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martedì 3 settembre 2013

Recensione: "L'assassino che viaggiava nel tempo" di A.K. Benedict






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L'assassino che 
viaggiava nel tempo
di A.K. Benedict
Pagine 376
Prezzo 19,50
Castelvecchi
già disponibile
--o-- 





Oggi mi sento in vena di cambiare un pò lo stile di recensire, non più di tanto, non scoraggiatevi, ma quel tantino che serve per raccontarvi di un libro particolare che ho appena finito di leggere in questi giorni ...

Trama breve:

 viaggi nel tempo, 
omicidio/i,
un assassino apparentemente inafferabile, 
 horror e magia
e diversi generi letterari.

Trama classica:
Da quando è arrivato a Cambridge per insegnare metafisica al Sepulchre College, il giovane Stephen Killigan ha freddo.
C'è qualcosa, in quelle pietre austere che hanno visto passare settecento anni di storia, che gli dà i brividi. E quando una sera scopre il cadavere di una reginetta di bellezza scomparsa un anno prima, con il volto coperto da una maschera di pietra, crede di aver compreso il motivo.
cover originale
Ma all'arrivo della polizia il corpo è scomparso senza lasciare traccia, e Killigan si ritrova di fronte a un mistero inquietante, e a un assassino che sembra agire secondo le leggi del paradosso.
Con l'aiuto di un'affascinante archivista e di una anziana a screditata professoressa di fisica, comincia a muoversi tra il presente e la Cambridge del Seicento, cercando di districare i fili aggrovigliati dello spazio-tempo e di capire se lui stesso sia sull'orlo della follia o di una scoperta straordinaria.
Tra visite a cittadine costiere dal fascino inquietante e infinite tazze di tè, si ritroverà scaraventato suo malgrado in un mondo sinistro, popolato da tatuatori, cadaveri e studiosi di estetica, e da un assassino che ha tutto il tempo del mondo a sua disposizione.

 

Considerazioni.
Libro strano, particolare e difficile da farvi pervenire con una recensione, che oltretutto lo vede da un punto di vista alquanto personale. Ma ci proverò, va bene?
Innazitutto devo dirvi che questo libro mi ha subito attrato per il fatto che è stato definito, anche da testate piuttosto importanti, una sorta di  thriller filosofico che miscela generi diversi, viaggi nel tempo, horror e di magia. Senza contare che il tutto è condito da un certo sardonico e divertente humor.

Vi ho spaventato? No, rilassatevi ...  anche io inzialmente ho avuto il mio momento di decompressione per immergermi nella mentalità del protagonista, che sembra piuttosto "folle". Seguiamo infatti un romanzo in cui il protagonista, Stephen Killigan - che arriva a Cambridge come nuovo insegnante di metafisica - piuttosto giovane, è inserito in un'ambientazione universitaria inglese, dove oltre ad insegnare deve anche destreggiarsi, ad un certo punto, con l'omicidio della reginetta del campus.


Non solo, ma siccome il corpo della reginetta scompare subito sopo che Stephen lo ha trovato, il protagonista, non essendo il solito professore accademico, non vuole essere etichettato come matto, per cui incomincerà ad indagare da solo sul caso. Tutto ciò lo porterà a contatto con personaggi particolari, dimensioni temporali parallele, un serial killer che sembra attraversare il tempo (tra presente e XVII° secolo) e personaggi molto, ma molto particolari, ma che diventeranno suoi amici, come una  bella archivista e un'anziana professoressa di fisica, ma soprattutto entrerà in un mondo dove i corpi di persone assassinate appaiono prima della morte degli stessi.

Romanzo particolare, molto intrigante e affascinante per quanto concerne l'idea alla base, che risulta ingeniosa e in grado di rinnovarsi per tutto il corso del romanzo; se voleste incominciare a leggere questo romanzo, una cosa su cui posso garantire soddisfazione è proprio in riferimento alla storia, che è davvero ingeniosa, grazie ad una idea bene sviluppata all'inizio e portata avanti con la stessa genialità.
Piccolo difetto è invece che sebbene sia geniale, intrigante, ecc... dopo una prima parte, si abbandona un pochino a se stessa e l'autrice si "siede" un pò trascinando l'idea geniale avuta e non riesce a strutturarla in modo da renderla piacevolemente al pari della prima parte. Insomma, l'idea regge, ma lo stile un pochino meno. Peccato. Si rprende però giusto in tempo per colpirci con un finale che soprende, senza ombra di dubbio!

Intelligenti e piacevoli i personaggi che mi sono piaciuti tanto per la loro verve che per come si evolvono nel corso del romanzo. Stephen, in particolare, risulta proprio un bel personaggio, caratterizzato dall'aver moltissime sfaccettature, un'intelligenza arguta e poco inquadrabile perchè molto versatile in tutto quanto si cimenta.

 

Io lo consiglio al pubblico che ama le trame gialle, thriller, ma non classiche, anzi, per coloro che amano le mescolanze di generi molto differenti, con un occhio per il moderno che permette di aprire a letture  molto godibili con quel un pizzico in più. E' un romanzo molto carino, un gioiellino per chi ama il giallo "sporcato" con qualcosina di paranormale e la sorpresa di essere sicuramente sorpresi.

A.K. Benedict ha studiato scrittura creativa alla University of Sussex. È stata la leader di una band underground, compone musica per il cinema e la televisione e suoi racconti e poesie sono apparsi su diverse riviste e antologie, tra cui The Best British Short Stories 2012. Vive a Hastings.

3 commenti :

  1. Appena ho letto la trama sono andata in cima alla pagina a vedere che casa editrice l'aveva pubblicato... Castelvecchi. Lo sapevo! La Castelvecchi negli ultimi anni mi ha riservato delle piacevoli sorprese.

    Mi ispira parecchio, ma c'è anche il rischio che mi faccia prudere le mani, soprattutto per quanto riguarda gli studiosi di estetica che - mi auguro - siano diversi dagli esteti...

    In ogni caso, potrei comprarlo in inglese, visto che uscirà in edizione economica all'inizio del prossimo anno.

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    Risposte
    1. Niente da dire...Castelvecchi quando s'impegna stupisce davvero!!!
      Endi :)

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  2. L'ho appena iniziato e... lo sto adorando.

    Sto anche sviluppando una sonora cotta adolescenziale per Stephen... mi sento un po' come l'ispettrice di polizia che non può fare a meno di trovarlo attraente. Mi spiace che pare non esserci possibilità di uno sviluppo tra loro.

    L'archivista nella versione inglese è una conservator... capisco che la traduzione possa risultare problematica, ma archivista... non lo so è un tantino azzardato, forse.

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