Circe
Di Madeline Miller
Pagine 411 circa - Prezzo 19€ - eBook 9.99€
Sonzogno Editore
Già disponibile
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Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica.
Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche.
Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.
Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell’antichità.
Considerazioni.
Carissimi lettori, oggi sono particolarmente entusiasta di recensire la storia di una donna che da sempre affascina i lettori di tutto il mondo (in particolar modi gli estimatori del mondo antico).
La Sonzogno ha pubblicato da qualche giorno uno dei romanzi che attendevo con più ansia di questo nuovo anno, che non solo ha conquistato il pubblico di mezzo mondo per la storia di Circe (chi non l'ha amata e odiata quando ha letto di lui nell'Odissea di Omero?) ma che ha saputo convince per il suo stile a dir poco ipnotico e per l'uso delle parole, ovvero unico e conturbante.
Se infatti si può attribuire un grande pregio alla Miller - la quale ricordo aver scritto uno dei romanzi più belli degli ultimi anni, gettando nuova e fresca luce sul mondo antico, con "La canzone di Achille" - è quello di scrivere magnificamente, la quale ha senza dubbio una passione intensa e profonda per il mondo romano e greco, ed è una passione che brucia di fuoco rinnovatore e magnetico, visto che non solo nasce dal cuore e si dipana nella scrittura e nel pensiero, ma riesce ad ammaliare anche il lettore meno propenso a questo tipo di tematiche e di soggetti. Potete capire quanto vi dico dalle prime righe del suo nuovo romanzo, "Circe":
Queste poche ma sentite e poetiche parole non vi istillano la curiosità e la bellezza poetica necessaria a proseguire il racconto? Non vi sentite proiettati in un altro tempo ed in una altro luogo, magari insieme agli Dei dell'Olimpo? Non siete arsi dalla curiosità di andare a fondo della vicenda di Circe?
Dopo aver letto questo romanzo mi sono data poco tempo per scrivere questa recensione, volevo far passare il minor tempo possibile tra lettura e la scrittura di quanto pensassi della vicenda (ri)elaborata dalla Miller, perché il fascino che ha esercitato su di me è stato potente e intenso e volevo che vi arrivasse.
Ma cosa mi ha colpito in particolare di questo libro? Innanzitutto la figura globale che ne emerge di questa sfortunata protagonista: Circe è una Dea bellissima, figlia di una ninfa del Re del mare e del bellissimo e grande Elios ... cosa poteva andar storto? Bella, immortale, agiatissima, apparentemente coccolata fino alla nausea. Invece le cose non erano poi così felici come apparivano. I suoi fratelli e sorelle la odiavano. ed erano davvero ostili e cattivi con lei, la madre era una donna amara e profondamente egocentrica, il padre un Dio che amava più se stesso che la famiglia che lo circondava, l'immortalità si era rivelata una noia e non era poi così libera di muoversi e di agire. Inoltre i mortali erano oggetto di proibita ambizione da parte di Circe, ma ella non si poteva avvicinare ad essi ...
Le regole strette e le tentazioni saranno proprio ciò che determineranno le azioni di Circe nella sua lunga esistenza. Ribelle (ahimè punita) e combattente innata per le cause perse o proibite agli Dei, saranno il pane quotidiano di questa bella e parecchio sfortunata eroina, che vive tra le pagine di questo romanzo, combatte e lotta, grazie alla Miller trovando anche un riscatto potente e meritato (a mio personale gusto).
L'autrice, che si attiene molto alla storia, ad un certo punto però si libera dalle costrizioni storiche e regala un riscatto importante e molto bello a Circe, di cui si sa (troppo) poco anche oggi.
Circe è infatti sempre stata considerata un personaggio minore tra i mille e mille Dei e Dee dell'Olimpo, e la si ricorda principalmente perché "intralcia" il cammino a Ulisse e lo fa divenire un uomo oggetto, ossessionato/ingannato/stregato e dipingendo lei come una donna, no, anzi una strega che manipolava erbe (ma in fondo è figlia di Dei, qualche potere dono ultraterreno doveva pure averlo no?), amareggiata dagli uomini a tal punto che diviene arpia tra le arpie e Ulisse un eroe, un uomo vittima di un crudele e beffardo destino.
Grazie al cielo corre in aiuto a Circe la Miller, la quale dipinge meglio i contorni resi sfumati dal tempo e dalla memoria storica, regalando una certa dignità e personalità a Circe, che emerge come una donna intelligente, combattiva, interessante, sagace, che trova il riscatto meritato grazie anche (e soprattutto) all'aiuto dei mortali, gli unici a capire il suo merito e il suo valore, non colto e disprezzato da invece coloro che avrebbero dovuto da sempre enfatizzarlo e lodarlo, gli Dei.
Ho amato moltissimo questa storia, l'ho amato per le scelte fatto, per la storia bellissima e pregna di pathos che mi ha saputo regalare e soprattutto per avermi fatto pensare a Circe in modo del tutto diverso da quello che avevo in mente. Grazie Madeline.
Ovviamente consiglio questo romanzo, perché è una lettura appassionante e bellissima. La Miller e il suo stile sono davvero impagabili.
La Sonzogno ha pubblicato da qualche giorno uno dei romanzi che attendevo con più ansia di questo nuovo anno, che non solo ha conquistato il pubblico di mezzo mondo per la storia di Circe (chi non l'ha amata e odiata quando ha letto di lui nell'Odissea di Omero?) ma che ha saputo convince per il suo stile a dir poco ipnotico e per l'uso delle parole, ovvero unico e conturbante.
Se infatti si può attribuire un grande pregio alla Miller - la quale ricordo aver scritto uno dei romanzi più belli degli ultimi anni, gettando nuova e fresca luce sul mondo antico, con "La canzone di Achille" - è quello di scrivere magnificamente, la quale ha senza dubbio una passione intensa e profonda per il mondo romano e greco, ed è una passione che brucia di fuoco rinnovatore e magnetico, visto che non solo nasce dal cuore e si dipana nella scrittura e nel pensiero, ma riesce ad ammaliare anche il lettore meno propenso a questo tipo di tematiche e di soggetti. Potete capire quanto vi dico dalle prime righe del suo nuovo romanzo, "Circe":
"Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l'immortalità. Parlavamo ai pesci e coltivavamo fiori, distillavamo la pioggia dalle nubi e il sale dalle onde. Quella parola, ninfa, misurava l'estensione e l'ampiezza del nostro futuro. Nella nostra lingua significa non solo dea, ma sposa. Mia madre era una di loro, una naiade, guardiana di fiumi e sorgenti. Aveva catturato lo sguardo di mio padre quando lui era in visita al palazzo di Oceano, il padre di lei. In quei giorni Elios e Oceano condividevano spesso il desco. Erano cugini, e di pari età, sebbene non lo sembrassero. Mio padre risplendeva luminoso come bronzo appena forgiato, mentre Oceano era nato con occhi rugiadosi e una barba bianca lunga fino alla cintola. Eppure erano titani entrambi, e preferivano la compagnia reciproca a quella degli dii nuovi di zecca in cima all'Olimpo, che alla creazione del mondo non avevano assistito."
- da “Circe” di Madeline Miller
Queste poche ma sentite e poetiche parole non vi istillano la curiosità e la bellezza poetica necessaria a proseguire il racconto? Non vi sentite proiettati in un altro tempo ed in una altro luogo, magari insieme agli Dei dell'Olimpo? Non siete arsi dalla curiosità di andare a fondo della vicenda di Circe?
A me è capitato.
Dopo aver letto questo romanzo mi sono data poco tempo per scrivere questa recensione, volevo far passare il minor tempo possibile tra lettura e la scrittura di quanto pensassi della vicenda (ri)elaborata dalla Miller, perché il fascino che ha esercitato su di me è stato potente e intenso e volevo che vi arrivasse.
Ma cosa mi ha colpito in particolare di questo libro? Innanzitutto la figura globale che ne emerge di questa sfortunata protagonista: Circe è una Dea bellissima, figlia di una ninfa del Re del mare e del bellissimo e grande Elios ... cosa poteva andar storto? Bella, immortale, agiatissima, apparentemente coccolata fino alla nausea. Invece le cose non erano poi così felici come apparivano. I suoi fratelli e sorelle la odiavano. ed erano davvero ostili e cattivi con lei, la madre era una donna amara e profondamente egocentrica, il padre un Dio che amava più se stesso che la famiglia che lo circondava, l'immortalità si era rivelata una noia e non era poi così libera di muoversi e di agire. Inoltre i mortali erano oggetto di proibita ambizione da parte di Circe, ma ella non si poteva avvicinare ad essi ...
Le regole strette e le tentazioni saranno proprio ciò che determineranno le azioni di Circe nella sua lunga esistenza. Ribelle (ahimè punita) e combattente innata per le cause perse o proibite agli Dei, saranno il pane quotidiano di questa bella e parecchio sfortunata eroina, che vive tra le pagine di questo romanzo, combatte e lotta, grazie alla Miller trovando anche un riscatto potente e meritato (a mio personale gusto).
L'autrice, che si attiene molto alla storia, ad un certo punto però si libera dalle costrizioni storiche e regala un riscatto importante e molto bello a Circe, di cui si sa (troppo) poco anche oggi.
Circe è infatti sempre stata considerata un personaggio minore tra i mille e mille Dei e Dee dell'Olimpo, e la si ricorda principalmente perché "intralcia" il cammino a Ulisse e lo fa divenire un uomo oggetto, ossessionato/ingannato/stregato e dipingendo lei come una donna, no, anzi una strega che manipolava erbe (ma in fondo è figlia di Dei, qualche potere dono ultraterreno doveva pure averlo no?), amareggiata dagli uomini a tal punto che diviene arpia tra le arpie e Ulisse un eroe, un uomo vittima di un crudele e beffardo destino.
Grazie al cielo corre in aiuto a Circe la Miller, la quale dipinge meglio i contorni resi sfumati dal tempo e dalla memoria storica, regalando una certa dignità e personalità a Circe, che emerge come una donna intelligente, combattiva, interessante, sagace, che trova il riscatto meritato grazie anche (e soprattutto) all'aiuto dei mortali, gli unici a capire il suo merito e il suo valore, non colto e disprezzato da invece coloro che avrebbero dovuto da sempre enfatizzarlo e lodarlo, gli Dei.
Ho amato moltissimo questa storia, l'ho amato per le scelte fatto, per la storia bellissima e pregna di pathos che mi ha saputo regalare e soprattutto per avermi fatto pensare a Circe in modo del tutto diverso da quello che avevo in mente. Grazie Madeline.
Ovviamente consiglio questo romanzo, perché è una lettura appassionante e bellissima. La Miller e il suo stile sono davvero impagabili.
★★★★★/5
Superbo
Superbo
Madeline Miller
E’ nata a Boston, ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Attualmente vive a Narberth, Pennsylvania, con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille (Sonzogno 2013), è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, Circe ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.
Recensione intensa. Mi hai convinto a leggerlo! Silvia
RispondiEliminaSembra molto bello! Grazie del consiglio!
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