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mercoledì 29 maggio 2019

Recensione "Tutti i racconti" di Kurt Vonnegut



Tutti i Racconti
di Kurt Vonnegut
pagine  1000 - prezzo 38€ - eBook 19.90€ 
Bompiani Editore
già disponibile
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Una raccolta ragionata, frutto di una grande opera di recupero, che mostra tutta l'intelligenza, la maestria e l'umorismo dell'uomo e dello scrittore che con la sua prosa ha segnato la letteratura americana del XX secolo.

«La prosa è limpida e il passo sempre celere, e la soddisfazione che si prova davanti a un po' di chiarezza morale, a un po' d'ordine lineare portato nella complessità di questo mondo, non potranno mai essere abbastanza lodati» – Dave Eggers

Organizzati da Jerome Klinkowitz e Dan Wakefield per temi – "Guerra", "Donne", "Scienza", "Amore", "Etica del lavoro contro fama e fortuna", "Comportamento umano", "Il direttore della banda" e "Il futuro" – questi novantotto racconti sono stati scritti tra il 1941 e il 2007, e includono lavori pubblicati su giornali e riviste e poi raccolti in diversi volumi, cinque inediti e una manciata di testi apparsi finora solo in rete. Durante la sua vita Kurt Vonnegut ha pubblicato meno della metà dei racconti che ha scritto, ma seguì il consiglio il suo agente dopo un rifiuto nel 1958: tenerli da parte "per la raccolta delle tue opere che si pubblicheranno il giorno in cui sarai diventato famoso. Anche se per arrivare a quel giorno forse ci vorrà un po' di tempo."


Considerazioni.
Sono stata un po' impegnata in questi giorni poiché volevo essenzialmente portare a termine una missione che ho iniziato la settimana scorsa e non potevo proprio dar retta ad altro. La missione? Tenetevi bene al tavolo carissimi lettori perché questa volta ho veramente superato me stessa e le mie capacità: i racconti di Vonnegut. 

Dico che ho superato me stessa non solo perché stiamo parlando di mille (e duecento circa, volendo proprio essere pignoli) pagine; ma anche perché stiamo parlando di un autore non facile, complicato, complesso, involto in mille e più spirali che girano intorno a tematiche potenti, scomode, complesse, difficili e anche complicate da digerire in alcuni casi.

Vonnegut non è infatti uno scrittore che si possa descrivere o pensare di definire in poche righe, con una frase semplicistica o una citazione, ma non leggerlo equivale a perdersi un bel pezzo della cultura narrativa americana. E che pezzo!

Quest'opera costituisce una vera e propria chicca letteraria, è una raccolta di tutti i racconti - che aveva iniziato a pubblicazione dal 1950 circa in poi - che Vonnegut su consiglio del suo amico ed editore, aveva messo da parte, da pubblicare nel qual caso fosse diventato famoso. Ed infatti eccoli venire alla luce. 

"Tutti i racconti" raccoglie 98 storie, molto diverse tra loro, accomunate dalla scrittura sagace, potente e diretta di Vonnegut, dal suo intento  cristallino di insegnare qualcosa (non pontificando, ma comunque insegnando), non solo, ma parlando degli argomenti che più gli stanno a cuore senza paura di dire quello che pensa: dall'idiozia e l'insensatezza della guerra (in quanto provata sulla sua pelle) alla condizione dell'essere umano, Vonnegut dipinge un quadro preciso, limpido e intenso di un'umanità reale, nonché delle sue tribolazioni.

Ho trovato questa raccolta un'impasto ben riuscito di:

  • stile: semplice, diretto, pulito ma efficace; Vonnegut è un uomo comune che vuole arrivare all'uomo comune con un linguaggio diretto, ma solo apparentemente semplice, poiché le cose che dice questo autore e il modo in cui le dice non lo rendono affatto semplicistico;
  • tematiche: queste sono tutte per l'individuo e i drammi con cui si deve confrontare, piccoli o grandi che siano; ma anche le buone azioni ripagate, l'amicizia, la solidarietà, i gesti di altruismo, sotto tutti parimenti importanti per Vonnegut.
  • personaggi: tagliati con l'accetta molto spesso perché più funzionali alla narrazione più soggetti con i loro sentimenti, sono davvero particolari e si rendono più o meno indimenticabili a secondo del racconto. Se i buoni sono indefessi nel loro intento di giustizia, buone azioni, doveri da compiere, i cattivi in particolari lasciano il segno per la loro cattiveria, la connaturata malvagità che pagano sempre di fronte al bene che incombe, in ultimo.
Certo tutti romanzi i questione sono non solo interessanti, ma anche in grado di descrivere un'epoca densa di eventi e di contraddizioni, e Vonnegut lo fa davvero bene, ma non per questo non possono essere trovati delle fragilità, in parte dato dal tempo in cui essi sono stati scritti, in parte dalla mentalità che ad oggi non possiamo che definire (ringraziamo il cielo) in parte (non del tutto mi sa)  superata. Vonnegut era infatti nato e cresciuto in un tempo molto diverso dal nostro (che non ha praticamente conosciuto guerra, fame e privazioni), ma anche intrisa di quei pregiudizi che ora sono praticamente superati, come la condizione delle donne, o una visione decisamente più maschilista della vita. Ma anche in questo, in fondo, c'è del genio in Vonnegut, che da un lato sembra scivolare verso il maschilismo e dall'altro regala racconti con segni di femminismo che mai mi sarei aspettata ... provate a leggere "Anonimi innamorati" e poi capirete e mi direte!

A mio parere questi racconti sono molto soddisfacenti, soprattutto quelli inediti, e rappresentano una testimonianza ed un inno alla forza dell'umanità ad essere degli uomini con principi solidi, con uomini valorosi, indefessi nei loro intenti e votati ad un sano senso di giustizia, a cogliere la felicità, a bearsene, perché fugace e sotto questo punto di visto l'ho davvero, davvero molto apprezzato. 


voto:
★★★★☆/5


Kurt Vonnegut 
Nacque nel 1922 a Indianapolis (Indiana), città in cui sono ambientate molte delle sue storie. Frequentò la facoltà di biochimica alla Cornell University di Ithaca (New York) lasciandola nel 1943 per prendere parte all'esercito alleato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1944 venne fatto prigioniero in Germania, nella città di Dresda. Qui assistette al bombardamento che nel febbraio del 1945 rase al suolo la città e causò 135000 vittime civili (si salvò poiché rinchiuso in una grotta ricavata sotto il mattatoio della città normalmente utilizzata per l'immagazzinamento della carne). Questo episodio, anni dopo, verrà ripercorso in chiave solo parzialmente fantascientifica nel suo romanzo più famoso, Mattatoio n. 5, o la crociata dei bambini.
Dopo la guerra, di ritorno negli Stati Uniti, si trasferì a Chicago, nel ghetto nero. A Chicago riprese gli studi iscrivendosi alla facoltà di antropologia. Nel frattempo, iniziò a lavorare come cronista presso il City News Bureau of Chicago.
Dopo il rifiuto da parte dei docenti della sua tesi (episodio raccontato in un capitolo di Divina idiozia), si trasferì a Schenectady, trovando impiego come pubblicitario presso la General Electric Company. Nel 1951 decise di abbandonare il lavoro per dedicarsi totalmente alla scrittura, trasferendosi a Cape Cod (Massachusetts) e guadagnandosi da vivere scrivendo racconti, sia di fantascienza che di altri generi (per esempio, racconti d'amore come Long Walk to Forever).
Il suo primo romanzo fu Distruggete le macchine, pubblicato nel 1952, un'opera fantascientifica che descrive l'anti-utopia di un'America diventata succube della tecnologia. Nel frattempo, Vonnegut trovò impiego presso una scuola per ragazzi con disturbi emozionali. Alla morte della sorella ne adottò i tre figli.
Nel 1959 pubblicò Le sirene di Titano in cui appaiono per la prima volta gli abitanti del pianeta Tralfamadore. Le Sirene di Titano e il successivo Ghiaccio-nove (1963) sono entrambi romanzi di fantascienza, ma rispetto al romanzo d'esordio i contenuti fantascientifici hanno un ruolo minore, servendo essenzialmente come sfondo per trattare temi di altro genere. Ghiaccio-nove, in particolare, è essenzialmente un libro sulle credenze religiose, e valse a Vonnegut (nel 1971) la laurea honoris causa in antropologia.
Fra la metà degli anni Sessanta e gli anni Settanta pubblicò una serie di romanzi che vengono generalmente considerati il suo apice: il più celebre è certamente Mattatoio n. 5 (1969). Di questo libro venne anche realizzata una trasposizione cinematografica. Fra le altre opere di quest'epoca si possono ricordare Dio la benedica, Signor Rosewater (1965), La colazione dei campioni (1973, un altro libro in seguito trasposto sul grande schermo), e Un pezzo da galera.
Con questa serie di romanzi Vonnegut abbandonò il genere fantascientifico, cui era molto legato, salvo poi tornarvi di quando in quando (per esempio con Galapagos del 1985 e Cronosisma del 1997). 
Nel 1971 si trasferì a New York, nel 1972 divenne vicepresidente del PEN e prese a insegnare scrittura creativa alla università di Harvard. Nel 1992 venne nominato membro della American Academy and Institute of Arts and Letters; è stato inoltre nominato "artista dello stato di New York" per l'anno 2001-2002.

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