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mercoledì 9 dicembre 2020

Anteprima: "Economia dell’imperduto" di Anne Carson

Forse non proprio un’anteprima, ecco ... però è appena appena uscito  .. siate buoni con me questa volta ;)

Credo di aver bisogno di letture un po’ diverse da quelle che abitualmente faccio, ed infatti sto leggendo cose molto strane, diverse, alternative, vedrete nei prossimi giorni - e le prossime recensioni - con i vostri occhi quanto vi sto dicendo, promesso. 

E quando l’istinto guida tutto il resto segue, ed infatti sto incappando in romanzi - o libri in generale - davvero molto interessanti e pregni di significati diversi, ma al contempo unici e significativi. Succede sempre, per fortuna, quando si esce dal seminato. 

Uno dei libri dai quali sono rimasta particolarmente affascinata è quello che vi presento oggi. Spero vi intrighi quando lo ha fatto con me! 

Buona lettura ;)

Economia dell’imperduto
di Anne Carson
Pagine 192 - Prezzo 18€ - eBook 9.99€
Utopia Editore
già disponibile
..o...



Le leggi del mondo, rigide e inoppugnabili, ma sempre in equilibrio sulla precarietà della vita. L’oltre, incerto e indescrivibile, che in fondo legittima l’uomo e lo sostanzia. Con la sua lingua preziosa e misurata, Anne Carson traccia un parallelismo tra le vite di due poeti europei, il greco Simonide di Ceo, vissuto tra il sesto e il quinto secolo a.C., e il romeno di origine ebraica Paul Celan, uno tra gli autori più acclamati del ventesimo secolo. 

«Forse sono poeti quelli che sperperano ciò che i loro padri avrebbero risparmiato», scrive l’autrice. Eppure Simonide è stato uno dei primi intellettuali a scrivere versi in cambio di denaro, a piegare le regole del mondo all’imperscrutabilità dell’arte, conciliando il visibile e l’invisibile. E così Paul Celan, sopravvissuto all’Olocausto e cultore della memoria, che trascorre gli ultimi anni della vita in un regime capitalista di reificazione, in cui tutto ha il valore del proprio corrispettivo economico. 

Ma se è vero che a «dispetto d’ogni altra cosa, questo soltanto, sì, il linguaggio, rimane imperduto», come Celan stesso scrive, se è vero che la poesia è l’unica testimonianza del passaggio fugace di un uomo nel mondo, cosa va perduto quando si spreca una parola? 

Con il consueto stile epigrammatico che l’ha resa un’autrice di culto nel mondo inglese, Anne Carson riflette sul concetto di «economia poetica», intrecciando le biografie di due uomini «nel mondo e mai del mondo», testimoni della propria epoca e cultori di un’arte senza tempo.




Anne Carson 
E' nata a Toronto nel 1950. Poetessa e saggista, è tra le voci più acclamate della letteratura canadese contemporanea. Si è distinta come traduttrice dal greco antico e classicista, soffermandosi con particolare interesse sulla poesia di Saffo e sulla tragedia di Eschilo, Sofocle ed Euripide.
Le sue opere fondono assieme, con alterna preponderanza, versi, estratti di prosa, studi, dialoghi teatrali e traduzioni di classici antichi e contemporanei. Ha insegnato in molti atenei americani, tra cui le università di Princeton e Berkeley. Tra i numerosi riconoscimenti internazionali che le sono stati conferiti, due premi Griffin per la poesia, nel 2001 e nel 2014, e il premio Principessa delle Asturie, nel 2020. È, dal 2018, tra gli autori più accreditati per il premio Nobel per la letteratura.
Tutti i suoi saggi, già tradotti in molte lingue, sono in corso di pubblicazione per i tipi di Utopia.

2 commenti :

  1. Eeh... noto che stai condividendo sul blog letture diverse dal solito. Non che tu non legga tanti generi e tanti autori diversi (si capisce dai commenti che lasci qui e altrove), ma non tutto finisce nei tu

    Eeh... Ho notato che hai incominciato a condividere sul blog tanti generi e autori diversi. Penso che tu abbia sempre sperimentato di tutto nella lettura, ma tanto di quello che leggi non finisce in questo spazio. Ora sono incuriosita...

    Per quanto riguarda,
    "[...] cosa va perduto quando si spreca una parola?"
    Concordo, ma al contempo tante persone non fanno che ripetere che non ci si dovrebbe incaponire ad analizzare ogni singola parola perché a volte porta a pensare e vedere cose che, poi, non si rivelano come pensavamo.

    Non lo so. Io sono sempre stata una persona che dà importanza a qualsiasi parola, ma mi è stato detto che non dovrei esagerare e continuare a rigirarmi le parole in testa.







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    1. Ti dirò ... avevo proprio voglia di un cambiamento. Ho sempre letto molti libri di questa tipologia, ma avendone divorati troppi ad un certo punto volevo staccare. Ora ovviamente sono ritornati quatti quatti nella mia testa e sul mio comodino. Ne parlo poco poiché molto spesso è difficile mettersi a scrivere di questa tipologia di letture, occorre avere tempo, energie e anche capacità (non sempre innata o immediata) di comunicare quello che ti fa emergere nel profondo, nella testa, quello che smuove e tocca profondamente. E' decisamente un processo di interiorizzazione notevole e su più livelli. Oltre a ciò notavo che nessuno leggeva o comunque pochi erano interessati e finché avevo tempo non era un problema, poi qualche volta lo è diventato. Sto tornando a espormi maggiormente e a parlarne. Spero che interessino, che quello che vorrei comunicare (per quel che conta ovviamente) possa essere punto di riflessione interessante e qualche volta costruttivo.
      Per quello che riguarda le parole che girano in testa cosa posso dirti ... faccio la stessa cosa da sempre e ogni tanto cerco di non farlo, ma sarebbe come chiedere a un melo di produrre pere ... 😅

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