere un’idea di quale dei due è Christopher ma sapendo di
non poter far nulla …
Viceversa per Christopher all'inizio c'è solo passione, dura, da pretendere e senza chiedere, quasi dovuta, poi diventa un modo per comunicare ad Anna, senza mostrarsi arrendevole,come potrebbe essere, com'è una parte di lui, quella arrendevole. Diventa amore, ma lo comprende solo alla fine, quando tutto sembra perduto, quando la nuvola nera che lo ghermisce lo lascia e ci fa finalmente vedere chi è lui e non cosa era costretto a essere. Allora le carte si mischiano, si rovesciano, di nuovo …
Viceversa per Christopher all'inizio c'è solo passione, dura, da pretendere e senza chiedere, quasi dovuta, poi diventa un modo per comunicare ad Anna, senza mostrarsi arrendevole,come potrebbe essere, com'è una parte di lui, quella arrendevole. Diventa amore, ma lo comprende solo alla fine, quando tutto sembra perduto, quando la nuvola nera che lo ghermisce lo lascia e ci fa finalmente vedere chi è lui e non cosa era costretto a essere. Allora le carte si mischiano, si rovesciano, di nuovo …
Considerazioni
Mi è piaciuto molto questo romanzo. E’ scritto bene, tiene sul filo del rasoio fino alla fine e conquista nella sua interezza per personaggi ben delineati e profondamente analizzati. La passione, l’amore, la gelosia, l’astio, la violenza sono imbrigliate capacemente dalla scrittrice che con tatto e sensibilità - veramente degni di nota - le comunicano al lettore con garbo e finezza. Proprio durante una scena particolarmente dura la Pennacchi descrive con capacità la commistione di sentimenti agli antipodi, ma possibili, come violenza e la passione.
E’ stata una lettura che mi ha colpito e che mi ha catturato, ho riletto molte volte alcuni passaggi che mi sono piaciuti particolarmente e continuo ad avere in mente. Unico neo se volgiamo, che non ho molto apprezzato, è la scelta di inserire alcuni pensieri in parentesi interrompendo così la fluidità della lettura, ma è per l’appunto, un neo.
Mi è piaciuto molto questo romanzo. E’ scritto bene, tiene sul filo del rasoio fino alla fine e conquista nella sua interezza per personaggi ben delineati e profondamente analizzati. La passione, l’amore, la gelosia, l’astio, la violenza sono imbrigliate capacemente dalla scrittrice che con tatto e sensibilità - veramente degni di nota - le comunicano al lettore con garbo e finezza. Proprio durante una scena particolarmente dura la Pennacchi descrive con capacità la commistione di sentimenti agli antipodi, ma possibili, come violenza e la passione.
E’ stata una lettura che mi ha colpito e che mi ha catturato, ho riletto molte volte alcuni passaggi che mi sono piaciuti particolarmente e continuo ad avere in mente. Unico neo se volgiamo, che non ho molto apprezzato, è la scelta di inserire alcuni pensieri in parentesi interrompendo così la fluidità della lettura, ma è per l’appunto, un neo.
Nina Pennacchi. Vive sul mare ed è una grande romanticona. E' tutto quello che ci concede di conoscere di lei... Ha un sito che potete visitare a questo indirizzo:
http://ninapennacchi.blogspot.it/
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Translation of the review
"Lemonade"
This is a story on love.
This is a story of revenge.
This is the story of a girl who knows who she is.
This is the story of a man who has lost himself.
This is the story of a lemonade,
that changed everything.
Abstract:
There
are books that as it may try to force some definition or review escape,
get lost, because the words are not powerful enough or because
sentences can not convey the ultimate meaning of situations, emotions,
and finally, what was intended. This novel, this story is one of those.
There
does not speak strictly of the plot because it deems it unnecessary or
superfluous, anything, but because I think it is a journey that
basically you should take individually, finding what you escapes me, so
read what I try to bring you venture in this book, trying to find yours.
But here's first the story:
Kent, 1826.Christopher Davenport prepares his revenge for years. And when he moved to Coxton, a village of rural England, knows exactly what to expect. He knows his enemies, and not afraid of them. Do not fear the natural father, Leopold DeMercy. Do not fear the brother, Daniel. Do not fear the ghosts of his past. And certainly not afraid of lemonade. It should, though. Oh, millions of people will tell you it is a safe and healthy drink. Do not believe it. Why not take much, a moment of distraction, a glass turned upside down. And have their lives turned upside down, as he also discovered the young Anne Champion. Characters as different as day and night, Anna and Christopher. Among them slaps, kisses stolen, vitriolic dialogue and humiliating apology. But before you fall asleep she can not help but think back to the man, arrogant, and Christopher can not forget that hateful witch. And when you start Coxton rumor of an engagement between Anna and Daniel, Christopher decides to tear his half-brother by any means ...even the infamous.
Revenge!
And
'one of the three key words of the novel, along with Lemonade and Love,
at least from my point of view, and is also the word that we must never
forget talking about the main male character in this book, Chistropher,
in my opinion the real star the novel, more than Anna.
The
novel begins in fact by episode, deeply dramatic, full of tragedy that
no one should be able to attend, a child participates in the discovery
of the battered body of his dead mother, held by a string of rope around
his neck. Just then, in a house of pleasure in London, the life of
Christopher breaks incontrovertibly.
We
find that child made man, ten years later, in search of the monster
that has signed the last letter in your hand by his mother, his father.
The father who never wanted, never acknowledged that he erased from his
life. Christopher, thanks to the advice of his cousin weighted - which
goes after a sad time to live - decides to draft a plan coolly,
dismissing the idea of a brutal and vicious murder, and financially
ruining the monster, destroy his life, to his home on his land.
In
fact ever since he set foot in Christopher Coxton and sees his father,
he feels, by his behavior, his feelings, the anger and brood Shrew for
ten years is not dormant, but, rather, comes back, it explodes.
When
Christopher sees the parent, Leopold, serene, at peace with himself,
next to Daniel, the perfect child, wanted, it grew as if her mother died
a second time before his eyes, and he with her. It 'a vision that
empties it and takes it, while keeping to the plan developed, to
conceive again the murder as revenge perfect, absolute and conciliatory
with his conscience and soul of the mother.
In
his mind confused and exhausted Christopher, from this moment on,
behaves and acts like a tornado, a tornado, destroying everything it
meets, it does not matter anything, except the end for which he came to
Coxton. For the whole of the novel, at least until the final
confrontation with Leopold, Christopher remains terrified and paralyzed
by the horror that little boy that lives every day that gruesome scene. Because the only person in the world he loved was torn away by an ogre who has canceled, discarded, rejected. Why
do not you ever stopped to think that maybe his mother was a frail
woman and defeated by life itself, that perhaps the person most cruel
and selfish, that left him alone in the world, who has refused, after
all, is was she. But can not do it, because she loved him and everything
gets dark.
I
loved very much the character of Christopher, not for what he does,
which makes it like the beast that is trying to destroy at any cost. No,
I loved the character that he plays for Pennacchi whole story. An
anchor after the other. Cruel more with himself than with others, at
least until the final showdown. Until the anger fades, breaking each
layer of the shell that is built over time, leaving him heartbroken and
disappointed, defeated but conscious, in a grip of guilt, but without
redemption, neither seeks nor wants to round down , which leaves him
with remorse, if not for Anna. Christopher is a surprising consistency,
even at the end, he is certainly aware of what he did, but without
running away with all sins and all guilt, but he remains. Pennacchi
really struck me with this character because the more that work for the
story, the character of Christopher "works" on the player, digs into his
soul, his conscience disturbs, upsets the yardsticks that we have, put
them into question, leads us to think: what limits they have - they have
- our actions darkened dall'astio?
Revenge
is the only thing that holds it together, that does not get his mind
shattered, but also one that makes the most of all blind and who
eventually wins, it's almost as if Christopher was the blade but also
the wound, the point is that it will only hurt him, without knowing it.
Love ...
As
Christopher is the dark night, the darkness and inner torture, Anna is
joy, cheerfulness, youth, peace, peace. Obviously has his concerns and
his fears: he knows not like Daniel, he believes in love, he knows to be
the most shapely of her friends, poorer and having to look after their
brothers who are small, without a mother and a sick father and detached
from everyday life. Anna lives of simple things, the community,
spontaneity with a friend - Lucy - with whom she shares everything and
can rely on.
When
he runs into Christopher and unfortunately the challenge - with a
simple and ridiculous lemonade - she begins to reverse the path to that
of him, from the luminosity and clarity in which he lives plunges into
the mystery, the truth left unsaid, in spite and unjustified anger, and
for her free.
Defying
Christopher out of spite, just for fun, can not light a fuse, does not
know that he saw in her a tender on which a fist, it will be crushed -
in every way possible - and not knowing the past of him, he sees His
gestures, his actions, his cruel violence, unjustified and brute. And
yes, he's a monster at the beginning, Anna becomes the scapegoat for all
evil, the relief valve for each stage of failure, for the father who
hates, who envies his stepbrother, the mother no longer has.
It
may seem a weak and fragile character Anna, but not only that, history
tells us that the Pennacchi - the beginning of the novel - it takes an
aggressive and independent spirit in her, used to say what they think
and act according to conscience , which for the period would seem
anachronistic, but it is not (being without mother and father with the presence of which is for the most natural way of example). When
Chistopher threats, forces and leads (albeit laboriously) the will she
has lost, confused, as if he had more points of reference. In a few
months and then finds herself engaged to married unwittingly finds
himself hopelessly in love with a man who by night is a sweet person,
loving and tender and the day that the ice and stone curbs that
oppresses.
Again
the Pennacchi creates a very complex character, who sees a strong
personality to destroy everything that is unable to fight, and then
rebuild this personality page after page with supreme grace.
Lemonade ...
You may say, but where is the love? I
had said at first that this is a novel about love, but fear not there
is also love, the hard way, the conquered, the absolute and independent
of everything.
Anna
falls in love with Christopher and he knows it, almost immediately,
from the lemonade reversed, from that slight, at first glance. But it is
a 'love that knows when the sweet-sour bitterness and strength are
interposed between them because of him. But it becomes soft and pliable
when Anna begins to understand and to get an idea of which one is
Christopher but knowing that they can not do anything ...
Conversely, there is only the beginning for Christopher passion,
hard, and without pretending to be asking, almost due, then it becomes a
way to talk to Anna, without showing yielding, as could be, as a part
of him, the one yielding . Becomes love, but only includes the end, when
all seems lost, when the black cloud that leaves him and seizes us
finally see who he is and not what he had to be. Then mix the cards,
turn over, again ...
Considerations
I
really enjoyed this novel. It 's good, keep on the cutting edge to the
end and wins in its entirety for the characters well defined and deeply
analyzed. The passion, love, jealousy, hatred, violence is harnessed by
the writer who capably with tact and sensitivity - truly worthy of note -
the player to communicate with grace and finesse. During one
particularly tough scene Pennacchi describes the capacity of the mix
feelings at odds, but possible, as violence and passion.
It
'was an interpretation that struck me and caught me, I re-read many
times some passages that I particularly liked and still have in mind.
The only drawback if you turn and I have not much appreciated is the
choice to put some thoughts in parentheses, thus interrupting the flow
of reading, but it is precisely, a mole.
Nina Pennacchi.
He lives on the sea and is a great romanticona. And 'all that allows us
to know about her ... He has a website you can go to this address:
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