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martedì 5 febbraio 2013

Preview: "Sessioni d'amore" di Cheryl T. Cohen Greene - Lorna Garano








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Sessioni 
d'amore
di  Cheryl T. Cohen Greene 
 - Lorna Garano 
pagine 288
prezzo
Corbaccio 
dal 7 febbraio
--o--





Sessioni d’amore si apre con la storia di Mark O’Brien, poeta e giornalista di Berkeley, imprigionato in un polmone d’acciaio a causa di una poliomielite contratta da bambino e che grazie a Cheryl Cohen Greene non solo riesce a scoprire cosa significhi avere una relazione sessuale, ma anche ad aprirsi a una storia d’amore... 
Il regista Ben Lewin ha tratto da questa esperienza il film premiato al Sundance Festival The Sessions con Helen Hunt e John Hawkes, che ha scatenato l’entusiasmo della critica e del pubblico e che è basato sulle esperienze reali raccontate in questo libro. 
An Intimate Life: Sex, Love, and My Journey as a Surrogate Partner
cover originale
Per quarant’anni, infatti, Cheryl T. Cohen Greene ha lavorato fianco a fianco con psicoterapeuti in qualità «partner surrogata» aiutando le persone a confrontarsi, a prendere in considerazione e infine ad accettare la propria sessualità. 
In Sessioni d’amore troviamo storie commoventi intrecciate con la storia di una vita straordinaria: quella di Cheryl che, nata negli anni Cinquanta in un ambiente rigidamente cattolico e educata a considerare il sesso e il desiderio sessuale come qualcosa di profondamente sbagliato, ha lottato tutta la vita per emancipare se stessa e gli altri da questa visione distorta e mortificante. 
E grazie al suo lavoro delicato e complesso, Cheryl ha consentito a tante persone impossibilitate per le ragioni più varie ad avere normali relazioni sessuali, di costruirsi una vita sentimentale felice ed equilibrata. 
 Un estratto de romanzo.


"Mark O’Brien aprì leggermente la bocca, producendo un piccolo singhiozzo. Afferrai il tubo dal respiratore portatile che la sua assistente aveva fissato alla testiera del letto. Spuntava dal piccolo macchinario come un viticcio di plastica. Come feci per avvicinarglielo alla bocca gli sfiorai la guancia con un seno e sorridemmo entrambi. Mark strinse le labbra intorno al boccaglio piatto del tubo e sentimmo il sibilo rassicurante dell’aria che gli riempiva i polmoni. Chiuse gli occhi e si godette l’ossigeno. Noi lo diamo per scontato. Lui no. Il respiratore lampeggiò ed emise un forte ticchettio. Mark allentò le labbra e aprì gli occhi. Gli tolsi delicatamente il tubo di bocca e lo posai sul cuscino accanto allo spicchio di sudore che gli circondava la testa. «Come ti senti?» gli domandai. «Bene, Cheryl. Non è stato così terribile come pensavo, o forse sì, ma sono contento di averlo fatto.» Poi mi fece il suo sorriso dolce e fanciullesco."

Dicono del romanzo:

"Un libro che riscalda il cuore. 
Ho cercato di trasferire nel film lo stesso calore 
e la stessa simpatia che trasmette la protagonista del libro"
Helen Hunt

"Uno sguardo penetrante su un argomento affascinante e curioso. 
Nell’essenza una grande storia d’amore. 
Cheryl Cohen-Greene ha scritto un libro coraggioso, 
emozionante e soprattutto assolutamente sincero"
John Hawkes
Il film:

Dopo aver raccolto una serie di consensi all’interno dei festival dove è stato proiettato, The Sessions, la pellicola drammatica diretta da Ben Lewin, è pronta per fare il suo ingresso nelle sale italiane, precisamente il 14 febbraio 2013.

Ispirato agli scritti autobiografici del giornalista e poeta californiano Mark O’Brien (interpretato da John Hawkes), il film racconta la storia di un uomo che, in seguito alle complicazioni dovute ad una poliomelite che ha devastato il suo corpo in tenera età, vive costantemente legato ad un polmone d’acciaio. Raggiunti i 38 anni decide che è arrivato il momento di perdere la sua verginità e, con l’aiuto di un prete (William H. Macy) e di un surrogato sessuale (Helen Hunt), cerca di compiere quest’importante passo.





Dicono del film:

[...] Oltre a mettere da parte comodi trucchetti per provocare un processo empatico facile e immediato, Lewin si mette da parte nel racconto lasciando piena autonomia ai personaggi di emergere e di svelarsi a noi lentamente nel corso degli eventi, ottenendo un’interpretazione mai sopra le righe e mostrando una capacità di affondo nell’animo umano guidata da grande sensibilità. Il tratteggio molto spontaneo dei personaggi raggiunge la perfezione grazie a un casting azzeccato tanto nei ruoli principali affidati a un miracoloso Hawkes che supera i limiti di mobilità fisica del personaggio per definirlo unicamente attraverso la modulazione della voce e l’espressività aperta del volto, a una Hunt sempre molto energica ed emozionalmente penetrante e a un Macy abilissimo nel rendere umana più che mai la figura spirituale che incarna, quanto in quelli secondari come l’assistente Vera interpretata da una serissima e tutt’altro che sexy Moon Bloodgood. Il film affronta senza vergogna e senza rassicuranti fronzoli moralisti il tema del sesso, e lo fa con brioso interesse demolendo ogni tabù – nostro e di Mark – e il rischio di una caduta nella banalità e volgarità. Siamo sul finire degli anni ’80, e Mark deve fare i conti non solo con il sesso in quanto topic per niente palesato all’epoca ma anche la sua educazione cattolica che lo porta a un continuo confronto con i principi che gli sono stati insegnati. La fede di Mark, brillantemente ‘aggiornata’ a un credo più ironico rivolto a un Dio “con dello humor” da incolpare quando serve, è fonte di dubbi di ordine morali che non possono non essere ascoltati. La dialettica tra istinto e ragione trova una vivace rappresentazione nelle confessioni con il prete della parrocchia a cui Mark ricorre frequentemente, e che ci sorprendono con la definizione di una guida spirituale molto umana che tutti vorremmo avere perché capace di una comprensione trascendente le distanze e le astrazioni in cui troppo spesso tale ruolo incappa.[...]
[...] Il regista polacco-australiano, costretto all’uso delle stampelle dall’età di sei anni quando contrasse la poliomelite, ha trovato la chiave di lettura più spiritosa, dignitosa e credibile per parlare di sesso e amore e raccontare il coraggio di un uomo e poeta che ha dato ascolto ai suoi più reconditi sentimenti affrontando paure e accogliendo speranze. 



Cheryl Cohen Greene ha lavorato come partner surrogata e sessuologa dal 1973. Ha seguito il programma di Masters e Johnson e ha lavorato per diciannove anni al San Francisco Sex Information. Nel 2004 ha conseguito un DHS (Doctor of Human Sexuality) pressol’Institute for the Advanced Study of Human Sexuality di San Francisco. Attualmente è vice president dell’IPSA (International Professional SurrogatesAssociation) ed è uno dei fondatori del BASA (Bay Area SurrogatesAssociation). Partecipa spesso a trasmissioni radiofoniche e televisive su National Geographic Channel, CNN e WE Channel.

Lorna Garano è giornalista e pubblicista freelance. 

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