---oOo---
Fabro.
Melodia
dei Monti Pallidi
di Francesco Vidotto
pagine 180
prezzo 17€
ebook 9.99€
Mondadori
già disponibile
voto:
★★★★☆
--o--
"Il mio nome è Fabro e di mio padre so solamente che era maniscalco e che non aveva un filo di fantasia." Così si apre l'epopea di Fabro, uomo semplice e forte, capace di rialzarsi e ricominciare nonostante i colpi che la vita non risparmia. Fabro nasce in una stalla ai piedi delle montagne un mattino di novembre del 1925, scaldato dal fieno e dal respiro di quattro mucche, perché "ci sono cose che, se sei povero, non cambiano mai".
La sua infanzia trascorre serena tra i boschi e i picchi delle Dolomiti e alla scuola elementare incontra Rina, una bambina timida con un sorriso che solo lui sa accendere, un sorriso capace di scaldare gli inverni più freddi.
La vita va avanti, dà e toglie, generosa e spietata, finché Fabro scopre la musica. Se ne stava nascosta in un vecchio armonium, nella chiesa di Tai di Cadore. La melodia che esce vibrando dallo strumento è il respiro del bosco, il vento che accarezza i rami, e lo pervade d'incanto. Poi arriva la guerra e Fabro deve lasciare casa per andare in bottega a Cibiana, il mitico paese delle chiavi.
Qui viene iniziato ai segreti di un mestiere antico e affascinante. La musica però non smette di aspettarlo. C'è un organo nella chiesa del paese che il parroco suona durante la messa. Una sera Fabro si siede sullo sgabello, guarda fuori dalla finestra e inizia a suonare, sono le sue montagne a suggerirgli la melodia, lui solamente le ascolta e le copia... Sarà la musica a fargli incontrare di nuovo Rina – l'amore, quello vero – e a regalargli il periodo più felice della sua vita, fino a quando, un giorno scuro, quella musica che dall'anima corre fino alle dita e ai tasti bianchi e neri, imitando la vertigine della montagna, rimarrà in trappola.
Ancora una volta sarà l'amore a liberarla e a salvare lui e la sua famiglia. La vita e le alterne fortune di Fabro, in un mondo arcaico che sopravvive nei ricordi degli avi, raccontate da Francesco Vidotto con voce tenera, ironica e malinconica.
Considerazioni.
Il romanzo che vi presento in questo lunedì, che mi è andata un po' storto sotto molti aspetti, è un libro che mi è piacuto molto per le tematiche semplici ma intense, il suo portarmi indietro alle cose semplici e basilari dell'esistenza regalandomi una bella storia intensa e piacevole.
Vidotto, con il suo stile fluido, semplice, lineare ed evocativo, ecco che ci porta sulle Dolomiti con una storia che parla di montagne, di amore, di amicizia, di passato, di rinascita e bellezza per la potente natura che culla e circonda tutto quanto vive e si muove nella storia.
La storia che unisce tutti questi elementi è quella di Frabro, un uomo che seguiamo da quando nasce sino a quando diventa adulto, di cui conosciamo tanto il lato ruvido che quello più tenero e delicato della vita. Se da un lato, infatti, Fabro conosce la scomparsa, il dolore, il rifiuto, l'abbandono e la solitudine, dall'altro conosce anche la tenerezza, la dolcezza, comprende il valore della compagnia, il sentimento che nasce dal cuore che può essere donato una sola volta e intensamente, quel sentimento che anche se accantonato per molto tempo può tornare ad essere importante come, e più di prima.
Ed infatti nella sua esistenza Fabro conosce e vive molti sentimenti, molti dei quali collegati a doppio filo con le montagne aguzze, solitarie e maestose che fanno da cornice alla sua vita. Ma quelli che ricorda meglio sono due in particolare, uno è legato alla musica, che da sempre abita la sua mente, come un'ossessione sempre presente, costantante e necessaria, l'altro è legato a un paio d'occhi e alla sua proprietaria, Rina, una bambina che ha incontrato a scuola, alle elementari, che incontra per caso molti anni dopo, come se il destino volesse dargli un'altra occasione.
Nonostante la guerra, la necessità di fare un determinato mestiere, Fabro non dimentica la musica, quei suoi che possono essere morbidi o duri, forti o delicati, intensi o leggiadri e il suo cuore e la sua mente sono pronti a dedicare ad essi tutto il tempo necessari ...
"Fabro. Melodia dei Monti Pallidi" è un concerto di suoni naturali (le montagne con i suoi fiumi e suoi alberi, i suoi animali e il vento) e suoni artificiali (la musica creata dall'uomo con gli strumenti musicali) è una tela su cui possiamo intravedere chiaro scuri interessanti, gli stessi che notiamo nella gente che vive la montagna, che ne fa il suo fulcro e il suo essere più profondo.
Vidotto scrive molto bene. E' gentile, sottile, intelligente e tagliente in modi giusti e con i tempi giusti. La storia è vivida, i suoi personaggi sono reali, forti, pieni di volontà, di resistenza e voglia di raccontare la montagna, lasciarsi filtrare da essa. Tutto gira intorno alle montagne. Tutto. Ed è bellissimo. E ricompensa.
Consiglio questo romanzo a tutti coloro che amano la natura, certamente, ma soprattutto la comprendono e la sanno vivere, che ne colgono l'essenza, che sanno che viverci tutti i giorni, tutto l'anno, è difficilissimo, ma che sanno anche che questa vita è in grado di ricompesare gli immensi sforzi con grandi stati d'animo e grande bellezza.
E' un bel romanzo che regala quanto promette: musica, poesia e bellezza.
Francesco Vidotto è nato nel 1976. Dopo una laurea in Economia e una lunga attività come manager d'azienda, ha scelto di dedicarsi esclusivamente alla scrittura ed è tornato a vivere a Tai di Cadore, tra le Dolomiti. Ha pubblicato: Il selvaggio (Carabba 2005), Signore delle cime (Carabba 2007), Siro (Minerva 2011, premio Cortina d'Ampezzo per la letteratura di montagna e premio eLEGGERE LIBeRI di Tione di Trento), Zoe (Minerva 2012), Oceano (Minerva 2014, premio Torre Petrosa e premio Latisana per la letteratura del Nord Est).
Posta un commento
Se volete lasciare un commento mi fa molto piacere ...