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lunedì 29 gennaio 2024

Recensione: "Un posto dove andare" di María Oruña


Un posto dove andare
di María Oruña
pagine 552 - prezzo 19,80 - eBook 12,99
Ponte alle grazie editore
già disponibile
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Sul sito di un’antica fortezza medievale viene ritrovato il cadavere di una giovane donna: dall’abbigliamento pare una principessa venuta dai secoli bui. Un caso che si presenta fin da subito complicato per la tenente Valentina Redondo, anche perché la «principessa» non mostra alcun segno di violenza e stringe fra le mani una moneta cinquecentesca... Diventa difficile, stavolta, per la rigorosa Valentina e la sua squadra non smarrirsi nei meandri della Storia, quando una moneta del tutto simile viene ritrovata addosso a un uomo annegato in una vicina palude e la vita della stessa tenente viene scossa dall’improvvisa comparsa dell’ex fidanzata del «suo» Oliver, tornata dall’India imbottita di misticismo orientale e integralismo ambientalista... Ancora una volta, María Oruña intreccia con abilità le indagini di Valentina e le vicende passate, che in questo caso vedono protagonista un assortito gruppo di archeologi, geologi, avventurieri. Sino allo scioglimento in cui la magistrale costruzione si rivela e ogni filo dell’ingarbugliata matassa conduce allo stupefacente finale. Un posto dove andare è la conferma del talento di una grande giallista. Per chi già la conosce, una felice occasione per rivedere all’opera l’irresistibile Valentina Redondo; per chi ancora non la conoscesse, il momento giusto per incontrarla e affezionarsi a lei.

Considerazioni.
La casa editrice Ponte alle Grazie, che ringrazio, mi ha dato la possibilità di leggere la storia di cui vi parlo volentieri oggi. Questo romanzo fa parte di una serie intitolata Puerto Escondido e siamo al secondo capitolo. 
Pur non avendo letto il primo romanzo posso dirvi che mi è stato così difficile immergermi nella storia. Certo è stato più semplice farlo per quanto riguarda l'indagine principe del romanzo che per la linea narrativa orizzontale che riguarda più strettamente la protagonista, ovvero Valentina Redondo e quella dei personaggi secondari (chi più chi meno), per quale occorre aspettare le briciole disseminate nel romanzo e unire i puntini.

Sulla splendida cornice della Cantabria, a Suances nello specifico, in quello che è un vero e proprio patrimonio geologico spagnolo vista la grande presenza di grotte, ci troviamo immersi nei congressi internazionali di speleologi e viaggi tra le meravigliose grotte che caratterizzano questa regione settentrionale della Spagna.
In particolare ci troviamo a seguire due linee narrative, all'incirca sei mesi dopo il primo romanzo, che si intrecciano capitolo dopo capitolo e che convergono dritte verso il finale e quindi la risoluzione dell'indagine.
Tutto parte in modo molto tranquillo seguendo Valentina e la vita calma e pacifica che respira in quanto proprietaria della sua guest house, tuttavia la sua quiete viene rotta nelle prime pagine quando appare il cadavere di una donna in un abito che fa pensare che sia arrivata da un altro paese... 
Il cadavere viene infatti ritrovato a La Mota de Trespalacios, un luogo nascosto dove si trovano le rovine di un'insolita costruzione medievale, particolarmente adatto a creare la suspance adeguata per un giallo, un crimine ed un'indagine. La Redondo dovrò quindi riannodare la catena di delitti che si stanno compiendo a Suances...

Ho trovato lo stile molto semplice e lineare, i dialoghi serrati degli interrogatori ai sospettati calibrati al punto giusto, molta attenzione a mettere al punto giusto i colpi di scena (tra un capitolo e l'altro), interessanti i protagonisti e le relative loro storie, molto brava l'autrice ha intrecciare presente e passato senza annoiare o rendere pesante la storia, nonché la storia si è rivelata essere complessivamente intrigante e capace di intrattenere. Oltre a ciò ho trovato davvero molto, molto interessante e ben inserito il personaggio della speleologa la quale risulta essere un escamotage molto valido per spiegarci un po' di cose del territorio e delle sue meraviglie sotto la superficie.
Certo non credo sia un romanzo del tutto perfetto perché la Oruña, forse per troppo scrupolo nelle ricerche e nella ricostruzione storica, si sofferma per lunghi periodi sulle spiegazioni, tanto da essere talvolta molto puntuale nei dettagli e nel racconto di cose che magari sarebbe stato giusto sfoltire con più decisione, per non appesantire troppo la storia. Anche alcuni personaggi risultano essere un po' particolari, non del tutto messi a fuoco, e talvolta alcune motivazione alla base delle azioni di questi ultimi sono opinabili (anche se non fuori contesto). Avrei, in altre parole, preferito che si arrivasse al succo della storia un po' più velocemente... ma tutto sommato non sono cose che snaturano il libro e lo portano essere ridicolo o eccessivamente vago e prolisso.

Consiglio questa storia a tutti coloro che amano i gialli, ma senza essere per forza perfetti, e a tutti coloro che si guardano intorno e voglio anche conoscere posti nuovi e apprendere nuove cose da quanto leggono. Mi piacerebbe anche molto recuperare il primo libro di questa storia, terrò sicuramente d'occhio questa autrice.


María Oruña (Vigo, 1976), laureata in legge, ha esercitato per dieci anni come avvocato. Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, La mano del arquero, e nel 2015, con il successo internazionale de Il porto segreto (Ponte alle Grazie, 2023), decide di dedicarsi interamente alla letteratura. Da Ponte alle Grazie è uscito anche Quel che la marea nasconde (2022).

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