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sabato 24 gennaio 2015

Doppia recensione tutta italiana.




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Non ho voglia 
del destino
 di Luca Romani 
pagine 138 
prezzo 12.90€ 
Edizioni Leucotea 
già disponibile 
voto:
   
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E se vivessimo sempre la stessa vita ma in luoghi e tempi diversi?
Se le nostre azioni e il nostro libero arbitrio ci facessero variare il percorso, ma la strada maestra fosse già tracciata?
Il romanzo tratta le vicende di Joyce Conforti, un ragazzo italiano di trentadue anni.
Il protagonista ritrova in soffitta uno strano manoscritto che, si scoprirà, descrive in forma di diario le vicende di tre uomini vissuti in epoche e tempi diversi: Modou in Uganda durante la dittatura di Idi Amin Dada, Baktash a Teheran negli anni '50 e Miguel nei primi anni del '900 in Messico.
Joyce si interessa al manoscritto e, con l'aiuto del suo amico Paolo e del bibliotecario Ennio, comincia ad indagare; inizia, però, ad avere delle allucinazioni, dei flash che lo portano in luoghi in cui non era mai stato, vivendo delle esperienze extracorporee.
Quando le visioni si fanno più frequenti e la salute psichica del protagonista inizia a vacillare, decidono di intraprendere un viaggio nei luoghi descritti
 

Considerazioni.
E' un romanzo difficile da recensire questo romanzo, in quanto sebbene si possa tranquillamente ricondurre al genere thriller, commisto a quello più spiccatamente avventuroso - e sia un romanzo fruibilissimo e fluido sul centinaio di pagine abbondanti - è difficile da definire nella sua natura più intima.
Romani narra una storia particolare che inizia con Joyce Conforti, il protagonista trentaduenne, il quale trova nella sua soffitta un manoscritto che gli cambierà la vita. Il manicritto in questo narra la storia di tre uomini che sono vissuti in tempi diversi e in periodo storici differenti (Modou in Uganda, Baktash a Teheran e Miguel in Messico) e porterà il protagonista ad indagare più accuratamente sulle vicende di questi tre uomini.
Ad un certo punto, però, Joyce incomincierà ad avere delle specie di allucinazioni che gli faranno vivere delle esperienze particolari, strane che lo porteranno a far vacillare la sua mente, fino a che per risolvere il problema, Joyce non deciderà di intraprendere un viaggio che lo condurrà proprio sulle orme degli uomini citati nel manoscritto ritrovato.

Diversi i legami che scopriremo collegare i quattro uomini protagonisti narrati nelle vicende di cui Romani si fa portavoce e che porteranno alla luce una verità che metterà in pericolo l'esistenza di Joyce, il quale dovrà scoprire come portare a casa la pelle.

Come vi dicevo in apertura, è difficile descrivere propriamente questo romanzo, che sfugge un pò alle definizioni classiche di genere e conduce alla sua alla comprensione, da parte del lettore, fino a quando non scopre il fianco, alla fine, e finalmente si ha una veduta globale e complessiva che permetta di mettere insieme tutti i pezzi durante la lettura della storia.

E' un libro che s' impone soprattutto per le tematiche affrontate, che sono importanti, anche a volte decisamente dure e poco piacevoli e che riesce a far emergere un certo rispetto e una certa meritata ammirazione per Romani per il lavoro compiuto di raccolta e studio delle varie informazione che sono state usate per comporre il romanzo.

Per quanto concerne lo stile di Romani, devo dire che non mi è dispiaciuto e si coglie benissimo anche lo sforzo notevole nel dirigere la storia in un certo modo, condurlo in una certa prederterminata e precisa direzione, vedere come ha scelto volutamente di sostenere un certo tipo di riferimenti letterari, elevare la storia mediante ragionamenti fisici e metafisici, cercare pensieri profondi da semplici spunti inserendoli bene nella struttura del romanzo .

Unica pecca è la brevità del romanzo, che a mio gusto ha troncato un pò la storia di alcune sfaccettature che avrebbero potuto essere meglio esplicitate e che avrebbero potuto arricchire maggiormente la storia. Nel suo complesso è una storia che ho gradito leggere e che mi sento di consigliare se siete in animo.

Luca Romani, milanese di adozione, è nato il 17 febbraio 1983 a Borgosesia in Piemonte. Ha passato i primi trent’anni della sua vita tra il paese dove ha trascorso l’infanzia, Prato Sesia in provincia di Novara, e Milano. Laureato in Comunicazione Digitale, lavora nel campo della comunicazione digitale dal 2005. Per il canale televisivo Channel 24 è stato autore e co-conduttore della trasmissione radiotelevisiva “Cieli di Parole” trasmessa su tutto il territorio nazionale. Assistente alla regia e story editor per il cortometraggio horror “Hua-pi”. Ha scritto il soggetto, la sceneggiatura e diretto il cortometraggio “Mimesi”.


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Istanti 
Smembrati 
 di Francesco Rocca  
pagine 11
 prezzo 0.49€
Lettere Animate 
già disponibile
 voto:
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     Avete presente quando il cielo è grigio e anche tu e tutto quello che pensi è grigio?       
Avete presente quando tutto va storto e la paura di una triste sorte vi perseguita? Avete presente quando le emozioni iniziano a farvi cagare sotto?      
  Il Luogo? Una semplice abitazione di cui si sa poco, anzi quasi nulla.       
Le vicende? Macchiate di caffè ancora fresco.       
La storia? Impregnata di enfasi... e di caffè...       
Consiglio la lettura?       
No... vi consiglio una tazzina di espresso senza zucchero: sarà comunque più dolce di questo racconto.

Considerazioni.
Più che un racconto una vera e propria meteora che lascia in brevissimo tempo, precisamente una decina di pagine, il senso - in un certo senso piuttosto drammatico - di inquietudine e smarrimento che appartiene al protagonista di questa micro avventura.

Diventa veramente molto difficile raccontarvi qualcosa di questo piccolo racconto senza dirvi troppo della trama (e così facendo rovinandovi la sorpresa della lettura) che si snoda velocemente, in prima persona e entra subito nel vivo dell'argomentazione intavolata dal suo creatore.
Vi basti sapere che la storia parte da un protagonista che parla direttamente al lettore in prima persona e che si svolge nella sua casa. Ovviamente le cose evolveranno in modo inaspettato, piuttosto cupo e caratterizzato dall'introspezione.

L'autore ha voluto palesemente creare una storia che partisse dal concreto, che fosse calata nella realtà, che fosse caratterizzata anche da una relativa brutalità di vedute e conseguenze, parlando di argomenti forti, pesanti, difficile nella loro risoluzione e più incline all'accettazione, che snocciola bene, con verità, lucidità e che conduce a un finale interessante e sicuramente molto coerente con personaggi e trama.

Sappiate, a prescindere per un momento da tutto, che ho apprezzato, più di tutto, lo stile di questo autore, che ha scelto di creare sia nelle atmosfere che nei toni una certa confusione, quella provata dal protagonista, il quale porta con sè un certo smarrimento, che ha cercato di imprimere sia con le parole ma anche giocando con la punteggiatura, che sembra messa erroneamente, o quanto meno a caso, ed invece potrebbe avere un certo senso, se interpretato come "sentimento veicolato" dallo scrittore.

Ho trovato l'idea interessante e il suo svolgimento curioso, in certi punti anche stimolante, ma complessivamente non posso dire di aver trovato questo piccolo spaccato coinvolgente, assolutamente indimenticabile in quanto è di una brevità incredibile, quasi impercettibile nella sua globalità in quanto non riesce ad approfondire persone, momenti o eventi, solo a fotografare un'istante, cogliere quella fotografia che si esprime nell'ampiezza di un momento


Spark Rocca. Da quando iniziai a scoprire quanto riuscivo a sfogare le mie emozioni tramite l'arte non riesco più a smettere... Tutto è sempre più istintivo e naturale come urinare... Sono un cercatore: un cercatore di lavoro. Sono laureato in scienze geologiche ma preferisco dedicarmi all'arte: oltre a scrivere imbratto tele e faccio vibrare le corde delle mie chitarre.

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