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martedì 1 luglio 2014

Recensione: "La piccola Fadette" di George Sand





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La piccola
Fadette
di Edith Warthon
Prezzo 12,90
Pagine 260
Neri Pozza
già disponibile
voto:
 IMPERDIBILE!!!
--o--















cove orginale
Il capolavoro di George Sand, un grande libro sulla diversità e i  pregiudizi sociali, in cui Landry e Sylvinet Barbeau, due fratelli gemelli, si innamorano entrambi di Françoise Fadet, detta la piccola Fadette, una ragazzina di quattordici anni emarginata in un paese della Francia rurale perché nipote di comare Fadet, una vecchia povera e avara, considerata una strega.



Considerazioni.
Romanzo di formazione toccante, rurale e intelligente, "La piccola Fadette" è forse una delle opere più conosciute della romanziera francese George Sand pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin, una delle donne, delle scrittrici, che più stimo in tutto il panorama della letteratura passata. Finalmente pubblicata in questa nuova versione dalla Neri Pozza.

La Sand, sebbene al tempo in cui visse, fu parecchio invisa alla società per il suo stile di vita (si vestiva da uomo, si era data un nom de plume maschile, fumava sigari, ecc...), le sue frequentazioni (la si poteva incontrare "senza ritegno" e vergogna nei salotti "bene" a dissertare con  l'intellighenzia francese, prettamente maschile), nonchè per i suoi amori scandalosi (come De Musset, Chopen, ecc...) era una donna estremamente moderna, intelligente e culturalmente molto preparata.

Ella amava moltissimo scrivere per i fanciulli e le fanciulle, ed infatti nella sua bibliografia risultano opere leggibilissime a tutte le età, ma anche rivolti proprio ai più piccoli, legati alle favole, ai miti e le leggende del mondo visibile ed invisibile.
Indirizzato a tutti è anche questa sua famosissima opera, che narra le vicende, per gran parte della vita, della giovane Fadette e di due gemelli, che di lei si innamorano perdutamente, legando con il loro affetto la loro vita a quella della Fadette ribelle del romanzo.

La storia, a dire la verità, è un tantino più complessa. Tutto ha infatti inizio nella zona francese del Berry, con due gemelli identici (ultimi di una famiglia che ne contava cinque in tutto): Landry e Sylvine.
Entrambi i gemelli erano bellissimi, biondi, con gli occhi azzurri, fisico prorompete, legatissimi tra di loro e davvero identici. 

Proprio il legame indissolubile e simbiotico tra Landry e Sylvinet spinge il padre a separarli mandando il primo (essendo più robusto del fratello) a lavorare la terra per il vicino e costringendo il secondo (più introspettivo e sensibile) a girovagare ramingo nella campagna.
Ed è proprio nella lontananza che Landry scopre l'amicizia con una ragazza di nome Fancoise Fadette, nipote di Madam Fadet, la quale - siccome curava ferite, vari infortuni e difetti fisici con rimedi poco ortodossi - veniva schernita quale "strega". 
Proprio per le credenze che giravano all'epoca e la sua parentela con una donna definita "strega" ecco che anche la piccola Franchon - chiamata Fadette (da fadet, cioè folletto, spirittello) anche per il suo aspetto minuto, come una silfide - viene schernita ed emarginata dalla gente del paese.

Ella è però una ragazza intrepida, gioviale, sempre allegra, curiosa, intelligente e indomita, che attira l'attenzion del giovane Landry anche per il fatto che non bada a quello che la gente pensa o cosa dice di lei, e l'ammira, ne è affascinato per come vive: semplivemente di quello che si sente e ama fare, senza dipendere dal giudizio di qualcuno e dall'emarginazione della gente.

I due sempre più vicini, verranno scoperti dalla gente (che subito penserà male) e da Sylvinet, il quale diviene subito gelosissimo del rapporto del fratello con una persona che non è lui, costringendo Fadette ad allontarsi dal paese e cercare lavoro in città.

Gli eventi del destino, di cui si compone la vita, porteranno la giovane nuovamente a Berry e dai due gemelli, per risolvere (almeno per uno dei due) la questione in sospeso con la giovane, la quale sceglierà il gemello che ha scoperto di amare e senza il quale non si sente di vivere senza. E una sorta di pacifica accettazione da parte dell'altro.

Sebbene la trama sia una storia interessantissima e davvero gradevole, gli elementi sui quali mi sono trovata ad entusiasmarmi maggiormente sono:
1 - il rapporto tra gemelli, descritti decisamente bene, con emozione, passione e affetto;

2 - la figura indipendente, speciale, indomita, libera e anticonformista di Fadette.
Essa è infatti l'incarnazione - palesemente - della scrittrice, che raccontava e narrava solamente storie che "aveva provato sulla propria pelle". Ed in questo senso è affascinantissimo il personaggio di Fadette, come collegato alla Sand: così piccola, "scura d'aspetto", troppo intelligente, troppo arguta e svelta di mente per gli abitanti di un piccolo paesino come Berry (o Nohant, per la Sand). Difficile per i gemelli non innamorarsi perdutmente - e per la vita - per uno spiritello tanto animato, tanto appassionato e tanto speciale (che si comporta come un maschio pur assomigliando ad una rosellina selvatica!) ai loro occhi! Per via di come pensa, come agisce, così fuori dagli schemi, dalla società ... quasi una creatura esotica (o forse fatata) ai loro occhi.
3 - la scrittura della Sand. L'autrice ha sempre amato moltissimo (come spesso ha detto e come viene ribadito giustamente nell'introduzione di Daria Galateria presente in questa riedizione pubblicata nella collana Le Grandi Scrittrici per Neri Pozza curata da Monica Pareschi e tradotta da Alexandre Calvanese) ricordare i tempi passati, la sua vita in campagna, libera come l'aria, dalle costrizioni sociali, dalle regole morali (di cui si faceva palesemente beffe in città come Parigi) a Nohant.
[...] Era più di una casa. Erano le radici di un mondo rurale incontaminato e destinato a scomparire [...]
Per lei parlare della vita all'aria aperta era una sorta di liberazione, di ritorno a casa, e narrare di esso in una storia, in un romanzo significava:
[...] un gesto d’attenzione verso il popolo della Francia profonda, [...] un gesto rivoluzionario [...]
Non solo, ma scrivere questa storia deve aver significato moltissimo per la Baronessa di Dudevant, che nonostante fosse una donna altolocata, nobile e quant'altro, in gioventù era stata una ragazzina ribelle, libera, con una nonna che le aveva permesso di vivere come - avrebbe detto H.D. Thoreau - "gagliarda spartana", ovvero da gaudente selvaggia! E le riesce benissimo!
Nemmeno a dirlo che questo romanzo rappresenta a mio parere un parte fondamentale ed essenziale della letteratura tutta, un mattoncino (non per le pagine, che sono nemmeno 300) virtuale da leggere, assaporare, di cui bearsi pian piano, aggrovigliarcisi dentro, goderne con semplicità, farsi scivolare addosso il vento della campagna, il grano sotto le dita, le passioni arcaiche, la selvaggia bellezza indomita. E lasciare che la storia giunga, ci sfiori, ci tocchi e poi passi insegnandone ad altri la stessa pienezza e bellezza che ha lasciano a noi. Che ha lasciato a me.


George Sand, pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin, più tardi  baronessa Dudevant (1804 - 1876), è una scrittrice e drammaturga francese.Ricordata per il suo anticonformismo e per le relazioni con lo scrittore Alfred de Musset e con il musicista Fryderyk Chopin, è considerata tra le autrici più importanti e prolifiche della storia della letteratura. Tra i suoi scritti più illustri: Indiana, Lélia, La palude del diavolo, François le Champi e l’autobiografia Histoire de ma vie.

4 commenti :

  1. Splendida recensione, grazie ... felice giornata a te <3 !
    Dany

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  2. un romanzo che avrò sempre nel cuore perchè è stato uno dei primi regalatimi da mia madre (insieme ad anna frank)....
    l'ha amato..!!!

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  3. @ Daniela
    Grazie mille :D

    @ Angela
    bellissimo davvero!! ^ ^ ottimo consiglio!

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  4. Dal primo capitolo fino al 19 e stato bellissimo, un vero capolavoro nulla da dire, dal 20 in poi pian piano e andato a scemare sempre più. Alcune scelte della scrittrice non mi sono piaciute proprio, come quando Fadette ritorna a casa dopo un'anno e diventa una delle più belle ragazze del paese e non solo con l'eredità della nonna morta diventa ricchissima così da conquistare la simpatia della famiglia Barbeau. Così da sminuire alcuni dei significati più importanti del racconto come la bellezza interiore prevale sempre su quella esteriore e la ricchezza interiore prevale sempre su quella esteriore. Poi non aveva senso che la nonna fosse ricchissima se nel racconto nonostante tenesse a loro, lasciava i nipoti sempre malnutriti e vestiti con stacci, potrei capire che gli tenesse da parte un piccolo gruzzoletto per quanto non ci sarebbe stata più ma tutti quei soldi bho. Poi un altra cosa che non mi e piaciuta e stata quando Fadette va da Sylvinet per curarlo e Fadette gli dice sei una persona cattiva, maliziosa, debole, egoista ingrata ecc... E lui che aveva sempre provato un odio nei suoi confronti gli dice ti prego Fadette perdonami e da li in poi diventa un cagnolino con Fadette. Secondo me questa parte e stata molto incoerente, dal mio punto di vista la scrittrice da metà del romanzo aveva fretta di finirlo. Secondo me sarebbe stato più bello se Fadette nel capitolo 27 credo invece di andarsene si sarebbe fatta convincere da Landry a rimanere, e col tempo e con non poche difficoltà grazie alla sua bontà d'animo, la sua dolcezza e la sua sapienza avrebbe conquistato la fiducia della famiglia Barbeau e pian piano anche di Sylvinet e dell'intero villaggio. Questa e la mia opinione

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