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martedì 6 agosto 2013

Recensione: "Vertigine" di Marco Baggi



 



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Vertigine
di Marco Baggi
pagine 173
prezzo 15€
0111 Edizioni
già disponibile
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Novembre 1917, fiume Piave. 
Il tenente Martini è sopravvissuto alla ritirata di Caporetto, ma non alle atroci sofferenze che essa ha lasciato nel suo animo. 
Disgustato dalla guerra, è disposto perfino a tramutarsi in un traditore e rinnegare così il giuramento di ufficiale, pur di tornare a casa e riabbracciare i propri cari. 
Con un’Italia apparentemente allo sbando, pronta a cadere sotto i colpi di maglio dell’offensiva austro-tedesca, capirà ben presto che non può fuggire di fronte alla guerra, se vorrà sconfiggerla ancora una volta e salvare la sua bella Venezia. 
Inviso da superiori capaci soltanto di mandare al macello i loro uomini, una volta al fronte sarà costretto a guidare un’intera compagnia di soldati in una missione pressoché impossibile, nel tentativo di fermare il folle piano di un disertore italiano. 
Il giovane, straziato da terribili rimorsi e speranze spezzate, guiderà quegli uomini con il disperato coraggio di chi non ha più nulla da perdere, deciso a rincorrere la propria fine. 
O forse l’inizio di una nuova esistenza.

Considerazioni.
"La terra non avrà più membra intatte
e domani l’anima sarà calpestata
da piedi stranieri
e tutto perché un tizio qualsiasi
possa allungare le mani
su qualche Mesopotamia…
tu che combatti per loro e muori,
quand’è che ti leverai in piedi
in tutta la tua statura
e lancerai sulla loro faccia
la tua ira profonda
in un grido:
Perché
si combatte questa guerra?

Vladimir Majakovshij, 1914

Questo aforisma è psoto ad incipit del romanzo di cui vi sto per parlare. Giustamente. Giustamente perchè il fulcro di questo romanzo è la lotta interiore di un uomo, Martini, che cerca di comprendere perchè combattere, perchè scendere tutti i giorni nelle trincee con un fucile in mano e consapevolezza di non sapere se è la cosa più giusta fare.

Il romanzo che vi propongo oggi è infatti, come avrete intuito, un romanzo storico ambientato nel nord-est di un'Italia che nel 1917 era allo stremo, fiaccata da una guerra brutale e che vedeva moltissimi soldati fiaccati a suoa volta, nonchè dubbiosi su quello che stavano facendo, quello che la storia e gli ordini stavano costringendo loro di fare, senza chiedere nulla, senza vedere se fosse giusto o sbagliato per chi poi si trovavano in trincea, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno.

Il romanzo di Baggi si colloca si in un periodo storico preciso e deciamente pesante in cui inserirsi, ma credo che il lettore che voglia approfondire un'aspetto particolare della storia da un nuovo punto di vista ecco che troverà in questa storia un romanzo che interiormente saprà scavere - volenti o nolenti - nel vostro animo.

Baggi infatti propone a chi legge una storia più psicologica che storica. Infatti, il tenente Martini - ad un certo punto del suo percorso di vita da soldato- mette in dubbio i motivi, le ragioni per cui agisce, si pone in una prospettiva diversa, più complicata, più difficile e lo fa con assoluta cognizione di causa, credetemi, non lo fa solo perchè stufo o vuole gettare la spugna, ma lo fa perchè vuole fare qualcosa di giusto, non solamente perchè gli dicono semplicemente di farle.

Questo però, intendo la voglia e il bisogno di fare qualcosa di giusto per il proprio animo trafitto dai dubbi, lo porta su una strada particolarmente accidentata, che non tutti comprenderanno nè accetteranno facilmente dato che Martini ad un certo punto, per rincorrere un folle disertore italiano, su cui si metterà alle calcagna, convincerà esplicitamente e implicitamente con il suo carisma il seguito di fedeli uomini a seguirlo per perseguire i suoi fini, per fare qualocosa che reputerà giusto e corretto.

Questo romanzo è davvero un buon romanzo che ho molto apprezzato per la sottile psicologia, l'entusiastico modo di essere esposto da parte di Baggi, e di cui ho goduto la lettura principalmente per il personaggio principale. Martini è un buonissimo personaggio con buonissime potenzialità sia per la sua storia personale che ogni tanto spunta fuori, che per come si comporta nel suo ruolo di tenente, senza mai dare per scontate certe cose, quelle essenziale per un uomo che non ha più nulla da perdere ipoteticamente. Martini tratta bene i suoi commilitoni, si pone con fiducia verso di loro e crede in quello che fa ma solo ove ci sia cognizione, comprensione e consenso. Vacilla in questo romanzo e questo lo rende di un'umanità impressionante e toccante.
L'approfondimento psicologico è ben fatto, ben narrato e ben incanalato al lettore.

Oh, dimenticavo... "Vertigine" si pone come seconda lettura dopo "La fuga dei vinti", è una lettura che si può leggere disgiuntamente dalla prima, come ho fatto io, ma sicuramente si perde qualcosetta che nel secondo romanzo ovviamente si presuppone, e che non sì ho colto.


Consigliato!!

Marco Baggi è nato a Bergamo e si è laureato in Scienze Storiche all’Università Statale di Milano. Cura da diversi anni alcune collaborazioni in ambito artistico e letterario, coltivando la sua grande passione per la Storia e il disegno. E’ membro attivo dell’Associazione Storica Cimeetrincee e del Gruppo Modellistico Picchiatelli, insieme alle quali partecipa a diverse iniziative sul territorio nazionale. Con 0111edizioni ha pubblicato "La fuga dei vinti", romanzo d’esordio dedicato alle avventure del tenente Martini. "Vertigine" è il suo naturale seguito.

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