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domenica 26 luglio 2015

“Caffè & Chiacchiere con Emma”



Care amiche

dopo aver spolverato e tolto le ragnatele accumulate durante la mia assenza, vi do un virtuale bentornato nel nostro salottino.
   Oggi desidero affrontare un argomento che trovo interessante. Mi riferisco al Romance Storico, un genere di narrativa che meno di altri risente delle mode e che, sebbene ogni tanto sembri in declino, conserva intatto il proprio fascino.
   Il punto focale dello scenario storico in cui si è deciso di collocare la vicenda dei protagonisti è costituito dalla ricerca. Anche la più originale  storia d’amore dovrebbe poggiare sulle solide basi di una ricostruzione credibile e verosimile. Una buona preparazione in Storia aiuta, ma per ricreare uno spicchio di mondo che rispecchi in modo fedele e autentico l’ambiente entro il quale si muovono i personaggi bisogna dedicarsi alla ricerca, che richiede tempo, pazienza, studio dei particolari. Tutto deve appartenere al periodo che si è scelto: cibi, bevande, abiti, calzature, strumenti musicali, armi, eventuali cosmetici e modi di curarsi. Lo storico non consente troppe licenze narrative, specie se piuttosto lontano nel tempo, e quindi anche i dialoghi dovranno essere adattati. Senza tanti fronzoli però.
   La ricerca si può condurre a tavolino, usando i mezzi che offre la tecnologia e avvalendosi del Web. Senza dubbio una grande opportunità e anche molto più comoda. Oppure può svolgersi sul campo, che poi è un’ottima scusa per viaggiare. Questa seconda opzione è preferibile, a mio parere, perché gli stimoli che si ricevono andando a scoprire di persona i luoghi in cui si desidera ambientare una storia, entrare in contatto con la gente che spesso conserva una memoria antica, frequentando archivi storici e biblioteche, sono molto più profondi e intensi. Le atmosfere non si possono respirare attraverso lo schermo del PC.
   Un luogo in cui è avvenuta una battaglia riverbera ancora a distanza di secoli il cruento avvenimento.
Un’antica città con le sue vestigia evoca la vita dei suoi remoti abitanti. Ugualmente i castelli e le vecchie dimore echeggiano dei passi e delle voci dei signori che sono vissuti fra quelle mura. I fatti di sangue sembrano più vivi, le leggende tramandate dal popolo non si trovano su Internet. L’emozione che dà aggirarsi fra le rovine di Montségur, il castello dei Catari, o la suggestione che esercita il Krak dei Cavalieri in Terrasanta, non si possono sperimentare al computer.
Ci si deve sentire un po’ archeologi quando si intraprende una ricerca che deve farci entrare in un mondo che è esistito tanti secoli fa, del quale vogliamo svelare e conoscere i segreti, pur consapevoli che molto resterà ancora da scoprire e avremo così altre occasioni per viaggiare, immergerci fra antichi testi e documenti, camminare fra vestigia, o percorrere sentieri boscosi alla perenne ricerca della sorgente a cui dissetare la fantasia e poi, a briglia sciolta, galoppare verso nuovi orizzonti e altre storie da raccontare.
   La mia predilezione per la ricerca sul campo non significa rifiuto o pregiudizio nei confronti degli strumenti tecnologici, anzi. Il Web offre una gamma vastissima e pressoché illimitata di notizie, sono riprodotti documenti e descrizioni dettagliate che senza dubbio arricchiscono il bagaglio di informazioni necessarie per la stesura di un romanzo. Spesso la vita di oggi e i quotidiani problemi non consentono di fare i bagagli e raggiungere i luoghi da cui si desidera trarre ispirazione e allora si intraprende un viaggio virtuale. Non meno interessante e istruttivo, però non altrettanto divertente e sicuramente meno avventuroso.
Ovvio, si può scrivere una bellissima storia d’amore anche senza uscire di casa, perché in fondo quel che conta davvero sono i contenuti. Creare e dare vita a personaggi che coinvolgono e lasciano un senso di rimpianto quando si giunge all’ultima pagina è senza dubbio l’impresa più difficile che deve affrontare l’autore. Gli si perdoneranno eventuali pecche, ma non un racconto banale, perché non basta ricostruire in modo fedele e minuzioso un periodo storico se poi l’intreccio non è all’altezza e dopo poche decine di pagine perde d’interesse, annoia o peggio, fa rimpiangere i soldi spesi per comprarlo.
   Il luogo comune più frequente classifica il Romance come un genere di narrativa rivolto a una platea di lettrici di scarsa cultura o intellettualmente poco impegnate.
   Niente di più sbagliato.
   Le lettrici di Romance sono molto esigenti e che prediligano le storie d’amore non significa che leggano soltanto queste. In prevalenza, forse, dato che il romanzo “rosa” ha sempre un lieto fine e rende più dolce e leggera la vita di tutti i giorni, spesso combattuta sul fronte di doveri e obblighi, di mariti esigenti e figli indisponenti. Le signore che amano il Romance desiderano fuggire dalle tenaglie della realtà quotidiana per tuffarsi in un mondo tutto rosa, dove anche se ci sono drammi e lotte  dopo finisce tutto bene. Dove gli uomini sono belli fuori e belli dentro, a volte più dentro che fuori perché il tipo un po’ “stropicciato” piace, romantici quanto basta per far innamorare. Dove le donne sono forti, qualche volta ribelli, ma sempre vittoriose. Mondi, lontani o vicini, in cui l’amore trionfa dopo aver superato molteplici ostacoli. Questa fede incrollabile che hanno le lettrici nell’amore e nel lieto fine costituisce la base portante del Romance, e poco importa che sia storico o moderno, purché capace di farci sognare.
   
Dunque, che i due protagonisti si innamorino all’ombra del Colosseo o su una spiaggia dei Caraibi, che viaggino in carrozza o su rombanti fuoriserie, non è fondamentale. Ci si può sbizzarrire nella scelta dell’ambiente in cui creare la storia, ma occorre che l’eroe e l’eroina rispettino determinati requisiti di fascino e personalità che possano conquistare il cuore delle lettrici e lasciare un buon ricordo di sé. Magari la voglia di rileggere il libro.


 La vostra Emma vi abbraccia, 
augura buone vacanze e vi dà appuntamento alla prossima chiacchierata.
  
  

2 commenti :

  1. @Emma Per quanto riguarda il successo del romanzo storico, c'è chi ritiene che tenda a essere ciclico e che tenda a essere letto soprattutto in periodi particolarmente difficili perché fa piacere al lettore vedere come, anche nel passato, le cose potessero essere difficili, ma l'umanità sia riuscita a farcela e ad arrivare al presente. Lei cosa ne pensa?

    Per quanto riguarda la ricostruzione storica, devo ammettere di essere d'accordo con Philippa Gregory. La maggior parte dei lettori di oggi tende a notare di più l'accuratezza dell'ambientazione nei particolari che non nella ricostruzione, in generale. E, parlando di romance, io stessa devo ammettere che mi fa incavolare maggiormente leggere di un geniluomo del periodo della reggenza che indossa la fede nuziale, come se fosse perfettamente normale, che di certi comportamenti forse un po' 'audaci' dell'eroina di turno.

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  2. Cara Ludo, è possibile che guardando al passato si riesca a trarre la forza e l'ottimismo necessari per affrontare le difficoltà del presente. Il Romance, o più in generale il romanzo storico, basa le proprie vicende su periodi di intensa criticità e spesso narrando fatti cruenti o drammatici presenta aspetti di sorprendente attualità. Mi è capitato di riscontrare in brani scritti da storici latini una incredibile assonanza con i problemi di oggi. Ho avuto la sensazione di leggere uno dei tanti quotidiani... E' proprio vero che la storia è maestra di vita, peccato che l'umanità tenda a essere una pessima allieva! Se hai altre domande o curiosità, sono a disposizione. Grazie e cordialità. Emma.

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