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I delitti di Monteverde
di Adele Colgada
Pagine 228 - Prezzo 16€ - eBook 9.99€
Giunti Editore
già disponibile
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Qualche settimana fa vi ho presentato un nuovo romanzo tutto italiano che potrebbe davvero interessare i lettori che amano il giallo e il mistero.
La casa Editrice Giunti e le due autrici che si "nascondono" dietro il nome di Adele Colgada sono poi stati davvero gentili e mi hanno concesso una piccola intervista che vi sto per far leggere, che spero vi piaccia e vi aiuti a capire meglio la trama, il mondo creato dalla Colgada e una nuova protagonista davvero interessante!
Vi lascio all'intervista e vi auguro una buona lettura!
Dopo anni trascorsi a editare libri gialli, Gerarda Greco, 58 anni compiuti da un mese e felicemente pre-pensionata, vuole solo leggere ciò che le va e fare lunghe passeggiate nel suo nuovo quartiere a Roma: Monteverde.
Ha ereditato la casa di zia Ginetta e con essa un condominio di anziani e variopinti vicini: c’è la signora Angelucci, ex attrice di fotoromanzi impeccabile e azzimata a qualsiasi ora del giorno, la Sanfilippo, ex insegnante in pensione con la mania di collezionare carte e le anziane signorine Meloni, sempre troppo occupate a impicciarsi dei fatti degli altri. Gerarda non è destinata però ad annoiarsi... a movimentare le sue giornate, prima la scoperta del brutale omicidio di un’artista locale, Adelaide Grazzini, avvenuto nel 1958, e poi il ritrovamento del corpo della bislacca Sanfilippo con la testa spaccata.
A indagare arriva il commissario Laguardia, quarantenne lucano trasandato ma acuto, che capisce ben presto di aver bisogno di un complice all’interno del condominio – e chi meglio di una delle inquiline? Gerarda accetta – più o meno di buon grado – il suo nuovo ruolo di spia, svolgendo indagini parallele sui due delitti di Monteverde. Perché il caso Grazzini non è mai stato risolto? E se fosse in qualche modo collegato alla morte della signora Sanfilippo?
Tra una telefonata della Ciminiera, il suo ex capo nonché ex amante che cerca di convincerla a tornare a lavorare per la casa editrice, gli incontri segreti con Laguardia nelle serre dell’Orto Botanico e le chiacchierate/interrogatorio con i condomini, la verità verrà piano piano a galla e con essa insospettabili moventi, intricate relazioni e passioni mai sopite. Un giallo sofisticato che con ironia strizza l’occhio al mondo dell’editoria e dei libri.
Adele Colgada.
E' il nome di penna di Stefania Fabri e Giulia Caminito. Adele scrive di tutto e adora soprattutto leggere gialli. Grazie al suo acume, mantiene un atteggiamento di diffidenza nei confronti della realtà per cui ragiona anche su eventi all’apparenza del tutto insignificanti. Desidera che le sue storie non siano troppo cupe ma animate da una certa sagacia e dalla consapevolezza che gli esseri umani vadano descritti senza fare nessuno sconto. Questo, per Adele, è il primo romanzo.
11 domande a ... Adele Colgada
> Posso chiedervi - come prima cosa - com’è nato questo romanzo? In particolare se è stata un’idea che da un po’ maturavate o è avvenuta un po’ per caso?
Una delle autrici, Stefania, è una grande lettrice di gialli, tanto da aver scritto recentemente anche un saggio per l’Editrice Bibliografica, intitolato “Brividi e delitti in biblioteca”. Inoltre ci attirava l’idea di scrivere qualcosa insieme, essendo ambedue nell’ambiente letterario da qualche tempo.
> Gerarda Greco: come la presentereste ai lettori?
Una donna burbera dal carattere scontroso, ma molto attenta ai particolari. Una donna adulta che teme un po’ la vecchiaia ma non si preoccupa dei giudizi altrui. Una lettrice accanita, acuta, che ha con i libri un legame vitale, i libri nutrono il suo rapporto col mondo. Grazie ai libri riesce a trovare la chiave anche per le sue indagini investigative.
> C’è una caratteristica di Gerarda in cui vi identificate o che vorreste avere?
La sua capacità di essere rigorosa e leale, una donna colta e affidabile, che non prende con leggerezza né dettagli né questioni di fondo.
> Commissario Laguardia: cosa ci dobbiamo aspettare da lui?
Un’attenzione non scontata a certi dettagli e una bonaria, ma non ingenua, analisi della realtà. Il commissario è un uomo mite, che non interviene mai a gamba tesa, ma osserva e sa farsi una opinione delle persone, sa destreggiarsi tra gli umori del condominio in cui accadono i due delitti.
> Come mai avete pensato di ambientare la storia proprio a Roma?
Siamo nate a Roma entrambe e Monteverde è un quartiere a cui siamo legate. Stefania infatti è nata e cresciuta lì, mentre Giulia ci è tornata da adulta e ci ha vissuto per alcuni anni. Volevamo ambientare la storia in dei luoghi a noi affini e che conosciamo bene. Il quartiere infatti è noto per i suoi condomini, palazzoni alti e pieni di finestre, cortili interni, stradine e pochissimo spazio per parcheggiare. È un quartiere residenziale, ambiente di una borghesia romana che ha però ancora alcuni legami con la Roma di Pasolini e con la cultura popolare.
> Da quanto ho potuto capire dalla trama, in quel di Monteverde c’è un condominio decisamente particolare e variegato. Come siete riuscite a creare un ambiente tanto vario, affollato, familiare e al contempo a gestirlo?
Stefania ha vissuto l’infanzia e la giovinezza in un condominio di Monteverde e suo padre, il nonno di Giulia, era conosciuto in tutto il quartiere come persona affabile e disponibile, quindi con molti contatti. Abbiamo provato a ricostruire quella varietà umana, quei volti e quella atmosfera tipica da condominio: dalle piante ben curate all’entrata, ai rumori molesti dai piani di sopra, allo struscio dell’ascensore, fino alle dicerie e le chiacchiere bisbigliate.
> Questo mi porta a domandarvi se questo sia il vostro primo romanzo e come sia stato per voi pensare alla storia, svilupparla e poi scriverla insieme?
È il primo romanzo insieme, anche se tutte e due siamo amanti della letteratura e scriviamo da tempo. Abbiamo lavorato per scritture e riscritture. Stefania si è occupata di più della trama e dell’impianto di base, della risoluzione del caso, della scelta dei personaggi e dei luoghi e Giulia ha riscritto con il proprio stile e ha aiutato a compattare il romanzo attraverso varie revisioni. Ci siamo sempre confrontate sulle varie versioni e trovate in sintonia sul risultato e su quello che volevamo provare a raccontare.
> Qual è la parte - o il personaggio - che più vi è piaciuto scrivere / descrivere di questo libro?
Per Stefania il personaggio dell’Angelucci, ex attrice di fotoromanzi, in quanto sua madre ne era grande lettrice e anche il personaggio dell’artista perché si è occupata di musei per parecchio tempo. Per Giulia Gerarda stessa perché lavora nell’editoria e per la sua capacità critica nei confronti del prossimo.
> Per scrivere questo romanzo vi siete ispirate a qualche investigatore “in erba” in particolare della letteratura o vi siete lasciate guidare dall’istinto?
Sicuramente Miss Marple, che è la più nota investigatrice non professionista, la donna anziana e tranquilla, ma con lo sguardo affilato, che si trova sul luogo del delitto e sa scoprirne i segreti. Gerarda rispetto a lei è molto più polemica, meno incline alle formalità e dal caratterino più marcato, ma anche lei si aggira sulla scena del crimine senza essere una investigatrice di professione e sa leggere sguardi e parole dei sospettati.
> Quali 5 aggettivi scegliereste per descrivere in breve “I delitti di Monteverde”?
Divertente, acuto, ironico, letterario, enigmatico quanto basta.
> Avete già pensato a un seguito per le indagini di Gerarda?
Ci stiamo pensando, siamo affezionate a lei e ai condomini di Monteverde.
Grazie infinite alle due autrici per questa intervista!
Ora non vi resta leggere questo romanzo decisamente interessante.
💚
Endimione
Affascinante scrivere un romanzo a quattro mani, le dinamiche interne.
RispondiEliminaAnche Brividi e delitti in biblioteca sembra intrigante.
Vero? Anche secondo me, e alla base deve esserci davvero coordinazione e affiatamento!
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