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martedì 21 gennaio 2020

Doppia recensione: "I mercanti di Borgomago vol I e II" di Robin Hobb

La nave della magia e La nave della pazzia
di  Robin Hobb
Pagine 736/700 circa - Prezzo €25.00 - eBook 9.99
Fanucci Editore
già disponibile
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Il ciclo "I mercanti di Borgomago" è composto da:

1. La nave della magia
2. La nave della pazzia
3. La nave del destino


La nave della magia
Non lontano dai Sei Ducati sorge la città di Borgomago, grande centro di scambi commerciali e patria di una nobiltà mercantile famosa per le navi viventi, rari vascelli ricavati da un legno magico, in grado di sviluppare una forma di autoconsapevolezza. Un sanguinoso conflitto si acuisce con l’avvento del capitano Kennit che si proclama re dei pirati: la Satrapia di Jamaillia sostenuta dagli spietati guerrieri di Chalced vuole porre fine a questo affronto e annichilire ogni forma di libertà a Borgomago. Ma la sorte della città e dei suoi velieri viventi rimane incerta, così come quella delle rispettive famiglie, tra cui i Vestrit e la loro Vivacia che si è appena risvegliata. Le loro strade, infatti, si separano: Althea, la giovane Vestrit si imbarcherà sulla Ophelia, ma non smetterà di inseguire il suo sogno di riprendere il controllo della nave cui è legata da un vincolo di successione e sincero affetto; Wintrow finirà per accettare la propria eredità, mettendo in dubbio perfino la vocazione religiosa cui era stato strappato con la forza e finendo per dover affrontare una terribile rottura con suo padre, Kyle Haven.
La nave della pazzia
Una nuova ondata di terrore sta per infrangersi sulla storia della famiglia Vestrit, sul loro veliero vivente, la Vivacia, e su chiunque tenti di entrarne in possesso. Mentre le tradizioni dell’antica casta dei mercanti di Borgomago si sbriciolano di fronte alle nuove regole, imposte dal Satrapo Cosgo della città di Jamaillia, i Vestrit aspettano con ansia il ritorno della Vivacia, costruita con il legno magico in grado di instaurare un legame mistico tra la nave e chi la governa. La giovane Althea Vestrit intende rivendicare i propri diritti di eredità sulla Vivacia e diventarne il capitano. Ma il vascello è stato catturato da Kennit, pirata senza scrupoli e di mirabile intelligenza, che nella sua lotta contro le navi schiaviste, nasconde in realtà il desiderio di dominare i mari. La giovane, decisa a non arrendersi e a riconquistare ciò che le appartiene, si lancia nel disperato tentativo di liberarla, con l’aiuto del veliero vivente Paragon e del capitano Brashen. Ma le difficoltà sono enormi, e le possibilità di riuscire nell’ardimentoso progetto comportano rischi inimmaginabili, peggiori perfino dell’ipotesi di abbandonare per sempre la Vivacia nelle mani di colui che l’ha sottratta.

Torna in libreria, per la prima volta in un unico volume, il primo romanzo del ciclo I mercanti di Borgomago, che ha confermato le capacità stilistiche e narrative dell’autrice dell’affermata Trilogia dei Lungavista.

Considerazioni.
Vi confesso che da tempo, visto l'irreperibilità dei volumi, non vedevo l'ora di leggere la trilogia in questione. Per adesso ho letto solo i primi due volumi, ma spero di avere presto anche l'ultimo, in modo da completare la trilogia e farmi un'idea complessiva dell'opera. Ma andiamo per ordine.

Il primo libro della trilogia, che conquista già solo per il titolo, ovvero "La nave della magia" siamo nel mondo dei Sei Ducati, ovvero lo sfondo dove spesso ambienta i suoi romanzi (non ultimo la trilogia di Lungavista, se avete occasione di leggerla merita davvero ...) dove si muovono mercanti benestanti i quali possiedono tutti un Veliero Vivente, ovvero un vascello costituito da legno magico che alla morte del terzo discendente, prende vita.

In questo particolarissimo mondo, ecco che conosciamo Althea Vestrit, la quale può decisamente dirsi cresciuta sulla Vivacia, uno di questi velieri magici, istruita dal padre all'arte della navigazione in attesa del "risveglio" del suo veliero. Conosciamo anche un certo Kennit, il quale può definirsi pirata, ma anche molto fortunato e sente di poter diventare un Re pirata in cerca di una famosa profezia; Ephrone, ovvero il padre di Althea; Wintrow, nipote di quest'ultima, sua sorella Keffria, suo cognato Kyle, ma anche Brashen il capitano indefessa di un'altro veliero vivente.
E tutti saranno legati sia da Althea che da Vivacia, in un modo o nell'altro, che vedranno realizzare davanti ai loro occhi un destino non comune e pieno di avventure ed accadimenti da seguire con il fiato sospeso ...

Che cosa mi è piaciuto maggiormente di questo primo volume? Sicuramente Althea, la quale è una ragazza decisamente combattiva, forte, tenace, determinata, la quale è nata per condurre Vivacea, per vederla "vivere" e guidarla. Nonostante la sua famiglia non sia tra le più fortunate e navighi da qualche tempo in cattive acque, sua madre Ronica la contrasti fortemente nei suoi intenti, preferendo vederla confinata ad una vita più pacifica e ordinaria e con suo madre malato, Althea non molla, non vede il suo destino se non legato a quella nave ...
Nonostante sua madre la boicotti (miseramente) in più di un modo, nonostante le probabilità di tenere il veliero siano contro di lei, nonostante venga separata da essa, non molla mai ... mai!

Per tutto il romanzo cresceremo, lotteremo, ci immedesimeremo in Althea, nella sua voglia di riscattare la nave, di esserne degna, di condurla, nonostante questo la porti lontano, la conduca a tradimenti e consapevolezze, senza una casa e a largo di tutto, comprese le poche certezze che aveva.
Ed è quasi commovente come ella possa essere così determinata nel riconquistare la sua nave, ve lo assicuro, perché è tutto: riscatto, vita, lotta, amore, ossessione, destino, felicità e respiro.

Menzione speciale anche a Kennit il pirata e alle descrizioni fascinose e dense di bellezza sia di Borgomago (luci ed ombre incluse) nonchè alle Giungle della pioggia. Bello, bello, bello.

Conosco da tempo la Hobb e ho un debole per la sua scrittura pulita e coinvolgente, ma questi due volumi mi hanno proprio conquistato con i personaggi ben caratterizzati, il mistero che ammanta le vicende, l'ambientazione suggestiva e le sorprese a ogni angolo!

Unica pecca? Il romanzo non termina con un finale certo, bensì lascia aperto al secondo libro, il quale
Il romanzo non ha un vero finale e le avventure dei personaggi proseguono nel libro successivo lasciando il lettore con molte domande e il desiderio di leggere il seguito. E tra le varie domande che vengono lasciate aperte la più importante è: Che ne sarà di Althea?

Ed infatti il secondo romanzo riparte proprio da qui ... dalle disgrazie della famiglia Vestrit (che non ne azzecca moltissime da tempo) e dal destino e le peripezie di Althea.
Se infatti tutti coloro che entrano in possesso della Vivacia non ne hanno che grattacapi e a Borgomago le cose vanno di male in peggio con le nuove regole imposte da Satrapo Cosgo e le lotte intestine tra i Vecchi e i Nuovi mercanti (ovvero i primi e gli ultimi arrivati), Althea sta ancora meditando su come diventare capitano dell'antico veliero ... ma come fare visto che Kennit se ne è impadronito per dominare i mari? Un aiuto viene dal capitano Brashen e dal veliero vivente Paragon, ma le cose sono comunque complicate e il rischio è la perdita definitiva della Vivacia, ma Althea è disposta  a perdere tutto piuttosto che vederla per sempre in mani sbagliate!

Anche in questo volume non mancheranno inganni, sotterfugi, pericoli, vecchie e nuove alleanze per ottenere le cose più disparate, politica spicciola e tanto coraggio. Ma a differenza del primo romanzo, le cose acquisteranno un maggiore peso, le rivelazione avranno maggiore impatto e i pericoli di più sottile risoluzione.

Se posso definire questo romanzo con una parola, userei senza dubbio la parola stupefacente, perchè lo stupore è il sentimento che ha prevalso per tutto la storia, pagina dopo pagina, vicenda dopo vicenda. Ho apprezzato moltissimo l'evoluzione dei personaggi, praticamente tutti, anche se la migliore a mio parere riamane sempre Althea, le ambientazioni davvero bellissime e anche le sorprese ideate per stupirci, ma non buttate a caso, ma seminate con cura sin dal romanzo precedente.

Non posso che confermare quello che avevo precedentemente intuito nel libro precedente, ovvero il fatto che siamo in presenza di una serie con una solida struttura, ben scritta, ben narrata e meravigliosamente descritta. Insomma, da leggere.

Se volte un romanzo spettacolare, eccovelo. Da leggere.




Robin Hobb

(pseudonimo di Margaret Lindholm, nota anche come Megan Lindholm agli appassionati di fantasy) è nata in California nel 1952, ed è autrice di popolarissime saghe, tra cui Le cronache delle Giungle della Pioggia, La Trilogia dei Lungavista e La trilogia dell'uomo ambrato, I mercanti di Borgomago, La Trilogia del figlio soldato, pubblicate da Fanucci Editore.

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