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lunedì 22 ottobre 2018

Recensione in pillole: "Verso un forse" di Stefano Di Ubaldo





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Verso 
un forse
 di Ubaldo Stefano
pagine 82
prezzo 7€
Antipodes 
già disponibile
voto:
★★★
..o..



"Verso un forse" raccoglie componimenti che cercano uno spazio tra posti già occupati e libertà incerte, secondo un percorso di riflessioni in tre parti. 

Ciascuna sezione è introdotta da un elenco di "posti riservati" e sviluppa un tema di ricerca: la fragile solitudine, la fatica del cambiamento, il riscatto della consapevolezza. Con giochi di parole, persone e personaggi e alcuni riferimenti, più o meno espliciti, a opere cinematografiche e letterarie, la strada intrapresa da queste poesie si articola attraverso un intreccio di incontri, motore e senso della complessa e unica molteplicità che realizziamo e portiamo dentro. 

Un piccolo (o grande) viaggio tra possibili categorie per sentirsi al proprio posto e altrettanti gradi di libertà per sfumare l'impellenza di una collocazione. 


Considerazioni.
Il libro che vi presento oggi è una raccolta di pensieri, versi, riflessioni estemporanee e sentimenti espressi su carta, insomma qualcosa di indefinibile che potrebbe piacere moltissimo a tutti coloro che cercano qualcosa di molto diverso dal solito e si vogliono lasciare andare alle parole.

Nel complesso "Verso un forse" di Stefano Di Ubaldo è una raccolta composta da una quarantina di poesie/pensieri (se non erro 43) che spaziano, come vi anticipavo nell'introduzione, da pensieri estemporanei a poesie in rima, da sentimenti scritti di getto o espressione di emozioni e condizioni, volontà, speranze e desideri. Come sempre, essendo una raccolta poetica (ma non solo) si potrà trovare in essa qualcosa che si avvicinerà a noi, toccandoci l'animo e arrivando a descrivere qualcosa di molto simile a quello che proviamo in alcuni momenti o che serbiamo nell'animo.
Ma la poesia è vita, o almeno interpretazione e visione di essa, per cui potrete anche trovare scritti che saranno complessi o dai passaggi complicati, non perché lo siano realmente (il linguaggio di Ubaldo Stefano non lo è) ma in quanto facenti parte di un intimo proprio che riguarda l'autore.

Il bello della poesia è che viviamo e vediamo la vita, o spaccati di esso, filtrata dagli occhi e dai sentimenti dell'autore, indi per cui non possiamo che vedere e percepire cose che fondamentalmente ci sono estranee. Abbiamo quindi due scelte, o empatizzarle e farle nostre, con le nostre esperienze o guardale con dubbio, rileggendole più volte e da diversi punti di vista, per trovare la chiava giusta di lettura, in quanto non ci appartengono veramente, essendo personali e soggettive dell'autore, il quale vuole condurci a qualcosa tramite la sua visione del mondo. Ma nel complesso credo che troverete qualcosa di speciale anche nel modo in cui Ubaldo utilizza le parole, giocando con esse, e così facendo montandole, smontandole, ricomponendole con frammista punteggiatura e così via. L'ho apprezzato davvero molto.

Non mi sono sempre trovata in sintonia con il suo stile poetico (quello che si crea o non si crea, e il mio è molto più linea con Dylan Thomas, altro "scompositore" di parole) ma devo dire di aver apprezzato particolarmente (non solamente) le poesie "Una scelta tra luci e ombre" e "Natalia" perché a differenza delle altre, le quali talvolta virano verso l'ermeneutico ed il cerebrale, queste due a mio parere presentano elementi di vita veramente vissuta, o comunque sentite dall'autore, il quale trasmette empaticità e le sue parole, qui, trasudano sentimento che diventa toccante e smuove l'animo proprio come mi aspetto di trovare nelle raccolte di poesie e di pensieri in generale.

Sono assolutamente sicura che Stefano Di Ubaldo abbia talento, ma sono altrettanto sicura che debba crescere ancora un po', potendo così essere ancora migliore. Cercando, scavando e sondando di più il suo animo non potrà che essere maggiormente incisivo, indimenticabile e graffiante. Se dovessi dargli un consiglio, per quanto io possa, sarebbe quello di rischiare, ed esporsi di più. Manca infatti qualcosa ancora nella sua poesia, quella cosa che, da lettore, ti fa scattare la scintilla, che fa nascere in te il fuoco, quello per cui seguiresti quell'autore ovunque esso ti voglia condurre, perché ti ha rapito l'animo.

Come vi ho accennato in apertura, consiglio questo libro a tutti coloro che amano leggere opere di poesie o comunque di riflessione e vogliono intraprendere un viaggio di sorpresa e di insolito, rispetto a quanto letto nel quotidiano.



Stefano Di Ubaldo 
Nasce a Lecco nel 1993. Dopo il Liceo Scientifico, si laurea nel 2015 in Scienze e Tecniche Psicologiche all’Università Milano-Bicocca, e sta ora ultimando il Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata a Bologna. Attivo nel volontariato sociale da diversi anni, si occupa di ragazzi, forme di disabilità, cure palliative e carcere. In questa intervista ci parla del suo Verso un forse.


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