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Istruzioni per la
manutenzione
del parquet
di Will Wiles
Pagine 288
Euro 16,50
Neri Pozza
da maggio
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Cosa ci vorrà mai a prendersi cura di un appartamento di lusso? Basta lasciar fare alla domestica, non giocherellare coi tasti del pianoforte a coda, non sfondare i divani in pelle nera, non sporcare le pareti color bianco ghiaccio e attenersi alle istruzioni.
Sí, perché il padrone di casa Oskar, famoso compositore minimalista e poliglotta, amante del design e della semplicità che costa un occhio, impegnato a Los Angeles con gli avvocati della moglie sul piede di guerra, non solo ha affidato la sua elegante casa, situata in una città dell’Europa dell’Est, a un vecchio amico di università e aspirante scrittore, «inesorabilmente, illecitamente bloccato» al primo romanzo, ma gli ha lasciato anche biglietti, noticine e istruzioni per ogni situazione possibile: da come scegliere la dieta ideale per i gatti a quale deodorante d’ambiente usare, dal divieto di toccare il pianoforte a dove ricomprare tempestivamente il caffè, a come riciclare nella maniera piú efficace.
cover originale
Bizzarrie da ricchi, certo, ma in quello spazio «di gusto e denaro», assai diverso dal suo fetido scantinato di Londra, guarda caso lo scrittore sente rinascere l’ispirazione.
Tuttavia, quando l’ospite, dopo una serata trascorsa in un locale di lap dance in compagnia di una ragazza coi capelli color ambra e microscopica minigonna di pvc o lattice, torna a casa ubriaco e si accascia sul letto trascurando i gatti, quasi come si fosse innescata un’antica maledizione, tutto precipita verso la catastrofe: il prezioso parquet in quercia francese si macchia in una maniera orribile e, all’apparenza, irrimediabile; uno dei due gatti tira le cuoia, stecchito sotto il peso del coperchio del pianoforte; la donna delle pulizie stramazza al suolo nella cucina tutta vetro e acciaio; e cosí via fino al sorprendente, inaspettato colpo di scena finale.
Selezionato per il National Book Award 2012 e inserito dal Telegraph nella lista degli «Amazing 15», Istruzioni per la manutenzione del parquet è un romanzo brillante e sarcastico che racconta le ossessioni e le follie dell’era moderna, una commedia nera «diretta da Hitchcock» (The Washington Post), con un protagonista che sembra uscito dalle migliori pagine di David Nicholls e Nick Hornby.
«Questo romanzo genera le stesse vertigini che si provano sulla cima di una scogliera, quella sensazione di catastrofe imminente che si fa sempre piú chiara… un libro che crea dipendenza».
Daily Mail
«Divertente, poetico, ricco… una commedia surreale e farsesca, un originalissimo esordio letterario».
The Times
«Un libro ingegnoso… la storia ha qualcosa della sorprendente sensibilità de Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe».
Daily Telegraph
«Se siete appassionati di Kafka, di certo vi piacerà questo romanzo, che ricorda da vicino Le metamorfosi».
Kirkus Reviews
Will Wiles è nato in India nel 1978 e ora vive e lavora a Londra. È
stato fino allo scorso anno editor di una affermata rivista di design e
architettura, prima di intraprendere la carriera di scrittore e
giornalista free lance. Negli ultimi dieci anni ha collaborato con
numerose testate, tra le quali il New York Times, e fondato e curato
siti web di architettura e blog (quello attuale si trova all’indirizzo
willwiles.blogspot.com).
Istruzioni per la manutenzione del parquet, il suo romanzo d’esordio, è stato selezionato per il National Book Award 2012.
Istruzioni per la manutenzione del parquet, il suo romanzo d’esordio, è stato selezionato per il National Book Award 2012.
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Gli Ultimi.
La magnifica
storia dei vinti
di Domenico Quirico
Pagine 240
La magnifica
storia dei vinti
di Domenico Quirico
Pagine 240
prezzo 16.50
Neri Pozza
da maggio
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La Storia ha assegnato ad alcuni personaggi il compito, affascinante, crudele e immane, di liquidare o di scuotere dalle fondamenta costruzioni storiche secolari, possenti ideologie, imperi e regni che avevano quasi assorbito il mondo.
Un compito tragico nel senso classico del termine: perché la maggioranza tra gli Ultimi si è caricata sulla schiena questo peso essendone pienamente consapevole. Tutti erano in qualche modo certi che, comunque avessero assolto l’impegno, sarebbero rimasti nella Storia con il marchio degli infami, dei vinti, di notai miserabili di una eredità dilapidata, di traditori di fedi che dovevano essere incrollabili.
Non c’è riconoscenza per gli Ultimi che sono sempre dei vinti agli occhi dei posteri.
Eppure il Mondo Nuovo, che sorge sulle ceneri del Vecchio, spesso è opera loro.
Tanti i casi e le storie esemplari: da Dario, il fragile, umanissimo, disperato rivale di Alessandro, a Gorbaciov, tormentato e malaccorto affossatore dell’Impero rosso di Lenin e di Stalin; da Atahualpa, ultimo inca paralizzato dai presagi della fine a Pu Yi, che nacque imperatore nella città proibita e finì guardia rossa; da Romolo Augustolo, l’imperatore per conto di un padre che non voleva la porpora pur avendo il potere, a Benedetto XVI che scoprì all’improvviso che non si può guarire neppure la chiesa dall’ingiustizia e dalla stupida ferocia degli uomini.
Un libro affascinante, un grande racconto degli infami e dei vinti della Storia che invita a cercare nella sconfitta, nella decadenza e nell’oscurità del declino la luce e il vagito del Mondo Nuovo.
Da Atahualpa a Benedetto XVI, un affascinante ritratto dei maggiori liquidatori di imperi e fedi che la Storia abbia mai conosciuto.
Il formidabile racconto degli infami e dei vinti della Storia che invita a cercare nella sconfitta, nella decadenza e nell’oscurità del declino la luce e il vagito del Mondo Nuovo.
Domenico Quirico è giornalista de La Stampa, responsabile degli esteri, corrispondente da Parigi e ora inviato. Ha seguito in particolare tutte le vicende africane degli ultimi vent’anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Ha vinto i premi giornalistici Cutuli e Premiolino. Ha scritto quattro saggi storici per Mondadori (Adua, Squadrone bianco, Generali e Naja) e Primavera araba per Bollati Boringheri.
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Sangue e onore.
I Borgia.
di Sarah Dunant
Pagine 576
di Sarah Dunant
Pagine 576
prezzo 18.00
Neri Pozza
da maggio
--o-- Roma, 11 agosto 1492. Per cinque giorni,ventitré uomini sono rimasti prigionieri di una cappella in Vaticano. Senza scrivani cui dettare le loro lettere, né cuochi per preparare banchetti; con un solo domestico che li ha aiutati a vestirsi, e pasti frugali passati da uno sportello di legno che si chiude quando l’ultimo piatto è stato consegnato.
Sono i cardinali entrati in conclave per eleggere il nuovo successore di Pietro. Diciassette giorni prima papa Innocenzo VIII, esausto, al cospetto dei figli chiamati al suo capezzale, ha smesso di combattere per restare in vita. Il corpo era ancora caldo quando i pettegolezzi hanno cominciato a diffondersi per le strade come lezzo di fogna. In città è corsa addirittura voce che l’irascibile cardinale Della Rovere, favorito del pontefice, e il vicecancelliere cardinale Rodrigo Borgia si siano scambiati insulti da un capo all’altro del capezzale, e che Innocenzo abbia esalato l’ultimo respiro giusto per sfuggire al baccano.
L’alba dell’11 agosto è un livido giorno di afa e calura quando, nella grande piazza,
risuona il fatidico annuncio: «Habemus Papam!» Rodrigo Borgia, cardinale di Valenza, è stato eletto Papa col nome di Alessandro VI. Il vicecancelliere di cinque papi diversi, il cardinale spagnolo che, con quell’accento che suona come un attacco di tosse, non è certo nel cuore delle famiglie più antiche di Roma, è il successore di Innocenzo VIII. Ha sconfitto Della Rovere, che in conclave già sedeva sotto l’immagine di Cristo che consegna a san Pietro le chiavi della Chiesa, e il potente Ascanio Sforza.
cover originale
I piani di Alessandro VI sono chiari: ripristinare l’ordine, risanare la finanza pubblica, unificare le forze cristiane contro il pericolo turco e rinsaldare le alleanze. Buoni propositi che vengono, tuttavia, presto dissipati da un’ambizione sfrenata, capace di convincerlo a cedere in sposa la figlia Lucrezia ben due volte (prima a Giovanni Sforza e poi ad Alfonso d’Aragona), di crescere il figlio Cesare come il Principe spietato e freddo che ispirerà Machiavelli, di intraprendere una relazione con una giovanissima Giulia Farnese e di ordire complotti e vendette senza risparmiare nessuno.
Ripercorrendo gli amori, i tradimenti e le macchinazioni dei Borgia e, in controluce, dell’intero Rinascimento italiano, Sarah Dunant – «impeccabile per padronanza, ritmo e istinto» (The Financial Times) – ci regala un affresco rigoroso e potente di una famiglia e un paese assetati di potere, che sintetizza l’essenza stessa della Storia: affascinante, contraddittoria e inarrestabile.
«Per dodici anni non ho fatto altro che scrivere romanzi ambientati nel Rinascimento italiano, e il nome di una sola famiglia è risuonato a lungo nella mia testa… i Borgia».
Sarah Dunant
Hanno scritto di Le notti al Santa Caterina:
«Un sofisticato e bellissimo romanzo storico di cui va dato merito a Sarah Dunant».
Fabio Cavalera, Corriere della Sera
«Le notti al Santa Caterina è la narrazione potente, frutto di una profonda ricerca condotta da Sarah Dunant».
Carlotta Vissani, D-la Repubblica delle donne
Sarah Dunant è l'autrice di The Birth of Venus e The Company of the Courtesan, due romanzi storici ambientati rispettivamente nella Firenze dei Medici del 1490 e a Roma e Venezia tra il 1527 e il 1530. Con Le notti al Santa Caterina completa il suo ciclo narrativo dedicato a un secolo della storia d'Italia. Sarah Dunant ha studiato a Cambridge, ha lavorato a lungo per la BBC, insegna Storia del Rinascimento e vive tra Londra e Firenze.
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Dal ventre
della Balena
di Micheal Crummey
Pagine 384
Pagine 384
prezzo 18.00
Neri Pozza
da maggio
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La prima volta che Mary Tryphena incontra il «Grande Bianco» non può sapere che quell’uomo nudo, puzzolente e dalla pelle chiarissima, diventerà suo marito.
Mary è solo una bambina e l’unica cosa che le interessa è l’enorme balena che si è appena spiaggiata sulle coste del suo villaggio. È aprile, il giorno della festa di San Marco, ma il ghiaccio non accenna a sciogliersi. Gli orti marciscono sotto la pioggia incessante e i pescherecci tornano vuoti. In una tale carestia, quell’animale morente non può che essere un dono di Dio.
cover originale
Gli abitanti aspettano che la balena muoia per spartirla equamente, quando King-me Sellers si presenta in spiaggia dicendo che l’animale si è arenato sulla sua proprietà e perciò a lui spettano l’intero fegato e otto botti d’olio.
Mentre per risolvere il contenzioso si attende l’arrivo della Vedova, matriarca temuta e rispettata, dotata di poteri soprannaturali, la balena muore e i pescatori si armano di coltelli, accette e seghe, scalano il dorso del leviatano e prendono a tagliarne le carni e a raccoglierne il grasso.
Hanno appena iniziato quando sulla spiaggia risuonano le grida di un ragazzo: nel ventre della balena c’è un uomo nudo, dalla pelle chiarissima, che puzza di pesce marcio.
cover kindle
Inizia così un racconto epico e ipnotico che schiude davanti ai nostri occhi il mondo del Newfoundland, in Canada, a cavallo tra Ottocento e Novecento. Un mondo magico e spietato in cui due villaggi confinanti, Deep e Gut, con le loro due famiglie – da una parte i Sellers, protestanti di origine inglese, dall’altra i Devine, pescatori irlandesi cattolici – si combattono da decenni, per un motivo che ormai pochi ricordano ancora.
Neppure il singolare ritrovamento del «Grande Bianco», un uomo che pare non invecchiare e che, novello Messia, porterà benessere e abbondanza in una terra dimenticata da Dio, eviterà che i vecchi rancori tra la Vedova e i Sellers tornino a galla e trascinino tutti in un vortice inarrestabile.
Narrato da uno dei più grandi scrittori canadesi contemporanei e già paragonato a Cent’anni di solitudine di Márquez e a L’urlo e il furore di Faulkner, Dal ventre della balena è un romanzo popolato da fantasmi e creature magiche che racconta l’eroismo e il fallimento di una comunità
di immigrati, e l’insondabile malvagità che si annida in ogni famiglia.
«Fantasmi, gangster, sirene e un guaritore simile a Cristo che emerge dal ventre di una balena spiaggiata sono solo alcune delle attrazioni di questo romanzo epico».
Kirkus
«È stato a ragione paragonato a Cent’anni di solitudine di Garcia Márquez. Ma richiama alla mente anche... i racconti epici del William Faulkner di L’urlo e il furore».
Library Journal
«Sulla scia del realismo magico di Márquez, un ambizioso romanzo sulle vicende di una comunità di immigrati, sui conflitti e sulle alleanze tra le famiglie, sull’eroismo e sul fallimento».
Booklist
Michael Crummey, nato nel 1965 a Bunchas, sulle coste del Labrador,
esordisce a metà degli anni Ottanta con raccolte di poesie e di
racconti, accreditandosi fin da subito come una delle voci più originali
e interessanti del panorama letterario canadese. Nel 2001 il suo primo
romanzo, River Thieves, è stato un bestseller in Canada. Tradotto
in francese e olandese, ha vinto il Thomas Head Raddal Award e
l’Atlantic Independent Booksellers’ Choice Award ed è stato candidato al
Giller Prize e al Commonwealth Writers’ Prize. The Wreckage, del 2005, è stato nominato per l’IMPAC Award. Dal ventre della balena è il suo terzo romanzo, vincitore del Commonwealth Writers’ Prize e finalista al Governor General’s Award.
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