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martedì 20 gennaio 2015

Intervista esclusiva a Elen Kostioukovitch


 
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Sette
Notti

di Elena Kostioukovitch
pagine 850
prezzo 25€
ebook 14.99€
Bompiani
già disponibile

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Potete leggere la  recensione del romanzo a questo indirizzo:

http://bostonianlibrary.blogspot.it/2015/01/recensione-sette-notti-di-elena.html 


Viktor Zieman, quarantenne colto, poliglotta e un po’ sciupafemmine, fa l’archivista: è specializzato nel ritrovamento di manoscritti perduti, falsificati, occultati. Il suo mestiere è salvaguardare la memoria, portare alla luce la verità.
Improvvisamente, alla vigilia della sua partenza per la Fiera di Francoforte, riceve una telefonata: un’improbabile agenzia letteraria bulgara vuole vendergli i manoscritti del nonno, Semyon Zalusski, colui che nei primi sette giorni di maggio del 1945 ritrovò i tesori della pinacoteca di Dresda trafugati dai tedeschi, rischiando nell’impresa la sua stessa vita.
Ora Viktor ha solo una settimana per recuperare i preziosi documenti legati alla storia della sua famiglia, una storia avvolta nel mistero. Ed ecco che ha inizio una rocambolesca avventura in cui passato e presente, suspense e comicità fluiscono senza sosta l’uno nell’altro in un vortice che coinvolge non solo il mondo dell’editoria, ma anche giornalisti, agenti del KGB e mafia russa.
Con uno stile che coniuga ironia e cultura, scanzonatezza e lirismo, thriller e romanzo storico, Sette notti è una lettura unica nel suo genere, che avvince il lettore, lo fa ridere e lo fa piangere e, alla fine, lo lascia senza fiato.


---o- Intervista -o---


1 - Gent.ma Elena Kostioukovitch, potrebbe gentilmente descrivere (a grandi linee) il romanzo che ha appena pubblicato per la Casa Editrice Bompiani e che si intitola "Sette Notti"?

E’ autobiografico nella misura in cui Flaubert diceva: “Madame Bovary c’est moi”. Il protagonista, Viktor, è un uomo, ma ci sono molti fili logici che uniscono me e lui. Siamo tutti e due agenti letterari, abbiamo avuto un’infanzia analoga e abbiamo la coppia nonno/nonna in comune. Siamo entrambi nati in URSS e ora, da adulti, viviamo in Europa.

Oggi, in questi primi giorni del gennaio 2015, la formula “Viktor Zieman c’est moi” fa tristemente rima con gli slogan “Je suis Charlie” che vediamo dappertutto su internet e che sentiamo sulle strade di Parigi e di tutte le nostre città…

Non so se è una semplice coincidenza o un’intuizione avverata, il fatto che io abbia raccontato una storia in cui i protagonisti sono braccati dai musulmani che li minacciano per vendetta, a causa delle vignette che deridono il profeta.

Ma so benissimo quanto sia importante per me la formula “C’est moi”, che rende ogni intellettuale ostaggio di tutte le crudeltà del mondo.

Viktor, alla fine del mio thriller, non solo scopre chi è stato suo padre, chi ha ucciso sua madre e dove sono finite le mappe mute e segrete che fanno luce sugli esiti del lavoro dei “monuments men” sovietici

Ma lui è anche colui che prenderà su di sè i colpi dei disonesti che vogliono sfruttare i cimeli della seconda Guerra mondiale per l’avidità di denaro e per il loro sconfinato cinismo.

Siamo tutti Charile. Viktor vive cercando di rendere sua e di superare la sofferenza di tutti. Quella di Viktor Zhalusskij nel lager nazista. Quellla dei bisnonni fucilati in una fossa ebraica a Kiev, il giorno dell’eccidio. Cosa sentivano, cosa pensavano? Viktor cerca di partecipare nella vita di sua madre Lucia, impegnata nella lotta contro la censura KGB sovietica. Eccetera eccetera…

La definizione generica in ogni caso è: si tratta di un thriller con molte linee piene di misteri, con molti flashback storici, la cui struttura fa ricordare la complessità del tradizionale romanzo russo.

2 - Aveva un proposito preciso nel momento in cui ha deciso di scrivere questa sua opera?
Avevo una gran voglia di dare forma a molti pensieri e a molteplici immagini che mi ossessionavano.

3 - Perché ha intitolato il romanzo proprio "Sette Notti"?


L’eroe ha sette notti per risolvere l’enigma che lo tormenta. E’ una corsa contro il tempo. L’enigma riguarda suo nonno, che una volta, durante la Seconda Guerra mondiale, ha avuto sette notti per ritrovare le opera dell’arte nascoste dai nazisti nei nascondigli sconosciuti.

4 - Al di là delle apparenze e delle verità anagrafiche, chi è Viktor Zieman, in che viaggio ci conduce leggendo la sua storia?

Viktor Zieman è il mio “flusso della coscienza”.

5 - Lei ha impresso nella sua opera toni noir, mistery e ironici che talvolta sfiorano il comico. E' una scelta che riflette il carattere del personaggio principale, qualcosa che richiedeva la storia o è un mix che è dovuto alla sua personalità?

Il mio monologo interiore, rivolto a me stessa, è inevitabilmente colorato di ironia, mentre le sfumature noir appartengono alla vita in quanto tale. Tollerarla è possibile soltanto grazie all’ironia.

6 - E' stato un romanzo emotivamente impegnativo?


E anche emotivamente liberatorio. Per liberarsi da certe storie tragiche, come sappiamo tutti, non c’è niente di meglio della scrittura.

7 - Lei, per tanti anni, ha tradotto le opere di Umberto Eco. Questo grande autore ha avuto in qualche modo, o per qualche elemento, influenza sulle sue opere o sul suo stile?

Si, penso di si. L’abitudine di trovare le parole e i modi di dire per trasmettere il pensiero e le idee di Eco inevitabilmente crea una specie di dipendenza dagli stessi significati, crea un’abitudine. Sono sicura che alcuni temi del mio romanzo potranno corrispondere alle tematiche indagate da Eco nell’ultimo periodo.

8 - Dovendo descrivere il suo romanzo con cinque aggettivi, quali utilizzerebbe?

Complesso, autobiografico, attuale, sperimentale, storico.

9 - Ha altre storie, in mente, da tramutare in opere da leggere per noi lettori? 
Le storie prendono forma scrivendo. Mi pare di avere raccolto, durante la vita, alcuni germogli per possibili storie ma non mi è dato sapere se questi sono destinati a sbocciare.
Elena Kostioukovitch. Si è occupata delle traduzioni ed edizioni dell'“Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, del “Cannocchiale Aristotelico” di Emanuele Tesauro, degli “Scherzi” di Giuseppe Giusti, dei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.  Ha tradotto 12 libri di Umberto Eco.
Nel 1988, trasferitasi in Italia per insegnare la letteratura russa e tecnica della traduzione letteraria è stata prima a Trento, poi a Trieste e Milano.

4 commenti :

  1. Grazie per questa intervista.

    Sette notti mi ispira sempre di più. L'avevo, comunque, già inserito in lista desideri dopo averlo scoperto sul tuo blog.

    Spero di procurarmelo non appena torno in Italia.

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  2. E' stato un'onore poter intervistare quest'autrice che reputo molto interessante per tematiche e stile!!!
    Ciao Ludo!!!
    Xo
    Endi

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  3. Davvero interessante. Lo aggiungo in wishlist!

    RispondiElimina

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