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sabato 14 marzo 2015

Recensione: "L'anno della grande nevicata" di Gianni Lorenzi




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L'anno della
grande
nevicata

di Gianni Lorenzi
pagine 170
prezzo 15€
David and Matthaus
Edizioni
voto:

3/5

--o--







Stefano Papini, responsabile marketing presso una grande azienda, una vita normale, a tratti noiosa, la solita sera dopo-lavoro al solito bar.
Una sera come le altre.
Pare.
Quando la sua attenzione viene attirata da una suoneria di cellulare uguale alla sua...



Considerazioni.
Il protagonista di questo romanzo si chiama Stefano e si occupa, nell'azienda per cui lavora, di marketing. Durante una giornata come tante, alla fine delle ore di lavoro, si reca al solito bar dove ad un certo punto un cellulare si mette a suonare e siccome la suoneria e simile a quella di Stefano, quest'ultimo drizza le orecchie in direzione del telefonino che squilla e scopre che la donna che rispone è una sua ex compagna di scuola di nome Simona. Stefano si muove tardi in direzione di quest'ultima e la perde nella folla, ma la incontrerà novamente il giorno successivo, quando scopre che in ufficio è stato assunta una nuova impiegata, che risulta essere proprio questa sua ex compagna.  Da quel momento in poi il lettore si troverà immerso in un'avvventura dalle tinte gialle e thriller commiste ad altri generi e creando un romanzo che è un mix unico.

E' soprattutto quest'ultimo elemento, e cioè il fatto di essere un romanzo difficilmente inquadrabile e definibile tramite uno o più generi, che lo caratterizza e distingue da molte letture simile che giocano sulla sperimentazione narrativa e che muovono tra generi molto diversi tra loro, con uno stile particolare e fluido e una trama che si muove e gioca con tasselli slegati tra loro cercando di crearne un puzzle unico.

La cosa che maggiormente salta all'occhio del lettore è la presenza costante e prepotente dello scrittore, che interferisce sempre nella storia - che man mano muove dal giallo all'esistenzialista - che non crea propriamente dei personaggi che abbiano una loro autonomia sulla carta, quanto piuttosto li usa per esprimere le sue opioni o i suoi punti di vista in merito alla vicenda ovvero ancora su consideraizioni e pensieri.

Come vi dicevo poca sopra è molto difficile riassumere in un breve spazio e con un numero di parole adeguate le vicende dei protagonista, che in realtà sono solo strumento nelle mani dello scrittore per comunicare, mediante una vicenda studiata e meditata (si vede), con i lettori consegnando loro una lettura certamente interessante, ma anche decisamente peculiare, soprattutto per coloro che sono poco avvezzi a questo stile, alla contaminazione di generi, al gioco di intenzioni letterarie che pescano nel passato per creare una scrittura tutta nuova, che sia anche viaggio ed esperienza che chi legge e cerca qualcosa di diverso.

E' un romanzo che non mi è dispiaciuto per il viaggio che compie e fa compiere, per il linguaggio e lo stile che lo contraddistingue (è ciò che più mi ha copito) ma che talvolta non mi ha fatto apprezzare del tutto per come l'autore si imponga troppo verso i suoi personaggi, come li manovri troppo evidentemente e questi risultino più burattini che individui nella cui vita risulti piacevole immergersi dimenticanodo tutto il contorno che circonda normalmente un romanzo.

Certo è un'opera più complessa di quella che portebbe apparire all'inizio, questo mi preme più che altro farvi trasparire, ci sono tematiche complesse che sondano l'eistenzialismo, che aprono finestre sul metafisico e che conducono su sentieri della riflessione sulla propria persona, sulla razionalità dell'individuo e in un certo senso si inerpica sulle questioni della ricerca di se stessi, quindi occhio a non aspettarvi una storia puramente gialla e thriller!

2 commenti :

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