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mercoledì 25 ottobre 2017

Recensione: "La Principessa che aveva fame d'Amore" di Maria Chiara Gritti



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La Principessa 
che aveva
fame d'Amore
di Maria Chiara Gritti
pagine 224 circa
prezzo 15,90€
eBook 9,99€
Sperling Kupfer
già disponibile
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Belle, buone, brave e obbedienti:
quante donne hanno imparato fin dall'infanzia che questo è l'unico modo per essere amate?
 
Come succede ad Arabella, la protagonista di questa favola: pur essendo capace, intraprendente e piena di talenti, è pronta a sacrificare la sua allegria, la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata. 
Ma c'è qualcosa che grida dentro di lei, un grumo di insoddisfazione che le lacera lo stomaco e la rende irrequieta e vorace: è la sua fame d'amore. Si convince che solo un uomo potrà placarla e va dritta nella Città degli Incontri. Ma come può una ragazza poco nutrita d'affetto riconoscere il sapore del vero amore? È sin troppo facile accontentarsi di un riempitivo qualunque. Per fortuna c'è qualcuno pronto a darle una bella svegliata e guidarla a trovare la giusta ricetta. 
In questa favola, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti affronta con ironia e delicatezza la love addiction , quella strana cecità del cuore che porta a scambiare ogni rospo per un principe, a cui dare tutto in cambio di… niente. 
Troppe principesse ne soffrono, si aggrappano a rapporti squilibrati nei quali perdono autostima, fiducia e sorriso. Basta, non dobbiamo più accontentarci delle briciole, insegna la favola di Arabella: l'unico modo di nutrire il vero amore è imparare a nutrire noi stesse. E dovrà essere il principe a mostrarsi degno di noi.





Considerazioni.
Mi è capitata sotto mano questa lettura in settimana scorsa, ed è stata capace di attirare la mia attenzione per due motivi. Il primo riguarda la tematica (love addiction, ovver la dipendenza amorosa) la seconda è invece legata al fatto che sia una favola per adulti. Io adoro smodatamente le favole

La Gritti - psicologa e psicoterapeuta in quel di Bergamo - ha infatti inventato una bella favola che ha come cardine una tematica a cui tiene molto, per sua stessa ammissione, ovvero quella della love addiction. Era da un po' che non sentivo parlare della dipendenza amorosa in questo senso, in quanto è maggiormente conosciuta con questa definizione soprattutto nei paesi anglofoni, nel Bel Paese si è soliti riferirsi a questa "condizione" come "andarsi a cercare relazioni sbagliate", "essere sfortunate in amore per propria scelta", "buttarsi/intraprendere relazioni che non porteranno a niente", "scegliere sempre il tipo sbagliato" e così via...

La Gritti, con questo romanzo, non ha solo inteso renderci più consapevoli del fatto che non abbiamo, come donne, ma soprattutto come persone, l'obbligo di trovare il nostro scopo e la nostra realizzazione nelle vita in un'altra persona, trovando e sforzandoci di vederci quello che desideriamo realmente in essa, anche non se queste sussistono solo nei nostri occhi...
Non solo perché questa proiezione è fasulla e induce sicuramente alla delusione, ma anche perché non è quello che andiamo cercando veramente, e quindi non sarà ciò che ci renderà felici.

Come fare allora a diventare delle vere protagoniste/i delle nostra esistenza? Come fare per non accontentarsi di uomini, e più in generale persone, che non ci meritano? Come bastare a noi stessi evitando di soffrire storia dopo storia? Come evitare persone che non amiamo veramente ma di cui vediamo solo quello che vogliamo vedere?

Un buon passo in questo senso può darlo questa favola, che ci parla di una principessa di nome Arabella, la quale "pur essendo capace, intraprendente e piena di talenti, è pronta a sacrificare la sua allegria, la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata."  Come appare evidente non sembra assolutamente giusto sacrificare tanto, solo per la gioia di qualcun altro, seppur amiamo questi "qualcun altro" (come ad esempio i genitori). Ed infatti, la principessa Arabella, intraprenderà - più o meno inconsapevolmente - un percorso che la renderà più consapevole di se stessa, di quello che cerca, di quello che vuole e soprattutto imparerà a riconoscere ed utilizzare gli strumenti che le renderanno possibile la propria realizzazione personale, senza cercare in qualcuno o addossare a qualcuno la dipesa della propria felicità.

E' un discorso complicato e difficile quello della love addiction, in quanto tutti vogliamo essere felici. Chi non lo vuole nel proprio profondo? E molto spesso questo dipende (o lo facciamo dipendere) da qualcuno che amiamo (o crediamo di amare), pensando sinceramente, veramente e intensamente che quello che ci rende felici sia una relazione amorosa stabile, che cresce nel tempo. Ma non è detto, perché noi cambiamo, le persone con cui stiamo cambiano e quello che costituisce (o dovrebbe costituire) il nostro punto fermo, siamo noi stessi. Dovremmo conoscerci meglio, sapere quello che siamo, i nostri limiti, i nostri desideri, le nostre capacità. Dovremmo saperci ascoltare, metterci alla prova, prendere maggiore consapevolezza delle nostre capacità e dei nostri desideri, perché solo così, secondo quanto ci racconto anche la favola della Gritt tra le righe, potremmo costruire dei rapporti sani, sinceri, che non creino dipendenze dannose nei confronti dell'altro, rendendoci felici!

E' stata una lettura interessante, la quale letta in chiave di riflessione, più che di manuale d'istruzioni, porta a farci riflettere su come siamo, diventare più consapevoli di chi siamo senza snaturalizzarci quando cerchiamo un compagno con cui condividere la nostra esistenza. Quello che più mi ha fatto pensare è quanto sia importante partire dai giusti presupposti, ovvero noi stessi, lasciandoci andare e godendoci l'innamoramento e la felicità, ma senza cercare quello che vogliamo dove non lo possiamo trovare, creando - e così facendo citando la favola in questione - il Pane dell'Amore con i giusti ingredienti, sbagliando tante volte quanto è necessario ma senza mai accontentarsi, sminuirsi e abbassare la testa alla volontà altrui ... perché ognuno  i suoi gusti!





Maria Chiara Gritti
Psicologa e psicoterapeuta a Bergamo, esperta nel trattamento della dipendenza affettiva, da anni conduce gruppi terapeutici sulla love addiction. Ideatrice di un percorso di guarigione innovativo sulla dipendenza amorosa, tiene corsi di formazione rivolti a psicologi per diffondere l'applicazione del suo metodo di intervento.

2 commenti :

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