Mooncop. Poliziotto Lunare
di Tom Gauld
pagine 100 prezzo 18€ eBook 12.99€
Mondadori
già disponibile
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La colonia lunare è in declino, come una cittadina di provincia tagliata fuori da una nuova autostrada. La popolazione è in costante calo, ma il nostro eroe, Mooncop il poliziotto lunare, continua con le sue ronde quotidiane: una ragazzina da riportare a casa, una vecchietta in cerca del cane, l'automa di Neil Armstrong che vaga attorno al Museo della Luna.
Soffuso di una languida nostalgia lunare, divertente e malinconico allo stesso tempo, disegnato con l'inconfondibile stile essenziale e poetico di Tom Gauld, Mooncop sa cogliere e illuminare sorprendenti scorci di verità nella natura umana diventando, sotto gli occhi del lettore, una storia sul passato, sul presente e sul futuro. Tutti assieme.
Considerazioni.
Se dovessi descrivere questo fumetto in tre parole, queste sarebbero sicuramente: pulito, essenziale e blu.
Pulito perché usa dei disegni e delle linee quasi minimal; essenziale perché così è lo stile di Gauld, il quale non ama particolarmente protrarsi in lunghi discorsi, dilungarsi a vuoto, ma arriva al sodo con poiché parole, concise e definitive, preferisce parlare con le immagini, tanto che molte delle sue vignette sono senza parole, solo da osservare per capire le situazioni, i personaggi e leggere tra le righe le loro emozioni. Blu perché è il colore principale di questo libro, che prepondera e accompagna il lettore lungo tutta la sua narrazione.
Visto che narrarvi la storia in poche parole implicherebbe davvero raccontarvi quasi tutto, preferirei - in questa recensione - soffermarmi su qualche considerazione globale in merito ad esso. La cosa che posso dire di avrei gradito maggiormente di Mooncop e del suo autore è il fatto che ci sia tanta semplicità. Semplicità, ma non semplicismo. Gauld non usa la semplicità perché non ha nulla da dire, o perché non è in grado di narrare la storia che vuole raccontare in modo più complesso e ricco, ma semplicemente è metodo che preferisce e la utilizza poiché è il mezzo più efficace, a suo dire, per comunicare quello che ha da dire (e che ha nella testa) al lettore. La cosa più interessante di questo illustratore è che usa la semplicità del linguaggio e la pulizia delle immagini facendolo sembrare la cosa più facile al mondo, ma così non è, credetemi.
Non è affatto facile costruire una storia che rimanga nell'animo di chi l'accoglie per un po' (e magari anche qualcosina in più) con pochissimi elementi scritti, molto figurato ma molto lineare, come vi dicevo poco fa, pulito e tanto, tanto blu e grigio (cosa che in mano ad un altro autore avrebbe potuto appiattire tutta la storia ed il contesto narrato in esso). Ma Gault ce l'ha fatta, ed anche bene.
Mooncop è una storia particolare, in un contesto ancora più peculiare, che però riesce a coinvolgere per il suo essere tanto normale, con un protagonista ordinario, molto umano e con necessità altrettanto umane, che lo rendono da subito molto simpatico e ematico. Sebbene sia così lontano da noi, questa storia risulta ben presto perfetta, ed anche di più perché ci da spunto e modo per riflettere sulla nostra società ed in particolare sulla fretta con cui rincorriamo tutto, desideri, amori, successi, e chi più ne ha più ne mette, la caoticità con cui si svolte la nostra esistenza anche solo nel fare le cose quotidiani e di poco conto. Non siamo in fondo tutti Mooncop, ovvero esseri che svolgono vite sempre più solitarie e distaccate in un posto lontano lontano, che soggiaciono ad una esistenza in una piccola bolla isolata e silenziosa? Alienati? E come Mooncop non facciamo troppa fatica ad affrontare un mondo che non ci corrisponde interiormente e che è causa di frustrazione ed in alcuni casi tormento?
Pulito perché usa dei disegni e delle linee quasi minimal; essenziale perché così è lo stile di Gauld, il quale non ama particolarmente protrarsi in lunghi discorsi, dilungarsi a vuoto, ma arriva al sodo con poiché parole, concise e definitive, preferisce parlare con le immagini, tanto che molte delle sue vignette sono senza parole, solo da osservare per capire le situazioni, i personaggi e leggere tra le righe le loro emozioni. Blu perché è il colore principale di questo libro, che prepondera e accompagna il lettore lungo tutta la sua narrazione.
Visto che narrarvi la storia in poche parole implicherebbe davvero raccontarvi quasi tutto, preferirei - in questa recensione - soffermarmi su qualche considerazione globale in merito ad esso. La cosa che posso dire di avrei gradito maggiormente di Mooncop e del suo autore è il fatto che ci sia tanta semplicità. Semplicità, ma non semplicismo. Gauld non usa la semplicità perché non ha nulla da dire, o perché non è in grado di narrare la storia che vuole raccontare in modo più complesso e ricco, ma semplicemente è metodo che preferisce e la utilizza poiché è il mezzo più efficace, a suo dire, per comunicare quello che ha da dire (e che ha nella testa) al lettore. La cosa più interessante di questo illustratore è che usa la semplicità del linguaggio e la pulizia delle immagini facendolo sembrare la cosa più facile al mondo, ma così non è, credetemi.
Non è affatto facile costruire una storia che rimanga nell'animo di chi l'accoglie per un po' (e magari anche qualcosina in più) con pochissimi elementi scritti, molto figurato ma molto lineare, come vi dicevo poco fa, pulito e tanto, tanto blu e grigio (cosa che in mano ad un altro autore avrebbe potuto appiattire tutta la storia ed il contesto narrato in esso). Ma Gault ce l'ha fatta, ed anche bene.
Mooncop è una storia particolare, in un contesto ancora più peculiare, che però riesce a coinvolgere per il suo essere tanto normale, con un protagonista ordinario, molto umano e con necessità altrettanto umane, che lo rendono da subito molto simpatico e ematico. Sebbene sia così lontano da noi, questa storia risulta ben presto perfetta, ed anche di più perché ci da spunto e modo per riflettere sulla nostra società ed in particolare sulla fretta con cui rincorriamo tutto, desideri, amori, successi, e chi più ne ha più ne mette, la caoticità con cui si svolte la nostra esistenza anche solo nel fare le cose quotidiani e di poco conto. Non siamo in fondo tutti Mooncop, ovvero esseri che svolgono vite sempre più solitarie e distaccate in un posto lontano lontano, che soggiaciono ad una esistenza in una piccola bolla isolata e silenziosa? Alienati? E come Mooncop non facciamo troppa fatica ad affrontare un mondo che non ci corrisponde interiormente e che è causa di frustrazione ed in alcuni casi tormento?
Credo che Gauld abbia creato una stupenda graphic novel in grado di spingere il lettore oltre il divertimento e allo stupore delle immagini, fornendo una riflessione profonda e nemmeno troppo velato su quello che possiamo e vogliamo diventare ed essere, perché in fondo non è troppo tardi.
voto:
★★★★★/5
Tom Gauld
E' nato nel 1976 ed è cresciuto nell'Aberdeenshire, in Scozia. Fa il fumettista e l'illustratore: il suo lavoro appare regolarmente sul "Guardian", il "New York Times" e il "New Scientist". I suoi libri sono pubblicati nel Regno unito da Canongate e negli Usa da Drawn & Quarterly. Vive a Londra con la famiglia.
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