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mercoledì 25 settembre 2019

Recensione "L'apicultore di Aleppo" di Christy Lefteri


L'apicultore di Aleppo
di Christy Lefteri
Pagine  304 - Prezzo 18.50 - eBook 9.99€
Piemme
già disponibile
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Si può restare attaccati a un sogno, quando tutto il resto è perduto? 
Le api non avevano segreti per Nuri, negli anni felici della sua vita ad Aleppo: le conosceva, ne sapeva interpretare le danze, i ritmi, l'incredibile miracolo della loro società perfettamente unita. 
La sua vita, in Siria, era semplice e insieme ricca; lui si occupava delle arnie, sua moglie Afra inventava mille colori per dipingere il mare con le sue mani e i suoi occhi di artista, il piccolo Sami giocava tranquillo. Ma poi la Siria ha cominciato a cadere a pezzi, e così la famiglia di Nuri. 

Adesso, Sami non c'è più, e Afra è diventata cieca: nei suoi occhi, che hanno improvvisamente smesso di vedere, Nuri rivede ogni giorno il suo stesso dolore, e tutto ciò che, insieme, hanno perduto. Ma negli occhi color del miele di sua moglie, Nuri trova anche dell'altro: una ragione per resistere, per lottare, per continuare a vivere. Lottare per lei come per la piccola ape senza ali che adesso Nuri sta curando proprio lì, in Inghilterra, dove lui e Afra sono arrivati dopo un viaggio pericoloso e straordinario. 

Un viaggio che Nuri ha voluto intraprendere per seguire l'unico sogno che gli resta. Quello di tornare, un giorno, a sentire la risata di Afra, che era la cosa più bella del mondo. Sulla scia de Il cacciatore di aquiloni, L'apicultore di Aleppo è stato l'evento editoriale del 2019, tuttora ai vertici delle classifiche inglesi e in corso di traduzione nel mondo. Un romanzo commovente, importante e coraggioso, che parla di speranza e di amore. 
L'amore che, da solo, è in grado di farci vedere di nuovo.



Considerazioni.
La storia che contiene questo romanzo è una storia molto forte, che parla non solo di un grande conflitto e della forza di una famiglia di riuscire ad andare avanti dopo che quest'ultimo ha portato loro via praticamente tutto, compreso l'essenziale, ma parla anche e soprattutto di persone, di forza, di coraggio, e più di ogni cosa parla di amore. Quello denso e inscindibile che non trova abbastanza parole per essere spiegato e che si esplica più nei fatti che nei suoni delle parole.

Siamo in Siria, nemmeno tanto tempo fa, in quel di Aleppo, dove vivono pressoché pacificamente Nuri, che di professione si occupa delle api, sua moglie Afra, un'artista sensibile che crea fantastici quadri che hanno il potere di trasmettere emozioni profonde e il figlio Sami, che arricchisce la vita di una coppia come solo i figli sanno fare.

Un giorno, un brutto giorno, arriva la guerra, inspiegabile ed assurda come tutte le guerre e lascia dietro di se lacrime, sangue e misera. Ma non solo, lascia la famiglia di Nuri senza una casa, Afra priva della vista e Sami della vita.
Da quel momento in poi la coppia dovrà dapprima trovare un modo per scappare alla guerra e poi trovarne un altro per andare avanti e cercare di ricostruire una propria vita, dalle ceneri di quella vecchia.

"L'apicultore di Aleppo" è un pugno nello stomaco che racconta di vite distrutte, di famiglie separate, di dolore e di perdita, ma è più che mai una storia che parla di amore profondo, quello con radici veramente solide e salde che (ri)nasce dalle proprie ceneri ed in grado di trovare una strada, tra mille difficoltà (come i pregiudizi dati dall'immigrazione) e impensabili aiuti per trovare una ragione per perdonare, perdonarsi e crescere per amarsi con maggiore forza e con questa affrontare quello che la vita è ancora in grado di offrire, come le api. Bellissima la scelta dell'autore di introdurre un elemento importante e dolce come le api e il miele, perché viaggia in parallelo con i sentimenti, la vita e l'amore di Nuri e Afra e li accompagna in una terra molto diversa dalla loro (l'Inghilterra).

E' una storia disperata. Sicuramente. E l'autrice vi inserisce senz'altro degli elementi personali ed intimi (pur essendo una storia inventata), anche se vissuti in terza persona (i suoi genitori erano rifugiati), ma per questo non meno pregni di sentimenti importanti, di ricordi e di momenti che riguardano l'immigrazione e l'emigrazione come perdita e disincantata rinascita - a seguito di molti dolori - e comportante non meno sofferenze - dovute al razzismo e alla fatica dell'integrazione in posto in cui si è visti come estranei, seppur espunti a forza dal proprio mondo. Ma nonostante ciò vi consiglio con tutto il cuore di leggere questa storia perché troverete in essa tantissimi momenti di grande potenza emotiva e dolcezza inaspettata che vi faranno riflettere intensamente sui nostri tempi e allo stesso tempo vi aprirà come non mai il cuore, anche grazie alla scrittura gentile e raffinata dell'autrice, in grado di creare grandi scene di emozione e dialoghi toccanti e indimenticabili.

Consiglio questo romanzo a tutti coloro che hanno voglia di leggere una storia importante e indimenticabile, di amore e di ricostruzione della propria vita fisica ed anche emotiva.


Christy Lefteri
Figlia di rifugiati greco-ciprioti, emigrati nel Regno Unito nel 1974 dopo l'invasione turca, è nata a Londra nel 1980. Ha studiato alla Brunel University e insegnato inglese prima di lavorare come volontaria in un campo rifugiati dell'unicef ad Atene, che le ha fornito ispirazione per L'apicultore di Aleppo. Uscito nel maggio 2019 in Inghilterra, è immediatamente entrato nella classifica dei bestseller, mentre si prepara a essere pubblicato in tutto il mondo.

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