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venerdì 7 giugno 2019

Recensione "Mi chiamo Mouhamed Alì" di Mouhamed Alì Ndiaye, Rita Coruzzi


Mi chiamo Mouhamed Alì 
di Mouhamed Alì Ndiaye, Rita Coruzzi
pagine 224  - prezzo 16,90€ - eBook 9.99€
Piemme Editore
già disponibile
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All'inizio è solo un bambino come tanti, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito di Muhammad Ali e che sogna per il figlio un futuro importante. Poi quel bambino, il nome dato in onore del campione che per ben due volte riesce a incontrare, un pugile lo diventa davvero, costretto dal padre a durissimi allenamenti a ogni ora del giorno e della notte, chiuso in una palestra, piegato dai colpi quando tutti i suoi amici sono per strada a giocare. Ma come Ali comprende ben presto la via che gli ha aperto il padre è l'unica alternativa possibile a una vita segnata dalla criminalità e dalla droga. In breve tempo il ragazzo, ormai campione del Senegal, vede crescere in sé il desiderio di superare i confini di un Paese sempre sull'orlo del baratro. 

Da qui il viaggio verso la salvezza, la terra promessa. Dopo qualche mese in Francia, il visto che sta per scadere, Ali decide di andare in Italia e di provare a cercare lì la realizzazione di quel sogno che insegue da sempre. Non è facile, in un Paese di cui non conosce la lingua, senza il permesso di soggiorno, né una casa in cui stare, guadagnando qualche spicciolo per sopravvivere facendo l'ambulante sulle spiagge. Ma la sua tenacia e il desiderio inarrestabile di tornare sul ring lo guidano attraverso un percorso di crescita e lo portano dove voleva. 

Grazie all'incontro con Federica, una donna italiana conosciuta in treno e divenuta poi sua moglie, e agli amici di Pontedera, la piccola città che lo ha accolto, Ali potrà ricominciare a combattere e a vincere, e si troverà esattamente dove suo padre lo immaginava fin da bambino: sul tetto del mondo.


Considerazioni.
Ho letto questo romanzo in paio di giorni, poiché non solo si è rivelata essere una lettura veloce, in quanto scritta con stile fluido e sincero, ma anche perché è stata una storia interessante, ricca di spunti di riflessione ma anche di buone intenzioni, speranze e soprattutto sogni che anelano di essere realizzati.

Ed è proprio per questi ultimi che ho apprezzato questa piccola, ma grande storia. Tutto parte infatti da un sogno, quello di padre per il proprio figlio, che assurga ad essere come il suo imperituro mito, ovvero il pugile Mouhamed Alì, e proprio per questo fa di tutto perché il figlio lo diventi; dall'instillargli la voglia di combattere all'iscriverlo a corsi di pugilato molto duri e faticosi. Ma non si arrende. E il sogno del padre, diventa il sogno del figlio, il quale vede in quella professione una via di fuga dalla povertà assoluta, dai mezzucci per sopravvivere e soprattutto lontano dalla droga e dal malaffare che ha in pugno il Senegal.
Mouhamed, che ha lo stesso nome del sogno (e della speranza) del padre, allora scappa lontano da quello che conosce, per cercare opportunità e tempi e luoghi migliori in cui vivere. Per vivere pienamente e non solo cercare di sopravvivere.

Prima la Francia, poi l'Italia sono le sue destinazioni, e proprio quest'ultimo è il paese che gli regala la felicità tanto anelata, dove trova l'amore, ma realizza soprattutto quel sogno che gli è entrato incontrovertibilmente sotto la pelle...

Come vi dicevo prima "Mi chiamo Mouhamed Alì" è una bella storia di speranza, di sogni, di riscatto e amore per la famiglia, per i proprio ideali, per le proprie radici, per le persone amate. E non solo è un libro che si legge volentieri per il linguaggio semplice e diretto, ma anche per il fatto che gli autori hanno dato un'impronta particolare, piena di sentimento e cuore in ogni riga, che sa di esperienza vissuta in prima persona e che concede speranza anche laddove questa sia poco più che una fiammella traballante.

Consiglio questa storia a tutti coloro che amano le storie intense, vissute sulla pelle e realmente emozionanti.

voto:
★★★★☆/5


Mouhamed Alì Ndiaye
Nato e cresciuto in Senegal fino all'età di 21 anni. Per tre volte vince il campionato nazionale di pugilato. Arrivato in Italia nel 2000, clandestino fino al 2002, nel 2004 diventa Campione Italiano di pugilato, conseguendo negli anni successivi tutti i titoli più prestigiosi di quello sport. Per motivi di salute ha fatto l'ultimo incontro nel 2016. Operatore della Croce Rossa Italiana di Pisa, Vigile del Fuoco volontario, vive con la moglie e i tre figli a Pontedera. Mi chiamo Mouhamed Alì è il suo primo romanzo ma, soprattutto, è la sua storia.
Rita Coruzzi
È nata il 2 giugno 1986 a Reggio Emilia, dove tuttora risiede. Affetta da tetraparesi, in conseguenza di un intervento chirurgico andato male, dall'età di dieci anni è sulla sedia a rotelle. Diplomatasi al liceo classico della sua città, ha conseguito la laurea triennale in Lettere e si è specializzata in giornalismo presso l'università di Parma. Della sua esistenza ha fatto una battaglia quotidiana per dimostrare che non ci si deve arrendere mai e che è sempre possibile trovare in sé la forza interiore per affrontare qualsiasi prova. Con Piemme ha pubblicato diversi libri dedicati alla sua storia e alla sua scelta di fede e Matilde, vincitore del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti, del Premio Internazionale Stefano Zangheri e del Premio Internazionale Città di Cattolica, e l'Eretica di Dio.

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