SOCIAL MEDIA

I post più recenti del bostonian library

sabato 12 ottobre 2019

Recensione “Dis-educazione” di Noam Chomsky

Dis-Educazione
Di Noam Chomsky
Pagine 240 Prezzo 17.50€ eBook 9.99€
Piemme Editore
già disponibile
..o..




Nonostante sia diffusa l'idea che nelle scuole statunitensi, come in quelle dei Paesi occidentali, si insegnino i valori democratici, ci troviamo di fronte un modello di insegnamento che non solo non incoraggia, ma impedisce di sviluppare il pensiero critico e indipendente, di ragionare liberamente su ciò che si nasconde dietro la rappresentazione del mondo offerta dal potere. Di rado è consentito agli studenti di «trovare da soli la verità», mostrando loro come farlo. Più spesso ci si aspetta che i ragazzi imparino attraverso un trasferimento di conoscenze: un approccio strumentale all'istruzione, la cui efficacia è misurata da esami che prevedono risposte corrette e risposte errate, predeterminate secondo i criteri stabiliti dalla cultura dominante. Le scuole non sono dunque luoghi democratici, ma istituzioni che svolgono un ruolo di controllo e di coercizione. In questa illuminante raccolta di saggi, Noam Chomsky rivela, con una serie documentata e puntuale di esempi tratti dalla storia recente, come gli Stati Uniti siano riusciti a rivendicare continuamente la loro superiorità morale proprio allontanando gli osservatori e i cittadini da una comprensione critica e globale degli eventi. E con la nota passione che da cinquant'anni sostiene le sue ricerche sui sistemi di potere e la sua competenza di studioso della comunicazione, fornisce gli strumenti utili a fare di studenti e insegnanti degli «agenti della storia» alla costante ricerca della verità, per rendere questo mondo meno discriminatorio e più giusto.


Considerazioni.
E’ davvero uno scritto interessante questo sulla Dis-educazione. 

Non solo, infatti, Chomsky ci invita a riflettere sul sistema educativo; non importa che sia esso, nello specifico americano, poichè sebbene siano differenti tra loro, tutti hanno in comune il fatto di istruire in modo univoco ed anche dogmatico, almeno secondo Chomsky, i ragazzi, che entrano in questo modo in un mondo strutturato per ingabbiare - in schemi, regole e categorie - i poveri studenti per definirli per il resto della vita.

In questi dialoghi, che sono stati raccolti da incontri avvenuti nel 2000 con Chomsky, viene sostanzialmente articolato da essi il pensiero sull’educazione e l’istruzione di quest’ultimo, il quale attualmente insegna al MIT (unica istituzione scolastica universitaria in grado di fornire un’istruzione critica a detta sua).
L’idea di mettere sulla carta e di parlare della scuola nasce sostanzialmente dall’opposizione di uno studente americano di recitare il Giuramento di Fedeltà (ovvero un vero e proprio impulso di ribellione per l’americano medio). Cosa implica questo moto di ribellione? Perchè è visto così gravemente dagli insegnanti? Perchè questo ragazzo viene stigmatizzato tanto per la società e diventa invece un vero e proprio eroe da un punto di vista di Chomskyano? 

La risposta non è semplice e non può essere nè semplicistica nè scontata e viene articolata in modo (oserei dire come al solito) intelligente, comprensibile e coerente, portando ì con se, in ognuno di noi, tanta riflessione su cosa siamo, purché lo siamo diventati e cosa potrebbe cambiare prendendo in considerazione quando viene detto da questo importante linguista/filosofo/teorico della comunicazione.

Il passaggio - e la sostanze del discorso - che maggiormente ho apprezzato di quanto detto da Chomsky è il fatto che i modelli di insegnamento e di educazione, ad oggi,  non solo non incoraggiano, ”ma impediscono di sviluppare il pensiero critico e indipendente, di ragionare liberamente su ciò che si nasconde dietro la rappresentazione del mondo offerta dal potere”.
A supporto di quanto detto, il linguista porta numerosi ed importanti esempi, in molti campi e in molti modi, di come il pensiero critico sia soffocato sul nascere sin dai primi anni di scuola, di come la comprensione globale sia disincentivata dagli insegnanti stessi, di come sia negato, nella pratica, ad ogni studente - in conseguente negazionismo del pensiero critico - di poter approntare le correte autodifese e tecniche critiche, non fornendo in questo la scuola alcun nutrimento, spunto e possibilità. 
Non ultimo, secondo Chomsky, anche le tecnologie non aiutano, in quanto usare i media - in pratica - allontana e sposta il focus essenziale del problema, causandone addirittura un altro di più grave: la distrazione e l’allontanamento dalla verità è della sua ricerca.

Gli insegnanti stessi non aiutano il processo di crescita e di sviluppo di un’autocritica, in quando non vengono formati dalle strutture di riferimento a fornire gli strumenti necessari per mettere in condizione gli alunni di trovare da soli le verità per comprendere al meglio il mondo circostante. Un bravo insegnante, secondo Chomsky, infatti, “sa che il modo migliore per aiutare gli studenti è metterli in condizione di trovare da soli la verità”.

Libro molto interessante, dunque, non solo per essere arguto ed evitare di essere passivamente protagonisti di una storia, ma testimoni coinvolti e pensanti della realtà, per essere maggiormente consapevole del sistema scolastico in cui viviamo, non dandolo per assunto, ma prenderlo e analizzarlo oggettivamente, con l,e sue luci e le sue ombre, per capire se è il più appropriato e cosa anderebbe eventualmente modificato, perché stiamo parlando della realtà in cui viviamo quotidianamente, nonché di un prossimo futuro quanto meno importante, per cui è necessario essere persone più consapevoli, anche e soprattutto mediante la costruzione di un proprio pensiero critico. Da leggere.


voto:
★ ★★★★/5

Noam Chomsky
Tra i suoi scritti di denuncia e di analisi dei meccanismi del potere, ricordiamo La fabbrica del consenso, I padroni dell'umanità, Le illusioni del Medioriente, La democrazia del Grande Fratello e il recente bestseller Chi sono i padroni del mondo.

1 commento :

Se volete lasciare un commento mi fa molto piacere ...