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mercoledì 23 dicembre 2015

Recensione: "Orm il Rosso - Le Navi dei Vichinghi" di Frans Gunnar Bengtsson.

   

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Orm
Il Rosso
Le navi dei Vichinghi II
 di  Frans Gunnar Bengtsson
pagine 290 circa
prezzo 14.90€
ebook 7.99€
Beat edizioni
già disponibile
voto:
4/5
--o--








La serie "Le navi dei Vichinghi" è composta da:

1. Rode Orm - Le navi del vichinghi
la mia recensione QUI:
2. Rode Orm - Orm il Rosso


Orm il rosso narra il seguito delle avventure di Orm, figlio di Toste, abile normanno dell'anno Mille, intrepido protagonista delle Navi dei Vichinghi, la saga di Frans Gunnar Bengtsson – uno dei libri più venduti e letti di sempre – il cui primo volume è apparso in questa stessa collana nel corso del 2014. 
Tra guerre, tesori e «strabilianti imprese di uomini e di re» (Michael Chabon), questo secondo volume riporta i lettori nel fantastico mondo del X secolo, quando il popolo dei Vichinghi imperversava con le sue scorribande dalle fortezze della Scandinavia giù fino ai porti più remoti del Mediterraneo. 
Guerriero coraggioso, astuto, baciato dalla fortuna e, soprattutto, attento alle nuovescoperte in cui si imbatte, Orm il Rosso fa da guida preziosa a quell'epoca di grandi rivolgimenti. Nel primo volume, Orm era stato strappato al suo villaggio nativo danese dai Vichinghi e messo ai remi di una delle loro grandi navi con le teste di drago che ornavano la prua. 
Nel corso di mirabolanti avventure tra i mari e i porti pericolosi dell'epoca, era stato catturato dai Mori in Spagna, ma era riuscito a scappare e approdare in Irlanda dove, con suo grande stupore, si era imbattuto nelle prime, eteree figure di monaci cristiani. Dopo aver contribuito alla vittoria vichinga sull'esercito del re d'Inghilterra era ritornato nelle terre del Nord da cristiano dell'ultima ora e uomo immensamente ricco.
Ora, in questo avvincente seguito, nuove prove e cimenti mettono a dura prova la sua determinazione. Incappato nelle ire di re Sven, Orm si inerpica fino alle terre di confine con la famiglia al completo, la moglie e la madre, i servi e il piccolo prete, i cavalli e tutti gli oggetti preziosi che le bestie sono in grado di trasportare. 
Lì costruisce una magnifica casa, dove Ylva, sua moglie, dà alla luce due gemelle che crescono in fretta, cominciando presto a rotolarsi sul pavimento con gli enormi cani irlandesi portati dalla Scania. Lì edifica anche una chiesa, spaziosa abbastanza da ospitare ben sessanta persone sedute. Da lì riparte poi per altri avventurosi viaggi e sorprendenti scoperte.
Tra clamori di epiche battaglie e sanguinose contese, narrate con arguzia e prontezza di spirito, Orm il rosso conclude una delle opere più rilevanti della letteratura scandinava e mondiale.

 


Considerazioni.
Prima di dirvi il mio parere in merito a questo romanzo devo precisare che "Orm il Rosso - Le Navi dei Vichinghi" è la seconda parte del romanzo (originariamente unico) di Frans Gunnar Bengtsson, pubblicato sempre della Beat Edizioni, iniziata con "Le Navi dei Vichinghi".

Detto ciò, questo secondo capitolo della storie di Orm il Rosso, si muove avendo come protagonista quest'ultimo e gli uomini nordici antichi che vissero nel lontano Anno Mille, orbitanti intorno al nostro protagonista.
Nel primo tomo avevamo conosciuto il danese ed irrequieto Orm, figlio di Toste e fratello di Odd e avevamo potuto vedere come si destreggiava tanto nelle battaglie quanto nella vita domestica di ogni giorno tanto presso i Vichinghi quanto nelle rotte verso il Mediterraneo (a contatto con gli Arabi), spingendosi sino alla Spagna (e qui sfuggendo ai Mori), per poi approdare alle isole britanniche (governate, al tempo, da Re Etelredo).

Ora, dopo aver girovagato diverso tempo, ma impossibilitato a vivere una sorta di pace per via della caccia che gli danno i tirapiedi di Re Sven (ovvero il suo sovrano), torna a casa, diretto a Groning (insieme alla famiglia) per nascondersi nella proprietà che sono state ereditata dalla madre.
Ovviamente non sarà semplice vivere da affamati, infreddoliti, in una terra decisamente ostile, con vicini che non ammettono la sua conversione al Cristianesimo e dovendosi occuparsi delle piccole gemelle appena nate (Ylva e Asa).

Questa nascita impone a Orm più di riflessione sia in merito al ruolo delle bambine nella sua società, che la paura che ereditino tanto il suo carattere poco stabile (oltre ai capelli rossi) che il suo destino crudele. Ma oltre a ciò tanti progetti si creano, in questo secondo spezzone della storia, nella mente di Orm, che ha ancora molti desideri da realizzare, come la realizzazione della sua chiesa, o provare a generare un figlio maschio che gli permetta di eseguire i rituali che desidera trasmettergli ...

Questo romanzo, come il precedente è un bel romanzo che ricrea l'atmosfera, ormai perduta, di un tempo e di una società che abbiamo conosciuto e studiato troppo poco e che non esiste più.
Bengtsson, che ha studiato parecchio di queste popolazioni norrene, ha saputo creare una storia fedele a quelle società, a quella tipologia di individui che viveva in modo particolare, vivendo all'aperto, conquistando, razziando, che usa la forza sia dentro che fuori casa, che viveva spartanamente, morendo giovane e lottando per l'intera esistenza.
Tutta questa fatica, la lota per la sopravvivenza, la morte sempre presente come un'ombra sulla testa, la necissità di combattere, il sogno di conquistare qualcosa che non sia solo neve e pioggia, di possedere qualcosa oltre i confini umidi e limitati del loro mondo, emerge chiaramente da quest'opera che la ripora in vita vividamente e piacevolmente.

Consigliatissimo per coloro che amano ripercorrere la storia e scoprire tempi e società un pò obnubilata dal tempo.




Frans Gunnar Bengtsson (4 ottobre 1894 -19 dicembre 19 54) è stato uno dei maggiori poeti e scrittori svedesi. Saggista, si occupò di Francois Villon, Walter Scott e Joseph Conrad e scrisse una imponente biografìa di Carlo XII, il re svedese. Il libro che gii diede la fama fu però Le navi dei Vichinghi (tìtolo originale Róde Orm) pubblicato in due partì nel 1941 e nel 1945. Amava dire: «Giovanna d'Arco. Carlo XII e Garibaldi sono le sole persone che avrei voluto conoscere. Per loro la verità era più importante dell'intrigo».

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